Il Capitalismo Moderno
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Il Capitalismo Moderno

  1. 564 pagine
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Il Capitalismo Moderno

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ll Capitalismo Moderno è considerato una pietra miliare della Storia dell'Economia. Pubblicata nel 1902, è l'opera che conia il termine "Capitalismo" e offre una storia sistematica dell'economia attraverso i criteri della scuola storica tedesca: studiare le leggi economiche non in astratto ma con grande attenzione al contesto storico e sociale.Sombart scrive su temi che sono ancora oggi al centro del dibattito politico e intellettuale. Ciò può significare che esso non è ancora uscito da una problematica vecchia ormai di più di un secolo nonostante la trasformazione delle strutture, oppure che questa stessa trasformazione ha lasciato sopravvivere certi temi e certi problemi. Il pensiero di Sombart conserva elementi di attualità ma questa attualità non deve farci considerare il suo come un intervento nel dibattito d'oggi, un punto di vista che può essere fatto valere nella situazione attuale, astraendolo quindi dal suo particolare orizzonte storico. Il Capitalismo Moderno di Sombart non deve essere visto nella sua funzione glorificatrice o denigratrice del capitalismo contemporaneo (anche se l'autore ha utilizzato frequentemente i suoi scritti ai fini della polemica immediata) ma appunto come un documento di quella polemica che ha riempito i primi decenni del XX secolo e che possa aiutarci a capire alcuni tratti dominanti della società industriale. EDIZIONE RIVEDUTA E CORRETTA.

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Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2014
ISBN
9788867052622
Categoria
Sociologia



