Carlo Battisti linguista e bibliotecario
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Carlo Battisti linguista e bibliotecario

Studi e testimonianze

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Carlo Battisti linguista e bibliotecario

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Carlo Battisti (Trento 1882-Empoli 1977) è stato uno dei maggiori linguisti italiani ed è entrato nella storia del cinema come protagonista del film Umberto D. di Vittorio De Sica. La sua lunga e intensissima attività fu per larghi tratti divisa fra la linguistica e la biblioteconomia, fin dagli esordi all’Università di Vienna. A Firenze Battisti ha insegnato Storia comparata delle lingue romanze e Biblioteconomia e Bibliografia alla Scuola per bibliotecari e archivisti paleografi, di cui fu anche direttore. Gli otto studi qui pubblicati ne ricostruiscono il profilo biografico e intellettuale e portano alla luce una serie di documenti inediti. Il volume è completato da un’appendice iconografica.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788864538815
Carlo Battisti all’Università di Vienna
Alessandro Parenti
1. La vita e l’opera di Carlo Battisti sono state ripercorse più volte, in scritti di allievi e colleghi pubblicati lui vivente o all’indomani della sua scomparsa1, oppure in occasioni successive, anche recenti, in alcuni casi con piena attenzione alla breve ma gloriosa parentesi cinematografica2. In quegli scritti il periodo vissuto a Vienna, non breve – dal 1901 al 1914 – e per lui importantissimo – fu quello della sua formazione universitaria e della prima e già intensa attività di docente –, risulta in genere poco trattato, per ovvi motivi di distanza da parte degli autori. Il presente contributo si concentra invece proprio sul periodo viennese e cerca di ovviare al problema della distanza, che diventa sempre più grande, grazie ad alcuni documenti che rimandano direttamente a quegli anni; senza avere però la pretesa di ricostruire un quadro completo e tantomeno definitivo.
I dati raccolti formano tre corpi diversi. Nel primo rientrano gli annuari e i programmi delle lezioni dell’Università di Vienna, insieme ad altre pubblicazioni di istituzioni vicine. Il secondo comprende i documenti relativi a Battisti conservati nell’archivio dell’Università di Vienna e presenti in copia a Firenze presso l’Istituto di Studi per l’Alto Adige, la cui sede – va detto – ha coinciso con lo studio di Battisti e poi di Carlo Alberto Mastrelli. Le copie furono ottenute da Mastrelli nel 1977, subito dopo la morte di Battisti, per tramite della medievista austriaca Erna Patzelt3. Il terzo corpo – il più prezioso – è costituito da una serie di manoscritti di Battisti risalenti al periodo viennese: in massima parte si tratta di testi redatti per essere letti nelle sue lezioni universitarie. Questi testi, a cui Battisti era evidentemente molto legato, si conservano anch’essi presso l’Istituto di Studi per l’Alto Adige.
È facile immaginare quanto profonda e sentita fosse in Battisti la traccia di quel periodo, fitto di prove, tutte impegnative. Ce ne parla lui stesso, con contenuto orgoglio, in alcuni scritti di memoria che in parte vedremo più sotto. Qui della traccia viennese riportiamo solo una manifestazione indiretta ma più commossa, una testimonianza di Carlo Alberto Mastrelli, che nel 1969 fu a Vienna insieme a Battisti, allora ottantasettenne, per il decimo Congresso Internazionale di Scienze Onomastiche4: «Dalla fine della prima guerra mondiale il Battisti non era più tornato in quella città; e non sembrava che per lui fosse passato mezzo secolo. Era naturale che molti ricordi gli si affollassero alla mente a quel rinnovato contatto; ma dal suo sguardo traspariva una gioia e una serenità che lo ringiovanivano, come fosse tornato a Vienna per esservi ancora una volta studente». Cerchiamo ora, grazie ai documenti, di vedere qualcosa di più del Battisti studente a Vienna e poco dopo docente; a questo sono dedicati il prossimo paragrafo e il successivo. Poi, nell’ultimo, di quel giovane docente cercheremo di sentire un po’ anche la voce.
2. Carlo Battisti arriva a Vienna nell’autunno del 1901. Si è diplomato con lode nel ginnasio di Trento, la città dove è nato, il 24 luglio di quell’anno e ha scelto di continuare gli studi nello Stato di cui è cittadino, frequentando dunque un ateneo di lingua tedesca5. Vienna è allora uno dei principali motori della cultura europea e nella sua Università insegnano molti docenti di spicco nelle diverse scienze. L’organizzazione segue fedelmente il modello humboldtiano: le facoltà sono quattro, Teologia, Giurisprudenza, Medicina e Filosofia, quest’ultima comprendente i vari settori filologici e storici, e anche Matematica, Fisica, Chimica e Scienze Naturali; le cariche – rettore, prorettore, presidi, vicepresidi, senatori – hanno la durata di un anno. Nella sua facoltà, che conta 1284 studenti ordinari, di cui 41 donne, Battisti è uno dei 27 iscritti provenienti dal Tirolo6.
Riguardo ai corsi seguiti da Battisti alcune informazioni si ricavano dai suoi stessi ricordi, in particolare dalla premessa a un volume in suo onore uscito nel 1959 e dalla presentazione dell’Autobibliografia, a opera di Giovan Battista Pellegrini. Il primo dei due testi fa menzione dell’importante linguista – soprattutto grecista – Paul Kretschmer, ma parla quasi esclusivamente, e molto a lungo, di Wilhelm Meyer-Lübke. Per il romanista svizzero, che a Vienna diede il meglio di sé prima di trasferirsi a Bonn nel 19157, Battisti ha parole anche affettuose, come in questo passo8:
