L'Arte di Vivere dei Saggi
eBook - ePub

L'Arte di Vivere dei Saggi

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

L'Arte di Vivere dei Saggi

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Questo libro raccoglie il II volume della trilogia Nova Fronda Virescit e la III edizione de L'arte di vivere dei saggi, rivisti e semplificati.
Il libro è diviso in due parti.
Nella prima abbiamo l'occasione di sentire il prof. Meneghetti quando fa pratica di intervento per essere se stessi con realizzazione personale e sociale.
Nella seconda sentiamo alcuni principi di quella metafisica che lui conosce in modo molto ma molto più avanzato e che, in quanto tale, è inutile descriverla.
"Il libro che gli uomini intelligenti avrebbero voluto leggere all'età di 14 anni".

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a L'Arte di Vivere dei Saggi di Antonio Meneghetti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Philosophy e Philosophy History & Theory. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788889391525

Capitolo Primo

INTRODUZIONE ALLA PSICOTERAPIA ONTOPSICOLOGICA

[1]

1. La psicoterapia ontopsicologica

Vorrei affrontare degli argomenti che sono indispensabili per una base professionale di psicoterapia[2].
Questa professione è di enorme importanza, in quanto qualsiasi applicazione umana – musica, medicina, omeopatia, bioenergetica, ginecologia, arte, pedagogia, business etc. – è una modalità di azione che non ha in se stessa la radice ultima.
Quando di ogni attività si vuole cogliere la causa, la radice, la mente prima ed ultima, bisogna ricorrere alla psicoterapia.
La psicoterapia è esercizio critico di conoscenza e di coscienza. “Di conoscenza” significa: verificare se si sa ciò che si è; “di coscienza” vuol dire: verificare se ciò che si riflette e decide coincide con ciò che si è.
Soltanto comprendendo la radice, o la mente, di tutti i modi di azione sociale, si ha il reale potere del fare.
Per formare un valido psicoterapeuta sono necessarie due cose. Innanzi tutto ci vuole l’attitudine naturale, una particolare dote che si ha per nascita. Però poi è indispensabile una lunga formazione razionale e di studio, una grande esperienza.
Un valido psicoterapeuta deve raggiungere il nudo delle cose, della società, dell’anima: deve raggiungere le cose senza vestiti, cioè senza stereotipi e fedi.
Se una persona vuole il nudo delle cose, senza più fedi né stereotipi, deve raggiungere l’intelligenza totale di se stesso.

