Tecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto
eBook - ePub

Tecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Tecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Dopo anni di lavoro psicoterapeutico mi sono convinto che potesse essere utile predisporre un metodo semplice ma fattibile per affrontare con sicurezza, determinazione, fiducia di Sé il disagio quotidiano o esistenziale.Ho eseguito e raffinato questi esercizi per anni. Il primo scopo è stato quello di renderli il più possibile semplici ed applicabili, cercando di modularmi e di rapportarmi alla persona che avevo accanto. Il secondo è stato quello di preparare la persona ad eseguire da sola gli esercizi. Il terzo scopo è stato quello di far imparare alle persone l'esercizio più opportuno da applicare in funzione dello stato emotivo e fisico che stava vivendo.La metodica è rivolto a tutti coloro che ne fossero interessati. Ho svolto la mia professione per più di trent'anni nel settore del disagio psicosociale e della salute mentale presso le strutture della sanità pubblica. Gli esercizi sono stati eseguiti in ambito professionale, sono il frutto di un lavoro quotidiano e sono stati applicati direttamente su persone con malesseri dell'umore, disturbi psicosomatici, d'ansia generalizzata/ specifica.E' il prodotto di una lunga attività. Lo scopo di questo manuale pratico è quello di offrire uno strumento di aiuto alla persona che autonamamente apprenderà ad applicare gli esercizi dopo averli autoiregistrati con la propria voce.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Tecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto di Enrico Magni in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Psychology e Applied Psychology. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788898037780
Punti di Vista


Enrico Magni


TECNICHE DI
DISTENSIONE IMMAGINATIVA
Manuale di auto-aiuto







logo

Indice

Prefazione
Introduzione
  1. Il training autogeno
  2. Il biofeedback
  3. L’ipnosi
  4. La distensione immaginativa
L’occhio sensoriale della mente
  1. Primo esercizio: tensione/distensione
  2. Secondo esercizio: distensione
  3. Terzo esercizio: calore
  4. Quarto esercizio: cuore
  5. Quinto esercizio: respiro
  6. Sesto esercizio: sicurezza
Il Sé
  1. Forza del sé: l’albero
  2. Accudimento di sé: il giardiniere
  3. Affermazione sociale: il foro romano
  4. Difesa di sé: il castello medioevale
  5. Identità: il doppio
Il sé nascosto
  1. Parte nascosta: la grotta
  2. Memoria: il vascello sommerso
  3. Ricerca: il navigante
  4. Sé ingannevole: labirinto
  5. Sé corporeo: lo scultore
  6. Sé mutevole: il cubo
Psicosomatica del sé
  1. Stress fisico: sorgiva
  2. Stress emotivo: la spiaggia
  3. Eros: il camino
  4. Protezione e riproduzione: il nido
  5. Prevenzione e cura: pulizia del parco
  6. Equilibrio: l’energia
  7. Visceri: ingegnere
  8. Cambiamento: il silenzio creativo
Conclusioni
Scheda diario

