CAPITOLO SECONDO
Brescia: indagine sulla percezione della qualità ambientale e la salute in un’ottica di genere
2.1 Contesto di riferimento della ricerca
In questa seconda parte del volume vengono presentati i risultati della ricerca “SMART WOMEN IN SMART CITIES. Ambiente e salute: percezione e comunicazione in ottica di genere nella città di Brescia” volta ad analizzare la percezione delle donne residenti nel Comune di Brescia rispetto ai temi precedentemente affrontati.
Brescia è una città italiana di 196.431 abitanti (Dato ISTAT del 31/12/2015), capoluogo dell’omonima provincia in Lombardia. È il secondo comune della Regione per popolazione dopo Milano ed ha un agglomerato metropolitano che conta 672.822 abitanti. La sua provincia è la sesta più popolata d’Italia dopo quelle di Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo. È la diciassettesima città più popolosa d’Italia e la sesta non capoluogo di Regione e sorge nell’alta Pianura Padana.
La città di Brescia presenta particolari problematiche ambientali e di gestione del territorio che incidono a diverso livello sul sistema di governo e sulla qualità della vita dei cittadini. Sul territorio del Comune di Brescia infatti c’è la presenza di alcune realtà di particolare impatto ambientale, come la presenza nel tessuto urbano di due acciaierie (la Ori Martin S.p.a. e l’Alfa acciai S.p.a.), un impianto di trattamento/incenerimento rifiuti (il Termoutilizzatore di proprietà di a2a S.p.a.) e un Sito di Interesse Nazionale (SIN) “Brescia-Caffaro” Industria Chimica ed Elettrochimica a 900 metri dal centro storico di Brescia. In particolare il sito d’interesse nazionale di Brescia, area Caffaro (SIN Brescia-Caffaro) è un’area situata entro il territorio comunale della città, contaminata nelle acque superficiali (rogge), acque sotterranee (falda) e nel suolo da diverse sostanze organiche clorurate persistenti (principalmente PCB, diossine e furani) e alcuni metalli pesanti (soprattutto mercurio e arsenico), l’origine della contaminazione è attribuita principalmente all’azienda Caffaro, che per oltre un cinquantennio, dagli anni trenta fino ai primi anni ottanta del secolo scorso, ha prodotto vari composti clorurati tra i quali appunto i bifenilipoliclorurati, universalmente noti come PCB.
La compresenza di tutte queste realtà potenzialmente problematiche, ha portato alla creazione di alcuni osservatori legati ad argomenti di particolare interesse ambientale:
– Osservatorio Alfa Acciai;
– Osservatorio Ori Martin;
– Osservatorio sul Termoutilizzatore;
– Osservatorio Acqua Bene Comune;
– Osservatorio Aria Bene Comune.
Agli Osservatori partecipano rappresentanti politici e tecnici dell’Amministrazione Comunale, portatori di interesse della società civile, esperti e rappresentati dei Consigli di Quartiere, con l’obiettivo di valutare il tema ambientale specifico sotto tutti gli aspetti di interesse al fine di facilitare l’informazione verso la cittadinanza in un clima orientato alla trasparenza e corretta informazione. Per questo motivo con periodicità gli Osservatori redigono un documento riepilogativo dell’attività svolta detto Rapporto sull’attività dell’Osservatorio.
