Trading meccanico
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Trading meccanico

Strategie e tecniche non convenzionali su Azioni, Opzioni, Future, Forex

  1. 272 pagine
  2. Italian
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Trading meccanico

Strategie e tecniche non convenzionali su Azioni, Opzioni, Future, Forex

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Il libro si rivolge al trader e all'investitore che vuole approcciare i mercati finanziari con regole meccaniche. In particolare sono descritte e spiegate, in modo preciso e rigoroso, alcune strategie operative su Azioni, Opzioni, Forex e Future. L'opera approfondisce diversi temi fondamentali come l'analisi della robustezza di una strategia di trading, la gestione del rischio e il money management. Descrive inoltre due strategie decisamente interessanti, solitamente utilizzate da Hedge Fund, come gli Short Strangle con Difesa Meccanica sul Future e lo Spread Trading Meccanico sulle Commodities basato sulle stagionalità. Il lettore è pertanto guidato, passo dopo passo, alla scoperta di differenti metodologie di trading che sono state codificate dall'autore e che, nel corso degli anni, si sono dimostrate efficaci. Ogni capitolo riporta infine diversi esempi reali e alcuni codici in formato Easy Language che possono essere immediatamente utilizzati dal lettore.

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Informazioni

Editore
Hoepli
Anno
2015
ISBN
9788820369873

PARTE I

Le fondamenta del Trading Meccanico

CAPITOLO 1

Un approccio meccanico al trading

Nell’introduzione di questo libro ho fatto alcune premesse molto importanti su come ho scelto di approcciare l’operatività sui mercati finanziari: la maggior parte dei lettori di un libro salta l’introduzione, ma sono sicuro che tu non sei fra questi e che ne hai altresì colto quegli elementi che sono alla base delle tecniche che verranno descritte nei capitoli successivi.
Se un’operatività ha funzionato negli ultimi 10 anni, non hai comunque la certezza che continuerà a funzionare in futuro, anche se è un buon inizio.
Se un’operatività non ha mai funzionato negli ultimi 10 anni, è improbabile che inizi a funzionare proprio adesso che hai deciso di iniziare a seguirla.
Per sapere se un’operatività ha funzionato bene negli ultimi 10 anni devi poterla testare (quello che in gergo si chiama backtest), e per farlo essa deve basarsi su regole predefinite, codificate in maniera tale da non lasciare spazio a interpretazioni soggettive: è così che, nell’introduzione di questo libro, abbiamo definito un’operatività “meccanica”. Accanto alla possibilità di testare una propria idea di trading, approcciare i mercati in questo modo ci offre altri vantaggi:
1.la replicabilità: la codifica è il primo passo verso la replicabilità. Se non puoi codificare in regole come stai facendo trading, è probabile che ciò che stai facendo non sia replicabile da altri; ma, soprattutto, potrebbe non esserlo a lungo neppure per te. E questo ci porta al secondo vantaggio di un approccio meccanico al trading, ossia il monitoraggio.
2.Il monitoraggio: ciò che si basa su regole può essere facilmente controllato e monitorato. È più semplice effettuare analisi a posteriori, per capire se esistono spazi di miglioramento; ma, soprattutto, puoi coglierne molto più facilmente i primi segni di un degrado delle prestazioni che possano condurti a decidere di sottopesarla, fino a inibirla. È abbastanza intuitivo comprendere che “fare un tagliando” a un trading system è più semplice che “fare un tagliando a se stessi”, soprattutto in quei momenti di completo disorientamento, dovuti all’incapacità di guadagnare come si era riusciti a fare in passato.
3.L’emotività: se tutto è già codificato e “deciso a tavolino”, non ti troverai a dover prendere decisioni discrezionali su che cosa fare in un contesto molto carico emotivamente, come quello in cui il mercato si è girato contro la tua posizione. Se hai già predefinito che cosa fare in ogni possibile scenario, e questo modo di gestire la posizione è stato premiante tanto nei backtest che hai effettuato, quanto nell’operatività reale che hai condotto finora, allora dovrai solo attenerti al piano prestabilito. Non dico che sarà sempre facile farlo: potrai sicuramente prevenire molti degli errori che un trader commette in questi momenti, ma ci saranno situazioni in cui attenersi al piano (o vedere un trading system farlo al posto tuo) non sarà facile e si renderà necessaria una certa dose di fiducia nel sistema meccanico che stai seguendo.
4.L’affiancare diverse operatività: quante cose riesci a fare nello stesso momento? Dipende da ciò che ti viene chiesto di fare e dal time frame su cui stai operando. Assicurarsi che una decina di ordini già impostati in piattaforma vengano eseguiti in maniera corretta non è la stessa cosa che osservare contemporaneamente dieci grafici, su diversi strumenti, analizzandone i book, in attesa di vedere una configurazione grafica favorevole per entrare in posizione. Allo stesso modo, trovandosi in posizione su una decina di strumenti contemporaneamente, non sarebbe semplice conservare la lucidità per decidere quale sia il momento migliore per uscire su ciascuno di essi. Approcciare i mercati in maniera meccanica ti permette di affiancare diverse operatività nello stesso momento, anche se effettuate su time frame molto stretti, grazie alla possibilità offerta da molte piattaforme di automatizzare la fase di esecuzione dell’ordine.
Nessun trader conosce il risultato della prossima operazione: se così fosse, basterebbe fare “all in” come a poker e, con una sola operazione, ritirarsi milionari. Analogamente, lanciando una moneta, nessuno può sapere se nel prossimo lancio uscirà testa o croce. E non posso neppure “pretendere”, lanciando la moneta quattro volte, di ottenere due volte testa e due volte croce. Lanciandola cento volte, invece, è probabile che la distribuzione dei risultati ottenuti sia ugualmente suddivisa fra testa e croce. A differenza del lanciatore di monete, il trader impiega unicamente operatività che hanno un edge (un vantaggio) statistico, ma anche la migliore strategia di trading può attraversare fasi caratterizzate da sequenze di operazioni negative (così come lanciando la moneta può capitare di incorrere in una sequenza di risultati “testa” consecutivi). La maniera migliore per superare queste fasi è quella di affiancare diverse operatività, seguendo dei criteri per la selezione su cui torneremo nel proseguo del libro.

