Comunicazionepuntodoc numero 7.
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Necrologie. La comunicazione in abito nero

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Comunicazionepuntodoc numero 7.

Necrologie. La comunicazione in abito nero

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Quanto e cosa dicono i media della società in cui viviamo? La naturale tendenza alla spettacolarizzazione di alcuni mezzi come la Tv, e una diffusa inadeguatezza dei professionisti dell'informazione, conducono ormai da anni a un fenomeno che chiamiamo di gigantografia della cronaca nera. I delitti, specie in ambito familiare, sono oggetto di amplificazione e perfino serializzazione, e soprattutto vengono portati a dimostrazione di una mutazione antropologica che condurrebbe verso una "società della paura". Paura che diventa un facile strumento di disgregazione della società e di dilatazione della paura dell'altro.

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Informazioni

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Studi e ricerche “in autonomia”

Internet e società

di Francesco Petricone

1. Premesse

L’evoluzione del sistema delle comunicazioni, e quindi dei rapporti sociali ad esso sottesi (Andrini 2009), è scaturito dalle principali modificazioni storiche del XVIII e del XIX secolo, nonché dalle aperture della società alla tecnologia, o alle innovazioni tecniche, che quegli eventi hanno determinato. Dopo le drammatiche vicende scaturite dai due conflitti mondiali del XX secolo in Europa, con le barbarie perpetrate nei campi di sterminio nazisti e nei gulag sovietici1, anche la guerra fredda indirettamente ha proseguito il cammino tracciato nei secoli precedenti, quale ricerca di affermazione politica di una nazione sull’altra, a partire dal settore scientifico, in specie quello della conquista dello spazio.
Questo percorso, insieme al processo storico e politico che ha determinato l’abbattimento delle barriere e dei confini, non solo geografici, nella società contemporanea europea a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, ha consentito quindi alla rete di svilupparsi e di estendersi in tutto (o quasi) il mondo, trasformando un’invenzione tecnologica settoriale, in uno strumento globale.

I cosiddetti decisori politici, cioè coloro che legittimano o impediscono l’utilizzo delle nuove invenzioni tecnologiche, hanno avuto e hanno tuttora in questo settore un rilievo importante.

2. Le rivoluzioni internetiche nella società contemporanea

Un’ampia volontà politica di estendere nella società la conoscenza e l’apprendimento dei principali traguardi realizzati nei settori della comunicazione e dell’informazione consente la maggiore diffusione che quei sistemi, i nuovi mezzi di informazione e comunicazione tecnologica, le cosiddette information, communication technologies, all’interno della società. Perché società aperte favoriscono la crescita e lo sviluppo degli individui, pur non essendone la sola causa. Restrizioni e limitazioni alla libera circolazione delle notizie, alla cosiddetta libertà di espressione, invece, ne causano l’impoverimento e l’isolamento sociale (Dutton 1999; Morcellini 1997; Stella, Morcellini, Lalli 2008).

In occasione delle Olimpiadi di Sidney 2000, il mondo rimase affascinato non solo dalla imponenza della macchina organizzativa, ma soprattutto dall’efficienza dei sistemi di comunicazione più avanzati, a cominciare da Internet, che assicuravano da quel paese una velocità di trasmissione delle notizie sportive in tempo reale. Non bisognava attendere i notiziari o seguire le immagini in televisione come era accaduto fino ad allora, anche da Atlanta nel 1996, ma bastava sintonizzarsi su Internet. Era la rivincita di un paese che viveva da un paio di secoli l’ontologico isolamento dell’emisfero australe dal resto del mondo, e che allora, proprio grazie a Internet, riallacciava i tanto desiderati legami con il Vecchio Continente, del quale si sentiva parte da sempre, non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello culturale e sociale. Bruce Lindsay McGuire, non vedente, giovane australiano esperto di informatica, impedito di accedere alla rete per la mancanza di copie braille delle informazioni relative ai biglietti dei Giochi olimpici e del programma dei souvenir dei Giochi, vinse allora la sua gara, riuscendo ad ottenere strumenti che rendessero accessibile il web site delle olimpiadi anche a lui2.

In Cina, invece otto anni dopo, a meno di una settimana alla cerimonia di inaugurazione della XIX edizione dei Giochi Olimpici di Beijing 2008, si scopriva che la censura cinese aveva oscurato alcuni siti ritenuti pericolosi o addirittura sovversivi, impedendo l’acceso libero alla rete da parte delle centinaia di giornalisti presenti. Sarebbe spettato al Comitato olimpico cinese, il BOCOG, Beijing Organization Commission for Olimpic Games, decidere che cosa avrebbero potuto conoscere attraverso Internet e che cosa doveva venire invece censurato. Si colpirono gli invii di posta elettronica dei giornalisti, tanto che le maggiori agenzie di stampa internazionali, come la Reuters e l’Associated Press, decisero di utilizzare server offshore, non collegati con la rete ufficiale cinese, proprio per aggirare il rischio della censura.

