Leggere Freud. Dall'isteria alla fine dell'analisi
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Leggere Freud. Dall'isteria alla fine dell'analisi

  1. 212 pagine
  2. Italian
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Leggere Freud. Dall'isteria alla fine dell'analisi

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Dopo un secolo di studi sul grande viennese, Sergio Benvenuto guarda a Freud rinunciando a ogni schematismo di maniera: descrivere il sorgere stesso del pensiero freudiano come se esso accadesse ai nostri giorni.Una parte rilevante del libro è dedicata all'incontro del giovane Freud con le donne isteriche, quando, fresco medico, voleva ambiziosamente scoprire il segreto dei sogni e dell'isteria. Sono poi qui finalmente spiegate in modo non accademico alcune nozioni fondamentali della psicoanalisi, come quella di narcisismo, sublimazione, pulsione di vita e di morte, oltre che la teoria freudiana dei collettivi e dei capi, e il concetto di "fine analisi". Scritto in modo chiaro e scorrevole, ma senza banalizzazioni, questo testo apre le porte a una comprensione non di maniera del pensiero di uno dei pensatori più influenti e discussi dell'ultimo secolo.

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Informazioni

Editore
Orthotes
Anno
2019
ISBN
9788893141796
Argomento
Psicologia
Categoria
Psicoanalisi
Introduzione
In arte e in tutto, il commentatore è di solito più accorto e più
lucido del commentato. È il vantaggio dell’assassino sulla vittima.1
1. Come leggere Freud?
Un’indagine fatta anni fa tra tutti i libri delle discipline umanistiche e sociali del mondo mostra che solo Lenin, Shakespeare, Platone e la Bibbia sono citati più di Freud. Harold Bloom, nel famoso libro Il Canone Occidentale,2 ha inserito Freud nel suo elenco dei 26 scrittori più importanti di ogni tempo.
Quindi, leggere Freud è occuparsi di uno degli autori più noti e controversi al mondo. Del resto, quando un filosofo o uno storico o un saggista si misura con la psicoanalisi in generale, scrive di solito solo di Freud; gli altri caposcuola, come Winnicott, Klein, Bion, Kohut e altri, non vengono considerati (con l’eccezione di Jung e di Lacan). Di solito, scrivere su Freud è visto come assolutamente necessario ma anche come sufficiente per occuparsi di psicoanalisi.
Il modo in cui mi misuro qui con certi testi di Freud tiene conto di alcune letture di Freud che si sono succedute. In particolare, devo molto, oltre che a certe ricostruzioni storiche dell’uomo Freud,3 al modo in cui lo hanno letto Ludwig Wittgenstein,4 Bruno Bettelheim,5 Jacques Lacan e alcuni suoi allievi, Jean Laplanche, Jacques Derrida, Jean-Luc Nancy, Elvio Fachinelli, e altri ancora. Eppure ho cercato di compiere uno sforzo di ascesi, di mettere tra parentesi tutti questi approcci – il che non significa ignorarli o dimenticarli – per cercare di capire, con ricercata ingenuità, cosa Freud ha veramente detto (titolo di una famosa collana divulgativa di libri di decenni fa). Ho voluto svolgere una lettura il più possibile approfondita, fedele e libera.
La pretesa di leggere Freud con occhi e orecchi vergini cercando di intendere l’essenziale della sua scrittura, può muovere all’ilarità più di un lettore, in particolare chi si rifà al relativismo ermeneutico. Non esistono letture trasparenti di un testo, tanto più di un autore morto che non può più puntualizzare o correggere. Ogni autore, ogni epoca, legge “il classico” (possiamo considerare Freud un classico moderno) secondo proprie griglie date dai propri interessi, priorità, saperi, domande, pregiudizi, giudizi previ, del proprio tempo. Insomma, anche se possiamo leggere un testo con maggiore o minore rigore filologico, non possiamo leggere un testo del passato obiettivamente. La questione del “come leggere” un testo è una delle più complesse. Inoltre questa questione è interna alla psicoanalisi stessa, nella misura in cui l’analisi è una certa lettura della parola dei soggetti. La questione di come leggere oggi i testi psicoanalitici si embrica quindi alla questione di capire su quale tipo di lettura – o ascolto – la psicoanalisi si basa.
Non pretendo di proporre una lettura di Freud che si voglia più obiettiva delle altre. Punto semplicemente a quel che Wittgenstein chiamò übersichtliche Darstellung, rappresentazione perspicua, del testo di Freud. Egli intendeva per perspicuità la presentazione degli elementi a noi noti in un ordine illuminante, “parlante”. La rappresentazione perspicua «designa la nostra forma rappresentativa, il modo in cui vediamo le cose».6 Non è il risultato di un metodo, ma l’effetto di intuizioni.
