La via della liberazione
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Informazioni sul libro

«Non leggete questo libro solo per ottenere nuove informazioni, ma usatelo per trasformare la vostra mente.»Con le tre opere raccolte in questo volume il Dalai Lama illustra al lettore occidentale il pensiero buddhista. In La via della liberazione sono esposti e commentati con chiarezza gli insegnamenti fondamentali del buddhismo tibetano; con La mente e il cuore vengono trattati gli esercizi spirituali per risvegliare la propria mente e prepararla all'illuminazione. Infine, dal momento che per vivere un'esistenza piena e felice è necessario il raggiungimento di uno stato di pace totale, con l'ultimo scritto La gioia di vivere e morire in pace il lettore affronta il cammino per eliminare la sofferenza provocata dal continuo ciclo di morti e rinascite. Un libro che si propone come una guida accessibile non solo a chi segue già i precetti del buddhismo, ma a chiunque intenda accostarvisi con l'aiuto degli insegnamenti del suo maggiore rappresentante.

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788865762530

LA MENTE E IL CUORE

Traduzione di Francesca Matera

Prefazione all’edizione americana

Gli insegnamenti sull’addestramento della mente esposti in questo libro da Sua Santità il Dalai Lama sono basati su un testo dell’inizio del XV secolo appartenente a Horton Nam-kha Pel, un seguace del grande studioso buddhista Tsong-kha-pa (1357-1419). Questo testo, intitolato Raggi del sole, è il commentario di un componimento poetico di età più antica, dal titolo Sette punti dell’addestramento della mente, i cui versi vengono citati lungo tutto il libro. Di questo componimento poetico viene riportata la versione integrale alla fine del libro. All’inizio del nostro secolo Raggi del sole era un testo poco conosciuto, ma, dopo che il maestro del Dalai Lama, Kyabje Ling Rinpoche, ebbe ascoltato la spiegazione filosofica del componimento poetico, questo diventò una delle sue opere preferite. Raggi del sole infatti raccoglie al suo interno, in maniera succinta e di facile comprensione, sia la spiegazione dell’addestramento della mente sia la storia del buddhismo tibetano. Fu per questo motivo che Ling Rinpoche fece ristampare e distribuire questo testo tibetano e si mise a insegnarlo personalmente. Successivamente il Dalai Lama lo ha insegnato in molte occasioni sia a Dharamsala, dove vive, sia nei monasteri tibetani ripristinati dell’India meridionale sia a Bodh Gaya, il luogo dove il Buddha raggiunse l’illuminazione. Di conseguenza la popolarità di questo testo è aumentata notevolmente.
Gli insegnamenti di Sua Santità riportati in questo testo sono stati tradotti ed editi dal seguente gruppo di studiosi: il venerando Geshe Lobsang Jordhen, laureato all’Istituto di dialettica buddhista di Dharamsala, che dal 1989 è assistente religioso e traduttore personale di Sua Santità il Dalai Lama; Lobsang Chophel Gangchenpa, proveniente anch’egli dall’Istituto di dialettica buddhista, il quale ha lavorato come traduttore buddhista per la Biblioteca delle opere e degli archivi, a Dharamsala, e successivamente, per più di dieci anni, in Australia; e Jeremy Russel che, con più di dodici anni di esperienza acquisita lavorando nella Comunità tibetana, a Dharamsala, cura l’edizione di «Chö-Yang, the Voice of Tibetan Religion and Culture» («Cho-Yang, la voce della religione e della cultura tibetana»), pubblicato dal Dipartimento degli affari religiosi del governo tibetano in esilio.

