Atena nera
eBook - ePub

Atena nera

  1. 504 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Con una tesi rivoluzionaria, "Atena nera" sfata il mito eurocentrico della civiltà greca. Non più la sola e vera madre della cultura europea ma, prima di tutto, essa stessa debitrice delle più antiche civiltà, in particolare quella egiziana e fenicia. Afroasiatica, e quindi nera. Attraverso l'indagine storiografica, le testimonianze iconografiche, le ricerche linguistiche, la filologia classica, la sociologia della conoscenza, Martin Bernal rivaluta il ruolo delle civiltà pregreche non europee, mettendo in luce le radici afroasiatiche della civiltà classica. Scompone criticamente la tesi romantica elaborata dagli studiosi tedeschi e inglesi tra Sette e Ottocento, contrapponendo al modello "ariano" il modello interpretativo "antico" opportunamente rivisto. Già gli antichi greci erano consapevoli delle loro vere radici - le civiltà semitiche e africane -, e sapevano di essersi evoluti grazie agli intensi scambi, alle profonde influenze e ai frequenti prestiti culturali con l'Oriente. "Atena nera", per mezzo di una rigorosa ricerca che si estende dal V secolo a.C. fino a considerare le testimonianze critiche del XX secolo, aderisce alla corrente di pensiero, nota come Black Studies, per la rivalutazione delle antiche culture extraeuropee, con l'obiettivo, allo stesso tempo conoscitivo e politico, di "sminuire l'arroganza culturale europea".

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Atena nera di Martin Bernal, Fontana L. in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a History e Ancient History. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2011
ISBN
9788865760932
Argomento
History

1. Il modello antico nell’Antichità

Come accadde che gli Egizi giungessero al Peloponneso e cosa fecero per diventare re di quella parte di Grecia, è già stato narrato nelle cronache di altri autori. Io dunque non aggiungerò nulla, ma farò menzione di alcuni argomenti che nessun altro ha ancora considerato.
ERODOTO, Le storie, VI. 551
Alla maggior parte di noi si è insegnato a considerare Erodoto il «padre della storia», ma anche coloro che d’accordo con Plutarco lo considerano il «padre della menzogna» trovano difficoltà a sostenere che egli mentisse circa l’esistenza di queste cronache. La sua non era un’affermazione inverificabile riguardo popoli remoti. Affermava qualcosa che i suoi lettori potevano facilmente controllare, se già non ne erano a conoscenza. Lasciando da parte per il momento il problema di sapere quanto sia realmente accaduto più di un millennio prima che Erodoto scrivesse le sue Storie, quel che egli afferma suggerisce con forza che nel V secolo a.C. era generale credenza che la Grecia fosse stata colonizzata dall’Egitto agli inizi dell’età eroica. In questo capitolo spero di dimostrare che le concezioni di Erodoto sugli insediamenti egizi e fenici, anche se trattate con condiscendenza e scherno dalla maggior parte dei moderni classicisti e antichisti, erano convenzionali non solo nella sua epoca, ma anche durante tutto il periodo arcaico e la tarda Antichità.