Non la verità ultima dei testi, ma una maggiore perspicuità nella lettura di questi testi è ciò a cui miro. Ci possono essere più letture perspicue di un testo, ma certamente ci sono letture più o meno perspicue di un testo. La perspicuità è pluralista, ma è una qualità che può essere massimizzata.
Oggi si pubblicano opere di lettura di Freud essenzialmente per due ragioni: o per incensarlo oppure per demolirlo. Questa lettura non ha come obiettivo né l’una né l’altra cosa. Mirerà piuttosto a farci capire l’essenziale dell’impresa freudiana, per vedere fino a che punto questa ancora ci riguardi.
Siccome mi sono occupato di Platone per un periodo di tempo, ero solito dire che cercavo di leggere Platone come fosse un autore contemporaneo, e leggevo Freud come fosse un classico antico. Questo non per relegare lo studio di Freud a filologia accademica, e non per ridurre Platone a una sorta di attualità giornalistica, ma per stabilire una giusta distanza tra due autori classici, uno antico e l’altro moderno. Proprio facendo capire quanto le questioni che Platone affronta sono anche questioni di oggi, è possibile far emergere la sua distanza rispetto a noi; e proprio mettendo Freud alla distanza di un testo canonico condiviso lo si sottrae ai malintesi di una certa corriva contemporaneità, e lo si situa in una attualità simile a quella di Platone secondo la nostra lettura.
2. Il segreto dei sogni
A Grinzing, in un parco vicino Vienna, si trova una stele in marmo su cui è scritto:
Puoi supporre che un giorno una tavoletta di marmo verrà posta in questa casa, con inscritte queste parole: “In questa casa il 24 luglio 1895, il segreto dei sogni venne svelato al Dr. Sigm. Freud”? Per ora non vedo la cosa possibile.7
La casa a cui si riferisce è la villa di Belle Vue, oggi demolita. La stele fu posta nel 1963 proprio dove la villa si trovava.
Possiamo dire oggi che Freud ha svelato il segreto dei sogni, come pensava lui? Un freudiano di ferro, all’antica, lo affermerà senza esitazioni. Ma io non lo sono. È quel che mi separa dalla maggioranza dei freudiani delle varie scuole, per i quali Freud avrebbe detto una verità inoppugnabile. Ammiro Freud, ma ne vedo anche i limiti, diciamo così, storici. Se il lettore non accetta il taglio problematico, non “scolastico”, non fideistico, che la mia lettura di Freud ha, è meglio che non si impegni nemmeno a leggere questo libro. Così, per tornare al sogno, dirò che oggi – se guardiamo all’insieme delle ricerche scientifiche su di esso – il perché e il come dei sogni resta un mistero. Come resta un mistero il nostro bisogno di dormire. Nessuna delle teorie psico-neurologiche elaborate finora gode del consenso universale nella comunità scientifica. Sappiamo molte cose di più sui sogni di quante non ne sapesse Freud all’epoca, eppure ancor oggi nessuno sa perché gli umani – come tanti altri animali – sognano.
Se ci occuperemo qui delle interpretazioni freudiane dei sogni – e di varie altre cose – non è perché attribuiamo alla dottrina freudiana una validità scientifica indiscussa; ma perché questa dottrina ci appare più perspicua di altri approcci, anche scientifici, ai sogni. Il modo in cui Freud interpreta i sogni è utile, insomma, nella pratica clinica così come nella nostra introspezione. È solo una delle possibili prospettive sui sogni, ma è quella che mi convince di più quando interrogo un sogno. La perspicuità dell’approccio di Freud non è quindi da comparare alla verosimiglianza di una teoria scientifica, ma a quella di una concezione politica o pedagogica. Non dico a caso politica e pedagogica. Freud stesso aveva detto che la psicoanalisi è un’attività “impossibile”, al pari del governare e dell’educare.8 E come le teorie politiche ed educative sono più disposizioni etiche nei confronti della società e degli educandi che teorie esplicative, così la teoria freudiana è più un approccio etico specifico ai problemi umani che una teoria pienamente scientifica, ovvero falsificabile e corroborabile.9 Freud non ha scoperto il segreto dei sogni, ma si è servito dei sogni per far emergere segreti soggettivi.