2. Psicoterapia ed intenzionalità di natura

Qualsiasi scienza ha bisogno di un criterio di certezza per verificare se stessa.
Quale criterio usa la psicologia per distinguere ciò che è bene da ciò che è male? Su quale base può dire ad un individuo: «Questo è giusto, quest’altro è sbagliato»?
Dopo millenni di analisi sulla situazione umana, si è reso evidente il fallimento di molte morali sull’uomo. L’esperienza costante dimostra che la natura umana è una, mentre le leggi, i criteri, le educazioni, le scienze sono molteplici.
C’è bisogno di un criterio antecedente ad ogni morale, che faccia da discriminante a tutta l’indagine scientifica. Per “morale” si deve intendere l’ideologia del comportamento di una società o del singolo individuo, una forma alla quale devono rapportarsi tutte le altre e che può essere di carattere politico, culturale, religioso etc.[3]
Se, per esempio, si domandasse ad un gruppo di persone: «Cos’è una brava ragazza?», si sentirebbe un afflusso di risposte arrivare automaticamente alla propria coscienza. Se si rivolgesse la stessa domanda ad un arabo, ad un israelita, ad un cattolico, ad un bolscevico o ad un giapponese, quali idee affluirebbero alla sua mente?
Spesso la scienza si è rivelata una “religione di Stato”, anziché essere al servizio della natura. Se ci si propone il compito di rintracciare il criterio di esattezza della conoscenza ci si deve preparare ad una mente amorale: non contro la morale, ma indifferente a qualsiasi norma di giudizio, perché qualsiasi aspetto di morale già inquina, mette in errore l’esercizio esatto della psicoterapia.
Ciò che ho appena detto è dimostrato da due argomenti.
Ho analizzato personalmente uomini considerati maturi all’interno della propria morale – ad esempio i santi nella religione cattolica – e spesso ho riscontrato in loro una certa nevrosi, cioè avevano un Io non adatto a corrispondere sanamente alla propria vita. Soprattutto durante l’esperienza della morte, erano proprio le persone che avevano vissuto conformi alle leggi della propria morale ad avere maggiori nevrosi in quel momento: solo l’uomo veramente maturo incontra con superiorità e pace la morte[4].
Inoltre, non esiste unicità di incontro tra le varie ideologie morali, anzi, ogni criterio è discrepante, diverso.
Posso aggiungere ancora un altro argomento: in base alla mia esperienza, sono i complessi dell’uomo ad avere bisogno di rispettare le leggi ideologiche, mentre la sanità fondamentale dell’uomo non ammette alcun rigidismo morale. Quando incontro l’uomo perfetto ideologicamente, dietro trovo sempre una situazione patologica psichica molto forte: dietro il dio troppo esposto di un uomo c’è sempre la malattia, il complesso.
Da quanto ho affermato finora, risulta evidente che non è possibile rintracciare, all’interno delle diverse morali, il criterio di certezza per la sanità della natura psicologica umana.
Per l’Ontopsicologia è importante l’uomo, non l’idea.
L’Ontopsicologia si è preoccupata di rintracciare innanzitutto un criterio unico in base al quale giudicare la situazione individuale del soggetto.
Che cosa si intende quando, nella terminologia corrente, riferendosi ad un essere umano, si dice che è “normale”? Significa che è conforme alla norma di ideologia comune a molti oppure che si adegua ad un principio più egoico e apriorico?
Osservandosi bene, si nota che all’interno del proprio corpo preesiste una legge, un’intenzione: la vita ha già predisposto l’uomo in un determinato modo. Si tratta di una predisposizione chimica, biologica, fisiologica, morale.
Chiamo “natura” questa impostazione formale del corpo. Natura (dal gr. νους [nûs] = mente; gr. τιθημι [títhēmi] = dare luogo; gr. = ρεω [rhréo], lat. ruere = correre) significa: come il principio corre da se stesso, come la cosa corre dal suo principio, come l’individuo corre dalla propria forma, come la nascita corre, come il posizionato della mente corre. Intendo quindi richiamarmi ad un principio, ad un fatto che è comunque prima di se stessi.
Per esempio, entrando in una università, un soggetto vede un edificio, poi la porta, le scale, alcune stanze: il caso non esiste, perché c’è una mente in grado di formalizzare in ordine la disposizione dei luoghi e degli oggetti.
Analizzando ancora, quest’uomo trova gli oggetti, il tavolo, le sedie, osserva i vestiti senza vedere la persona e alla fine, logisticamente, arriva a capire che in quel luogo vivono degli esseri umani fatti in un determinato modo. Se si ha la pazienza di analizzare tutto il composto umano esterno ed interno, si giunge ad uno scopo o intenzione.
La natura ha già alla sua base una legge fondamentale a cui l’uomo non può sottrarsi, perché esiste nella misura in cui è fondato e previsto dalla natura stessa.
Questo criterio fondamentale della natura è quello che io chiamo In Sé dell’uomo: l’ordine apriorico e categorico di qualsiasi essere umano.
Questo principio è l’unico in grado di offrire il criterio di esattezza per giudicare qualsiasi situazione.
Tale principio è alla base della conoscenza organismica.
L’uomo ha perso questo tipo di conoscenza, ma di fatto è l’organismo che mantiene il cuore, il fegato, gli occhi, i polmoni, la pelle, cioè è l’organismo che provvede costantemente al mantenimento di questa individuazione di natura.
La coscienza coglie se stessa dopo il fatto di esistere, non prima: qui e adesso si evidenzia un ordine in atto della vita, autonomo.
Come in una università c’è una mente organizzatrice del tutto, altrettanto nel corpo umano c’è una mente che organizza l’esistenza del tutto e delle singole parti.
Questa intenzione di natura è operante qui, in questo corpo. Quindi non bisogna allontanarsi da se stessi per capire che la responsabilità, il concreto dell’esistenza è qui e adesso: io, qui, sono la fenomenologia del mio In Sé ontico.