Volume I
L’economia precapitalistica









introduzione

I. GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA VITA ECONOMICA (Cap. 1°)
1. La ricerca dei mezzi di sussistenza.
Come ogni creatura vivente, l’uomo, per mantenersi in vita, deve continuamente provvedere ai suoi bisogni individuali con prodotti naturali che egli ricava dall’esterno, per adattarli quindi al proprio fabbisogno e consumo. È soltanto una differenza di grado il fatto che l’uomo abbia allargato la cerchia dei suoi bisogni al di là degli elementari mezzi di sostentamento ed abbia creato un nuovo mondo di bisogni «culturali». Anche il fabbisogno degli animali è estremamente differenziato in base alla quantità e alla qualità.
Come tutte le creature viventi l’uomo è inoltre posto di fronte alla necessità di dedicare una gran parte della sua energia vitale alla ricerca di quei beni reali dai quali dipende la sua vita. Poiché la natura che lo circonda è avara nei suoi confronti, egli deve preoccuparsi, di «coprire il proprio fabbisogno», vale a dire di provvedere alla propria «sussistenza».
La ricerca dei mezzi di sussistenza, che rappresenta una caratteristica comune a tutti gli esseri viventi su questa terra, si svolge in base a un ciclo regolare fondato sulla natura stessa degli esseri umani e degli oggetti necessari al soddisfacimento dei loro bisogni. A tal fine oggetti della natura esterna vengono presi ed adattati allo scopo; l’uccello raccoglie le piume e le sistema per «costruire» il suo nido: chiamiamo ciò, atto di produzione. Una volta prodotti, i beni vengono avviati alla loro destinazione (il consumo); l’uccello alimenta i piccoli con i moscerini che ha catturato: chiamiamo ciò, atto di distribuzione. I beni vengono poi usati o consumati: atto di consumo, a cui deve necessariamente seguire un nuovo atto di produzione. Produzione, distribuzione e consumo continueranno a ripetersi sempre in quest’ordine, finché da questa terra non sarà scomparsa l’ultima traccia di vita.
Noi definiamo tutti gli oggetti della natura esterna che sono rilevanti ai fini della sussistenza, beni (reali) o beni materiali, in contrapposizione ai beni puramente spirituali (immateriali). Alcuni sono riconosciuti tali (beni effettivi), altri invece non lo sono ancora, benché siano di fatto idonei ad essere utilizzati ai fini della sussistenza: il filo di lana avrebbe potuto servire da sempre al passero come materiale da costruzione, ma venne «scoperto» come tale soltanto nel tumulto delle città. Se i beni reali servono al consumo immediato, noi parliamo di beni di consumo, se servono alla produzione di altri beni, parliamo di beni strumentali. Seguendo Cari Menger88 chiamiamo quelli beni di prim’ordine e questi beni d’ordine superiore (secondo, terz’ordine, ecc.).
Ogni forma di produzione si basa sul fatto che noi, in quanto esseri viventi, trasformiamo con impiego di energia le materie o le forze esistenti nel mondo che ci circonda (nella «natura») in conformità ai nostri bisogni. In ogni atto di produzione quindi lavoro e natura agiscono necessariamente insieme e possiamo perciò definirli fattori di produzione, il primo, fattore personale e l’altra, fattore reale di produzione.
La natura esterna compare in ogni processo di produzione in primo luogo come condizione di lavoro ed in secondo luogo come oggetto di lavoro. Nella sua prima funzione essa crea le condizioni reali del lavoro produttivo, sia che tali condizioni siano date per natura, come la terra su cui viviamo e l’aria che respiriamo o che vengano prodotte nella forma adeguata ai fini della produzione come gli edifici, le vie, i canali, le cellette di cera delle api, ecc. L’oggetto del lavoro è quella cosa al quale si applica il lavoro: può trovarsi allo stato naturale oppure essere a sua volta prodotto. In ogni caso l’oggetto di lavoro vien chiamato materia prima.
2. La tecnica.
Finora abbiamo presentato quegli elementi della ricerca dei mezzi di sussistenza comuni sia al mondo animale che umano. È ora di prendere in considerazione quei fenomeni specifici che fanno della ricerca umana dei mezzi di sussistenza un fenomeno economico.
Il primo elemento che distingue la ricerca umana dei mezzi di sussistenza è un processo particolare applicato dall’uomo nella produzione dei beni: l’applicazione di ciò che noi propriamente chiamiamo tecnica strumentale, o, limitando il senso di questo termine, tecnica in genere.
Per tecnica in senso lato intendiamo tutti i procedimenti che servono al raggiungimento di un determinato scopo, per tecnica materiale o economica tutti i procedimenti che servono alla produzione di beni.
Le qualità tecniche consistono in particolare:
1) nella conoscenza delle caratteristiche della natura che ci circonda. Questa conoscenza tecnica comprende anche la capacità di utilizzare e trasformare le materie e le forze della natura;
2) nell’abilità tecnica. Questa ha un duplice aspetto. Il primo consiste nei metodi di esecuzione delle operazioni lavorative. Fra questi metodi bisogna porre l’accento soprattutto su due: la scomposizione del complesso globale delle operazioni nelle sue parti componenti, le quali si presentano quindi come operazioni particolari, e k riunificazione delle operazioni, nel senso che la stessa operazione viene eseguita contemporaneamente invece che successivamente su un numero di oggetti uguali.
In secondo luogo la capacità tecnica sviluppa una tecnica strumentale, con la quale intendo quel procedimento di conseguimento dello scopo tecnico mediante l’impiego di oggetti e strumenti concreti. Nella produzione dei beni definiamo questi strumenti come strumenti di lavoro, i quali sono quindi da considerare come una terza forma di partecipazione della natura (oltre all’oggetto del lavoro e alle condizioni di lavoro che sono propri di ogni forma di ricerca dei mezzi di sussistenza) all’attività umana volta alla sussistenza. Possiamo anche chiamare strumenti di produzione (latu sensu) tutti i componenti del fattore reale di produzione e distinguere poi fra di loro come strumenti di produzione in senso stretto quelli che sono a loro volta dei prodotti del lavoro. In séguito, dove non sarà precisato altrimenti, parlerò di strumenti di produzione in senso lato per indicare tutti i fattori reali di produzione.
Visto più esattamente lo strumento di lavoro (secondo la definizione di Marx) è un oggetto o un complesso di oggetti che il lavoratore pone fra sé e il proprio lavoro per usarlo come mezzo di potere su altre cose in conformità al proprio scopo. Possiamo distinguere strumenti di lavoro attivi e passivi. Marx definisce gli uni «strumenti meccanici di lavoro il cui complesso può essere chiamato il sistema osseo e muscolare della produzione»; si tratta di attrezzi e macchine che agiscono sotto la direzione dell’uomo sulla materia da forgiare. L’altra categoria dei mezzi di lavoro occupa invece nella produzione un ruolo più passivo, servendo cioè da contenitori dei materiali e delle forze; si tratta delle caldaie, dei tubi, dei tini, delle botti, dei cesti, delle brocche ecc., tutti quegli strumenti di lavoro «il cui insieme può esser definito in generale come il sistema vascolare della produzione»89.
Un attrezzo è uno strumento di lavoro che aiuta il lavoro umano (ago da cucire), una macchina è uno strumento di lav...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Il Capitalismo Moderno
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Nota al testo
  6. Introduzione all'edizione italiana
  7. Prefazione alla seconda edizione
  8. Volume I - L'economia precapitalistica
  9. Volume II - La vita economica nell'epoca del primo capitalismo
  10. Volume III - La vita economica nell'epoca del capitalismo maturo
  11. Conclusione
  12. Indice dei nomi
  13. Indice dell'opera originale