La vera storia del Natale
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La vera storia del Natale

  1. 27 pagine
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La vera storia del Natale

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Perché il Natale si celebra il 25 dicembre? Perché è proprio la cometa, ritenuta in genere presagio di cattivo augurio in tutto il mondo antico, ad annunciare la nascita del Redentore? Perché la tradizione ci ha tramandato la figura di tre Re Magi mentre in realtà il Vangelo non specifica alcun numero? A queste e ad altre domande e curiosità risponde questo interessante testo di Francesco Cuteri che traccia la storia della più popolare delle feste cristiane.

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Informazioni

Anno
2011
ISBN
9788849832969

Per iniziare

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore di Siria Quirino. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret, e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria, sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo». (Luca 2,1-7)
Ed ecco ora l’Angelo rivolgersi agli impauriti pastori, intenti a vegliare di notte le proprie greggi:
«Non temete,ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia» (Luca 2,10-12)
L’evento si è compiuto.
Cristo è nato, è il giorno del Messia, e la buona nuova riecheggia tra monti e valli, nei campi, tra castelli, monasteri, case e capanne, a narrare, accompagnata dai ritmati e ripetuti rintocchi delle campane, l’inizio di una nuova storia, carica di speranze.
Nel lungo Medioevo ovunque si vive, con modalità diverse, la Santa Notte; anche oltre la maestosa cortina delle Alpi dove, seppur in un mescolarsi di parlate, si elevano con gioia le lodi al Signore.
Il Medioevo, anche in virtù della sua lunga durata, è un periodo di grandi contraddizioni e di forti differenziazioni, sia sociali che economiche, culturali e geografiche. Ma la Notte Santa è realmente una santa notte e il “miracolo” si compie ovunque, superando le barriere e gli impedimenti posti dalla fame, dalle paure, dalla povertà, dalle ingiustizie. Dappertutto si diffondono la gioia e la speranza ed è come se dal cielo giungessero, per essere immediatamente assimilate, nuove e sempre più intense energie.
Si allontanano così, in un abbraccio che diventa di corte, di città, di villaggio, di piazza o di isolate dimore, tutte le incertezze, e una nuova fiamma arde nel cuore, più calda e luminosa, una fiamma che riempie, anche laddove i mezzi per festeggiare appaiono materialmente limitati o dove, per fede, come in molti monasteri, si era scelto di rispettare le rigorose prescrizioni aggiungendo solo qualcosa in più al pranzo di tutti i giorni.
È come se ogni anno, per generare stupore, si ripresentasse in cielo quella cometa che, nella lontana notte di Betlemme, aveva rischiarato i cieli con la sua insolita e straordinaria scia luminosa.
Nel Medioevo tutto era religione e, come ha osservato il grande storico Jacques Le Goff, la civiltà medievale, in Occidente, è profondamente segnata dal concetto di Creazione. È una civiltà in cui le genti credono nel Dio della Genesi e sono consapevoli che il mondo e l’umanità esistono perché Dio, con un atto di grande generosità, l’ha voluto.
Tale consapevolezza, anche in riferimento all’Incarnazione, consentiva dunque di tracciare una storia che doveva necessariamente avere un “prima” ma che, con slancio, si proiettava nel “dopo”. Infatti, per l’umanità, il Dio fatto uomo ha sì rappresentato il compimento dell’antica promessa di salvezza ma ha anche attivato l’attesa dell’ora del suo ritorno, spezzando quella ciclicità che tanto era stata apprezzata nell’antichità e che in una certa misura era stata riassorbita dal calendario liturgico. La nuova rotta, più lineare e proiettata con forza verso un futuro che a molti, forse, poteva apparire incerto, era stata dunque tracciata e certo e ben saldo rimaneva il punto di origine. Infatti, così insegnava San Leone Magno:
Mentre noi adoriamo la nascita del nostro Redentore, scopriamo che con essa celebriamo la nostra origine. Infatti la nascita di Cristo è l’origine del popolo cristiano; il giorno natalizio del capo è anche il giorno natalizio del corpo.

Un po’ di storia

A guardare oggi all’indietro con gli occhi dello storico,a quei secoli che hanno caratterizzato le prime fasi del “dopo” appena richiamato, non tutto comunque appare chiaro.
Infatti, in merito alle origini della celebrazione del Natale, la festa più cara ai cristiani, molte cose sono ancora oscure e assai dibattute, anche se si è comunque orientati nel ritenere ch’essa sia nata a Roma verso la metà del IV secolo, quando i riti vennero solennizzati per iniziativa di papa Liberio a partire dall’anno 354.
Per quel che riguarda la scelta del giorno, il 25 dicembre, certamente influì, come vedremo meglio in seguito, il calendario romano che celebrava in quel giorno il natale del “sole invitto”. I cristiani della tarda romanità sovrapposero così alla festa pagana quella che celebrava la nascita del vero sole della giustizia, e della luce del mondo: Gesù Cristo.
La Chiesa dei primi due secoli non sembra aver conosciuto una festa della Natività e la prima commemorazione della nascita di Cristo che riconduce alla data sopra citata si trova nel più antico calendario della Chiesa di Roma a noi giunto, il Cronografo romano del 354: III kal(endas) ian(uarias). Natus Christus in Betleem Iudeae (“25 dicembre. Nacque Cristo a Betlemme di Giudea”). Ciò confermerebbe che, per celebrare la Natività, la data che ancora oggi noi utilizziamo si affermò solo a partire dalla metà del IV secolo. Per quel che riguarda le età precedenti, anche se non siamo in possesso di dati certi, possiamo supporre che tale ricorrenza risultasse poco diffusa e che addirittura in alcune aree geografiche venisse recepita e ufficializzata ben più in là del IV secolo, cosa confermata dal fatto che ancora oggi alcune Chiese cris...

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  1. Copertina
  2. Titolo
  3. Colophon
  4. La vera storia del Natale