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La pergamena delle mutazioni
Informazioni sul libro
"…E se i miei piedi s'inoltrano nei boschi, qualche volta aggiusto le frequenze e riprendo la tua stazione: mi sembra una radio che parli una lingua straniera. Lo so, le mani che hai non servono più a scrivere il mio nome, e io da lungo tempo ho scelto di essere analfabeta. Ma ci sono giorni in cui pergamene si srotolano nel buio della tua cattedrale che hanno il palpito di parole dimenticate; e le mie labbra ammutoliscono, avvolte nel mistero in cui bruciarono, un giorno, sulla soglia impronunciabile delle nostre vene".
Con un linguaggio tellurico, a tratti percussivo come un tamburo tribale, Renzo Cremona scuote in profondità il nostro sentire affrontando l'eterno tema di Eros e Thanatos. In un territorio costantemente pervaso da un senso di fluttuazione e di oscillazione, come in una sorta di "diario" delle pagine privilegiate, trascelte a comporre (e a verificare, ad interrogare, a mettere sotto processo) il senso di una vicenda e di una vita, si costituisce come per incanto una pergamena di sacre metamorfosi che sono anche, a ben vedere, il senso sotterraneo del nostro esistere.
Domande frequenti
Informazioni
mi cospargo le mani di sabbia.
quando, nel sogno,
che mi espande l'abbraccio
facendovi germogliare
fiori di inappagato silenzio,
un margine che mi riempie la bocca
di circonferenze assetate
e mi bacia di parole mai dette,
le parole che furono scritte dalle tue dita
in un rogo divino
quando annegasti prima dell'alba.
che mi scivola attorno,
mi svuota
e mi srotola
come una pergamena di oscene promesse,
come l'alfabeto dell'inguine
che parla alle labbra,
delle labbra che bagnano la parola
e trasformano in terra
l'incomparabile flessione del tuo nome.
dove tu sei fuoco
appiccato al centro dell'impronta dei miei piedi,
e sgretoli il senso
delle nostre spade divaricate.
e per bocca
un enigma
circoscritto da boschi selvatici.
radici mi sono cresciute sotto i talloni
che ora abbracciano le tue
e ho come la sensazione
di sentire pronunciare il tuo sangue
nelle mie vene.
quando sollevo il sudario
per vedere il tuo volto,
il momento in cui inciampo
nella coltre di nebbia
al di là dei sogni
in cui sono ricamati
i miei occhi
smarriti.
solo le mie parole
timidamente
possono lambirti i confini
e ne fanno un promontorio
gettato sul mare in tempesta.
e lascio entrare la notte
con le sue valli e i suoi monti
dove crescon...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Copyright
- Frontespizio
- poeti
- LE BRACI
- ALGEBRE NOTTURNE
- LA PERGAMENA DELLE MUTAZIONI
- Informazioni sull'autore
- Opere edite