Le Olimpiadi di Pechino hanno dimostrato quanto effettivamente sia essenziale il ruolo dei decisori politici nella determinazione delle condizioni favorevoli per l’accesso telematico. Più di ogni altro aspetto, infatti, che pure risulta rilevante nella diffusione della rete, a partire da quello tecnologico – come la cablatura delle reti l’apertura o la chiusura dell’accesso alla connessione telematica da parte dell’autorità pubblica segna il discrimine fondamentale per la sua diffusione3.

3. Le mobili frontiere della comunicazione politica e istituzionale

“Con l’affermarsi dell’utilizzo del web come mezzo di comunicazione e interazione tra cittadino e pubblica amministrazione e, contestualmente con la sempre più sentita necessità di giungere ad un reale ascolto del cittadino da parte della pubblica amministrazione al fine di svolgere un lavoro mirato sulle reali esigenze dell’utenza, nasce la spinta ad utilizzare il web stesso come strumento per favorire la partecipazione del cittadino alla vita pubblica dell’ente.
Siamo di fronte alla cosiddetta Democrazia Elettronica Partecipata: e-Democracy”. Questo incipit accompagna il portale di uno dei tanti comuni italiani, ormai in rete da diversi anni, Avezzano, provincia di L’Aquila, Abruzzo, Italia4.

La diffusione di Internet ha permesso la nascita e la diffusione on line di tutta una serie di informazioni pubbliche di interesse del cittadino, prima reperibili con maggiori difficoltà, quando addirittura non reperibili, facendo della rete il principale veicolo di comunicazione tra la pubblica amministrazione e il privato, su un piano di perfetta parità5. Il fondamento tipico della democrazia partecipativa, cioè la partecipazione degli individui alle decisioni comuni, ma anche a quelle che più li riguardano personalmente, ha trovato così nella rete la sua dimensione ideale, arricchendosi della risorsa comunicativa rappresentata dal web. La rete ha infatti permesso di favorire e agevolare un rapporto più diretto, quasi immediato tra società civile e decisori politici, sempre considerato alla base di un sistema democratico (Bixio 2006; 2007; 2008; 2009; Cesareo 1993). Attraverso la e-democracy, si è realizzata così una mappatura delle esigenze dei cittadini – di quella parte sempre maggiore di coloro che navigano su Internet – per consentire alla pubblica amministrazione di adempiere meglio alla funzione sua propria: perseguire, realizzare e difendere l’interesse pubblico.

Internet dimostra, così, la capacità di essere ponte tra gli ordinari processi amministrativi e politici offline, e la loro diffusione e implementazione online, attraverso la creazione di canali comunicativi interattivi. Seppure, infatti, l’utilizzazione di piattaforme collettive via Internet, alternative alle conferenze di decisione tra pubbliche amministrazioni e tra soggetti pubblici e privati, non abbiano sviluppato un canale privilegiato di comunicazione (almeno in Italia), il percorso tracciato dall’e-democracy ha richiamato utenti e amministratori pubblici ad assumere una diversa mentalità comunicativa. A partire dalla richiesta del consenso politico.

L’impiego delle nuove tecnologie determina l’obbligo per la pubblica amministrazione di assicurare non solo l’esattezza, l’aggiornamento e la pertinenza dei dati pubblicati in rete, ma di garantire al contempo il diritto all’oblio delle persone interessate. Si prevede così l’obbligo di aggiornamento dei dati, per effetto del quale, trascorso un certo periodo dalla pubblicazione, si è tenuti a trasferire i nominativi in una area del sito riservata, dove i dati non siano più rintracciabili da motori di ricerca esterni. Analoghe regole sono previste per la pubblicazione di dati concernenti crediti, sussidi o sovvenzioni, con riferimento alla formazione e alla pubblicazione degli elenchi delle persone che ne usufruiscono.