3. La psicoterapia come autenticazione dell’Io funzionale

L’Ontopsicologia è soprattutto una scienza molto pratica. Il consulente ontopsicologico, quando ha davanti a sé l’essere umano, lo sa vedere, lo “tocca” dentro, cioè ha una familiarità operativa con tutto l’interno dell’uomo.
In questo paragrafo sintetizzo in modo molto pratico che cos’è la psiche, come agisce e come diventa.
Secondo l’indagine scientifica, che cos’è l’uomo? Per un medico è un corpo, per un chimico è un composto materiale di determinate sostanze, per un avvocato o un giudice è un individuo avente base di diritto, per l’economista è un punto forza di mercato.
Per l’Ontopsicologia chi è l’uomo?
L’Ontopsicologia è in grado di agire “chirurgicamente”, restituendo all’uomo la sanità psicofisica, secondo un criterio appreso direttamente dalla natura.
Se osservo un uomo, riscontro questa persona come un centro energetico che corre e si forma da diversi anni in questo pianeta, ma al principio lui chi è?
Alla sua nascita accade un quantico energetico, che si può immaginare simile ad un cerchio che ha una sua forma specifica: questa forma è l’In Sé ontico dell’uomo. All’interno di questo nucleo c’è una struttura che specifica e definisce il comportamento di tutto questo luogo energetico: è la costante H, cioè la costante dell’uomo (“H”, dal latino homo). La costante H è il modello, il principio che dà la costante, il punto generale da cui poi si distingue e si sviluppa l’uomo[5].
Tutti gli esseri viventi hanno una loro costante che è diversa secondo la specie. Le piante e gli animali hanno una propria costante, per esempio la costante del cane è diversa dalla costante dell’albero.
Gli umani si definiscono un In Sé ontico con costante H.
L’essere è infinito, tutto è essere, ma qui, in questo corpo, l’essere accade secondo un modo, una forma: la costante H[6].
Questo nucleo accade, nasce in una famiglia. Il suo potere è quello di adattarsi all’infinito. Durante la crescita può apprendere moltissimi modelli di comportamento, permanendo sempre identica la costante che lo specifica come umano. L’uomo, al momento della nascita, è già effetto di una forma intelligente: ha una struttura che serve a regolare il corpo e le funzioni biologiche, ha una testa, gli occhi, le orecchie, le gambe, le braccia etc.
Nel grafico (fig. 1), lo spazio “1” è l’intelligenza della struttura somatica; il campo “2” è la struttura di intelligenza che presiede alla vitalità di ogni singolo organo del corpo: è l’organismico, il campo delle emozioni e dei risultati della percezione mentale.

immagine 1
Fig. 1 “Il modello uomo”

