Lentini nell'età repubblicana
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Lentini nell'età repubblicana

Raccolta di brevi saggi storico-politici

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Lentini nell'età repubblicana

Raccolta di brevi saggi storico-politici

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I quattordici articoli, già pubblicati su Girodivite, e le tre appendici che compongono questo libro di Ferdinando Leonzio, ci raccontano, con abbondanza di particolari, le vicende politiche della Città di Lentini nel periodo dell'Italia repubblicana compreso fra il 1946 e il 2006.
Questo quadro della Lentini moderna, così ricco di personalità e di iniziative, di incontri e di scontri, di irresistibili ascese e di rovinose cadute, di epiche battaglie sociali e di sottili trame politiche, di eccellenti oratori e di suadenti ragionatori, sembra richiamarsi direttamente al più illustre del lentinesi, a quel Gorgia, che è il padre riconosciuto della filosofia sofistica e della retorica; le quali, com'è noto, allignarono nella realtà delle poleis greche del V secolo a. C. e trovarono il loro terreno naturale nelle assemblee cittadine, in cui molto influiva la forza della libera parola ai fini delle pubbliche decisioni. L'autore, supportato da una notevole mole di notizie derivanti da libri, giornali, documenti, manifesti, volantini, testimonianze orali ormai di difficile reperimento, ci consegna il quadro di una realtà politica ricca e vivace, meritevole di essere ricordata.

