1. La figura di Israel Kirzner
Israel Mayer Kirzner è nato a Londra il 13 febbraio del 1930. Si trasferì poi in Sud Africa, cominciò i suoi studi universitari a Città del Capo, terminando al Brooklyn College dove finì il bachelor in arts/BA nel 1954 e un MBA nel 1955. Kirzner voleva inizialmente studiare business e contabilità e dovendo scegliere un corso opzionale, andò in biblioteca, cominciò a consultare tutti i libri di tutti i professori dell’università e notando che Mises era il professore che aveva scritto più libri, decise di seguire il suo corso1. Fortemente catturato dalle teorie dell’austriaco, decise poi di intraprendere un dottorato, alla New York University, proprio sotto il suo coordinamento, che completò nel 1957 con la pubblicazione di The economic point of view. Oggi Kirzner è uno dei pochi esempi di immobilità accademica degli Stati Uniti, essendo professore emerito alla NYU.
Il principale contributo di Kirzner è sicuramente la sua teoria dell’imprenditorialità, come alertness alle opportunità di profitto non ancora notate e sfruttate, la quale ha dato anche molti spunti sulla teoria del processo di mercato, alla teoria dell’impresa, al dibattito sull’acquisizione della proprietà e quindi a quello sulla moralità del profitto.
Kirzner tenta di coniugare Mises e Hayek, sviluppando una teoria che, oltre ad unire le visioni dei due autori, ha anche contribuito all’avanzamento della Scuola Austriaca. Come, infatti, nota Binenbaum2, Kirzner parla di un’imprenditorialità misesiana e di un apprendimento hayekiano.
Kirzner è stato una tra le figure più importanti della rinascita della Scuola Austriaca, negli anni 70’. Non solo per i suoi contributi metodologici e teorici, che includono scritti di metodologia, di teoria del capitale, di processo di mercato, di imprenditorialità, di etica, di politics, di policys, di teoria dello stato, sul liberalismo e sul socialismo, ma anche per i suoi sforzi organizzativi, e per aver promosso conferenze, corsi e curato libri3.
1. L’IMPORTANZA DI KIRZNER NEL DIBATTITO CONTEMPORANEO
Quando anche un sociologo come Richard Swedberg, non troppo vicino alle posizioni di Kirzner, riconosce l’importanza di questo autore, il fatto sembra degno di nota e denso di valore. Swedberg infatti rileva come Kirzner sia ormai entrato nel dibattito mainstream, citato in tutta la letteratura scientifica e come sia un autore a cui “dover” far riferimento: “modern accounts of entrepreneurship usually add a section on Schumpeter’s theory; they typically also contain a discussion of the works of a few other individuals, such as Israel Kirzner. More complete versions add something about the works of the two founder of neo-Austrian economics, Friedrich von Hayek and Ludwig von Mises”4. La stessa cosa nota Baron, quando rileva che “spetta a Kirzner (dopo Schumpeter) il merito di aver riportato in primo piano la figura dell’imprenditore in quanto fulcro dell’attività economica”5. Tayler Cowen sostiene addirittura che “Israel Kirzner’s Competition and Entrepreneurship, which outlined a systematic theory of entrepreneurship, is arguably the most influential text in the last thirty years of the Austrian school”6. Non si può certo convincere tutti, ma far parlare di sé sembra già una importante prova di notorietà, importanza e influenza, tanto da essere citato regolarmente e quasi “d’obbligo”.
Swedberg insiste, e dopo aver elogiato l’importanza del business reale da cui i teorici dovrebbero apprendere, sostiene che “one should also try to ferret out the practical implications of the economic theories of entreprepreneurship. The neo-Austrian school of entrepreneurship also seems promising in this respect. It deserves to be pointed out that one of the most suggestive theories of entrepreneurship that has emerged within the business community [...] has its roots in Ludwig von Mises’s works and what Israel Kirzner has added to this”7. Si nota così ancora una volta l’importanza pratica e concreta delle questioni teoriche di Kirzner, il quale, tra i tanti autori austriaci, viventi e non, è qui l’unico ad essere direttamente accostato al più importante pensatore della tradizione austriaca.
Ogni scuola di pensiero, nonostante le diverse posizioni interne tra i differenti autori, si fonda sempre su alcuni personaggi chiave. Nel caso della Scuola Austriaca, questi sono sicuramente Carl Menger, Ludwig von Mises, Friedrich von Hayek, Murray Rothbard e Israel Kirzner. L’inglese è l’unico ancora vivente e già entrato nella storia del pensiero, già considerato il più grande autore vivente della scuola, il ponte tra i classici del passato e i possibili sbocchi futuri. In questo senso, Peter Boettke considera Kirzner non solo il più importante, ma il miglior economista della Scuola Austriaca moderna8.
Inoltre, se la Scuola Austriaca si divide oggi in due correnti, Kirzner è sicuramente e unanimemente riconosciuto come il leader di una di queste due, quella hayekiana, oggi quindi hayekiana-kirzneriana, la corrente della George Mason University.
L’impatto delle opere di Kirzner è forte ed ampio. È sicuramente l’autore austriaco contemporaneo che più ha fatto conoscere questa scuola di pensiero all’esterno, e che più ha influenzato altre correnti. Il suo stesso contributo all’approfondimento di molte questioni è considerato da molti altri autori di estremo interesse.