Nel 2008 il Comune di Brescia decide di pubblicare la prima edizione del “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente nel Comune di Brescia – Relazione sullo Stato delle Matrici Ambientali” quale strumento di conoscenza che possa dare un quadro complessivo dello stato dell’ambiente della città e fornire un punto di partenza per consentire approfondimenti, conoscenze e dibattiti sul tema con tutti i diversi portatori di interesse2. Alla prima edizione ne è susseguita una nel 2011 e l’ultimo aggiornamento è al 2014, si tratta infatti di un documento che viene aggiornato periodicamente, alla luce di eventuali nuovi dati ambientali di interesse ed in considerazioni anche di indicazioni che possono essere inoltrate al Settore dai diversi portatori di interesse. Autore del rapporto è il Settore Sostenibilità Ambientale e Scienze Naturali a cui il Comune di Brescia ha dato vita ritenendo che il tema della sostenibilità e del confronto sui temi ambientali sia una delle sfide della città nei prossimi anni, il Settore Sostenibilità Ambientale e Scienze Naturali ha l’obiettivo di facilitare il confronto con i portatori di interesse alla luce anche dell’attività scientifica svolta dal Museo delle Scienze nell’ambito delle Scienze Naturali e coordina gli Osservatori, citati precedentemente, costituiti dal Comune di Brescia relativi ad argomenti di particolare interesse: Osservatorio Alfa Acciai; Osservatorio Ori Martin; Osservatorio sul Termoutilizzatore; Osservatorio Acqua Bene Comune; Osservatorio Aria Bene Comune.
Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente nel Comune di Brescia prende in considerazione esclusivamente matrici ambientali quali acqua, aria, suolo, vegetazione e habitat, energia, campi elettromagnetici, rifiuti e rumore (Comune di Brescia, 2014b).
I dati del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente nel Comune di Brescia sono stati integrati e confrontati con i dati forniti dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia elaborato da ARPA Lombardia, tale confronto ha permesso l’elaborazione del quadro ambientale che segue.
La prima matrice ambientale che possiamo considerare è l’acqua: monitorare lo stato qualitativo e quantitativo delle acque permette di verificare il grado di sostenibilità ecologica delle attività che si svolgono su un territorio e di individuare le azioni da intraprendere per mantenere inalterata o migliorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee. La città di Brescia è attraversata da due corsi idrici principali, il Fiume Mella ed il Torrente Garza e riceve da est le acque del Fiume Chiese tramite il Naviglio Grande Bresciano; da tali corsi d’acqua principali originano le molteplici rogge che attraversano il territorio e che determinano una rete idrica superficiale di notevole estensione. Il territorio cittadino dispone di una cospicua riserva di acqua derivante dalla falda, dalla presenza di sorgenti e di numerosi corsi d’acqua. La natura delle rocce delle montagne che circondano la città ha determinato la presenza di una falda sotterranea ricca e di buona qualità. Nel Programma di Uso e Tutela delle Acque (P.T.U.A.) adottato dalla Regione Lombardia con deliberazione n°2244 del 29 marzo 2006, lo stato ecologico del Fiume Mella, nel tratto che interessa la città di Brescia, è stato classificato come “pessimo”, mentre il fiume Chiese al punto di derivazione del Naviglio Grande Bresciano è stato classificato “sufficiente”. Non vi è una precisa catalogazione del Torrente Garza e del Naviglio anche se si può ragionevolmente stimare che all’ingresso nel territorio cittadino le acque di detti corsi d’acqua siano classificabili come “scadenti” (Comune di Brescia, 2013).
Se guardiamo ai dati del 2014 forniti da ARPA Lombardia e li confrontiamo con quelli disponibili del 2012 possiamo vedere come alcune situazioni siano migliorate (Collio, Villa Carcina, Castel Mella, Bovezzo) mentre altre siano rimaste invariate (Bovegno, Pralboino, Castenedolo, Canale Naviglio grande-Rezzato). Analizzando i dati è comunque possibile osservare come restino situazioni di gravi condizioni della qualità delle acque superficiali e come siano poche le situazioni di qualità elevata.
Per quanto riguarda i corpi idrici sotterranei la falda a Brescia può essere considerata come composta da due acquiferi principali, sovrapposti e separati fra loro da livelli di bassa permeabilità, che permettono solo scambi ridotti e localizzati; e l’acquifero superficiale, dotato di maggiore permeabilità e trasmissività è fortemente vulnerabile alle contaminazioni (Comune di Brescia, 2013).
