Comunicazionepuntodoc numero 4. Più Italia
  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Il quarto numero di Comunicazionepuntodoc, intitolato Più Italia, è dedicato alle modalità in cui il discorso politico è riuscito e riesce a contribuire alla costruzione dell'identità nazionale, con specifico riferimento ai centocinquant'anni dell'Unità d'Italia. La struttura del volume prevede la realizzazione di interviste a esponenti politici e istituzionali, e a docenti di livello nazionale e internazionale, cui si affiancano i contributi degli allievi del Dottorato, volti ad approfondire questioni quali le dinamiche di costruzione dell'identità civile italiana, le metamorfosi sociali e culturali del paese, l'evoluzione del sistema dei media e della comunicazione politica, fino all'analisi delle forme di valorizzazione del brand legato alla celebrazione del centocinquantenario, del ruolo e della rappresentazione della donna, della centralità dei movimenti migratori.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Comunicazionepuntodoc numero 4. Più Italia di Mario Morcellini, Nicola Tranfaglia, Gianluigi Rossi, Marcello Fedele, Christian Ruggiero, Arrigo Levi, Gianluigi Da Rold, Giuliano Ferrara, AA. VV. in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Sprachen & Linguistik e Kommunikationswissenschaften. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Sguardi sull’Italia Unita

Contributi dei docenti del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale

Abstract

Allo scopo di valorizzare ulteriormente i contributi degli allievi del Dottorato in Scienze della Comunicazione e della Scuola Mediatrends, e per fornire un contributo di conoscenza che comprendesse le diverse sensibilità scientifiche del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale che genera il Dottorato ed ospita la gran parte delle iniziative della Scuola, nel corso del Consiglio di Dipartimento del 14 giugno 2011 è stato chiesto ai docenti di collaborare attivamente al numero. La sfida di rendere conto dell’intersezione tra i propri interessi di studio e le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha generato otto diversi sguardi sul nostro paese, un complesso puzzle che va dal diritto al marketing, dal cinema all’industria.

Parole chiave

Cittadinanza, Racconto audiovisivo, Brand, Elezioni, Identità, Storia e memoria, Lavoro, Città.

Abstract

To increase the value of the contribution provided by Phd students attending the Science of Communication Doctorate or the Doctorate School Mediatrends, and to include in a single paper the different scientific interests of the Communication and Social Research Department, that organizes the Doctorate and hosts most of the School’s activities, during the Department council Held on June the 14th, 2011, the professors were required to actively collaborate to this issue of Comunicazionepuntodoc. The challenge to describe the intersections between one’s study interests and the celebrations for the 150 years of Italian unity generated eight different outlooks on our country, a complex puzzle including Law and Marketing, Cinema and Industry.

Keywords

Citizenship, Audiovisual narration, Brand, Elections, Identity, History and memory, Labour, City.

