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Tra Linguospecificita e universalita
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Il tema del presente lavoro nasce da un'eterna domanda che ha una portata enorme per la nostra concezione della natura della lingua e dell'uomo: il pensiero è linguospecifico? È condizionato dal linguaggio? In altre parole: esiste un pensiero puro pre-linguistico che poi "si riveste" di una lingua o di un'altra, oppure il pensiero è in una lingua sin dall'inizio e senza la lingua non avrebbe mai potuto non solo essere espresso ma forse nemmeno nascere? La lingua, che ad un certo punto ci siamo accorti di conoscere, che è stata acquisita inconsapevolmente mentre facevamo le nostre prime esperienze del mondo e che nessuno sa da dove arrivi, attribuisce alle cose un certo ordine, le unisce in gruppi (i pomodori, le gonne, le sedie), e in classi di oggetti (verdura, vestiti, mobili) o eventi. E non si sa se saremmo riusciti ad orientarci nella molteplicità delle cose del mondo senza i suggerimenti che ci dà la lingua, senza quel modo di classificare e astrarre l'universale dal particolare a cui ci educa, e che tra l'altro non è uguale fra le lingue. Il tema della nostra ricerca nasce dunque da queste domande
Tratto dall'Introduzione
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