Agricoltura e contadini nella Cina d'oggi
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Agricoltura e contadini nella Cina d'oggi

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La Cina ha il sistema agricolo più grande al mondo: in termini di produzione, è al primo posto a livello globale, un risultato che è il frutto di oltre 200 milioni di piccole unità agricole. Questi agricoltori, a fronte di appena il 10% della superficie coltivata del pianeta, generano ben il 20% della produzione alimentare mondiale. L'agricoltura cinese si distingue anche per l'impressionante tasso di sviluppo: la produzione e la produttività sono cresciute andando di pari passo con uno straordinario alleviamento della povertà rurale. Ma su cosa si basa l'eccellenza dell'agricoltura cinese? Per rispondere a queste domande Jan Douwe van der Ploeg, esperto internazionale di agricoltura e società rurali, ha condotto un accurato lavoro sul campo, che gli ha consentito di entrare in contatto con le famiglie che compongono il tessuto della società rurale cinese e di studiare le loro forme di adattamento a una realtà in continua evoluzione. Questo libro presenta una descrizione vivida dei meccanismi usati dalle famiglie contadine per difendere il loro modo di vivere. Allo stesso tempo, riuscendo ad aumentare la produzione agricola e a migliorare la propria qualità della vita, i contadini cinesi stanno tracciando nuove strade per rispondere ai cambiamenti in atto. Il libro mette in luce l'importanza della politica agricola. Ma è anche un viaggio all'interno del paradigma dell'agricoltura contadina cinese che rappresenta un'importante alternativa al modello di modernizzazione dell'agricoltura occidentale.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788855220057
Argomento
History
Categoria
World History

VII. La reinvenzione dell’agricoltura contadina

Le iniziative statali e/o quelle di gruppi finanziari nazionali o internazionali stanno favorendo l’emergere di nuove tipologie di imprese agricole e di nuove forme di agricoltura in tutta la Cina. Ciononostante, i nuovi modelli di agricoltura emergenti sono perlopiù di natura fondamentalmente endogena: sono il risultato della reinvenzione dell’agricoltura da parte degli agricoltori cinesi. Tale reinvenzione, che è collegata alla scoperta della campagna come luogo che può generare redditi attraenti e alla formazione di nuove unità di produzione agricola, strutturate differentemente, comporta un riassetto delle interrelazioni tra migrazione della forza lavoro e agricoltura. Tutto questo, in un prossimo futuro, potrà avere un impatto significativo sulla società cinese.

1. Dai modelli di agricoltura tradizionali ai nuovi modelli agricoli.

L’appezzamento tipico del contadino cinese – nella configurazione assunta dagli inizi degli anni ottanta (dopo l’introduzione dell’Hrs)1 – consiste pressappoco di 5 mu di terreno coltivabile. Parte di questa superficie è destinata all’autoconsumo, ossia alla produzione degli alimenti necessari ai bisogni della famiglia contadina. C’è poi una coltura da reddito (a volte più d’una) che viene venduta in modo da generare degli introiti. Generalmente non ci sono confini netti tra le due coltivazioni. Attraverso il baratto, la coltura da reddito può essere trasformata in alimenti per la famiglia; mentre le eccedenze delle colture destinate ai bisogni familiari possono essere messe in vendita. Tutto dipende da una molteplicità di fattori che vanno dalle condizioni ambientali alla situazione familiare. Caratteristica costante, tuttavia, è che i ricavi sono di gran lunga insufficienti per soddisfare i bisogni della famiglia. In particolare, le cosiddette «grosse spese» (ossia quelle strettamente connesse alla riproduzione generazionale, come l’istruzione dei figli, la costruzione di una casa per il figlio, le sue nozze) non possono essere fronteggiate da questo modello di agricoltura tradizionale. Pertanto, gli uomini (e talvolta le donne) emigrano in cerca di lavoro allo scopo di garantirsi altre entrate. In genere, il reddito da lavoratore migrante costituisce la quota preponderante delle entrate familiari complessive, ma ciò non significa che l’attività agricola sia superflua. Al contrario, i ricavi derivanti dal lavoro agricolo, pur essendo senz’altro supplementari per la maggior parte delle famiglie contadine cinesi, sono nondimeno indispensabili. Non se ne può fare a meno. Quando sono gli uomini a emigrare (come avviene nella maggior parte dei casi), essi solitamente ritornano una o due volte all’anno per dare una mano nelle attività agricole più gravose; ma il loro ruolo è aggiuntivo, in quanto sono le donne a svolgere la gran parte dei lavori agricoli. Con l’avanzare dell’età, gli uomini cercano un lavoro più vicino a casa in modo da poter rientrare più frequentemente; e alla fine ritornano al villaggio per dedicarsi nuovamente all’agricoltura a tempo pieno.
Questo modello tradizionale sta per essere sostituito dall’emergere di un modello totalmente diverso. Nelle forme di agricoltura di recente sviluppo gli uomini ritornano molto prima ai villaggi, solitamente dopo 10 o 12 anni di lavoro come migranti (a un’età intorno ai trent’anni). Riportano a casa risparmi considerevoli, che investono nell’agricoltura. E si ripresentano nei campi non più con ruoli secondari, ma ora come attori principali. D’ora in avanti potranno ancora svolgere altre attività economiche, ma queste rivestiranno adesso una funzione supplementare, mentre l’agricoltura diventerà la principale fonte di reddito: un reddito che non sarà più esiguo, bensì ritenuto accettabile, se non buono o addirittura ottimo; quantomeno pari al reddito che può essere conseguito come lavoratori migranti. Alla base di questo fenomeno c’è una novità sostanziale: la riscoperta dell’agricoltura, e la sua conseguente riorganizzazione, come un settore nel quale si possono ottenere buoni redditi. Cruciale, in tal senso, è lo sviluppo di nuovi modi di fare agricoltura. L’agricoltura, ovviamente, esiste da sempre, ma adesso viene reinventata. Prima, il lavoro agricolo rappresentava unicamente una fonte di reddito supplementare; nell’agricoltura reinventata, genera il principale flusso di reddito. In aggiunta a questo, ci sono molte altre differenze (per una panoramica si veda la tabella 9), alcune delle quali verranno discusse più approfonditamente qui di seguito.
Tabella 9. Differenze tra i modelli di agricoltura classici e nuovi.
«Classica»
«Reinventata»
Percezione delle aree rurali
Luogo nel quale è impossibile ricavare un reddito soddisfacente.
Un’opportunità per generare un reddito soddisfacente.
Equilibrio tra lavoro migrante e agricoltura
Gran parte del reddito proviene dal lavoro migrante; le attività agricole sono complementari. Il lavoro migrante abbraccia pressoché l’intera vita produttiva dell’uomo ed è associato alla tipica ripartizione del lavoro tra uomini e donne: i primi svolgono le attività importanti, che generano reddito, le seconde svolgono le attività secondarie.
Il lavoro migrante consente l’accumulo di capitale per gli investimenti ed è inquadrato in un orizzonte temporale ridotto. Nell’agricoltura reinventata l’uomo e la moglie lavorano fianco a fianco.
Ruolo dell’uomo nell’agricoltura
Complementare
Centrale
Entità degli investimenti
Ridotta (e orientata alla riproduzione generazionale).
Strategica e di grandi dimensioni (e indirizzata alla produzione).
Integrazione in reti
Solo in reti che regolano il lavoro migrante.
In una vasta gamma di reti.
Identità
Contadino
«Contadino che si reinventa» (si veda figura 13).
Dinamiche
Prevalenza delle routine; dipendenza da innovazioni provenienti dall’esterno.
L’innovatività della produzione è essenziale.