Cittadinanza e diritti politici in una dimensione sovranazionale

di Maria Romana Allegri

Il Trattato di Maastricht – con gli artt. 17 ss. TCE istitutivi della cittadinanza europea – ha conferito riconoscimento formale al principio di non discriminazione a motivo della nazionalità. Sebbene la cittadinanza europea trovi il suo fondamento giuridico nelle cittadinanze nazionali, l’appartenenza ad un territorio e ad una comunità definiti da confini nazionali è per la prima volta riferita ad un’entità di tipo sovranazionale. Grazie alle norme del Trattato e alla successiva giurisprudenza della Corte di Giustizia, si è venuta a delineare una nozione di cittadinanza europea come figura dinamica che, almeno in prospettiva futura, potrebbe evolversi nel senso di scardinare il tradizionale nesso fra nazionalità e diritti, con l’istituzione della cittadinanza europea.
Tradizionalmente, la nozione di cittadinanza insita in tutte le Costituzioni moderne, basate sul principio della sovranità popolare, presuppone la tendenziale coincidenza fra “popolo” titolare della sovranità e “corpo elettorale” titolare dei diritti politici. Quindi, tutte le Costituzioni contemporanee – salvo rare eccezioni – riconoscono l’inviolabilità dei diritti elettorali e la loro protezione costituzionale soltanto ai propri cittadini, sebbene non vietino espressamente l’estensione di tali diritti ai non cittadini. Questa visione della cittadinanza, di tipo giuridico-formale, convive con quella di tipo storico-sostanziale secondo cui i membri della comunità politica sono identificati in base ai legami concreti che li legano – il comune patrimonio storico e culturale – anche a prescindere dalle disposizioni di legge relative all’attribuzione della cittadinanza. Due casi pervenuti all’attenzione della Corte di Lussemburgo, sui quali essa si è pronunziata il 12 settembre 2006, hanno posto in evidenza il problema dell’attribuzione dei diritti politici – segnatamente, il diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo – a quanti sono legati alla comunità politica da rapporti di tipo sostanziale a prescindere dal requisito della cittadinanza. In particolare, con la sentenza Matthews del 12 settembre 2006 (Causa C-145/04) la Corte europea di Giustizia ha stabilito che spetta agli Stati membri il potere di definire la titolarità del diritto di voto attivo e passivo per le elezioni del Parlamento europeo, all’occorrenza anche ampliandolo o restringendolo rispetto alla cerchia dei propri cittadini.
Ciò considerato, quanto più i cittadini europei usufruiranno dei diritti di libera circolazione e soggiorno garantiti dal TUE e dalla direttiva 2004/38/CE, tanto più è probabile che coloro che risiedono permanentemente, o anche solo temporaneamente, in uno Stato membro dell’Unione diverso da quello di cui sono cittadini scelgano di esercitare il proprio diritto di elettorato attivo e passivo per il Parlamento europeo in tale paese.
La crescita di questo fenomeno – che potremmo definire della transnazionalità del voto – in termini quantitativi potrebbe essere considerata, se dimostrata, un indizio, della accresciuta consapevolezza nei cittadini europei dell’appartenenza ad una comunità sovranazionale e, conseguentemente, della graduale formazione di un demos europeo.
L’applicabilità dei diritti di cui sopra a partire dalle elezioni politiche europee del 1994 è stato garantito dalla direttiva 93/109/CE del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini. La direttiva consente ai cittadini europei di esercitare il diritto di voto e di presentazione della propria candidatura nel paese di residenza alle medesime condizioni dei cittadini di tale paese, prevedendo altresì alcuni strumenti – la cui efficacia però si è dimostrata finora debole – per prevenire il doppio voto e la doppia candidatura, bastai essenzialmente su un sistema di scambio di informazioni fra gli Stati membri.
Nelle tornate elettorali del 1994, 1999, 2004 e 2009, in un contesto caratterizzato dalla progressiva diminuzione del tasso di partecipazione elettorale, la percentuale di cittadini residenti nei diversi Stati membri dell’UE che hanno scelto di iscriversi nelle liste elettorali del paese di residenza, anziché del paese di origine, appare comunque in crescita, pur rimanendo complessivamente bassa: si è passati dal 6% all’11,6% del totale dei potenziali elettori UE residenti in Stati diversi da quello di origine1. In particolare in Italia, tali percentuali sono passate dall’1,8% del 1999 al 10,6% del 2004, mentre per quanto riguarda le elezioni del 2009 il dato non è stato reso noto. In termini assoluti, tuttavia, sappiamo che nel 2009 si sono iscritti nelle liste elettorali italiane per partecipare elle elezioni del PE 65.906 cittadini di altri paesi UE2. Coloro che invece hanno presentato la propria candidatura al PE nello stato di residenza, anziché in quello di origine, sono sempre stati poche decine e pochissimi fra loro sono stati eletti. Tuttavia, il dato relativo alle elezioni europee del 2009 testimonia una leggera crescita quantitativa (81 candidati) rispetto alle precedenti tornate elettorali (62 candidati nel 1999 e 57 nel 2004). Il fenomeno della transnazionalità del voto appare quindi in crescita, sia pure lieve. Inoltre, da un sondaggio Eurobarometro del 20103, risulta che il 50% dei cittadini europei è favorevole all’ipotesi che i cittadini europei possano partecipare anche alle elezioni politiche nazionali nello Stato di residenza diverso da quello di origine e il 54% è favorevole alla medesima ipotesi applicata alle elezioni regionali. In prospettiva, ciò potrebbe essere interpretato come una graduale affermazione del senso di comune appartenenza ad un unico demos, sebbene non vada trascurato il deciso dissenso rispetto alle due ipotesi espresso da più della metà dei cittadini dei paesi scandinavi e dell’Europa centro-orientale.

