A lezione da Darwin
eBook - ePub

A lezione da Darwin

Per capire chi siamo

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

A lezione da Darwin

Per capire chi siamo

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Due secoli fa nasceva Charles Darwin. Lo scienziato inglese fu sicuramente un rivoluzionario, non fu tanto il concetto di evoluzione in sé, di cui Darwin si rivela più erede e diffusore anziché ideatore, quanto l'idea di cambiamento come necessità incessante, biologicamente benefica e connaturata all'esistenza. È allora opportuno riflettere su Darwin due secoli dopo la sua nascita, a maggior ragione osservando che lo sviluppo della teoria dell'evoluzione si rivela irriducibile a ogni piano progressista e consolatorio. È irriducibile all'ideale di una scienza che muove su percorsi lineari, perché i suoi principi confutano gli affidamenti più radicati del pensiero occidentale; all'idea della benevolenza del creato, del suo ordine e del progetto supremo, così come all'illusione che la natura possegga una struttura prevedibile con un percorso interpretativo, dunque di possibile controllo e dominio, pienamente rintracciabile. L'attualità del pensiero di Darwin attraverso un organico saggio introduttivo dell'autore e una piccola antologia del suo pensiero (da L'origine della specie e L'origine dell'uomo, Viaggio di un naturalista intorno al mondo, il manoscritto Darwin-Wallace).Enzo Ferrara è ricercatore presso l'Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino. Collabora con le riviste "Lo Straniero" e "Una Città" occupandosi di educazione in campo scientifico e di divulgazione per i problemi di ambiente, salute e inquinamento

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a A lezione da Darwin di Enzo Ferrara in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Biological Sciences e Evolution. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788863570588