I Pelasgi

Prima di analizzare le concezioni dei Greci durante il periodo classico su queste e altre ipotetiche invasioni, sarebbe utile considerare le loro idee circa la popolazione che abitava in precedenza la Grecia. E ciò perché a loro parere era questa la base su cui avevano agito le influenze del Vicino Oriente. E qui incontriamo lo spinoso problema della più nota tra le popolazioni native, i Pelasgoi o Pelasgi, nome usato diversamente dai diversi autori greci. Secondo Omero, alla guerra di Troia c’erano Pelasgi da entrambe le parti. Nell’esercito di Achille, costituito da Elleni e Achei, alcuni erano ritenuti abitanti della «pelasgica Argo», che, risulta chiaro, si riteneva situata in Tessaglia.2 Dall’altra parte, a combattere per Troia c’erano anche i guerrieri di Ippotoo il Pelasgico, che veniva da Larisa.3 La probabile derivazione del nome di città Laris(s)a è dal toponimo egizio R-3ḥt, «Ingresso nelle terre fertili», che era probabilmente usato per Avari, la capitale degli Hyksos, situata nelle fertili terre del Delta orientale del Nilo.4 La concordanza semantica tra Laris(s)a e R-3ḥ è eccellente. Inoltre, l’epiteto omerico per le due diverse Larisai era eribolax (dal suolo profondo).5 Come fa notare Strabone, geografo del I secolo a.C. e d.C., tutte le principali Laris(s)ai greche erano situate su terreni alluvionali.6
Se adottiamo come ipotesi di lavoro le colonizzazioni degli Hyksos, è sorprendente notare che l’acropoli della Argo peloponnesiaca, città che si riteneva fondata da Danao e con la quale egli aveva molti nessi cultuali, si chiamava Larisa.7 Inoltre, in un’altra parte della sua Geografia, Strabone afferma che in greco argos significa «terra piatta».8 Ciò concorderebbe convenientemente con l’etimologia di Larisa da «Ingresso nelle terre fertili», nome della capitale degli Hyksos. Però, argos significava anche «velocità» e «cane» o «lupo», e tutti e due i concetti si riflettevano nella mitologia e nell’iconografia della città peloponnesiaca. Il significato nucleare della parola era «brillante» o «argento».9 Ciò concorda bene con >Inb ḥd, «Muro d’argento», il nome usato più di frequente per Memfi, capitale del Basso Egitto.10 Queste triplici connessioni tra Pelasgi, Larisa e Argo sono rafforzate dall’esistenza di un’Argo pelasgica nella regione delle due Larisai documentate in Tessaglia.11
Omero definiva «pelasgico» il grande e antico oracolo di Zeus a Dodona in Epiro, epiteto usato anche da autori successivi.12 I Pelasgi compaiono altrove nella lista omerica dei popoli cretesi, che includeva anche gli Achei, gli Eteocretesi, i Chidoni e i Dori.13 Esiodo – o forse Cecrope di Mileto – affermava che «tre tribù elleniche si stabilirono a Creta, i Pelasgoi, gli Achei e i Dori».14 Molto più tardi, Diodoro Siculo sosteneva che i Pelasgi si erano stabiliti a Creta dopo gli Eteocretesi ma prima dei Dori.15
La prima citazione, anche se non risale a Esiodo, il quale, secondo il modello antico, visse nel X secolo a.C., coincide con la lista omerica. In quest’ultima i Pelasgi erano distinti dagli Eteo o «veri» Cretesi, ritenuti non ellenici, forse anatolici, ma più probabilmente di lingua semitica.16 Inoltre, Omero non faceva alcuna menzione di Danai o Argivi a Creta. Questi fatti, assieme alla generale connotazione di «nativi» associata con il nome, darebbero plausibilità all’ipotesi che i Pelasgi fossero i primissimi abitanti di lingua ellenica o greca dell’isola. L’ordine di sequenza in Esiodo sarebbe quindi cronologico: i Pelasgi sarebbero arrivati nell’isola prima dell’invasione achea del XIV secolo e di quella dorica del XII. In entrambe le liste i Pelasgi sembrerebbero quindi equivalenti ai Danai.
Un ulteriore indizio che i Pelasgi cretesi fossero ellenici lo troviamo nel nesso, stabilito da diversi studiosi, tra Pelasgi e Filistei, i quali si insediarono in Palestina nel XII secolo a.C. In base a una vasta tradizione biblica, si riteneva che i Filistei fossero giunti da Creta. Si è di solito spiegata l’equazione tra *Pelasg e *Pelast postulando un’originaria occlusiva finale «pre-ellenica» che i Greci avrebbero udito come g e genti di lingua egizia e semitica come t. A parte i miei sospetti circa l’esistenza dei pre-Elleni, è assai difficile costruire una consonante a metà strada tra g e t.
C’è tuttavia un altro modo in cui è possibile associare le due parole. Nel 1951, Jean Bérard rafforzò i nessi tra esse richiamando l’attenzione sulla variante Pelasgikon/Pelastikon che si ritrova nel grande dizionario di Esichio del V secolo e nello scolio o commentario all’Iliade, XVI. 233.17 Tali varianti dimostrano che è possibile confondere le forme scritte di г e di T. Se, come sostengo altrove, l’alfabeto greco è stato in uso sin dal XV secolo a.C., un tale errore potrebbe spiegare non solo queste varianti testuali ma il nome stesso dei Pelasgoi, che potrebbe derivare da *Pelast, vocalizzazione ricostruita della forma cananea.18 (Lo sviluppo del nome Hebrides da un errore di lettura dell’originario Hebudes ci offre un’analogia.)19 Anche se la natura della lingua, o delle lingue, filistea è ancora assai incerta, le candidature più probabili sono quelle di lingue dell’Anatolia occidentale quali il lidio o il greco. Quest’ultimo sembra a me molto più probabile.20 Se c’è quindi un’equazione tra pelasgico e filisteo, che è possibile, e se i Filistei parlavano greco, che è probabile, ciò accrescerebbe ulteriormente la probabilità che i Pelasgi cretesi parlassero una lingua ellenica.