L’e-government, o e-gov o amministrazione digitale, consente uno sviluppo del processo di informatizzazione della P.A. finalizzato in particolare alla gestione dei dati e dei processi amministrativi con sistemi digitali – che utilizzano principalmente le nuove tecnologie di informazione e comunicazione – per rendere più veloci le informazioni e i servizi ai cittadini, nonché l’azione amministrativa più trasparente ed efficace. L’obiettivo da raggiungere è stato quindi quello di perseguire l’interesse pubblico, ottimizzando le risorse umane e finanziarie a disposizione, con l’offerta agli utenti di servizi più rapidi – ma anche di nuovi tipi di servizi – proprio grazie alla rete dei diversi siti web creati dalle varie amministrazioni pubbliche6.
Il definitivo abbattimento del divario digitale, il cosiddetto digital divide, ancora esistente in molti paesi permetterà di estendere sempre di più in rete l’attività delle istituzioni, affinché diventi davvero più efficace, seppure i processi di sviluppo in tal senso si susseguono in maniera rilevante (Dutton 1999; 2004).

4. Advocacy group e politica

Uno dei settori in cui Internet ha avuto maggior rilievo è stato senz’altro quello relativo all’advocacy group.
La categoria dell’advocacy include in particolare associazioni e organizzazioni che hanno lo scopo di influenzare la politica e la legislazione, molto diffuse e riconosciute legalmente in molti Paesi, tra i quali gli Stati Uniti. In questi casi, a partire dai primi anni del 2000, Internet è stato lo strumento per realizzare forum particolarmente importanti per la partecipazione politica dei cittadini alle elezioni. In America, per esempio, a partire dalle elezioni federali del 2004 cittadini comuni hanno utilizzato Internet per organizzare, raccogliere fondi, riportare notizie e informazioni sui candidati, con un impatto particolarmente significativo sul risultato finale complessivo che si è potuto riscontrare già a partire dalla campagna elettorale per le elezioni presidenziali di quell’anno. Da quella occasione, Internet è divenuta una parte importante nella vita politica dell’America dove 75 milioni di americani, pari al 37 per cento della popolazione adulta e al 61 per cento degli americani online, hanno usato Internet per raccogliere notizie politiche e informazioni, discutendo con i candidati anche attraverso dibattiti tramite e-mail sui temi in agenda; o, ancora, hanno direttamente partecipato ai dibattiti politici online, anche attraverso il versamento di contributi ai candidati presidenziali7.

Il primo politico che riuscì ad intuire lo straordinario potenziale di Internet nella raccolta di fondi e in generale nell’allargamento del consenso in vista di elezioni politiche si è presentato proprio in quella tornata elettorale: Howard Dean, candidato democratico alle presidenziali americane del 2...

Indice dei contenuti

  1. Frontespizio
  2. Le storie tese. Una critica al racconto dei media dell’Italia di oggi. Editoriale di Mario Morcellini
  3. Il rapporto tra informazione e percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Editoriale di Luciano Violante
  4. La persistenza della paura nella società contemporanea. Un approccio multidisciplinare in pillole. Apertura
  5. Il lato “grigio” della modernità. Di Michäela Liuccio
  6. Colpevoli per elezione: gli immigrati nella lente della cronaca nera. Di Andrea Cerase
  7. Coltivare la paura nelle società ipermoderne: strategie ed effetti. Di Erica Antonini
  8. Paura sistemica e potere globale. Di Lorella Cedroni
  9. Come cambia la cronaca nera. Attori, ruoli e funzioni. Di Carlo Sorrentino
  10. Crimini in tv e insicurezza oltre lo schermo. Di Valeria Lai
  11. Nerofumetto. Ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la cronaca nera. Di Giovambattista Fatelli
  12. Criminalità, paura e media. Di CRI.ME LAB, Laboratorio di Criminologia, Comunicazione di Crisi e Media
  13. “La paura striscia lungo i muri”. Spazio urbano e figure femminili nelle rappresentazioni della cronaca nera italiana. Di Elisa Giomi
  14. Legami mortali. Il caso mediatico di Soter Mulè. Di Manolo Farci
  15. L’insostenibile leggerezza del giornalismo. La stampa e il caso Brindisi. Di Paolo Fedeli e Christian Ruggiero
  16. Roma a mano armata. Cronaca locale, criminalità e insicurezza nell’opinione pubblica. Di Andrea Pranovi
  17. La “nera” nei Tg del Servizio Pubblico. Di Alessia Gizzi
  18. Cronaca nera ed uso politico della distrazione. Dialogo con Gianni Betto. Di Mattia S. Gangi e Andrea Pranovi
  19. Nuove regole come conseguenza di un lungo cammino. Nera e processi in tv. Di Alessandro Banfi
  20. Da Cogne alle rapine in villa: la cronaca nera nei notiziari italiani ed europei. Di Paola Barretta
  21. Rubrica: CrossCom
  22. Connessioni: Studi e ricerche “in autonomia”
  23. Colophon