Introduzione
Chi ascolta o legge la frase che abbiamo scelto come titolo di questo libro penserà immediatamente: “Non è possibile. Ci sono molte foto, filmati, monumenti, testimonianze, che mostrano l’esistenza di Hitler. Sta sui libri di storia, ne hanno scritto in molti, ha pubblicato un libro, il Mein Kampf, che ha venduto milioni di copie: non è possibile. Che Hitler non sia mai esistito, è una menzogna! Hitler è un fatto. Hitler è storia.”
E verrebbe, quindi, da rispondere: “Allora anche la Shoah è stata. Ci sono molte foto, filmati, monumenti, testimonianze, tante testimonianze che mostrano l’esistenza dei campi di sterminio. La creazione dei Lager sta sui libri di storia, ne hanno scritto in molti e tanti sopravvissuti hanno scritto libri, alcuni vendendo milioni di copie e altri no. La Shoah è un fatto. La Shoah è storia.”
La memoria è un processo neurologico che aggrega e organizza i segni di ciò che è accaduto, provvede a dare un senso culturale alla sequenza di eventi, fornisce connessioni e rapporti di causa-effetto che consentono visione e interpretazione. È soggettiva e interiore. La Storia sono fatti che esistono fuori di noi, pesano indipendentemente dalla nostra acquiescenza, contano senza la nostra approvazione, sono la dimostrazione di se stessi, non subiscono l’umore o la persuasione di coloro che li hanno vissuti o dei posteri.
Se è esistito Hitler, anche i diversi stermini voluti da Hitler sono esistiti. Perché allora si può anche non credere a questi, mentre non si hanno dubbi sull’esistenza di Hitler, noto proprio per il nazionalsocialismo? Può essere comprensibile che sia in atto una rimozione nel voler considerare reali le atrocità commesse dai nazifascisti. Ma volerle far diventare un falso storico, una falsa informazione, una propaganda dell’ennesimo complotto ebraico, delle sinistre e degli Alleati, è un atto politico. Una strategia politica, già messa in atto da tempo, proprio da quelle destre che, oggi, stanno non solo tornando alla ribalta, ma acquistano di nuovo seggi nei parlamenti europei. E un pericoloso potere che potrebbe trasformarsi rapidamente in un nuovo nazifascismo sostenuto dal suprematismo della razza bianca.
Partendo da diverse riflessioni sulla Shoah e sul modo di fare memoria, poiché il negazionismo e il revisionismo s’insinuano proprio sulla possibilità di fare memoria e sulla validità della memoria, questo libro vuole offrire spunti di critica e proposte.
Forse l’ampio discorso fatto sulla memoria non è stato così efficace o forse, involontariamente, può anche aver fatto il gioco che Hitler non sia mai esistito nel modo in cui è stato raccontato e descritto, come una delle più brutte pagine della storia dell’umanità. Diventa così poco comprensibile come mai per risolvere nuovi problemi e nuove crisi che la contemporaneità ci porta si cerchi di ricorrere a soluzioni come il nazifascismo, che già una volta la storia ha bollato come inumano, oltre che inefficace.
Questa memoria svuotata di senso, come se la memoria fosse un atto di cui doversi vergognare, questa memoria fatta di nulla e riempita di continue rimozioni, vicina alla memoria dei dolori, delle doglie che si dimenticano per far spazio a nuovi venuti e arrivati, potrebbe ancora una volta generare mostri di cui potremmo non avere più la possibilità di pentirci.
gli autori
Un particolare ringraziamento ad Alice Oxman, Donatella Orecchia, Marco Diani.
Il ritorno dei senza memoria
Furio Colombo
Fascismo e suprematismo
Siamo circondati, come in un incubo, da facce senza espressione a cui è stata cancellata la memoria.
Godono, a quanto pare, della libertà di non appartenere a nulla.
Non nel tempo, perché non hanno passato, non del presente che detestano, non del futuro, che negano.
Il territorio lo vogliono chiuso e impenetrabile in uscita e in entrata.
Ci devono essere muri e barriere (se possibile filo spinato a rasoio).
Infatti stanno sventando il progetto di un cambio di popolo. Si tratta di un grande complotto, neri (o mediorientali o messicani) al posto dei bianchi, sostituzione del sangue e spossessamento del popolo bianco e cristiano.
Ma loro non sono quel popolo. Loro sono i guardiani.
Il popolo sono gli spaventati, che accettano il terrore che li fa vivere sottomessi. Ciò si deve alla loro identità sproporzionatamente piccola rispetto a un mondo intollerabilmente vasto e diverso.
Volti che non conoscevamo prima e non dimenticheremo sono quello di Petra Lazlo, una giovane donna in jeans, addestrata a fare lo sgambetto quando un padre o una madre, con un bambino stretto tra le braccia, tentava di passare il confine ungherese (il sacro suolo) arrancando nel fango. Lo sgambetto di Petra faceva cadere a faccia in giù adulto e bambino, contando sul fatto che se hai un bambino in braccio, non puoi proteggerti.
Non dimenticheremo le immagini della ronda di Como, che è entrata in casa d’altri...