Come Omero, sembra che Esiodo ritenesse che ci fossero Pelasgi a Ftia in Tessaglia.21 E a suo parere essi esistevano anche in Arcadia, dove l’eponimo Pelasgo era definito autoctono.22 Nel VI o V secolo a.C., Acusilao definiva «Pelasgia» tutta la Grecia a sud della Tessaglia. Nel V secolo, Eschilo la estendeva sino a includere il Nord della Grecia.23 Nel frattempo, Erodoto aveva scritto diversi passi interessanti ma assai disorientanti circa i Pelasgi. Secondo lui, anche se avevano vissuto in tutta la Grecia, essi erano gli antenati soltanto degli Ioni e non dei Dori, che erano «Elleni». Egli sosteneva che la lingua pelasgica non era greca, fondando la sua ipotesi sull’osservazione che in due città dell’Ellesponto ritenute pelasgiche la lingua era straniera. Popoli come gli Ateniesi, che si riteneva fossero stati Pelasgi prima di diventare Elleni, avrebbero quindi cambiato lingua.24
Oltre ad Atene, i luoghi che Erodoto associava coi Pelasgi erano Dodona, la costa del Peloponneso e Lemno, Samotracia e tutto l’Egeo nordoccidentale.25 All’opinione di Erodoto sembrerebbe offrire sostegno la moderna scoperta a Lemno di una stele in una lingua che somiglia all’etrusco, e c’è inoltre ogni ragione di supporre che anche nelle città sull’Ellesponto da lui menzionate si parlassero lingue anatoliche.26
In generale, il quadro che Erodoto ci offre dei Pelasgi sembra assai simile a quello tracciato da Tucidide una generazione dopo. Secondo entrambi, i Pelasgi costituivano il grosso, se non la totalità, della primitiva popolazione della Grecia e dell’Egeo, e la maggior parte di essi furono gradualmente assimilati dagli Elleni.27 Secondo Erodoto, tale trasformazione si produsse dopo l’invasione di Danao, avvenuta, a suo parere, attorno alla metà del II millennio a.C. Egli afferma anche che le Danaidi egizie avevano insegnato ai Pelasgi – non agli Elleni – il culto degli dèi. Diodoro accenna che Cadmo avrebbe insegnato ai Pelasgi l’uso delle lettere fenicie.28 Inoltre, la tradizione secondo cui Cecrope, fondatore di Atene, sarebbe stato egizio era probabilmente corrente ai tempi di Erodoto. Nell’opera di quest’ultimo poi, malgrado egli affermi che gli Ateniesi, a differenza degli Argivi e dei Tebani, erano autoctoni, ossia aborigeni, si trova questo interessante passo:
Quando ciò che ora chiamiamo Grecia [Ellas] fu occupata dai Pelasgi, gli Ateniesi, popolo pelasgico, erano chiamati Kranaoi. Durante il regno di Cecrope, essi acquisirono il nome Cecropidi. Quando Eretteo successe a Cecrope, essi cambiarono il nome in Ateniesi.29
L’idea che i Pelasgi fossero la popolazione nativa, convertita a una maggiore grecità dagli invasori egizi, compare ancora più chiaramente nelle tragedie di Eschilo e di Euripide, scritte circa nella stessa epoca delle Storie di Erodoto. Secondo entrambi, i Pelasgi erano gli indigeni che Danao aveva incontrato e sopraffatto in Argolide:
Danao, padre di cinquanta figlie, giunto ad Argo prese dimora nella città di Inaco e in tutta la Grecia [Hellas] stabilì la legge che tutte le genti che sino allora si erano chiamati Pelasgi assumessero il nome di Danai.30
Per Eschilo i Pelasgi si identificano chiaramente con gli Elleni di poi, inoltre egli anacronisticamente definisce ellenici i costumi dei primi.31
Nel I secolo a.C e d.C, Strabone fece una compilazione di molte delle fonti sui Pelasgi, aggiungendovi una narrazione dettagliata di una migrazione pelasgica dalla Beozia all’Attica.32 Nel II secolo d.C., Pausania fa menzione di Pelasgi ad Atene, Corinto, Argo, in Laconia e Messenia, anche se si riteneva che questi ultimi fossero giunti dalla Tessaglia.33 Egli sottolinea tuttavia il nesso che esisteva tra questi e gli Arcadi. Pelasgo era ritenuto l’antenato degli Arcadi, e Pausania cita Asio di Samo, poeta del VI secolo: «E la terra nera produsse Pelasgo che eguaglia gli dèi».34
Quale senso si può trarre da questi riferimenti così disparati? Trovarvi una coerenza non è stato un problema soltanto per autori antichi come Erodoto o Strabone. La stessa difficoltà ha afflitto gli studiosi moderni. Come si esprimeva l’erudito ottocentesc...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Prefazione e ringraziamenti
  3. Trascrizione e fonetica
  4. Mappe e grafici
  5. Tavola cronologica
  6. Introduzione
  7. 1. Il modello antico nell’Antichità
  8. 2. Sapienza egizia e trasmissione greca dall’Alto Medioevo al Rinascimento
  9. 3. Il trionfo dell’Egitto nei secoli XVII e XVIII
  10. 4. Ostilità verso l’Egitto nel XVIII secolo
  11. 5. La linguistica romantica. Il sorgere dell’India e la caduta dell’Egitto. 1790-1880
  12. 6. Ellenomania, 1. La caduta del modello antico. 1790-1830
  13. 7. Ellenomania, 2. Trasmissione dei nuovi studi classici all’Inghilterra e affermazione del modello ariano. 1830-1860
  14. 8. Affermazione e declino dei Fenici. 1830-1885
  15. 9. La soluzione finale della questione fenicia. 1885-1945
  16. 10. La situazione nel dopoguerra. Il ritorno al modello ariano ampio. 1945-1985
  17. Conclusione
  18. Appendice. I Filistei erano greci?
  19. Note
  20. Glossario
  21. Bibliografia