L’energia pura, l’intelligenza dell’In Sé è sempre invisibile, si mostra solo nei suoi effetti: l’uomo è l’effetto di questa causalità intelligente.
Per esempio, quando pensa: «Questa sera vado a teatro», oppure ricorda tutta la teoria di Pavlov prima di pensare, l’uomo già è intelligente. Il pensiero è un effetto dell’intelligenza che l’uomo già è. Però, se non pensa, quell’uomo non sa di essere intelligente. Questa situazione nell’uomo è costante sia all’età di un mese che a cento anni.
Lo spazio “3” è il disponibile di intelligenza che la vita lascia a discrezione, scelta, uso del soggetto. È un campo di pulsioni, di spinte energetiche. È ciò che definisco potenziale umanistico: energia dell’Io, dei complessi, degli stereotipi, delle pulsioni creative. Quindi per “potenziale umanistico” bisogna intendere tutti i possibili modi della cultura, dell’amore, del sesso, della creatività ed anche della malattia, cioè i possibili e infiniti modi di sviluppo dell’uomo, nel bene e nel male.
“Bene” è tutto ciò che aumenta il nucleo, l’uomo; “male” è tutto ciò che lo ferma, lo blocca, lo diminuisce. Questo è l’unico criterio che si ha come morale all’interno dell’Ontopsicologia.
Per esempio, con una pianta, come si fa a sapere se ciò che le viene dato è bene o male? Dandole una certa quantità di acqua, se la pianta cresce, significa che è stata nutrita bene; se invece si secca, si è sbagliato.
Si deve assumere un principio pragmatico, perché la scienza è neutra: chi verifica l’altro – che sia la madre o l’amante – non è la persona, ma l’In Sé profondo del soggetto.
Ritorniamo al nostro nucleo. Siamo ancora nella zona dell’In Sé, siamo nel primo momento inconscio della vita. Che cos’è l’inconscio? L’inconscio è tutto ciò che un soggetto è e che non sa. Però anche quello che un soggetto è e che non sa è azione intelligente ed esercita un potere più grande della realtà cosciente.
Per capire l’inconscio bisogna immaginare una grande casa di cui l’Io, la parte esposta e cosciente dell’In Sé, è il padrone. In realtà l’Io abita solo una piccola parte di questa grande casa; nelle altre stanze c’è molto disordine, perché ogni istinto va per conto suo e l’Io non sa nulla. Spesso la vita di un essere umano è quella di uno che conosce solo una piccola parte di sé, il resto è oscuro, inconscio.
Nella zona del “potenziale umanistico” si originano le strutture psichiche dei complessi. Il complesso si forma durante i primi anni di vita, nell’infanzia, non a causa dell’educazione, ma dei modi di amore che il bambino riceve. Questa struttura psichica rimane costante per tutta la vita dell’uomo, non si evolve mai. I complessi sono le strutture segrete che condizionano tutto il comportamento cosciente e delle quali il soggetto non sa nulla. Possono essere definiti come tante personalità che convivono dentro lo stesso individuo. Queste strutture agiscono con una forza pari a tutte le altre potenze del nucleo.
Durante questa fase nasce la struttura dell’Io. Per “struttura” intendo un senso ordinato ad uno scopo. Per esempio, quando si impara a suonare il pianoforte, il pianista apprende una struttura tra mente e mani, cioè ha una struttura in più, pur essendo uguale agli altri.
L’energia della struttura dell’Io e della struttura dei complessi è di uguale entità, l’unica differenza consiste nel fatto che l’Io vede, conosce, capisce e controlla, mentre i complessi non sono né visti, né controllati dall’Io; da parte sua qualsiasi complesso è in grado di visionare e di controllare l’operato dell’Io.
L’essere umano non deve lottare contro i complessi, perché questi sono sempre forme di vita. Si tratta invece di comprenderli ed adattarli allo sviluppo dell’individuo, perché dietro un complesso c’è sempre un’impostazione sbagliata. L’errore è della cultura esterna, perché l’uomo, come base di natura, è sano. Il complesso rivela che c’è stata un’imposizione, una castrazione che la vita non ha accettato, perciò resta disordinata.
È come quando avviene un corto circuito in un filo elettrico: di base l’energia è buona, ma il filo è sbagliato. È sufficiente correggere il filo, rifare l’Io, e tutto torna a posto, la natura va da sé.
Lo scopo dell’Ontopsicologia è quello di fare tutto Io: esaurire l’inconscio del soggetto e renderlo cosciente di tutto ciò che lo costituisce. Crescendo, ampliandosi, l’Io sottrae energia ai complessi. L’energia psichica dispersa viene configurata in vantaggio di persona.
Senza un Io grande, un Io riuscito, non è possibile nessuna scienza.
Con la nascita dell’Io[7] l’uomo entra nella sfera cosciente, nel piano della conoscenza e comincia a rendersi conto che esiste; senza la nascita dell’Io non saprà nulla, così come una pietra non sa di esistere.
L’Io è la struttura che serve a mediare la realtà esterna con il totale organismico della realtà interna: è la mano totale dell’anima.
A livello metafisico, l’Io è il mezzo attraverso il quale nasce il dio dell’In Sé. L’In Sé appartiene all’Essere, l’Io ha l’esistenza storica. Se l’uomo riesce a far nascere l’In Sé nell’esistenza, ha l’esposizione dell’In Sé ontico sul piano esistenziale.
Raggiungere l’Io totale costituisce la missione suprema di ogni singolo uomo.

4. Intelligenza sull’impatto psicoterapeutico. La conoscenza organismica

L’Ontopsicologia è una tecnica in aggiunta a tutti i risultati delle più avanzate scienze razionali, perché rivaluta la conoscenza base primaria: la conoscenza organismica. Attraverso la conoscenza organismica, l’uomo può conoscere il campo semantico della vita[8], cioè può sapere quale azione la natura sta compiendo dentro di lui. Naturalmente, prima di giungere a questa conoscenza, bisogna essere già in possesso di due elementi fondamentali: un organismo e una vita esatti.
Il consulente ontopsicologico conosce innanzitutto attraverso il proprio corpo: il luogo primario di ogni sua conoscenza si trova nella zona viscerotonica[9]. Quando si fa psicoterapia, non basta guardare l’altro e ascoltare le sue parole: per avere un quadro esatto della situazione che il soggetto vive, il consulente deve prima toccare con lo sguardo e sentire la ri...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. L'Arte di Vivere dei Saggi
  3. Indice dei contenuti
  4. BIOGRAFIA DELL’AUTORE
  5. PRESENTAZIONE DELL’OPERA
  6. PARTE PRIMA
  7. INTRODUZIONE
  8. Capitolo Primo
  9. Capitolo Secondo
  10. Capitolo Terzo
  11. PARTE SECONDA
  12. INTRODUZIONE
  13. Capitolo Primo
  14. Capitolo Secondo
  15. Capitolo Terzo
  16. Capitolo Quarto
  17. Capitolo Quinto
  18. Capitolo Sesto
  19. Capitolo Settimo
  20. Capitolo Ottavo
  21. Capitolo Nono
  22. Capitolo Decimo
  23. Capitolo Undicesimo
  24. BIBLIOGRAFIA DELL’AUTORE
  25. Note