Cristalli di storicità
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Cristalli di storicità

Saggi in onore di Remo Bodei

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Cristalli di storicità

Saggi in onore di Remo Bodei

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Informazioni sul libro

In questo libro, colleghi e amici di Remo Bodeine ripercorrono l'opera filosofica restituendoun quadro articolato e affascinante che si presenta come una vera e propria introduzione al suo pensiero.
Nei suoi numerosi libri, Remo Bodei non separamai la dimensione storica dalla dimensione teoretica,e il suo pensiero si struttura in cristalli di storicità,ossia in "formazioni concettuali dovute al depositarsie strutturarsi di eventi e idee nel tempo, chesi modificano certo, ma secondo determinatemodalità formali".
Arricchisce il volume un'ampia e aggiornatabibliografia di Remo Bodei.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788878857322

PER UN’ONTOLOGIA DEL BELLO
Umberto Curi 1

Introducendo il saggio sulle forme del bello2, Remo Bodei invita a seguirlo in un “avventuroso viaggio di scoperta”, allo scopo di “liberarci dai più tenaci pregiudizi”3. Si tratterebbe di non arrendersi di fronte a quelle che possono sembrare evidenze innegabili, reagendo a quello che non dovrebbe essere considerato alla stregua di un destino ineluttabile, vale a dire il “triste sacrificio dell’intelligenza”4. Proviamo a verificare più analiticamente da quali tenaci pregiudizi può liberarci il percorso tracciato da Bodei, e in secondo luogo che cosa emerge dall’avventuroso viaggio di scoperta da lui compiuto. Ovviamente, mi limiterò ad una ricognizione molto parziale e puramente enunciativa, senza d’altra parte rinunciare a indicare alcuni aspetti problematici.
Cominciamo dai pregiudizi. Il primo è che il riconoscimento della problematicità della nozione di bellezza, il fatto che una definizione largamente condivisa di ciò che è bello si dimostri ardua se non impossibile, debba necessariamente condurre a far coincidere il bello con ciò che piace o non piace soggettivamente. A questo riguardo, mentre si dimostra lucidamente avvertito dalle aporie connesse con ogni tentativo di definizione univoca della bellezza, Bodei non rinuncia a cercare un percorso alternativo, rispetto al mero scacco della ragione.
Il secondo e più importante dei pregiudizi di cui sbarazzarsi è quello secondo il quale il bello sia inscindibilmente connesso all’arte, fino a identificarsi senza residui con essa, e che di conseguenza la riflessione sul bello segua le alterne vicende che riguardano le trasformazioni intervenute nell’arte, lungo una parabola che conduce fino all’affermazione del brutto nell’arte contemporanea.
Infine, un terzo, e non meno tenace, pregiudizio – ampiamente diffuso nel senso comune, non meno che nella stessa comunità dei filosofi – consiste nel ritenere che la riflessione filosofica sul bello rientri nelle attribuzioni di quella forma specializzata di indagine, disciplinarmente circoscritta, che è l’estetica, e non riguardi invece, o non coinvolga, l’interrogazione filosofica in senso pieno, come indagine sulla verità.
Da questa sorta di preliminare, e irrinunciabile, pars destruens, Bodei fa poi discendere l’indicazione in positivo di ciò che emerge dall’“avventuroso viaggio di scoperta” preannunciato in premessa. Provo a indicare almeno alcuni fra i principali temi emergenti da questa esplorazione, con l’auspicio che il carattere schematico e rapsodico della perlustrazione non conduca a un fraintendimento delle tesi sostenute da Bodei. Sottolineo inoltre che, nel ripercorrere il cammino da lui indicato, farò emergere anche alcune mie personali convinzioni, non sempre, o non totalmente, coincidenti con la posizione dell’Autore.
Per cominciare, affrontando subito una questione di fondo: il bello non ha a che fare con l’arte, e men che meno con l’estetica, non foss’altro per la millenaria distanza cronologica fra la riflessione sulla bellezza in età classica (già a partire da Platone), e la ben più recente formalizzazione dell’estetica come disciplina, risalente come è noto alla prima metà del 1700. Interrogarsi sul bello, già agli albori del pensiero occidentale, vuol dire non proporsi una questione “tecnica” specifica, ma piuttosto porre nella sua interezza il problema della verità, nei modi diversi con i quali esso compare già alle origini della tradizione culturale alla quale apparteniamo.
In particolare, nella cultura greca arcaica, il termine kalós – che abitualmente traduciamo con bellezza – non aveva originariamente un significato “estetico”. Ad esempio, la poetessa Saffo parla di kalé s...

Indice dei contenuti

  1. NAVIGATIO VITAE-Emilio Carlo Corriero e Federico Vercellone
  2. Understanding myself Remo Bodei
  3. Realismo della contraddizione versus idealismo della regolaMassimo Mori
  4. PAURA E SPERANZA-Piergiorgio Donatelli
  5. ORDO AMORIS, ORDO VOLUNTATIS-Emilio Carlo Corriero
  6. «Moi-même, mais réussi».Immaginare le vite degli altri1Alfredo Ferrarin
  7. ALIENATI O IMBECILLI? Maurizio Ferraris
  8. Dimenticare la nostalgiaLe forme del belloFederico Vercellone
  9. PER UN’ONTOLOGIA DEL BELLO-Umberto Curi 1
  10. A lezione dalle coseBodei, il suo stile filosofico e il suo insegnamentoBarbara Carnevali
  11. Alla ricerca del tempo che non è mai statoSergio Givone
  12. Se ora la civetta è sola-Michelangelo Bovero
  13. Hegel e il tramonto della Bildung-Un omaggio a Remo BodeiGianluca Garelli
  14. Friedrich Hölderlin e la filosofiaPer una revisione del canone a partire da Sul tragicoLaura Anna Macor
  15. Rispecchiamento imperfettoAdorno e HeideggerMauro Bozzetti
  16. BIBLIOGRAFIA DI REMO BODEI