Introduzione
Il Buddhismo tibetano e le tecniche per il risveglio della mente

Il Buddha ha impartito molti e vari insegnamenti in corrispondenza ai differenti interessi e alle diverse disposizioni spirituali e culturali di quanti si sono accostati alla sua dottrina. Inoltre tali insegnamenti descrivono metodi con i quali è possibile purificare la mente e raggiungere lo stato pienamente risvegliato dell’illuminazione. Tra le diverse serie di istruzioni, vi è una tradizione chiamata addestramento della mente o trasformazione del pensiero. Questa è una tecnica particolare volta a sviluppare quello che chiamiamo il risveglio della mente, ovvero l’aspirazione a raggiungere l’illuminazione al fine di aiutare gli altri. Questa tecnica è stata diffusa in Tibet grazie al maestro indiano Atisha che la insegnò ai suoi discepoli tibetani. Il primo Dalai Lama ricevette l’insegnamento da Horton Nam-kha Pel e da lui l’insegnamento è stato tramandato fino al mio guru, Kyabje Ling Rinpoche (1903-1983) dal quale mi è stato trasmesso.
Queste tecniche racchiudono l’essenza degli insegnamenti del Buddha, la coltivazione del risveglio della mente. Io mi rallegro di avere l’opportunità di diffondere questa tradizione, poiché ne seguo la pratica personalmente. Benché non mi vanti di possedere tutte le qualifiche necessarie per dare tali istruzioni, provo molta ammirazione e devozione nei loro confronti. Mi rallegro che questo prezioso insegnamento trasmesso dal Buddha abbia realmente raggiunto persone come me in quest’epoca degenerata, in cui gli insegnamenti del Buddha sono andati quasi perduti. Né io che sto insegnando né voi che state ascoltando o leggendo questo insegnamento siamo impegnati in una competizione. Non facciamo questo per un tornaconto personale. Se questo insegnamento è dato solo per il puro desiderio di aiutare gli altri, non c’è pericolo che la nostra mente si deteriori; la nostra mente a questo punto può soltanto migliorare.
Possiamo raggiungere l’illuminazione solo attraverso la pratica e la meditazione; senza di esse non c’è alcuna possibilità di trasformare la mente. L’intero scopo del leggere o dell’ascoltare gli insegnamenti buddhisti è quello di riuscire a praticarli correttamente. Pertanto dovremmo cercare di fare del nostro meglio per mettere in pratica quello che abbiamo compreso. Adesso abbiamo ottenuto, all’interno del ciclo delle rinascite e delle reincarnazioni, questa vita preziosa nella forma di esseri umani liberi e privilegiati che possono essere in grado di impegnarsi in una tale pratica. Dovremmo cogliere questa opportunità. Sebbene sia importante rendere piacevole la nostra vita, non dovremmo essere ossessionati solo da questo obiettivo. Dovremmo anche pensare al nostro futuro, poiché sappiamo poco della vita dopo la morte e il nostro destino non è prevedibile. Se c’è una vita dopo la morte, è molto importante prepararci a essa. A questo punto, quando avremo ottenuto tutte le condizioni necessarie per praticare il Dharma, gli insegnamenti del Buddha, dovremmo concentrare tutti i nostri sforzi per farlo in modo da dare pieno valore alle nostre vite.
Possiamo fare questo, impegnandoci nel sentiero che porta a una rinascita favorevole nel futuro e infine all’illuminazione. La suprema aspirazione di un essere umano è quella che mira a raggiungere lo stato pienamente risvegliato della Buddhità, perché neppure una rinascita favorevole nel futuro dà alcuna garanzia. La riflessione sugli errori generali e specifici dell’intero ciclo dell’esistenza, sul circolo vizioso di nascita e morte, ci indurrà ad aspirare alla liberazione dalla sofferenza. Inoltre, dovremmo essere concentrati non solo su noi stessi ma anche sul benessere di tutti gli altri.
La particolare tecnica per trasformare la mente è contenuta nel componimento poetico dal titolo Sette punti dell’addestramento della mente, che qui viene presentato nella forma rielaborata da Horton Nam-kha Pel e che porta il titolo di Raggi del sole. Quello che si intende per mente, pensiero o coscienza è un argomento molto complesso. Soprattutto nel contesto degli insegnamenti buddhisti è utile analizzare che cosa si intende per mente, pensiero o coscienza, perché, secondo tali insegnamenti, non vi è un dio creatore; tutti i fenomeni scaturiscono in dipendenza da cause e condizioni proprie. Noi dobbiamo analizzare quali sono queste cause.
Come il calore del fuoco non è stato creato da qualcun altro, poiché è nella natura del fuoco essere caldo, come è nella natura dell’acqua di essere bagnata, così c’è qualcosa chiamata coscienza o mente, sulla base della quale noi proviamo sensazioni di piacere o di dolore. In generale, se non conosciamo la natura di una determinata sostanza, non riusciremo a trasformarla o a utilizzarla. Se non comprendiamo le condizioni climatiche di un paese, non potremo individuare il momento giusto per piantare i fiori. Allo stesso modo, per poter effettuare la trasformazione della mente, è importante prima di tutto capire che cos’è la mente o la coscienza. Allora possiamo vedere in che modo trasformarla.