...

Nuncius

di Federico Di Trocchio

Gli speaker del primo programma di divulgazione scientifica trasmesso via radio in Italia parlavano in latino.
Non perché volessero darsi delle arie ma semplicemente perché trasmettevano dal Vaticano. Il programma si chiamava “Scientiarum NunciusRadiophonicus”eandavainondasuRadioVaticana una voltaalmese(disolitoattornoal25) alle10dimattinaconreplica alle 19. Iniziò nel 1931 vale a dire l’anno stesso in cui Marconi consegnò a Pio XI la stazione radio più avanzata di allora.
A dirigerla fu chiamato Giuseppe Gianfranceschi, un padre gesuita già presidente dell’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, che essendo un ottimo fisico aveva collaborato con Marconi alla messa a punto della stazione. E fu proprio Gianfranceschi a ideare il programma. Che era diviso in due parti: la prima era una rassegna dellememoriediscussenella PontificiaAccademiadelleScienzeela seconda era costituita da “notitiunculae” ovvero brevi informazioni di carattere scientifico o tecnico. Il testo letto dagli speaker veniva poi pubblicato in un opuscolo allegato agli Atti dell’Accademia.
La fisica faceva ovviamente la parte del leone e la maggior parte dei comunicati erano scritti dallo stesso Gianfranceschi: il 21 maggio del 1931 ad esempio si dava notizia dell’ipotesi dell’espansione dell’universoemessadaLemaitreeDeSitter (“DeSitteret Lemaitre demonstraverunt phaenomenon recessionis nebularum in theoria relativitatis explicari posse si universum consideretur ut sphaera trium dimnesionis quae se expandit”); ma sia l’ipotesi dell’espansione che la teoria della relatività venivano seguite con occhiocritico equalchemesedoposidavacontodiunalettera apparsa su Nature che metteva in dubbio il fondamento della legge diHubblechestabilivaunrapportotra distanzadellenebulosee velocità di espansione dell’universo. Gianfranceschi parteggiava chiaramente per un universo statico, come pensava in un primo tempo anche Einstein. Nel 1934 poi veniva tempestivamente annunciata la nascita di un nuovo componente dell’atomo “quod dicitur neutrinus”, e sotto il titolo De possibili productione elementorum quorum numerus atomicus exsuperet numerum Uranii si dava conto degli esperimenti di radioattività artificiale prodotta da Fermi e compagni con bombardamento di neutroni.
Poiché la Radio Vaticana, come venne spiegato nella prima trasmissione del 19 aprile 1931, “duplicis frequentiae undas emittit, scilicet kc 5968 et 15120” le quali “ambae optime receptae sunt in universo orbe” le notizie erano tendenzialmente rivolte agli ascoltatori di tutto il pianeta i quali nel 1934, ad esempio, vennero informati che i telefoni installati nel mondo erano passati dai tredici milioni degli anni Venti a trentatré milioni, dei quali diciassette solo in America (Status Foederati Americae) e poi che la Imperial Chemical di Billingham aveva messo a punto un nuovo ed economico metodo di produzione della benzina (nova methodus in gasolina producenda) basato sulla idrogenazione del creosoto.
Il 29 ottobre del 1931 era invece stato comunicato che,inbase all’ultimo censimento compiuto in settembre dal Berlin Rechen Insitut,il numero dei pianeti noti era di 1180.
Ma se pure il Nuncius era rivolto al mondo intero all’Italia veniva comunque riservato un occhio di riguardo tanto che, ad esempio, nel giugno del 1931 il biologo Vito Zanon illustrava i metodi migliori per contrastare l’invasione periodica dell’Adriatico da parte di alghe e mucillagini che evidentemente già allora tra luglio e agosto deturpava il nostro mare; enel 1933 l’illustre accademico Luigi Lombardi affrontava il problema del blocco degli scambi ferroviari a causa del freddo che aveva paralizzato la stazione di Milano. Spiegavainchecosaconsistevailsistema diriscaldamentoelettrico appena ideato e, sulla base di un rapido conto, ne dimostrava l’utilità: per sbloccare a mano gli scambi occorrevano 800 uomini che si alternavano in turni di otto ore; in totale 3.000 operai che nell’inverno 1932-33 erano costati 1.300.000lire.L’impiantodi riscaldamentoelettricocostava pocopiùdi1milioneequando era in funzione richiedeva una spesa per l’energia elettrica di 180 lire all’ora. A conti fatti, concludeva Lombardi, è evidente la convenienza “recurrendi ad calefactionem electricam”.
È difficile dire quanti ascoltatori seguissero le trasmissioni dello “Scientiarum Nuncius”, vale a dire quanti di quelli che capivano il latino fossero ansiosi di sintonizzarsi una volta al mese su Radio Vaticana per tenersi aggiornati sull’evoluzione della scienza e della tecnica. Del resto sappiamo che neppure Round Table, un programma didivulgazionescientificatrasmessoinAmericadalla NBC incollaborazioneconl’universitàdiChicagoapartireda quello stesso 1931, era molto seguito.
Ma Round Table andò in onda fino al 1955 mentre il “Nuncius” vaticano dopo la morte di Gianfrancesci nel 1934 cominciò ad avere vita sempre più difficile, finchè cessò definitivamente di andare in onda nel gennaio del 1936.