L’analisi degli indicatori che caratterizzano la composizione chimica delle acque superficiali (in particolare i valori di conducibilità elettrica e le concentrazioni di cloruri e magnesio) evidenzia come la zona sud orientale nel Comune sia sotto l’influenza degli apporti del Chiese, dove risultano alte le concentrazioni dei cloruri e del magnesio e meno elevato il residuo salino, mentre i settori occidentale e settentrionale del territorio comunale sono dominati dagli apporti provenienti dalla Val Trompia.
Le principali situazioni di inquinamento delle acque sotterranee riscontrate sono legate all’area che rientra nel perimetro del Sito di Interesse Nazionale (SIN) “Brescia-Caffaro” che è stata ed è interessata dalla presenza di numerosi insediamenti produttivi che hanno contribuito a peggiorare la qualità dell’acqua della falda sottostante (rispetto ai criteri fissati dalla norma). Questa particolare situazione ha fatto sì che venissero svolti diversi studi sulla qualità delle acque sotterranee all’interno del SIN “Brescia-Caffaro”; la molteplicità dei risultati analitici e la variabilità delle concentrazioni degli inquinanti, dovute al fatto che la falda rappresenta un sistema dinamico e non statico, rendono complessa l’esecuzione di una sintesi dello stato della contaminazione delle acque sotterranee all’interno del SIN “Brescia-Caffaro”.
Lo studio del 2005 “Prima indagine conoscitiva sullo stato della falda nel sito nazionale Brescia-Caffaro” (ARPA Lombardia, 2005) condotto da ARPA aveva evidenziato la presenza dei seguenti inquinanti: Metil-t-buil-etere (MTBE); Tricloroetilene; Tetracloroetilene; Triclorometano; PCB; Mercurio; CIS 1,2 Dicloroetilene; 1,1 Dicloroetilene;Tetracloruro di carbonio; Cromo VI.
Nel corso del mese di giugno 2014 ARPA ha effettuato un nuovo monitoraggio chimico di circa 180 pozzi/piezometri all’interno del Sito di Interesse Nazionale “Brescia-Caffaro”. I principali risultati relativi alla diffusione del Cr VI, aggiornati al 2014, mostrano che nella parte settentrionale e di monte idrogeologico, al di fuori del perimetro del SIN, l’acquifero è già contaminato con concentrazioni superiori alle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) previste per le acque sotterranee; che i pozzi pubblici posizionati in tale porzione del territorio determinano un forte abbassamento freatimetrico e pertanto attenuano la migrazione a valle della contaminazione proveniente dalla val Triumplina in ingresso al perimetro del SIN; proseguendo verso Sud risulta evidente la presenza di diversi focolai di diffusione del cromo VI con i picchi principali in un ex galvanica in via Ancona, e in una cromatura ancora in attività in via Padova (Comune di Brescia, 2013).
Anche per quanto riguarda l’inquinamento del suolo il sito Brescia-Caffaro presenta numerose criticità che hanno portato sia l’Azienda Sanitaria Locale (Asl di Brescia) sia l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) a condurre diverse analisi per la caratterizzazione chimica del suolo e del sottosuolo. Le caratterizzazioni sono state condotte in 4 diverse aree e per ciascuna area oggetto della caratterizzazione sono stati ricercati diversi inquinanti:
– sito nazionale “Brescia – Caffaro” anno 2002: PCB, PCDD-PCDF, Hg
– quartiere Chiesanuova anno 2003: PCB, PCDD-PCDF, Hg, As
– aree agricole a sud di Chiesanuova anno 2007: PCB, PCDD-PCDF, Hg, As
– zona agricola ad est anno 2008: PCB, PCDD-PCDF, Hg, As e altri metalli
Le diverse analisi consentono di valutare come l’inquinamento sia maggiore nelle aree agricole del sito nazionale “Brescia-Caffaro” e nel quartiere Chiesanuova. Nelle aree agricole a Sud del quartiere Chiesanuova si osservano ancora concentrazioni significative di PCB, PCDD/F ma inferiori a quelle dei due siti prima considerati. L...