Prefazione

Dopo anni di lavoro psicoterapeutico mi sono convinto che potesse essere utile comporre un eserciziario semplice ma fattibile per affrontare con sicurezza, determinazione, fiducia di Sé il disagio quotidiano o esistenziale.
Ho eseguito e raffinato questi esercizi per anni.
Il primo scopo è stato quello di renderli il più possibile semplici ed applicabili, cercando di modularmi e di rapportarmi alla persona che avevo accanto.
Il secondo scopo è stato quello di preparare la persona ad eseguire da sola gli esercizi.
Il terzo scopo è stato quello di far imparare alle persone l’esercizio più opportuno da applicare in funzione dello stato emotivo e fisico che stava vivendo.
L’eserciziario è rivolto a tutti coloro che ne fossero interessati, è un nuovo metodo che si aggiunge ad altri e non mette in discussione gli altri approcci.
Non desidero addentrarmi negli ingranaggi articolati e complessi della neuropsicobiologia, della psicofisiologia, non è questo lo scopo, però voglio assicurare che mi sono sottoposto attivamente ad una formazione professionale articolata che va dal training autogeno, al biofeedback, all’ipnosi oltre ad altri approcci.
Ho svolto la mia professione per più di trent’anni nel settore del disagio psicosociale e della salute mentale presso le strutture della sanità pubblica, operando nel settore dell’infanzia, dell’adolescenza e degli adulti.
Con scrupolo per anni ho seguito le impostazione rispettando la metodologia proposta dalle singole applicazioni. Poi, mi sono posto la domanda come rendere più indipendente la persona dalla tecnica e metterla nelle condizioni di prendere consapevolezza dello strumento per imparare a gestirsi.
Questo eserciziario - è scontato ed ovvio - risponde a determinati bisogni e non sostituisce il professionista, lo psicoterapeuta.
Gli esercizi sono stati eseguiti in ambito professionale, sono il frutto di un lavoro quotidiano e sono stati applicati direttamente su persone con malesseri dell’umore, disturbi psicosomatici, d’ansia generalizzata/specifica. È il prodotto di una lunga attività.
Lo scopo di questo manuale pratico è quello di offrire uno strumento di aiuto: il concetto di aiuto non va confuso con terapia.
Non è indispensabile entrare in mille spiegazioni fisiologiche e psicologiche che sottendono a queste esperienze che gli esercizi producono.
Di fronte a disturbi seri è indispensabile la presenza di uno psicoterapeuta, non è possibile autocurarsi.

Introduzione

L’obiettivo principale è quello di imparare ad usare uno strumento, apparentemente semplice per chiunque, da applicare in determinate condizioni emotive, sociali e relazionali.
È chiaro, è scontato, è impensabile che con questa proposta si possano risolvere tutti i problemi delle persone. È impossibile. La proposta, però, può essere usata da tutti e può essere utile per affrontare situazioni che ognuno può incontrare nell’esistenza.
La prima cosa che s’impara, nell’eseguire questi esercizi, è la scoperta del corpo, della mente e come si è soggetti a certe tensioni sociali, personali, relazionali, lavorative, affettive.
La seconda è come gestire il malessere e scoprire delle soluzioni.
La terza è come imparare a gestire alterazioni, fatiche, rabbie, ansie che spesso determinano un certo fastidio.
Sullo sfondo c’è la scoperta del sé e del sé nascosto portatore di disfunzioni e malesseri psichici e fisici.
La prima parte dell’eserciziario è composta da sei stadi ideosensoriali che approfondiscono due mappe biopsichiche importanti come quella dello schema corporeo e del vissuto corporeo che sono sistemi in connessione tra di loro e non separabili. Per poter costruire una mappa esperienziale, mentale e personale è indispensabile prendere del tempo per svolgere in modo graduale questi esercizi che vanno riprodotti e ripetuti più volte prima di passare dal primo al secondo, dal terzo al quarto, dal quinto al sesto. Questa esperienza permette di “scannerizzare”, “fotocopiare” o tracciare una mappa mentale del corpo e del sé corporeo.
Il primo esercizio riguarda la fenomenologia della tensione/distensione, il secondo esercizio quello della distensione, il terzo esercizio quello del calore, il quarto quello del cuore, il quinto quello del respiro e il sesto esercizio quello della sicurezza.
Ogni esercizio è preceduto da una scheda di presentazione, di spiegazione ed è specificato lo scopo da raggiungere.

