Pragmatica, discorso e forme della comunicazione
eBook - ePub

Pragmatica, discorso e forme della comunicazione

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Pragmatica, discorso e forme della comunicazione

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Questa breve dispensa raccoglie alcuni materiali di lavoro pensati come sussidio agli studenti, anche digiuni di nozioni di linguistica, pragmatica e semiotica, del corso Teoria e forme della comunicazione tenuto presso l’Università del Sacro Cuore di Milano nell’anno accademico 2017/2018.
Gli argomenti vengono presentati sotto forma di concetti di base senza alcuna pretesa di originalità ed esaustività. Essi sono organizzati per voci in modo che il lettore possa consultarli anche singolarmente e, soprattutto, per lasciare spazio a future e ulteriori voci integrative. Dove è sembrato necessario si è cercato di proporre anche alcuni accenni sulla genesi delle nozioni per una maggiore completezza dei contenuti.
Come fonti si sono utilizzati i principali manuali, testi di riferimento, monografie e articoli sui cui fossero trattate le singole nozioni; tali sussidi sono esplicitamente indicati in bibliografia. Inoltre, il testo riporta numerosi esempi, tratti da fonti bibliografiche, empiriche o documentarie, con il solo scopo di rendere più agevole la comprensione delle nozioni.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Pragmatica, discorso e forme della comunicazione di Marco Biella in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Languages & Linguistics e Communication Studies. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EDUCatt
Anno
2019
ISBN
9788893353762

DEISSI

1. Che cos’è la deissi

Deissi deriva da una parola greca che significa “indicazione”. È il fenomeno per il quale alcuni elementi linguistici hanno la proprietà di mettere in relazione l’enunciato e il contesto extralinguistico in cui l’atto comunicativo è prodotto. Tali elementi sono detti deittici e per interpretarli correttamente occorre conoscere aspetti del contesto |>| enunciativo [si veda anche significato convenzionale dell’espressione e significato del parlante |>|] come i partecipanti all’atto comunicativo e la loro collocazione spazio-temporale. Sono dunque elementi deittici tutti quelli che rinviano al momento e al luogo in cui avviene lo scambio comunicativo o che si riferiscano ai parlanti o agli scriventi, come, per esempio, i pronomi personali, gli aggettivi e i pronomi dimostrativi (questo, quello), alcuni avverbi (lì, là, sotto, sopra, oggi, domani, prima, dopo ecc.).
La deissi è importante perché ogni volta che si parla o si scrive ci si riferisce agli elementi personali, spaziali, temporali, testuali relativi alla comunicazione stessa. Come molti fenomeni linguistici di cui i parlanti sono inconsapevoli la deissi si rileva in assenza: l’assenza o l’incompletezza degli elementi deittici può rendere ambiguo o meno comprensibile un enunciato. Per esempio, l’avviso “Torno tra dieci minuti”, se non è completo di indicazione del tempo in cui è stato scritto, non fornisce al lettore un’informazione esauriente e non risulta rassicurante.
La deissi si forma sempre attorno a un centro deittico corrispondente alla tripla io, qui, adesso, che rappresentano le categorie tradizionali di persona/luogo/tempo e dalle quali si organizzano tutte le coordinate dell’enunciazione. Nell’interazione faccia-a-faccia la deissi relativa al contesto coincide con il centro deittico; il locutore si pone come ego e correla ogni cosa al suo punto di vista. Egocentricità e referenzialità sono perciò caratteristiche degli elementi deittici in rapporto al centro deittico. Durante una conversazione il centro deittico cambia a ogni cambio di turno.
Nell’enunciato “Torni qui anche tu domani?” troviamo: deissi personale (io locutore, tu interlocutore, morfema verbale di seconda persona singolare), temporale (domani), spaziale (qui), sociale (tu indica simmetria di rapporto sociale).
Fondamentale è non confondere la deissi con l’anafora. Questa, infatti, è il procedimento di rinvio istituito, all’interno di un testo, da un elemento linguistico (un pronome personale o dimostrativo ma anche una riformulazione) a una o più parole precedenti. Per esempio, nella frase “Marco è un bravo studente, lo vedo sempre leggere”, lo è un pronome personale con funzione anaforica perché rinvia a Marco. Oppure, nella frase “L’uomo arrivò nella locanda. Qui trovò due viaggiatori”, qui è un avverbio di luogo con funzione anaforica. L’anafora, in breve, non dirige l’attenzione del lettore/ascoltatore verso un elemento della realtà extralinguistica come uno spazio o un’estensione di tempo, ma compie un rinvio di tipo semantico da un elemento linguistico a un altro che precede o segue (in quest’ultimo caso si parlerà di catafora).

