Gruppo Marcegaglia. Un'analisi critica
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Gruppo Marcegaglia. Un'analisi critica

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Il gruppo Marcegaglia ha raggiunto nel tempo una dimensione economica e occupazionale importante, ma negli ultimi anni è stato investito dalla crisi e ha modificato, peggiorandole, le relazioni sindacali. La ricerca svolta da Vincenzo Comito (consulente aziendale e docente di Finanza aziendale presso l'università di Urbino) in collaborazione con la FIOM della Lombardia, passa al setaccio i bilanci dell'azienda ed esamina criticamente le scelte industriali e finanziarie del gruppo, analisi che evidenzia il crollo di redditività dal 2008 a oggi e le prospettive non entusiasmanti per i prossimi anni.

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788863570878
Capitolo 1. Considerazioni di tipo generale
1.1 Note storiche. Le attività e l’articolazione societaria del gruppo
Le origini del gruppo Marcegaglia risalgono agli anni cinquanta, quando Steno Marcegaglia avvia una sua attività con produzioni per il settore edilizio. L’impresa cresce e si diversifica progressivamente nei decenni successivi soprattutto attraverso lo sviluppo per linee interne ma anche con diverse acquisizioni esterne. La fondazione della principale società del gruppo, la Marcegaglia spa, è del 1983.
Il principale settore di attività dell’impresa riguarda oggi la trasformazione e la lavorazione dell’acciaio al carbonio e inox. Le principali lavorazioni finali riguardano i tubi saldati in acciaio (principalmente da nastro a caldo) al carbonio e inox, ma vengono realizzate anche altre produzioni come coils e nastri lucidi, zincati, lamiere spianate da treno, trafilati.
Il gruppo opera anche in diversi altri settori: manufatti per l’edilizia, impianti per la produzione di energia, macchinari per l’industria metallurgica, evaporatori e condensatori per elettrodomestici. È presente, inoltre, nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili e nel turismo. Tutte queste attività, pur non essendo trascurabili, hanno sempre pesato in misura relativamente modesta sul totale della cifra d’affari del gruppo che possiede ormai 50 stabilimenti in Italia e all’estero, con circa 15.000 clienti. La sede centrale è a Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova.
Per quanto riguarda l’espansione degli insediamenti produttivi all’estero, il processo di sviluppo è stato relativamente tardivo e solo ultimamente ha accelerato. Nel corso dei primi anni novanta la società ha acquisito due piccole imprese siderurgiche statunitensi. Nel 1999 è stata costituita la Mercegaglia do Brasil, che è stata a lungo la principale controllata estera; gli investimenti nel Paese sudamericano sono stati aumentati di recente ed è stato messo in linea un nuovo impianto produttivo. È del 2004 la costituzione della Marcegaglia Poland e del 2005 la realizzazione di uno stabilimento in Polonia. Nel 2008 sono state fondate la Marcegaglia Russia – con l’avvio di uno stabilimento nel 2010 – e la Marcegaglia Cina, con un grande impianto inaugurato nel 2011, che dovrebbe rappresentare tendenzialmente la principale realtà produttiva del gruppo all’estero. La Marcegaglia è presente, inoltre, con impianti produttivi in Gran Bretagna e Romania, mentre sta apparentemente programmando anche un insediamento in India.
Il gruppo è formato da circa cinquanta società giuridicamente autonome, nelle quali il ruolo di controllante è rivestito dalla Marfin srl, finanziaria di famiglia che appartiene ai suoi vari membri: il padre Steno, la moglie Palmira, i figli Antonio ed Emma. Su questa società disponiamo di scarse informazioni. La Marfin controlla la finanziaria Sipac del Lussemburgo, altra struttura societaria di cui ignoriamo tutto.
Le principali imprese del settore siderurgico sono costituite dalla Marcegaglia spa – di gran lunga la principale azienda del gruppo – e dalla Marcegaglia Buildtech srl, che opera nei settori edilizio e fotovoltaico. Nel comparto dei rifiuti e dell’energia troviamo, invece, la EuroEnergy group srl (e altre aziende minori) mentre nel settore turistico e immobiliare la principale impresa è la Pugnochiuso Gruppo Marcegaglia srl.
Il gruppo non è presente in alcun modo in Borsa, né in Italia né all’estero. I suoi bilanci sono certificati dalla società BDO di Verona.
1.2 Note sul settore siderurgico
Il settore siderurgico, nelle sue varie componenti, ha registrato nell’ultimo decennio fortissimi processi di trasformazione. Sono quattro gli elementi principali di questo fenomeno.
Il primo è il peso crescente dei Paesi emergenti (nella produzione e nel consumo) che tendono ad assumere la leadership del settore. In particolare si ricorda che oggi la produzione cinese rappresenta il 45% di quella totale a livello mondiale (l’Asia nel 2010 pesava per circa i due terzi e i Paesi emergenti, complessivamente, per i tre quarti). Senza dimenticare che è il gruppo indiano Arcelor Mittal il principale produttore mondiale del settore e che tra i primi quindici ci sono otto cinesi.
Il secondo è la forte instabilità dei prezzi delle materie prime, con una spinta di fondo all’aumento a causa della domanda crescente da parte dei Paesi emergenti, a cominciare dalla Cina. Questo comporta anche una corsa all’accaparramento delle miniere. Le imprese del settore siderurgico non sempre riescono a scaricare completamente i maggiori costi della materia prima sui compratori finali. Nell’ultimo periodo si è manifestato parallelamente un cambiamento nei precedenti equilibri di mercato, che ha teso a favorire i produttori- estrattori del minerale rispetto ai produttori industriali.
Il terzo elemento è rappresentato dal fatto che il settore ha risentito fortemente della crisi in atto, tanto che si è assistito nel 2008 e nel 2009 a un vero tracollo nel livello delle produzioni e dei prezzi (con conseguenze sui risultati economici e finanziari del comparto). La produzione mondiale di acciaio è passata da 1.144 milioni di tonnellate nel 2005 a 1.346 milioni nel 2007. Si è poi fermata al livello di 1.329 milioni nel 2008 ed è scesa a 1.224 nel 2009.
Queste cifre mostrano una caduta accentuata della produzione europea e nord-americana, con una riduzione rispettivamente del 34% e del 38% tra il 2007 e il 2008 – l’Italia è stata tra i Paesi più colpiti dalla crisi in Europa – mentre la produzione in Asia e, più in generale, nei Paesi emergenti ha continuato a crescere ininterrottamente. È sotto la spinta di questi Paesi che, negli anni successivi, la produzione di acciaio è ripresa in misura rilevante, tanto che nel 2011 ha sfiorato i 1.500 milioni. Comunque nel 2010 c’è stata una forte ripresa dei consumi in Europa anche se, in particolare nel nostro Paese, non sono stati del tutto raggiunti i livelli pre-crisi.
Le ultime stime disponibili (novembre 2011) indicano un possibile freno alla domanda e prezzi in discesa nel settore, in relazione soprattutto al timore di prossime difficoltà dell’economia mondiale. In ogni caso, dopo un aumento delle vendite del 6,6% circa nel 2011 rispetto all’anno precedente, s...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Gruppo Marcegaglia. Un’analisi critica
  3. Prefazione | Mirco Rota
  4. Introduzione
  5. Capitolo 1 | Considerazioni di tipo generale
  6. Capitolo 2 | L’evoluzione della situazione economica e finanziaria del gruppo negli utlimi cinque anni
  7. Capitolo 3 | Sintesi dei risultati e note conclusive