Nel 2006 Kirzner è stato insignito dell’International award for entrepreneurship and small business research, ed è stato definito “uno dei più forti critici e con più voce in capitolo della preoccupazione neoclassica per i risultati di equilibrio”9, laddove “uno dei suoi più grandi contributi è stato quello di portare la Scuola Austriaca più in linea con quelle mainstream”. Il suo lavoro “ha avuto ampie conseguenze. Infatti, sebbene il corpo principale dell’opera di Kirzner sia stato rivolto all’imprenditorialità, egli si è avventurato anche in numerosi altri campi, quali la metodologia dell’economia, il ruolo del policymaker, la giustizia economica e la libertà”. Quello di Kirzner è un intervento di rottura, tanto che “molte delle questioni che Kirzner solleva sulla metodologia, sulla politica pubblica e sulla giustizia, sono assenti nel framework neoclassico. Ma la teoria dell’imprenditorialità di Kirzner cambia il punto di riferimento. Così facendo, non si cambiano solo le risposte ma anche le domande sollevate. Dalla prospettiva di Kirzner, la questione della libertà, della giustizia e di una società corretta sono cruciali per la comprensione della realtà”.
Viene confermato quanto detto precedentemente, cioè che “Israel Kirzner è il più importante membro contemporaneo della Scuola Austriaca […] è diventato il leader di quella che è stata chiamata la “rinascita austriaca” (Gloria-Palermo 1999)”10. “La Scuola Austriaca e Israel Kirzner offrono un quadro di riferimento per analizzare molti problemi che non possono essere trattati quando si usa una scatola degli attrezzi neoclassica”11 normale, maggioritaria e mainstream. “Kirzner segue la tradizione austriaca nel suo scetticismo verso il coinvolgimento del governo nel mercato. Ma la sua difesa della libertà va perfino più in profondità”12.
Ma “il contributo più importante di Kirzner potrebbe essere il fatto che egli ha reso la Scuola Austriaca intellegibile agli altri scienziati. Allineando il pensiero austriaco al neoclassicismo, le questioni e i problemi sono diventati visibili a un pubblico molto più ampio”. Inoltre “Kirzner non ha solo contribuito all’interno della discipline economiche di queste scuole di pensiero, ma ha influenzato il campo in un senso più generale dell’economia”. Eppure si riconosce che seppur noto e citato, Kirzner non è riuscito a convincere i filoni mainstream delle proprie teorie e le sue proposte non sono state integrate13; più modestamente, però, ricercando e pubblicando “in un linguaggio con il quale le scuole mainstream possono relazionarsi, ha anche reso evidente importanti fallacie della teoria neoclassica”.
1. Intervista di I. Kirzner a Austrian economic newsletter, Mises Institute, Auburn Alabama, Usa, 1992.
2. E. Binenbaum, “Kirzner’s core concepts”, in G. Meijer, (ed.), New perspective in Austrian economics, London, Routledge, 1995.
3. P. Boettke, Israel Kirzner, Nomos, 1987; K. Vaughn, Austrian economics in America. The migration of a tradition, Cambridge, Cambridge University press,1998.
4. Swedberg R., Entrepreneurship: The Social Science View. Oxford University Press, 2010, pp.13-14.
5. Baron H. e Passarella M., Competition without equilibrium. The “entrepreneurial discovery” in Austrian economic theory, Online at http://mpra.ub.unimuenchen.de/28505/ MPRA Paper No. 28505, posted 29. January 2011, p. 15
6. Cowen T., “Entrepreneurship, Austrian Economics, and the Quarrel Between Philosophy and Poetry”, The Review of Austrian Economics, 16:1, 5–23, 2003, p. 1.
7. Swedberg R., Entrepreneurship: The Social Science View. Oxford University Press, 2010, p. 23.
8. P. Boettke, Israel Kirzner, Nomos, 1987; K. Vaughn, Austrian economics in America. The migration of a tradition, Cambridge, Cambridge University press,1998.
9. R. Douahn, G. Eliasson, M Henrekson, “Israel M. Kirzner: an outstanding Austrian contributor to the economics of entrepreneurship”, Small Business Economics, 2007, 29, p. 213.
10. Ibidem, pp. 214-215.
11. Ibidem, p. 216.
12. Ibidem, p. 219.
13. Infatti gli autori si chiedono “l’imprenditore di Israel Kirzner è stato integrato con successo nella teoria neoclassica? La risposta è no”, R. Douahn, G. Eliasson, M Henrekson, “Israel M. Kirzner: an outstanding Austrian contributor to the economics of entrepreneurship”, Small Business Economics, 2007, 29, p. 222.
2. Il dibattito sull’imprenditorialità*
1. AZIONE E FUNZIONE IMPRENDITORIALE TRA KIRZNERIANI E ROTHBARDIANI
La letteratura scientifica sull’imprenditorialità ha trovato vigore e si è moltiplicata dopo i contributi di I. M. Kirzner e soprattutto dopo la sua opera principale Competition and Entrepreneurship del 1973, che diventa così il principale testo di riferimento (pro o contro che sia) cui nessun altro autore s...