2. Nuovi prodotti, nuove tecniche di produzione.

La ricerca di nuovi prodotti (e servizi) e di nuovi modi di organizzazione della produzione (nuove tecniche, nuove competenze e conoscenze ecc.) e/o di nuove modalità di connessione ai mercati sono elementi chiave in questa reinvenzione dell’agricoltura. Nel suo complesso, l’agricoltura cinese è stata sempre altamente diversificata (quantunque in misura diversa a seconda delle regioni). Ora, gli agricoltori sono alla ricerca di prodotti o servizi che abbiano un alto valore aggiunto unitario e che possano essere commercializzati in modo tale che questo alto valore aggiunto rimanga all’interno dell’azienda contadina.
Esempi sono la produzione specializzata di piante ornamentali, lo sviluppo di piccoli frutteti (mele, prugne ecc.), i vivai forestali per il rimboschimento, la produzione di uova da allevamento all’aperto, la costruzione di strutture agroturistiche, la trasformazione di prodotti agricoli in specialità più pregiate (ad esempio patate dolci in glass noodles), l’allevamento di bestiame per la riproduzione e l’introduzione di allevamenti di maiali e pollame in luoghi nei quali ancora non esistono. Tale ricerca riguarda anche le tecniche produttive (ad esempio l’irrigazione automatizzata, nuove forme di controllo dei parassiti e delle fitopatie, il potenziamento dei cicli dei nutrienti tramite l’agricoltura mista), nuove modalità di commercializzazione e nuove forme di cooperazione formale e informale. Attraverso questi nuovi prodotti e metodi, il volume potenziale dell’attività agricola può essere ingrandito in misura ragguardevole, e ciò avviene prevalentemente per fasi successive.

3. Ingrandirsi: che cosa significa?

La reinvenzione dell’agricoltura si sta traducendo in un considerevole incremento del volume economico, che a sua volta consente l’incremento dei proventi. Anche l’ammontare delle risorse utilizzate nelle nuove attività produttive si accresce. In termini di terra, tuttavia, il quadro è meno chiaro. Alcune delle nuove imprese agricole impegnano effettivamente più terra rispetto al passato, a volte anche parecchio di più. Ma altre riescono ad aumentare considerevolmente il volume economico senza un ampliamento delle superfici coltivate. È il caso, ad esempio, dei vivai forestali per il rimboschimento, delle aziende attive nella floricoltura, delle uova da allevamento all’aperto, delle attività di trasformazione, dell’agriturismo e di diverse altre attività. È una sfumatura non priva di rilevanza.
In Cina il tema della dimensione dell’impresa agricola è notevolmente dibattuto. Se giudicate attraverso la lente della «modernizzazione», le aziende contadine cinesi sono decisamente troppo piccole. Occorrerebbe ingrandirle considerevolmente in modo da consentire risparmi, investimenti e crescita. Secondo tale visione, un obiettivo primario delle politiche agricole dovrebbe essere quello di mettere gli agricoltori in condizione di accelerare l’accrescimento delle superfici coltivate. Al contrario, dagli esempi summenzionati si evince piuttosto un accrescimento del volume economico delle aziende contadine senza un incremento delle superfici: esse generano più valore aggiunto. L’aumento delle superfici coltivate...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. I. L’enigma dell’agricoltura cinese
  6. II. La circolarità dei rapporti tra città e campagna e la «pluriattività»
  7. III. L’uomo e la terra: organizzazione sociale dell’agricoltura
  8. IV. Sviluppo agricolo gestito dai contadini
  9. V. Traiettorie imprenditoriali?
  10. VI. Lo sviluppo di modelli agricoli capitalistici
  11. VII. La reinvenzione dell’agricoltura contadina
  12. VIII. I mercati
  13. IX. L’importanza dell’esperienza cinese
  14. X. Ricomporre il puzzle: una questione di paradigma
  15. Bibliografia