3. A ciascuno il suo Freud
L eggo Freud ponendomi la domanda: che cosa è essenziale del pensiero e della pratica di Freud? Cercare di cogliere l’essenziale significa dare per implicita una gerarchia: in Freud, come in ogni dottrina importante, ci sono vari strati. Alcuni costituiscono una sorta di hard core della dottrina, altri invece sono meno centrali. Continuamente nell’attività didattica cerchiamo di cogliere l’essenziale, quando si tratta di spiegare ad altri una teoria scientifica o filosofica. Verso la fine di questo libro cercherò di enucleare in poche frasi quel che mi sembra l’essenziale dell’intero progetto freudiano.
Scommessa non facile, perché non c’è accordo su quel che in Freud è essenziale. Questo “essenziale” di Freud è così diverso a seconda delle letture, che spesso ci si chiede se in realtà tutti questi lettori stiano parlando dello stesso autore.
Contrariamente a quel che molti pensano, neuroscienziati tra i più illustri (tra gli altri, Gerard Edelman ed Eric Kandel) tengono in grande considerazione la teoria di Freud. Se non altro perché Freud10 fu il primo a descrivere, in un testo pubblicato postumo – chiamato Progetto di una psicologia scientifica – quel che in seguito verrà scoperto e formalizzato come rete neurale. Oggi tutti i neuroscienziati considerano il cervello un sistema di reti neurali che hanno proprio la struttura che Freud descrisse all’epoca senza alcun riscontro fattuale, lasciandosi condurre solo dalla visione elaborata dal suo genio. Uno di questi neuroscienziati prestigiosi è Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio. Più volte ha affermato pubblicamente che il modello di mente umana che lui trova più adeguato è quello freudiano, e così dicendo intende soprattutto la seconda topica freudiana – la tripartizione in Io, Quello, Oltre-Io. (Traduco con “Quello” il tedesco Es, e con “Oltre-Io” – piuttosto che con Super-Io – l’Über-ich di Freud. Spiegherò perché nel capitolo 4.) Evidentemente Rizzolatti considera la seconda topica l’essenziale del pensiero di Freud, o comunque quella parte che può essere presa a modello dalle neuroscienze. Ma per altri l’essenziale di Freud è altrove.
Lacan, ad esempio, che si è fatto promotore di un Ritorno a Freud in psicoanalisi, non respinge la seconda topica, ma vi si riferisce poco e la traduce nei termini del proprio sistema di pensiero. Per Lacan è più essenziale in Freud qualcosa che Freud non ha mai detto letteralmente ma che darebbe alla sua dottrina tutto il suo valore: che l’inconscio è strutturato come un linguaggio.
I teorici della object-relation, invece (a cominciare da W.R.D. Fairbairn) trovano più essenziale in Freud la sua idea di principio di piacere pensato sulla base di un modello idraulico; e perciò si dicono innovatori proprio su questo punto, in quanto per loro l’essere umano è invece un organismo che prima di tutto non cercherebbe il piacere ma l’oggetto. Molto diverso è ancora il modo in cui Jacques Derrida legge Freud11 – per lui non conta affatto la metapsicologia freudiana, ma un certo trattamento delle tracce psichiche. Altri – come Jean-Luc Nancy12 – vedono l’essenziale di Freud nel suo concetto di der Trieb, pulsione, ripensato secondo il suo significato tedesco proprio, come spingere in su, spingere in avanti, slancio, crescita, germogliare.
Posso anticipare che quel che indicherò come essenziale in Freud non corrisponde a nessuna di queste formulazioni.
4. La sessualità
Tutti gli enigmi del mondo ci sembrano lievi in confronto al segreto del sesso, minuscolo in ciascuno di noi, ma la cui densità lo rende più grave di qualsiasi altro.13
Ma la gente comune, i non specialisti, cosa pensano che sia essenziale in Freud? Credo che l’uomo e la donna della strada direbbero che Freud è quello che spiega tutto con la sessualità. Ora, si dà il caso che Freud considerasse questo aspetto – l’eziologia sessuale delle nevrosi e delle psicosi, per dirla in linguaggio appropriato – come davvero essenziale della ps...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio Collana
  3. Title
  4. Copyrights
  5. Indice
  6. Introduzione
  7. Uno - La nascita della tragedia: l’isteria
  8. Due - Il narcisismo
  9. Tre - Al di là del principio di piacere
  10. Quattro - Teoria dei legami sociali
  11. Cinque - Sublimazione
  12. Sei - Fine analisi
  13. Postilla
  14. Bibliografia
  15. Indice dei nomi