Potete accettare o meno l’esistenza di qualcosa chiamata mente o coscienza, ma dovete riconoscere che ciascuno sperimenta piacere e dolore e che tutti cerchiamo il piacere e fuggiamo la sofferenza. Questa felicità che cerchiamo e desideriamo si verifica grazie alla mente. Pertanto dobbiamo identificare la natura della mente e il processo attraverso il quale possiamo modificarla. Infatti il processo di trasformazione della mente può essere effettuato solo dalla mente stessa. Perciò dobbiamo esaminare se c’è uno stato completamente libero da tutti gli aspetti negativi della mente e quale è il vero processo per ottenere tale stato di libertà.
Dolore, piacere e sofferenza sono dipendenti da cause e condizioni proprie. Perciò è importante identificare gli aspetti negativi della mente che portano alla sofferenza e cercare di superarli. Allo stesso modo, possiamo migliorare gli aspetti positivi che portano alla felicità.
Con il termine «addestramento della mente» indichiamo una tecnica o un processo attraverso il quale possiamo trasformare o purificare la mente. Tutte la maggiori religioni del mondo, specialmente il buddhismo, hanno tecniche per la trasformazione della mente. Ma qui è stato pensato un unico metodo per addestrare le nostre menti che soggiaciono agli influssi scomposti dell’illusione. Il testo è intitolato Raggi del sole, perché illustra una tecnica attraverso la quale possiamo dissipare le tenebre dell’ignoranza all’interno della nostra mente. Queste tenebre della mente sono relative alla nostra concezione erronea del sé, al nostro sé-centrismo, agli atteggiamenti sé-centrici, agli aspetti negativi della mente. Come il raggio di sole dissipa le tenebre, così l’istruzione dissipa le tenebre dell’ignoranza.
All’inizio della sua opera, l’autore, Horton Nam-kha Pel, discepolo di Tsong-kha-pa, rende omaggio a Tsong-kha-pa, chiamandolo maestro sublime e invocando la sua compassione. Le parole maestro sublime si riferiscono alle grandi qualità di Tsong-kha-pa, al suo aver abbandonato qualsiasi attaccamento ai piaceri terreni nella ricerca di una piena realizzazione spirituale.
Nei versi successivi all’omaggio a Tsong-kha-pa, l’autore saluta il Buddha, autore della tecnica dell’addestramento della mente, il Buddha del futuro, Maitreya, e il bodhisattva della saggezza, Manjushri. Sono anche menzionati i maestri tibetani della tradizione dell’addestramento della mente, i maestri Kadam. L’autore esprime rispetto per il Buddha ed enumera le sue qualità, dicendo che è stato il primo, motivato da una grande compassione e amore per gli esseri senzienti, a praticare le sei perfezioni e i quattro fattori per perfezionare la mente degli altri, al fine di alleviare le loro sofferenze e portarli alla liberazione e alla mente pienamente risvegliata.
Qui, riflettendo su come un navigatore porta i passeggeri di una nave a destinazione, l’autore nota come il Buddha, pilotando la nave dell’amore e del risveglio della mente, porta gli esseri senzienti all’illuminazione. Anch’egli è stato un essere comune, proprio come noi, ma per la forza della sua compassione si è addestrato nel sentiero ed è riuscito a trasformare la sua mente e a raggiungere l’illuminazione. Fu la compassione a motivarlo a raggiungere tale stato, fu la compassione che rese perfetto il suo raggiungimento dell’illuminazione e fu ancora la compassione che lo indusse a insegnare agli altri, tenendo conto dei loro differenti interessi e inclinazioni.
Ecco, questo è il motivo, per cui il risveglio della mente è la radice di tutta la felicità e della pace dell’intero universo. A lungo termine è il fondamento stesso grazie al quale è possibile raggiungere lo stato di piena illuminazione, ma, giorno dopo giorno, quanto più saremo capaci di sviluppare atteggiamenti altruistici, tanto più saremo felici e creeremo intorno a noi un’atmosfera migliore. Se le nostre emozioni fluttuano selvaggiamente e siamo facilmente soggetti all’odio e alla gelosia, fin dall’inizio della giornata non riusciremo a godere di nulla nemmeno della compagnia dei nostri amici. Così, le emozioni instabili non solo disturbano lo stato della nostra mente, ma disturbano anche la mente degli altri. La causa di tali turbamenti non può essere attribuita a nessun altro, perché i turbamenti sono il risultato del nostro stato mentale. Ecco, è per questa ragione che un atteggiamento altruistico porta un grande senso di felicità e di pace mentale.
Quanto più grande sarà la nostra pace mentale, tanto più piacevole sarà l’atmosfera intorno a noi. Al contrario, paura e diffidenza scaturiscono dagli atteggiamenti sé-centrici e da altri stati negativi della mente. Un atteggiamento sé-centrico crea paura e insicurezza, stati mentali che a loro volta determinano la diffidenza. Così anche per le persone che non hanno una particolare fede è importante avere una mente serena. Quando si parla delle qualità del Buddha, dunque il risveglio della mente e la compassione vengono sempre per prime.