2. La deissi personale

Con deissi personale ci si riferisce ai referenti che partecipano alla comunicazione e si indica il loro ruolo nell’atto comunicativo. Il centro deittico è il locutore del messaggio da cui sono distinti destinatario e partecipanti “terzi”. La deissi in base ai ruoli conversazionali si articola fra:
I persona (io, riferimento del parlante a sé stesso);
II persona, a cui si indirizza (tu, voi; riferimento del parlante a uno o più interlocutori);
III persona, non partecipa direttamente all’atto comunicativo (egli/lui, ella/lei, loro, riferimento a persone o entità che non sono né locutori né interlocutori e non partecipano direttamente all’atto comunicativo).
Vi sono elementi linguistici che sono intrinsecamente deittici in ogni contesto, ovvero che possono essere interpretati solo come tali. Si tratta dei pronomi personali di prima e seconda persona singolare e plurale: io, tu, noi, voi. Si consideri l’enunciato “io non voglio che tu esca con Giulio”; io e tu indicano il locutore e l’interlocutore e in base alla situazione si è grado di stabilire chi sia io, colui che parla e centro deittico, e chi sia tu, chi ascolta. Lo stesso valore deittico hanno gli aggettivi e i pronomi possessivi di prima e seconda persona singolare e plurale; inoltre in italiano la deissi personale può essere espressa anche soltanto per mezzo della flessione verbale: in “abbiamo visto” la prima persona plurale codifica il riferimento a due o più persone, una delle quali è chi parla; in “prendi il coltello”, invece, la seconda persona singolare indica l’ascoltatore.
Le forme linguistiche di III persona hanno valore deittico in casi come il seguente: “per il programma di francese chiedete a lei, che ha appena sostenuto l’esame”. Immaginando che la frase non dipenda da altre precedenti, in cui sia stata citata lei, e che sia accompagnata da un gesto indicante una persona di sesso femminile si può sostenere che il pronome personale di terza persona è deittico in quanto la sua corretta interpretazione dipende dalla conoscenza della situazione extralinguistica. I pronomi di terza persona plurale e singolare non sono deittici quando sono impiegati in circostanze nelle quali la loro interpretazione non è legata alla conoscenza del contesto extralinguistico. In un enunciato come “Non chiedete il programma a Maria. Lei non ha ancora dato l’esame” la comprensione del pronome lei dipende dal cotesto che precede. Siamo in presenza di un lei anaforico e non deittico, perché rimanda a un altro elemento linguistico (Maria) presente nel cotesto che ne definisce il riferimento.
In linea generale la III persona è l’“assente”, è esterno alla relazione discorsiva, non può assumere un ruolo attivo, non può mai dire io né dunque asserire una propria identità.
In italiano, la deissi plurale può configurare varie forme di inclusione/esclusione del locutore o dell’interlocutore. Noi, che non va inteso come plurale di io, bensì come un io “allargato” (io + altri) (Benveniste), può corrispondere a diverse configurazioni:
Noi esclusivo (io + lui/loro): si definisce così perché esclude l’interlocutore (come nel caso in cui in un ambulatorio medico una signora accompagnata da un bambino chieda all’infermiera “Tocca a noi?”). Un caso particolare è quello che di un noi che di fatto esclude il locutore, come in “Allora, la smettiamo?” detto da un professore ai suoi studenti, oppure in “Facciamo i capricci oggi?” rivolto dalla mamma nei confronti del bambino. Questo uso del noi in luogo di tu/voi sembra tipico di situazioni asimmetriche nelle quali, negando all’altro il ruolo di tu, ossia di interlocutore, gli si nega la possibilità di prendere a sua volta la parola;
Noi inclusivo (io + tu/voi): include l’interlocutore (“Anche quest’anno abbiamo lezione in Sant’Agnese”: il noi si riferisce sia al docente che parla sia agli studenti che ascoltano). Il noi inclusivo, secondo il linguista francese Maingueneau, costituisce un «colpo di mano» discorsivo poiché pone la parola enunciata come parola comune senza prima verificare se i soggetti inclusi siano d’accordo.
La dilatazione del noi, come io “allargato” spiegherebbe, secondo Benveniste, l’uso del plurale maiestatis e del plurale modestiae. Entrambi violano il tratto costitutivo di noi + plurale visto che utilizzano la prima persona plurale al posto della prima singolare. Per esempio, il plurale maiestatis, usato da autorità civili e religiose nelle loro funzioni istituzionali, richiama motivi di autorevolezza e rappresentatività di una parte, mentre il plurale modestiae, usato per esempio nelle tesi di laurea e negli articoli scientifici, fa riferimento a ragioni di parziale impersonalizzazione.
Un altro possibile noi, che non coinvolge i partecipanti di un’interazione specifica, è quello che rimanda a un gruppo in cui ci si riconosce. Può essere particolare, come nel caso della propria squadra di calcio: “Abbiamo vinto il torneo”; oppure valido per l’intero genere umano “Quando vivevamo nelle caverne…”.

2.1 La deissi sociale

La scelta del modo con cui rivolgersi all’interlocutore e in particolare la scelta del pronome, riveste anche una valenza sociale. La deissi sociale riguarda quindi la codifica delle differenze e delle identità sociali relative ai ruoli dei partecipanti e agli aspetti sociali che legano locutore e interlocutore in termini di intimità e simmetria. Il centro deittico è dato dallo status o dal rango sociale del locutore rispetto al quale si definiscono lo status o il rango sociale degli interlocutori.
Si realizza per mezzo dei pronomi allocutivi che vengono usati per rivolgere la parola a qualcuno; dandogli del tu o del lei, si realizza sia una valutazione sociale del nostro interlocutore, sia una valutazione del grado di formalità della situazione. I pronomi allocutivi possono essere distinti in naturali o confidenziali, come tu (singolare) e voi (plurale), e in reverenziali o d...

Indice dei contenuti

  1. PREMESSA
  2. ATTI LINGUISTICI
  3. CONTESTO E COTESTO
  4. DEISSI
  5. DESCRITTORI E NOMI PROPRI
  6. DISCORSO
  7. ENUNCIAZIONE
  8. MODALITÀ
  9. MODELLO INFERENZIALE E INFERENZE
  10. REQUISITI FONDAMENTALI DEL TESTO: COESIONE E COERENZA
  11. SIGNIFICATO CONVENZIONALE DELL’ESPRESSIONE E SIGNIFICATO DEL PARLANTE
  12. STRATEGIE ENUNCIATIVE
  13. TEORIA DELL’APPRAISAL
  14. BIBLIOGRAFIA
  15. SITOGRAFIA
  16. Note