Storia del Partito Liberale Italiano
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nella Prima Repubblica

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Il libro ricostruisce la storia del Partito liberale italiano dal secondo dopoguerra sino al suo scioglimento, nel 1994. Le vicende del partito sono inquadrate nel più ampio contesto della storia politica e sociale italiana. Ampio spazio viene dato al dibattito culturale interno al partito liberale, dalla concezione crociana di "pre-partito", alla visione di Einaudi del liberalismo, all'idea di una "terza via" proposta dalla sinistra liberale, al concetto di "libertà nuova" di Malagodi, al lib-lab degli ultimi anni.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788849861396
Argomento
History
Categoria
World History

Note

Verso il primo congresso del dopoguerra
1. «La Rivoluzione Liberale», n. 31, 6 settembre 1925. La rivista è ora interamente disponibile online grazie al Centro Studi Gobetti.
2. Come nota Grassi Orsini: «non si è dato sufficiente rilievo al ruolo che Benedetto Croce ha avuto come uomo politico e statista malgrado egli sia stato senatore per quarantatré anni; due volte ministro, in periodi particolarmente critici della vita nazionale, e dirigente di partito ai più alti livelli». Cfr. F. Grassi Orsini, Croce e il Partito Liberale, in I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica, vol. II, a cura di G. Berti, E. Capozzi e P. Craveri, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010, pp. 579-659. Al Croce politico, nel 2002, il Senato della Repubblica ha dedicato un convegno, con interventi di Girolamo Cotroneo, Piero Craveri, Gennaro Sasso e Fulvio Tessitore. Cfr. Bendetto Croce e la nascita della Repubblica, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003.
3. B. Croce, Taccuini di guerra, Adelphi, Milano 2004, p. 44.
4. Ibidem.
5. Cfr. A. Iannazzo, Il liberalismo italiano del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, Cap. III; F. Grassi Orsini, Riaprire il cantiere: i liberali italiani dalla crisi del regime alla ricostruzione del partito (1925-1946), in «Ventunesimo Secolo», vol. IV, n. 8/2005, pp. 13-64. Con la caduta del fascismo, tutta l’Italia liberale cominciò ad attrezzarsi al ritorno della democrazia. Ne è una bella testimonianza il diario di E. Carandini Albertini, Dal Terrazzo. Diario (1943-1944), il Mulino, Bologna 1997.
6. L’appunto di Croce, perché solo di un appunto si tratta, è stato pubblicato per la prima volta da «Il Mondo», con il titolo Croce politico, nel numero del primo marzo del 1966, nella seconda pagina. Grazie alle attività del Centro Pannunzio, una copia dello scritto è oggi reperibile anche su internet.
7. Cfr. R. Pallini, Vita organizzativa e diffusione territoriale del Pli (1944-1946), in I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica, vol. I, a cura di F. Grassi Orsini e G. Nicolosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008, pp. 109-130.
8. Cfr. F. Stagno, La stampa liberale. Dal crollo del fascismo al 1948, in I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica, vol. I, cit., pp. 131-157.
9. Sulla storia e rilevanza del giornale, si veda G. Nicolosi, “Risorgimento liberale”. Il giornale del nuovo liberalismo. Dalla caduta del fascismo alla Repubblica (1943-1948), Rubbettino, Soveria Mannelli 2012.
10. B. Croce, Taccuini di lavoro, 1906-1949, 6 volumi, Arte Tipografica, Napoli 1987-1992, 1 luglio 1947, 6° vol., p. 137.
11. Ivi, 13 agosto 1943, 4° vol., p. 438.
12. In maniera sicuramente eccessiva, Croce giunse a definire il fascismo una «parentesi» nella storia italiana: «Che cos’è nella nostra storia una parentesi di vent’anni? Ed è poi questa parentesi tutta storia italiana o anche europea e mondiale?». B. Croce, Scritti e discorsi politici (1943-1947), vol. I, Laterza, Roma-Bari 1973, pp. 56-57.
13. Croce scrisse sull’epurazione parole chiare: «Superfluo dire a voi che bisogna, anzitutto, resistere a un impeto che è in molti, di vendetta, perché la vendetta ha questo di proprio che è tutt’insieme cattiva e stupida, e danneggia chi la compie ben più di chi la soffre». B. Croce, Intorno ai criteri dell’epurazione, in Scritti e discorsi politici (1943-1947), vol. I, cit., p. 45.
14. B. Croce, Scritti e discorsi politici (1943-1947), vol. II, Laterza, Roma-Bari 1973, p. 199.
15. Su Marcello Soleri, si veda A.G. Ricci, I liberali al governo, in I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica, vol. I, cit., pp. 387-400. Ricordiamo che fu Soleri, come ministro della Guerra nel governo Facta, a scrivere il proclama dello stato d’assedio di fronte al pericolo fascista, poi non firmato dal re.
16. M. Soleri, Per il risanamento finanziario dell’Italia. Milano 1945, i tascabili di Palazzo Lascaris, Torino 2013, pp. 13-14.
17. Su Corbino, si veda, ad esempio, M. Affinito, Epicarmo Corbino, in I liberali italiani dall’antifascismo alla Repubblica, vol. II, cit., pp. 747-767. Più oltre, ritorneremo su Corbino e sul difficile rapporto che ebbe con il Partito liberale.
18. Le considerazioni finali sono state ripubblicate a cura di P. Barucci. Cfr. L. Einaudi, Considerazioni finali della Banca d’Italia, Treves, Milano 2008.
19. B. Croce, Taccuini di lavoro, 1...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Sinossi
  3. Profilo biografico dell'autore
  4. Colophon
  5. Prefazione
  6. Verso il primo congresso del dopoguerra
  7. La controversa svolta monarchica
  8. Dalla riunificazione liberale a Malagodi
  9. L’opposizione al centrosinistra
  10. Il lib-lab e gli ultimi anni
  11. Note
  12. Indice