...

Quali immagini, per quale identità? Il racconto dei 150 anni dell’Unità d’Italia negli spot istituzionali

di Franca Faccioli, Serena Fabrizio, Linda Manzone

Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia dovrebbero tenere conto della percezione che gli Italiani hanno dell’identità nazionale. Alcuni autori concordano sulla difficoltà nel definirla: si preferisce parlare di “carattere nazionale”, prodotto di tratti sociopsicologici comuni che sono un’eredità collettiva (Livolsi 2011, p. 11) che si sviluppa all’interno di uno scenario in cui lo Stato non si è dimostrato mai credibile e non è riuscito a porsi come “fondamento legittimo di doveri condivisi” (Ibidem, p. 14). Oppure si mette in luce come il senso di appartenenza al paese si caratterizzi per la sua dimensione “multipla”, insieme nazionale e locale, che non fa riferimento a valori civici condivisi (Sciolla 2010, pp. 56-57) e non è all’interno di una cultura che, tenendo insieme valori come fiducia e impegno pubblico, si traduce in un’ etica pubblica e nella partecipazione democratica (Ibidem, p. 57). Questa difficile identità, tuttavia, può rivelare risvolti virtuosi se valorizza il riconoscersi in reti sociali basate sulla relazionalità e accompagnate da un processo di riflessività (Livolsi 2011, pp. 201-209). In questo scenario, l’occasione dei 150 anni dell’Unità ha offerto alle istituzioni la possibilità di diffondere la conoscenza della storia che ha costruito l’Italia. Tra maggio 2010 e marzo 2011 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha promosso diverse campagne di comunicazione per ricordare la ricorrenza e promuovere gli eventi ad essa collegati4; alcune si caratterizzano come veri e propri progetti di divulgazione itinerante o interattiva con lo scopo di rinnovare la memoria delle principali tappe dell’Unità d’Italia e richiamare il valore dell’essere italiani.
In questa nota si considerano gli spot televisivi – la parte più visibile delle campagne – per offrire alcuni spunti di riflessione sui contenuti che contribuiscono a rappresentare la memoria e l’identità del paese. Il tema dell’unità nazionale viene declinato attraverso due dimensioni principali: la ricostruzione del passato e la tensione verso il futuro. Tappe, simboli e immagini animano un racconto che tenta di creare una continuità tra il 1861 e il 2011. Gli spot si soffermano su alcuni percorsi segnati da avvenimenti5 che hanno guidato il difficile processo teso a fare di un’espressione geografica uno Stato unitario moderno. A testimonianza ed eredità del passato, a guida dello slancio verso il futuro (Ciampi 1999), è in questi eventi che si possono ricercare alcuni dei segni distintivi dell’Italia di oggi. La continuità tra passato e presente è affidata ad alcune immagini simboliche ricorrenti, prima tra tutte la bandiera: nel logo, assume la forma stilizzata di tre tricolori in moviment...