Cap. V: Sviluppo delle teorie evoluzioniste

Il mistero dei misteri, la sostituzione delle specie estinte con altre.
John F. W. Herschel, 1836
Dopo la presentazione alla Linnean Society, poiché Wallace lo aveva costretto a rompere gli indugi, ed essendosi pubblicamente sbilanciato sulla questione, Darwin si affrettò a preparare un manoscritto che gli permettesse di difendere le sue teorie nel miglior modo possibile. Preparò così un “riassunto” di alcune centinaia di pagine che costituì Lorigine delle specie. Questa fu probabilmente una grande fortuna, perché Darwin in precedenza aveva in mente di pubblicare diversi volumi che nella forma integrale sarebbero stati molto più difficilmente assimilabili. Il testo finale uscì pubblicamente il 24 novembre 1859, costava 15 scellini e andò immediatamente esaurito: tutte le 1250 copie stampate furono richieste dai librai quel giorno stesso. La seconda edizione risale già al gennaio del 1860. Durante l’esistenza di Darwin il libro fece registrare sei edizioni, con successivi cambiamenti e revisioni per rispondere alle critiche che progressivamente venivano avanzate. L’origine delle specie è una pietra miliare fra le opere di scienza, un libro interamente leggibile anche dai profani, rimarchevole per l’ampiezza di argomenti che porta a sostegno delle proprie tesi così come per la capacità di prevenire le critiche di possibili oppositori. È l’opera che ha rivoluzionato ogni settore delle scienze biologiche e umane. Fra le sue righe non si ritrovano, semplicemente raccolti uno per uno, particolari fenomeni delle scienze naturali: il discorso esprime in modo esplicito le ragioni delle teorie evoluzioniste, con una concisione e una chiarezza sorprendenti, soprattutto in confronto con le pubblicazioni scientifiche di quel periodo. Ancora oggi, a due secoli di distanza, la lettura de LOrigine delle specie in particolare, e della maggior parte dei testi di Charles Darwin in generale, è un’esperienza tonificante, da consigliare soprattutto ai giovani studenti delle facoltà scientifiche.
Da alcuni esperimenti che ho condotto ultimamente, ho osservato che i passaggi delle api sono necessari per la fertilizzazione di alcuni tipi di trifoglio; solo i calabroni però visitano il trifoglio rosso (Trifolium pratense), perché le altre api non possono raggiungere il nettare. Per questo ho pochi dubbi sul fatto che se il genere dei calabroni si estinguesse, essendo molto raro in Inghilterra, le viole del pensiero e il trifoglio rosso diventerebbero introvabili o scomparirebbero completamente. Il numero di calabroni in ogni territorio dipende in gran parte dal numero di topi di campagna, che distruggono i loro favi e i loro nidi; e il signor H. Newman, che ha studiato a lungo le abitudini dei calabroni, sostiene che “più dei due terzi di essi sono ogni anno in questo modo sterminati in tutta l’Inghilterra”. Ora, il numero di topi è fortemente dipendente, come tutti sanno, dal numero di gatti; e il signor Newman afferma, “vicino ai villaggi e alle piccole città ho trovato nidi di calabroni in quantità più elevata che altrove, cosa che attribuisco al numero di gatti che cacciano i topi”. Per cui, è molto probabile che la presenza di felini in gran numero in una regione possa determinare, attraverso l’intervento, prima dei topi, e poi delle api, la distribuzione di alcuni fiori in quella regione.
L’origine delle specie, I edizione, 1859, p. 38 [traduzione dell’autore]
Si confronti il pragmatismo, quasi banalizzante, del ragionamento di Darwin con l’inconcludenza che traspare dal passaggio seguente del geologo e biochimico James Dwight Dana, antievoluzionista nonostante una lunga e calorosa corrispondenza epistolare con Darwin, considerato il più grande naturalista americano dell’Ottocento171:
L’intero piano della creazione ha un chiaro riferimento all’uomo come fine e coronamento del regno animale, e quindi alla presente condizione del globo, come al suo stato più eccellente. è quindi ovvio che la progressione della Terra da una condizione più calda a una più fredda implicò necessariamente la progressione da specie inferiori a specie superiori […]. Le specie precedenti erano di tipo inferiore non perché la Mano Creatrice fosse debole, bensì per la ragione che i tempi, ossia la temperatura e condizione del globo, erano esattamente adatti in ogni caso, alle specie prodotte, e quindi il progresso del piano della creazione richiedeva esattamente tali sviluppi […]. Il procedere del piano della creazione […] era in accordo con la legge del […] progresso dal semplice al complesso, dall’unità comprensiva alla molteplicità attraverso successive individuazioni.
James Dwight Dana, Science and the Bible, 185618
La visione di Dana è una forma confusa di iperselezionismo creazionista, l’idea che tutte le strutture siano state progettate al momento opportuno per uno scopo preciso, che costituì la visione scientifica ancora dominante per gran parte del secolo XIX, derivata dal mito dell’armonia naturale. Conviveva, in quest’immagine di natura interamente finalizzata, anche un tentativo di critica ai limiti del metodo analitico portato avanti dall’illuminismo:
Ma questo modo di procedere [il metodo analitico] tipico dei nostri spiriti forti è una prova evidente della loro debolezza che, non riuscendo ad abbracciare più oggetti insieme, tenta di ridurli a uno solo, il quale a sua volta finisce per sfuggire loro.
