Produzione e produttività

Sull'"effetto Ricardo"

Friedrich A. von Hayek

• Editore: IBL Libri
• Anno: 2015
• ISBN:
  9788864402376
• Argomento: Economia
• Categoria: Teoria economica

David Ricardo sosteneva che macchine e lavoro sono in continua competizione, perché un aumento dei salari spinge i capitalisti a sostituire il lavoro con le macchine. Friedrich A. von Hayek chiama "effetto Ricardo" la serie di reazioni causate dal mutamento del rapporto tra macchine e lavoro nelle decisioni d'investimento.Per il grande economista austriaco, la domanda aggregata non è la chiave per la comprensione dei problemi del ciclo economico. La domanda di beni di consumo non determina automaticamente i beni capitali che servono a produrre i beni finali richiesti. Ciascuno dei possibili fornitori di macchine investe solo sulla base di specifiche attese di profitto; e una medesima domanda di beni di consumo può essere soddisfatta con differenti volumi d'investimento.Hayek paragona il complesso processo della produzione a un flusso, nel quale la consistenza dei vari affluenti non è determinata dalla domanda finale, ma dalla struttura dei prezzi relativi dei differenti fattori produttivi. L'economia è un mondo di scarsità relative: non ci sarà mai l'età dell'oro, o l'abbondanza di tutte le cose.

L’effetto Ricardo

Macchine e lavoro sono in competizione continua e spesso le prime non possono essere usate finché non aumenta il costo del lavoro.

David Ricardo

1 – In un recente saggio sulle fluttuazioni industriali, esordivo citando «la ben nota tesi di Ricardo che un aumento dei salari indurrà i capitalisti a sostituire il lavoro con le macchine»;{135} così facendo, m’illudevo di poter discutere su quella base, in termini più familiari e facilmente condivisibili, un argomento che era da tempo al centro del mio interesse. Le molte critiche suscitate da quel saggio hanno fatto svanire quell’illusione;{136} e un riesame della precedente letteratura sul tema ha messo in luce una situazione piuttosto singolare: benché approvata e utilizzata da numerosi scrittori, da quando è stata formulata la prima volta da Ricardo,{137} questa tesi pare non sia mai stata spiegata in modo adeguato. In particolare, benché essa sia fondamentale per le discussioni sull’interesse, contenute nelle opere di Böhm-Bawerk, Wicksell e Mises, nessuno di questi autori la sviluppa in tutte le sue implicazioni. I frequenti quanto brevi riferimenti, presenti in altre opere recenti{138} di teoria generale, che sembravano confermare l’idea che essa fosse largamente accolta, a un attento esame dimostrano di essere non solo inadeguati, ma anche basati su un modo di ragionare difettoso. Sebbene fosse quasi considerata un luogo comune negli studi empirici sull’influenza degli alti salari sull’impiego di macchine, invano cercheremmo in essi una discussione ragionata.{139} In tempi recenti la trattazione relativamente più ampia è quella contenuta in alcune pubblicazioni tedesche.{140} Ma quando qualche anno fa in Inghilterra il prof. Hicks usò quell’espressione in un capitolo della sua Theory of Wages, Shove, recensendo quell’opera, formulò quella che è diventata l’opinione tipica – secondo la quale, finché il tasso d’interesse rimane invariato, una variazione complessiva dei salari influenza i costi di produzione dei vari metodi produttivi nella stessa proporzione (cosa innegabile), e quindi (ma questa deduzione non è corretta) non può alterare i loro vantaggi reciproci;{141} il successivo rifacimento dell’intero capitolo in cui appariva il brano criticato, effettuato dal prof. Hicks, ha dato poi l’impressione di un abbandono della contesa.{142} Ancora più recentemente Kaldor, in un articolo su cui si dovrà tornare in seguito, pur accettando il principio, mostrava di restringerne la validità a condizioni piuttosto speciali.{143}

La proposizione di Ricardo ha un’importanza che va ben oltre il particolare contesto in cui è stata usata nelle recenti discussioni. Non sorprende che quelli che la respingono totalmente sembrino nello stesso tempo incapaci di dare un significato al concetto di una data e limitata offerta di capitale reale,{144} perché è mediante quest’effetto [“effetto Ricardo”] che in definitiva si farà sentire la scarsità di capitale reale, per quanto il tasso d’interesse possa essere molto influenzato da fattori puramente monetari; ed è mediante quest’effetto che il volume d’investimento dovrà essere infine adattato a un livello compatibile con la domanda di beni di consumo. La proposizione, quindi, è parte essenziale della teoria elementare della produzione. Se ciò è vero, l’assenza di accordo su questo punto dimostra quanto sia ancora lunga la strada per arrivare a chiarire il netto, e apparentemente inconciliabile, dissidio tra gli economisti sui problemi più complessi delle fluttuazioni industriali; e quanto sia urgente la necessità di tentare un’esposizione più ampia del ragionamento su cui la proposizione si regge.