Un maestro agisce sugli alunni non soltanto colle cognizioni che egli impartisce, ma specialmente con la sua personalità. Ho conosciuto poche persone che abbiano avuto la bontà ingenua e generosa e l’equilibrio scientifico di W. Meyer-Lübke che, per me, anche visto alla distanza di alcuni decenni, rappresenta nella storia della linguistica neolatina la conclusione dello sviluppo del metodo e della conoscenza di questo ramo di studi alla fine dell’Ottocento.
Il profilo di Pellegrini menziona anzitutto ancora Kretschmer e ci fa sapere che nel primo biennio di studi Battisti si era dedicato soprattutto alla linguistica germanica, seguendo le lezioni di Richard Heinzel, e alla letteratura tedesca, con Jacob Minor, mentre nel secondo biennio aveva abbracciato la filologia romanza, con Meyer-Lübke, col vecchio Adolfo Mussafia e con Karl von Ettmayer, allora Privatdozent. Quest’ultimo, già allievo di Hugo Schuchardt a Graz e autore di ricerche su aree dialettali poi studiate da Battisti, per le vicende biografiche dello stesso Battisti avrà in seguito – ne parleremo sotto – un ruolo decisamente importante9.
Le informazioni raccolte da Pellegrini si possono integrare con un documento dell’archivio universitario viennese, il curriculum vitae allegato da Battisti alla propria domanda di laurea, presentata il 1° di maggio del 1905 (cfr. Appendice, documento n. 1). Il breve testo elenca anche i nomi dei docenti di cui Battisti ha seguito le lezioni, disposti in ordine di importanza nel percorso di formazione: si comincia, naturalmente, con Meyer-Lübke, dopo il quale vengono Mussafia, Ettmayer e inoltre Eugen Herzog, allievo di Meyer-Lübke e autore in quegli anni di un importante lavoro sulle leggi fonetiche e sul mutamento linguistico10; come vedremo, si tratta di un argomento che anche Battisti deciderà di affrontare. Il curriculum ricorda poi il corso di filologia classica, impartito da Edmund Hauler11, che sarà correlatore della tesi di Battisti e che però qui, per via di una strana distrazione, viene privato dell’ultima lettera del cognome. La lista si chiude coi docenti di filologia dell’ambito germanico, i già ricordati Heinzel e Minor, a cui si aggiungono i Privatdozenten Carl von Kraus, Max Hermann Jellinek, entrambi allievi di Heinzel, e Alexander von Weilen, allievo di Minor12.
Negli anni di corso, insomma, Battisti ha ottimi insegnanti anche di letteratura, ma viene attratto soprattutto dal linguista Meyer-Lübke, di cui ammira la vasta e profonda dottrina, nonché la dedizione al lavoro. (A questo proposito vale la pena di segnalare una piccola curiosità, che si rileva dagli orari dell’Università di Vienna: nei semestri estivi del 1902 e del 1903 Meyer-Lübke fa lezione dal lunedì al venerdì, sempre dalle 7 alle 8 di mattina; il sabato è diverso, perché quel giorno fa lezione dalle 7 alle 9)13. È dunque con Meyer-Lübke che Battisti decide di laurearsi, scegliendo come argomento la lingua dei documenti più antichi del proprio dialetto. Lo studio serve anche da sfondo per la dimostrazione del carattere trentino di un testo che gli sta molto a cuore, un volgarizzamento stampato a Trento nel 1482, il cui originale – un dialogo intitolato Catinia – si deve all’umanista Sicco Polenton, nativo di Levico. Di quel testo Battisti dà un’edizione su una rivista trentina già prima di laurearsi, nel 1904, mentre lo studio linguistico di corredo, che in parte coincide con la tesi, vede la luce sulla stessa rivista nei due anni successivi14.
I documenti dell’archivio universitario di Vienna ci permettono di seguire qualche passaggio burocratico: il 24 dicembre 1904 l’imperial-regio Ministero del culto e dell’istruzione dichiara Battisti idoneo a presentarsi alla prova per il conseguimento del titolo di dottore; il 4 gennaio del 1905 l’atto è reso noto da un decreto del preside Meyer-Lübke; la domanda di laurea e la tesi – la materia è «romanische Philologie in Verbindung mit klassicher Philologie» – vengono consegnate il 1° di maggio, e pochi giorni più tardi, il 5 maggio, Meyer-Lübke scrive la sua relazione sul lavoro, giudicato molto positivamente, perché – parafrasiamo – in virtù dell’accortezza, metodicità e indipendenza con cui è stato svolto getta una nuova e più chiara luce su una delle zone più notevoli della storia dialettale italiana, integrando e in più casi rettificando i pur importanti rilevamenti di Ettmayer (il testo della relazione è nell’Appendice, documento n. 2). La tesi riguarda gli esiti locali delle vocali latine e porta il titolo Alttrientinischer Vokalismus, come risulta anche dall’elenco delle dissertazioni viennesi15 e dal diploma di laurea, firmato da Meyer-Lübke, che ora è rettore, il 20 giugno 1905 (il documento originale si conserva anch’esso presso l’Istituto di Studi per l’Alto Adige).
Merita una discussione particolare il volgarizzamento della Catinia a cui si ...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. La figura di Carlo Battisti
  3. Carlo Battisti: la sua vita, il suo contributo alle discipline del libro
  4. Carlo Battisti all’Università di Vienna
  5. Gli esordi di Battisti dialettologo
  6. Battisti bibliotecario a Vienna e a Gorizia
  7. La linguistica fiorentina ai tempi di Carlo Battisti
  8. Battisti e la formazione universitaria dei bibliotecari a Firenze
  9. Il Fondo Battisti della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze
  10. Testimonianze
  11. Appendice iconografica
  12. Note sugli Autori