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Informazioni

Editore
ZeroBook
Anno
2019
ISBN
9788867111619

1 - Fascisti e socialisti a Lentini

Fascisti e socialisti/ giocavano a scopone;/ e i fascisti vinsero/ con l'asso di bastone
Maria Giudice
L’amministrazione socialista di Lentini capeggiata da Filadelfo Castro, scaturita dalla strepitosa vittoria (24 seggi su 30) nelle elezioni dell’autunno 1920, che avevano portato per la prima volta il PSI al governo della Città, non ebbe vita lunga né facile.
Dopo l’entusiastico esordio, già dall’anno successivo essa si vide il gruppo consiliare falcidiato dalle dimissioni dalla carica di coloro che avrebbero poi costituito il partito comunista (allora non esisteva l’istituto della surroga), mentre la minoranza nazionalista disertava sistematicamente i lavori del consesso civico, chiusa nel suo livore e rimuginante la sua vendetta.
E intanto anche in Sicilia e in provincia di Siracusa si manifestava, con sempre maggior vigore, la reazione agraria, sostenuta da nazionalisti e fascisti, i quali sempre più rimpolpavano le loro file, grazie all’adesione delle varie consorterie che per anni avevano fatto il bello e il cattivo tempo nelle amministrazioni locali. La violenza degli squadristi esplose con virulenza in occasione delle elezioni politiche del 15 maggio 1921 e proseguì nei mesi successivi.
L’occasione più ghiotta per infliggere un colpo mortale al socialismo lentinese si presentò il 25 maggio 1922, quando uno scoppio, avvenuto in una fabbrica di fuochi d’artificio, provocò la morte del proprietario, un socialista.
Il successivo 7 luglio furono arrestati due esponenti del movimento socialista, per fabbricazione non autorizzata di esplosivi e il primo cittadino Castro, quale mandante.
Il 10 luglio fu perciò tenuto, dalla trascinante oratrice Maria Giudice, un affollato comizio di solidarietà nei confronti degli accusati.
Durante il comizio la forza pubblica, essendo stati lanciati dei sassi contro di essa, che aveva caricato la folla, sparò. Alla fine dei tafferugli che ne seguirono, durati tutta la notte e a cui pare non siano stati estranei anche gruppi reazionari, rimasero sul terreno quattro morti e una cinquantina di feriti. Vi furono poi tredici arresti, fra cui quello della stessa Giudice, accusata di istigazione a delinquere ed eccitamento all’odio di classe.
A gestire l’amministrazione comunale rimase l’assessore anziano, il calzolaio Rosario Mangano, il quale potrà resistere solo pochi mesi.
Quando Castro e la Giudice uscirono dal carcere, nel 1923, completamente scagionati, il fascismo era già al potere dal 28 ottobre 1922, il Consiglio Comunale di Lentini era stato sciolto il 12 novembre 1922 „per impossibilità di funzionamento e per motivi di ordine pubblico“ e il Comune era stato commissariato.
Il Regio Commissario cav. rag. Angelo Polizzy impiegò gran parte del suo tempo a ricucire fra loro le varie anime della reazione locale (agrari, combattenti, nazionalisti, fascisti, liberalconservatori) per indurle a formare tutte assieme un’unica lista; la quale poi vinse le elezioni comunali del 2 dicembre 1923, anche perché era la sola in campo, essendo ormai state sbaragliate e disperse le organizzazioni del socialismo locale. Avevano votato 2260 elettori sui 6460 aventi diritto. I baroni e i borghesi medio-alti che ne facevano parte non mancarono di ringraziare il cav. Polizzy per la sua opera di ricucitura della variegata destra.
Nella seduta inaugurale del nuovo Consiglio Comunale, il Commissario, fra gli incessanti applausi dell’immenso pubblico che gremisce l’aula (così recita il verbale), espresse l’augurio commosso di chi, per più di un anno divise con animo trepido i vostri affetti, seguì i vostri sforzi e cercò, come poteva, di incorare sentimenti e ordinare volontà ed energie, perché ad un’elevata finalità di concordia e di proponimenti Voi, cittadini consapevoli di doveri e responsabilità... possiate dedicarvi alla nobile missione, alla nuova rielaborazione di valori.
Il Consiglio Comunale, per dimostrargli quanto particolarmente le persone dell’ordine gli siano grate per il fervore da lui speso per la composizione del partito vittorioso che oggi assume il potere e per il carattere eminentemente nazionale che egli ha saputo imporre al partito medesimo, all’unanimità gli conferì la cittadinanza onoraria di Lentini.
Sindaco venne eletto il farmacista Giuseppe Consiglio: egli allora non poteva sapere che sarebbe stato il primo e l’ultimo sindaco di Lentini dell’era fascista, poiché il regime, qualche anno dopo, abolirà quella carica, per sostituirla con quella, nominata dall’alto, di podestà., cui saranno attribuiti, tutti assieme, i poteri del sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale.
Un nuovo e ben più importante motivo per esultare il Consiglio Comunale di Lentini, lo trovò nella seduta del 25 maggio 1924, tenutasi quindi dopo circa un mese dalle famigerate elezioni politiche del 1924. Il civico consesso constatò come in quest’ora fulgente di luce e di entusiasmo, di gloria e di promesse è doveroso dimostrare, con segni tangibili, la gratitudine al nobile condottiero dei fascisti, al Presidente del Consiglio dei Ministri, che è riuscito a sollevare l’Italia dalla rivoluzione. Anima salda, cuore fervido, intelligenza prodigiosa, attività fenomenale: ecco i valori morali di Benito Mussolini, di questo gigante del pensiero e dell’azione.
Per cui, dopo avere espresso... salda fiducia nel Governo stesso e nel Suo nobilissimo capo, volontà decisa di amarlo, di seguirlo e di ubbidirgli oggi, domani e sempre per la grandezza della Patria, ad unanimità di voti, e per acclamazione, conferì a Sua Eccellenza Benito Mussolini, Presidente del Consiglio dei Ministri, la Cittadinanza onoraria di Lentini.
Un mese dopo fu rapito e ucciso a Roma, da una squadra fascista, il leader socialista Giacomo Matteotti, il quale, prima di morire, ebbe il tempo di mormorare ai suoi assassini: Voi potete uccidere me, ma l’idea che è in me non morirà!
Il concittadino Mussolini avrà occasione di venire a Lentini solo molti anni dopo, precisamente il 12 agosto 1937. Dovendosi recare da Catania a Siracusa, per presenziare all’inaugurazione delle rappresentazioni classiche, doveva, infatti, necessariamente passare da Lentini, che era allora appunto un passaggio obbligato per quell’itinerario.
Per l’occasione furono adottate misure severissime, per la sicurezza del Duce: strade transennate, controllo degli alberghi, dei forestieri che arrivavano in città e mille altre cautele. Per l’occasione – scrive il noto antifascista Natale Vella in un suo memoriale – Dieci giorni prima fummo arrestate circa quindici persone. Io, Marino, Castro, Santocono, Silvestro Motta, Martinez Francesco, Di Giorgio, Vinci, Pupillo ed altri di cui non ricordo i nomi.
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Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. 1 - Fascisti e socialisti a Lentini
  3. 2 - Lentini dal fascismo al socialismo: 1943-1946
  4. 3 - Lentini dal Socialismo al Comunismo: 1946-1952
  5. 4 - Fermenti politici e sociali nella Lentini rossa: 1952-1960
  6. 5 - Lentini e la nuova politica (1960-1964)
  7. 6 - La Lentini di Marilli (1964 – 1970) - prima parte
  8. 7 -La Lentini di Marilli (1970-1975) - seconda parte
  9. 8 - La Lentini postcomunista (1975-1980)
  10. 9 - Lentini tra la Balena Bianca e l'Elefante Rosso (1980-1985)
  11. 10 - Lentini e la liquefazione dei partiti (1985-1990)
  12. 11 - Lentini e la fine della Prima Repubblica (1990-1993)
  13. 12 - La Lentini di Raiti – parte prima (1993-1997)
  14. 13 - La Lentini di Raiti - parte seconda (1997-2002)
  15. 14 - Lentini dalla Storia alla Cronaca: 2002-2006
  16. Appendici
  17. Indice dei nomi
  18. Nota di edizione