Bernardin de Saint-Pierre, Harmonies de la nature, 1814, p. 104
La natura ha annerito l’estremità della coda degli ermellini siberiani affinché questi piccoli animali, che sono tutti bianchi, camminando l’uno dietro l’altro sulla neve, dove lasciano a malapena l’impronta delle zampe, possano avere un punto di riferimento nella semi-oscurità delle lunghe notti del Nord.
Il melone si presenta come già suddiviso in fette perché è stato fatto per essere consumato in famiglia; il cocomero, essendo più grosso, può essere diviso coi vicini. Di solito i cani sono di due colori opposti, l’uno chiaro e l’altro scuro, affinché, in qualunque parte della casa si trovino, possano essere scorti sullo sfondo dei mobili, col cui colore altrimenti si confonderebbero. Ovunque siano, le pulci si buttano sui colori chiari. Questo istinto è stato dato loro perché noi possiamo catturarle più facilmente.
Bernardin de Saint-Pierre, Harmonies de la nature, 1814, e Études de la nature, 178419
È la visione del dottor Pangloss, brillantemente messa in satira da Voltaire nel Candido, scritto a metà del secolo precedente, cento anni prima de LOrigine delle specie: il mondo non è necessariamente buono, ma rimane sempre il migliore possibile.
È dimostrato – diceva – che le cose non possono essere altrimenti: poiché, tutto essendo fatto per un fine, tutto è necessariamente per il fine migliore. Notate che i nasi sono fatti per reggere gli occhiali, perciò abbiamo degli occhiali. Le gambe sono visibilmente costituite per calzare brache, e infatti abbiamo delle brache. Le pietre sono state formate per essere tagliate e costruire castelli, perciò monsignore ha un bellissimo castello. Il maggior barone della provincia deve essere quello alloggiato meglio; e i maiali essendo fatti per essere mangiati, mangiamo carne di porco tutto l’anno. Di conseguenza, coloro che hanno affermato che tutto è bene hanno detto una corbelleria, bisognava dire che tutto è per il meglio.
Voltaire, Candido o l’ottimismo, Einaudi, Torino 2006, p. 4
Il problema di fino a quando sia bene rimanere fedeli alle certezze del passato di fronte all’accumularsi di evidenze che sembrano contraddirle, e quando invece abbracciare con slancio le idee nuove è il dilemma più interessante e importante di ogni autobiografia intellettuale. Il momento in cui si colloca la decisione di abbandonare le vecchie “sicurezze” traballanti segna infatti “il confine fra competenza e genio, o fra ragionevolezza e debolezza”20. Come pochi altri, Darwin fu capace di leggere la realtà naturale in termini radicalmente differenti dalla maggior parte dei suoi contemporanei mettendo insieme in un unico quadro coerente ritrovamenti, osservazioni e scoperte di diversi campi delle scienze naturali. Intuì, inoltre, che le sue argomentazioni sarebbero state recepite e accolte solo se presentate in modo consono agli schemi di pensiero tradizionali. La sola impostazione pedagogica dei suoi scritti ne giustificherebbe l’insegnamento. La struttura intera de L’origine delle specie è un’attenta risposta al problema di come trasformare la controversia apertasi sull’origine e la diversità delle specie viventi, come sull’ipotesi evoluzionista, in un invito a ripensarci sopra, da un punto di vista differente.
Vi erano tre grandi aspetti ampiamente dibattuti che caratterizzavano le scienze della vita prima di Darwin: la diversità delle specie, le relazioni fra le diverse specie e la loro capacità di adattamento. Darwin fornì per ognuno di questi fenomeni spiegazioni razionali tuttora accettate fra i biologi. Il problema della similarità fra le specie dei mammiferi, o fra le diverse specie di insetti, prima di Darwin veniva affrontato ricorrendo a spiegazioni teologiche o filosofiche con dinamiche di ragionamento simili a quelle sopra riportate. La soluzione proposta da Darwin fu che questi problemi fossero in relazione secondo una progressione evolutiva: le specie si somigliano perché condividono antenati comuni, così come tre fratelli si somigliano perché hanno gli stessi genitori. Su tempi lunghi, le specie si differenziano le une dalle altre grazie a un processo di lenta, graduale mutazione durante il quale le vestigia del comune antenato rimangono di solito visibili. Infine, tutte le forme di vita devono essere fatte risalire a uno o pochi antenati originali, le cui fattezze definiscono ciò che dovrebbe corrispondere ai limiti di base della vita stessa.
Per analogia mi spingerei oltre, esattamente fino a credere che tutti gli animali e le piante discendono da un qualche prototipo. Ragionare per analogia potrebbe condurre a considerazioni ingannevoli. Tuttavia, tutti gli esseri viventi hanno molto in comune nella loro composizione chimica, le loro vescicole embrionali, la loro struttura cellulare e le loro modalità di sviluppo e riproduzione (...). Dovrei perciò dedurre, per analogia, che probabilmente tutti gli esseri mai vissuti su questa terra potrebbero discendere nella loro totalità da una qualche primordiale forma in cui la vita è stata in origine instillata dal Creatore.
L’origine delle specie, I edizione, 1859, p. 484 [traduzione dell...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Cap. I: Perché Darwin
  3. Cap. II: Il giovane Charles
  4. Cap. III: Appunti di viaggio
  5. Cap. IV: Il manoscritto Darwin-Wallace
  6. Cap. V: Sviluppo delle teorie evoluzioniste
  7. Cap. VI. Biopolitica e natura umana
  8. Cap. VII: Darwin e Dio
  9. Conclusioni