Si tenterà qui di esporre l’argomento in termini tali da renderlo il più possibile indipendente dagli aspetti controversi della teoria del capitale, e senza una diretta applicazione ai problemi delle fluttuazioni industriali, al di là di (1) una generale accentuazione degli effetti di breve periodo piuttosto che di lungo periodo, e di (2) una concentrazione sull’effetto di un ribasso piuttosto che di un rialzo dei salari rispetto ai prezzi dei prodotti, perché proprio sotto quest’aspetto quel principio sembra particolarmente rilevante nell’analisi delle crisi industriali. Per distinguere i vari elementi della proposizione, il problema sarà affrontato per gradi. La prossima sezione sarà dedicata alla spiegazione dei concetti usati e all’esposizione del principio generale, a partire da ipotesi che ci permetteranno di trascurare il tasso d’interesse monetario. Dopo che il principio generale sarà così fissato, nella sezione 3 si discuterà dei modi concreti con cui è verosimile che questo influenzi la domanda d’investimento. Nella sezione 4 sarà studiata la reciproca azione tra l’effetto Ricardo e il tasso d’interesse sui prestiti monetari, ed essa sarà inizialmente discussa sulla base di ipotesi, relative all’offerta di credito, che sono approssimativamente vicine alla realtà. Nelle sezioni 5 e 6, lo stesso problema sarà considerato a partire dall’ipotesi di un’“offerta di credito perfettamente elastica”; ipotesi molto irrealistica, che però arricchisce le questioni teoriche di notevole interesse. Nell’ultima sezione saranno aggiunte considerazioni che risulteranno essenziali per qualsiasi tentativo di verificare statisticamente il teorema.

2 – La proposizione qui sintetizzata come effetto Ricardo asserisce che una generale variazione dei salari rispetto ai prezzi dei prodotti modifica la convenienza relativa delle diverse industrie o metodi di produzione, che impiegano lavoro e capitale (“lavoro indiretto”), in proporzioni differenti. Nella sua formulazione originaria, essa afferma che un aumento generale dei salari rispetto al prezzo dei prodotti non riduce la redditività delle industrie o dei metodi che impiegano relativamente più capitale, fino al punto in cui riduce la redditività di quelle industrie che impiegano relativamente meno capitale. Qui ci interessa più la proposizione inversa, secondo la quale una generale discesa dei salari rispetto ai prezzi dei prodotti causa l’effetto opposto.{145}

Una generale variazione nel rapporto tra salari e prezzi del prodotto può essere causato da una variazione generale nei prezzi del prodotto, da una variazione generale nei salari, o da un cambiamento nel sapere tecnologico o nelle quantità fisiche degli altri fattori disponibili, che modificano la produttività del lavoro. Mentre qualcuna di queste variazioni può servire al nostro scopo come variabile indipendente, non dobbiamo, naturalmente, considerare allo stesso modo le variazioni nella produttività del lavoro, che sono la conseguenza delle variazioni nel rapporto tra capitale e lavoro impiegati, perché questo rapporto è la variabile dipendente del nostro problema.

Il particolare tipo di cambiamento, che ci servirà ad illustrare il teorema, è un generale aumento dei prezzi dei prodotti finali (o beni di consumo, d’ora in poi brevemente denominati “merci”), mentre supponiamo che i salari monetari rimangano costanti (e quindi scendano rispetto ai prezzi delle merci). Supporremo che questo aumento dei prezzi sia dovuto a una crescita della domanda, causata da un aumento dei redditi percepiti nella produzione di beni d’investimento, ed eccedente la misura in cui l’output di merci può essere velocemente aumentato. Supporremo inoltre che gli imprenditori si attendano che i prezzi delle merci, almen...

Indice dei contenuti

• Titolo pagina
• Nota del curatore
• INTRODUZIONE
• L’ordine di mercato, di Biagio Muscatello
• Opere citate da Hayek nei tre saggi sull’“effetto Ricardo”*
• PROFITTI, INTERESSE E INVESTIMENTO
• Prefazione a Profits, Interest and Investment and other Essays on the Theory of Industrial Fluctuations*
• Profitti, interesse e investimento
• L’EFFETTO RICARDO
• L’effetto Ricardo