Capitolo I
Oggetto, motivazione e finalità della pratica spirituale

Come buddhisti, qualsiasi sia il modo in cui pratichiamo il Dharma, sia che preghiamo, sia che impartiamo insegnamenti sia che li riceviamo, dovremmo cominciare ogni nostra pratica spirituale, recitando questi versi:
Mi rifugio nel Buddha, nel Dharma e nella comunità spirituale,
per raggiungere l’illuminazione.
Con la forza della generosità e delle altre virtù
possa io raggiungere la Buddhità
a beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Solo in questo modo potremo prendere rifugio e generare il risveglio della mente, perché in questi versi sono racchiusi tutti gli insegnamenti del Buddha, in particolare quelli del Buddhismo del Mahayana, il Grande Veicolo. I primi due versi infatti trattano del rifugio e gli ultimi due del risveglio della mente.
Tutti quelli che prendono rifugio provano allora un sentimento di vicinanza e di fiducia nei Tre Gioielli: il Buddha, il Dharma (i suoi insegnamenti) e il Sangha, ovvero la comunità spirituale di monaci e monache, e sono solo i Tre Gioielli a fare di una persona un autentico buddhista. Se prendete rifugio nei Tre Gioielli, quindi, siete buddhisti, altrimenti non lo siete. Si può prendere rifugio a diversi livelli, più o meno profondi, in base al proprio livello intellettuale. Quanto più capite la natura dei Tre Gioielli, tanto più vi convincete delle loro straordinarie qualità e la ricerca di rifugio sarà sempre più decisa e profonda.
Esistono vari modi di cercare rifugio nei Tre Gioielli.
Una maniera consiste nell’affidarsi ai Tre Gioielli considerandoli come oggetti superiori a noi, cercando in essi protezione, rifugio e sostegno.
Un’altra maniera consiste nell’aspirare a divenire, un giorno, un Buddha attraverso l’acquisizione delle straordinarie qualità di conoscenza che i Tre Gioielli conferiscono.
I due modi di prendere rifugio esprimono livelli diversi di coraggio e determinazione. Alcuni cercano il sostegno e la protezione di una persona superiore nei momenti di pericolo e di difficoltà e hanno bisogno dell’appoggio di tale persona per portare a compimento quanto si sono riproposti di fare. Questa gente non è realmente capace di fare le cose per conto proprio. Tuttavia altre persone sono più coraggiose. Possono aver bisogno di un’assistenza iniziale, ma sono decise a riuscire con le sole proprie forze e sono pronte a qualsiasi sacrificio per realizzare i propri desideri. Si ripropongono di essere indipendenti e lavorano duramente per realizzare i propri scopi e risolvere da soli i problemi.
Esistono anche quelli che nel prendere rifugio non sono molto coraggiosi. Si affidano ai Tre Gioielli pregando che vengano accordati loro protezione e rifugio. La mancanza di fiducia in se stessi non consente loro di raggiungere lo stato del Buddha. Questo è l’atteggiamento di quanti ricercano esclusivamente la propria liberazione dalla sofferenza e dalla rinascita. Quelli che ricercano la liberazione di tutto il genere umano sono molto più coraggiosi. Anch’essi si affidano ai Tre Gioielli e cercano in loro protezione e rifugio, ma il loro scopo principale è raggiungere il s...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La via della liberazione
  3. La mente e il cuore
  4. La gioia di vivere e morire in pace