Indice dei contenuti

  1. Frontespizio
  2. Ci vogliono i riti... Sociologia e comunicazione di un evento identitario: 150 anni d’Italia. Editoriale di Mario Morcellini
  3. Unità nazionale e attuazione del federalismo. Editoriale di Marcello Fedele
  4. Un compleanno difficile. Contributo di Nicola Tranfaglia
  5. L’istruzione universitaria in Italia dall’Unità ai giorni nostri. Contributo di Gianluigi Rossi
  6. Un’identità non basta. Intervista ad Arrigo Levi
  7. L’Italia fatta dagli italiani. Unità, solidarietà, sussidiarietà. Intervista a Gianluigi Da Rold
  8. Fenomenologia dell’Arcitaliano. Intervista a Giuliano Ferrara
  9. Rubrica: La comunicazione timbra il cartellino
  10. Comland 150. La penisola che non c’è. Contributo di Silvia Leonzi e Giovanni Ciofalo
  11. Sguardi sull’Italia Unita. Contributi dei docenti del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
  12. Rubrica: Trame testuali
  13. Media e rappresentanza politica in Italia e Francia. Dialogo con Pierre Musso
  14. L’altra storia. L’Unità d’Italia attraverso il racconto della satira politica. Contributo di Sara Ritucci e Alessandra M. Straniero
  15. Rubrica: Impronte digitali
  16. Marca e territorio: il brand Italia. Contributo di Luisa Chiellino
  17. L’Italia dei 150. Migrazioni interne e scambio culturale come mattoni dell’identità nazionale. Contributo di Rosanna Consolo
  18. Rubrica: Comunicazione oltre il confine
  19. Il mondo è delle donne? Politica, visibilità e rappresentazione femminile in Italia. Di Enrica Bolognese
  20. Dal bene comune all’interesse generale della nazione. Costruire l’identità collettiva. Di Francesca Belotti
  21. Rubrica: Metafore dell’industria culturale
  22. Un paese (dis)unito. Le celebrazioni dell’unificazione nella rappresentazione giornalistica: il caso de La Stampa. Di Antonio Di Stefano
  23. 150° anniversario dell’Unità d’Italia tra Tv e Web. Analisi del portale Rai. Di Anna Angela Franchitto
  24. Rubrica: BLURP!
  25. 150%. La Statistica ufficiale e l’Italia unita: brevi appunti di una storia in parallelo. Di Corrado Peperoni
  26. C’è più gusto ad essere italiani... L’Unità d’Italia alla prova dei sondaggi. Di Paolo Fedeli
  27. Rubrica: Del dialogo e del confine
  28. La didattica ri-vista. Appunti di viaggio sugli eventi della community dottorale della Sapienza
  29. Colophon