Nella seconda parte, avendo come base l’acquisizione degli esercizi della prima parte, si sviluppa un processo psicosensoriale che coinvolge le funzioni corticali superiori dell’encefalo interagenti coi sistemi cognitivi ed emozionali della mente che sviluppano il sé della personalità. Questo processo avviene attraverso la scoperta della forza del sé con la metafora fantasmatica dell’albero, con l’accudimento di sé attraverso la metafora del giardiniere, con l’affermazione sociale con la metafora del foro romano, con la difesa di sé con la metafora del castello medioevale.
Nella terza parte dell’eserciziario, sempre con l’ausilio della tecnica di distensione, si entra nel mondo del sé nascosto con la metafora nascosta della grotta, con la metafora della memoria con il vascello sommerso, con la metafora della ricerca con il navigante, con la metafora del sé ingannevole, con il labirinto e con la metafora dello stress corporeo con lo scultore.
Nella quarta parte dell’eserciziario si affronta il disturbo psicosomatico e lo stress fisico con la metafora della sorgiva, lo stress emotivo con la metafora della spiaggia, la sessualità con la metafora del camino, la protezione e riproduzione con la metafora del nido, la prevenzione e cura con la metafora della pulizia del parco, l’equilibrio con la metafora dell’energia e il cambiamento con la metafora del silenzio creativo
Prima di entrare nel vivo della proposta e degli esercizi è necessario scattare una fotografia su che cosa sia il training autogeno, il biofeedback e l’ipnosi proprio perché è da queste tre metodologie psicoterapeutiche che prende forma la tecnica di distensione immaginativa.

Il Training Autogeno

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento che usa la suggestione. A livello etimologico suggestione deriva del sostantivo latino impulsus, dal verbo transitivo suggero, cioè suggerire.
Il terapeuta suggerisce una sensazione e il paziente ne è suggestionato. Training deriva dalla lingua inglese e significa periodo di preparazione allo svolgimento di una determinata attività: addestramento, tirocinio.
Il training autogeno è stato sviluppato negli anni trenta dallo psichiatra tedesco Johannes Heinich Schulz. I suoi studi si rifanno all’ipnosi, che si è sviluppata all’inizio del XX secolo con gli psichiatri Bernheim, Charcot.
Questa tecnica rende le persone indipendenti dal terapeuta: con il T.A. il soggetto diventa del tutto autonomo.
Il training autogeno è basato sulla correlazione tra stati psichici e aspetti somatici della persona. Ogni esperienza è mediata infatti dal soma. Le emozioni sono il risultato di un complesso insieme di modifiche che coinvolgono sistema nervoso periferico, sistema nervoso centrale, ormonale e più in generale, neuroendocrino. Un’emozione vissuta come piacevole o spiacevole riguardante la neocorteccia, risulta verificarsi secondariamente. Le modifiche che si producono con un adeguato allenamento offrono un carattere di stabilità e costanza nel tempo. Il TA è praticato frequentemente in tutti quei casi dove l’aspetto emozionale sia centrale.
Tra le sue finalità c’è il controllo dello stress, dell’ansia, la riduzione generale della tensione emotiva e il recupero delle energie. Questa tecnica, tuttavia, non è indicata per chiunque: non è adatta per i depressi ed è fortemente controindicata in caso di psicosi. Il Training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, attacchi di panico e altri. Ma anche in molti altri contesti il TA svolge un ruolo positivo: in particolare per atleti e sportivi in quanto favorisce il recupero di energie permettendo una migliore gestione delle proprie risorse, migliora la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. È importante sapere che nel training autogeno il rilassamento non è la cosa principale, ma è un “effetto collaterale” del mutato equilibrio psicofisico.
Tecniche analoghe e spesso anche più sofisticate si sviluppano in contesti diversi da quello occidentale moderno e si rifanno allo yoga indiano che data più di cinquemila anni di tradizione, in particolare lo yoga nidra e lo yoga buddhista tibetano.
La funzione principale di questa tecnica è quella di rendere i pazienti indipendenti dal terapeuta. Il termine training significa addestramento. È solo addestrandosi che si raggiunge l’obiettivo prefissato.
Gli esercizi si attuano in tre posizioni: posizione sdraiata, in poltrona e del cocchiere a cassetta.
È molto importante la respirazione automatica o autogena per rispondere immediatamente, rilassarsi, distendersi per affrontare con immediata reattività stimoli negativi, situazioni ansiose, scatti di ira incontrollati. L’espirazione e l’inspirazione diaframmatica producono un autogeno rilassamento; la respirazione diaframmatica si rifà a tecniche orientali come lo yoga.
Nel training autogeno ogni fenomeno corporeo che la persona mette in atto è assolutamente autogeno e non forzato.
Il terapeuta svolge una funzione costante e continuativa nel processo di acquisizione del training autogeno.
Il training autogeno si sviluppa su due raggruppamenti di esercizi: gli esercizi inferiori e quelli superiori. Il terapeuta conduce l’induzione, la seduta e la persona è dipendente dalle sollecitazioni verbali del terapeuta.
Gli esercizi inferiori sono composti da un pacchetto di cinque o sei esercizi; il primo si basa sulla pesantezza che produce rilassamento dei muscoli striati e lisci. Il secondo si basa sull’esercizio del calore che produce una vasodilatazione periferica che favorisce un aumento del flusso sanguigno.
Il terzo sul ritmo del respiro produce un miglioramento della funzione respiratoria; il quarto esercizio del plesso solare favorisce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni; il quinto esercizio produce un miglioramento della funzione cardiovascolare; il sesto esercizio della fronte fresca seda le cefalee.
Gli esercizi vanno eseguiti nell’ordine in cui il terapeuta li presenta. Gli esercizi superiori sono condotti dal terapeuta e si riferiscono alla dimensione più complessa e articolata della dimensione psichica della singola persona.

