Il catetere vescicale
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Che cosa si intende per cateterismo vescicale? Quali sono le caratteristiche del catetere vescicale? Qual è la procedura per l'inserimento del catetere vescicale? Come va gestito il catetere vescicale? Quali sono le principali complicanze? Le risposte e i consigli pratici sulla base delle prove scientifiche della letteratura.

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Informazioni

Editore
Zadig
Anno
2015
ISBN
9788888734644
Argomento
Medicina

Come va gestito il catetere vescicale?

Punti chiave
  • Cura del meato
  • Sistemi di drenaggio
  • Irrigazioni vescicali
  • Sostituzione del catetere
  • Terapia antibiotica ed esami colturali
  • Ginnastica vescicale
In sintesi
La cura quotidiana del meato va fatta con acqua e sapone. E’ importante che i presidi per il cateterismo siano sterili. Per prevenire le infezioni delle vie urinarie non sono raccomandate le irrigazioni vescicali né la profilassi antibiotica. Le irrigazioni sono invece raccomandate in caso di sospetta ostruzione. Non ci sono prove su quale sia il tempo di sostituzione del catetere raccomandato. Il catetere va tolto prima possibile per il rischio di infezioni.
Non è stata dimostrata l’efficacia dell’uso di disinfettanti né di pomate antibiotiche o a base di iodopovidone, per prevenire l’insorgenza di infezioni. In 3 studi sulle strategie di cura del meato in soggetti con catetere a breve permanenza si è visto che l’igiene standard è sufficiente a prevenire le infezioni, salvo in alcuni sottogruppi di donne ad alto rischio. Questi 3 studi hanno confrontato i trattamenti standard come la pulizia con sapone o il bagno quotidiano rispetto al lavaggio con iodopovidone, l’uso di una pomata a base di neomicina polimixina e beta bacitracina o di antibiotici ad ampio spettro in pomata.

Sistemi di drenaggio

Per garantire l’assenza di contaminazioni bisogna utilizzare il drenaggio a circuito chiuso, cioè il catetere va connesso alla sacca per la raccolta delle urine al momento del cateterismo e non deve mai essere disconnesso. Alcuni studi hanno dimostrato che i sistemi di drenaggio chiuso sono efficaci nel prevenire la batteriuria ma in molti casi i benefici sono inferiori ai costi.1-4
L’Istituto superiore di sanità (protocollo 2003) raccomanda nei soggetti con cateterismo a breve permanenza il sistema di drenaggio a circuito chiuso con catetere preconnesso alla sacca delle urine (figura 5).5,6 Questo dispositivo, che ha un sigillo fra catetere e raccordo della sacca, garantisce l’integrità del circuito chiuso eliminando le possibili disconnessioni accidentali del catetere.
L’abitudine ormai desueta di aggiungere soluzioni antibatteriche alle sacche di raccolta in soggetti sottoposti a cateterismo a breve permanenza non riduce l’incidenza di infezioni.7,8 Con l’aumentare della durata del cateterismo si possono utilizzare altri sistemi di gestione.9,10
Figura 5. Sistema di drenaggio a circuito chiuso con catetere preconnesso alla sacca delle urine
Nel cateterismo a lunga permanenza la condizione di vita imposta dal catetere è molto disagevole ed è spesso vissuta con vergogna. Per questo è importante valutare le condizioni psicofisiche, di movimento e manuali del soggetto per suggerirgli la gestione più adatta per la migliore qualità di vita. Nei soggetti allettati l’uso della sacca da letto è necessaria, ma diventa scomoda nei soggetti che camminano. La sacca va mantenuta sotto il livello della vescica, deve avere un rubinetto di svuotamento e un dispositivo antireflusso. E’ necessario non contaminare la sacca e l’ambiente durante lo svuotamento. Per questo occorre indossare i guanti monouso ed evitare il contatto del rubinetto con il contenitore. Il paziente deve sapere che è importante non dare strappi alla sacca e non appoggiarla sul pavimento. Per praticità a casa si può tenere la sacca in un sacchetto pulito.
Per facilitare la vita di relazione nei soggetti con catetere a lunga permanenza si possono utilizzare alcuni presidi, come le sacche da gamba, i tappi e la valvola cateterica. Il tappo (figura 6) è il sistema più semplice e meno costoso, ma così come le sacche da gamba ha il problema della continua sconnessione e manipolazione con possibilità di contaminazione. Il tappo infatti deve essere rimosso ogni volta che bisogna svuotare la vescica, ma per toglierlo e rimetterlo senza bagnarsi è necessaria una buona manualità che spesso i pazienti anziani o con demenza non hanno e occorre che l’infermiere spieghi come utilizzarlo. Il tappo quindi è un presidio che può essere consigliato (purché si utilizzino tappi sterili) in soggetti con catetere a lungo termine quando non ci sono alternative.
Figura 6. Tappo del catetere
La soluzione migliore, se non ci sono controindicazioni mediche (per esempio demenza, ematuria, ridotta capacità vescicale, reflusso vescico-ureterale), è la valvola cateterica (figura 7)...

Indice dei contenuti

  1. Che cosa si intende per cateterismo vescicale?
  2. Quali sono le caratteristiche del catetere?
  3. Qual è la procedura per l’inserimento del catetere?
  4. Come va gestito il catetere vescicale?
  5. Quali sono le principali complicanze?