Il Biofeedback

Il biofeedback (tradotto dall’inglese: retroazione biologica), è denominato anche biofeedback training.
È una tecnica psicoterapeutica che insegna al paziente il controllo volontario dei processi fisiologici non coscienti (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, tensioni muscolari ed altro) con l’ausilio di apparecchiature di registrazione computerizzate e assolutamente non invasive.
Le apparecchiature registrano e leggono gli stati psicofisiologici della persona. Il biofeedback si fonda su presupposti psicofisiologici che aiutano il paziente a prendere controllo dell’alterazione dello stato psicofisico.
L’organismo umano interagisce costantemente con l’ambiente esterno attraverso l’elaborazione di un comportamento adattativo. Lo stato adattivo è il risultato di processi ciclici che si possono equiparare a sistemi di controllo interagenti e legati tra di loro. L’adattabilità dell’autoregolazione è automatica e non interagisce con il campo di coscienza della persona. L’automatismo è regolato dal sistema neurovegetativo, endocrino ed immunitario.
Il corpo è un tutt’uno con la mente e la reciproca influenza dell’uno sull’altro è evidente in varie occasioni.
Il Biofeedback si è sviluppato negli Stati Uniti alla fine degli anni ’60, quando alcuni ricercatori (Miller, Brener, Snyder e Noble ed alt.) dimostrarono che è possibile controllare alcuni automatismi come la frequenza cardiaca, i ritmi elettroencefalografici, la vasocostrizione cutanea.
Il Biofeedback a partire dagli anni ’70 si è diffuso anche in Europa ed in Italia.
Il Biofeedback rappresenta l’informazione sulle funzioni biologiche di un individuo: per esempio, ogni volta che si usa la bilancia si determina un feedback diretto sul controllo del peso; oppure si stabilisce un’azione retroattiva quando si misura la febbre con il termometro. Il termometro informa su quanto sta avvenendo nel corpo e gli strumenti di rilevazione sono una sorta di specchio esterno dei nostri stati interni.
Con il biofeedback è possibile rilevare, misurare le reazioni biopsichiche e, con un training specifico con l’apparecchiatura computerizzata, è possibile indurre delle modificazioni psicofisiche.
Con questa apparecchiatura è possibile registrare una serie di processi biologici quali la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, il tono muscolare, la pressione arteriosa, l’intensità e l’attività elettrica della muscolatura, le variazioni della temperatura corporea, il comportamento delle onde cerebrali e non solo.
In altri termini, si può monitorizzare come il soggetto reagisce a varie situazioni, per esempio di ansia o stress e successivamente addestrarlo al controllo di tali reazioni.
L’apparecchiatura del biofeedback fornisce uno stimolo, un’informazione sotto il segnale acustico di un suono o di una luce oppure come stimoli associati.
Lo scopo è quello di facilitare l’auto-consapevolezza ed il controllo di alcu...

Indice dei contenuti

  1. TECNICHE DI DISTENSIONE IMMAGINATIVA Manuale di auto-aiuto