“TRADING IS A BUSINESS”. PROFESSIONISTA 0 IMPRENDITORE DEL TRADING?

Chi non ha mai sentito (o letto) la frase: “Trading is a Business”? O l’invito ad approcciare il “trading come un’attività imprenditoriale”? O a fare “trading come un professionista”? Ma cosa distingue un imprenditore da un professionista? La risposta è: “L’organizzazione della propria attività, del capitale e del lavoro di altri, sotto forma di impresa.”
L’imprenditore, solitamente, assume un’obbligazione di risultato; il professionista un’obbligazione di mezzi (quindi presta un’opera intellettuale la cui remunerazione non è legata al risultato che il cliente è riuscito a conseguire, ma a una sua diligente esecuzione). Adesso invito a chiedere a voi stessi: state facendo trading come un professionista o come un imprenditore?
Se trascorrete la giornata davanti a un monitor alla ricerca di precisi setup, sulla base dei quali aprire nuove posizioni, passando in rassegna decine di grafici ed effettuando analisi discrezionali che ci portino a decidere se entrare su una nuova posizione o se chiuderne una esistente, siete dei professionisti del trading.
È con questa immagine che tutti abbiamo iniziato a fare trading e, in tutta franchezza, è anche quello che ho fatto per diversi anni. Se siete fisicamente in forma e in sintonia con il mercato, oltre che avere maturato l’esperienza necessaria, si producono anche risultati interessanti; ma è indispensabile sviluppare sistematicità, disciplina, e pazienza. Intere giornate passate a cercare dei setup di ingresso, senza trovare nulla di buono, è una delle prove più ardue da superare, perché per sopravvivere sui mercati è perentorio evitare l’errore di entrare comunque in posizione “per sfinimento”, anche senza le condizioni ideali per farlo. Finché arriva un giorno nel quale ciò che hai fatto finora non ti riesce più così bene come prima. È come se avessi perso quella sintonia con il mercato che avevi avuto fino a poco tempo fa: o sei cambiato tu o è cambiato il mercato, ma in entrambi i casi non è semplice uscire da questa situazione perché mancano quei riferimenti che un approccio meccanico al trading avrebbe potuto darti.
Si può approcciare il trading anche in un modo differente: come un imprenditore, per esempio. La discriminante è l’organizzazione della propria attività sotto forma di impresa: non sto pensando ad assumere altri trader e organizzare il loro lavoro; ma a un trader che ha decine di trading system che girano su molteplici mercati, attivi h. 24/24 e costantemente alla ricerca di quelle opportunità di trading e di quei setup che egli, in virtù della sua esperienza sui mercati, ha codificato come potenzialmente profittevoli. Niente più giornate passate a setacciare grafici in cerca di qualche opportunità, spesso per non trovare alcuna operazione che rispetti i propri setup di ingresso; ma giornate trascorse a monitorare decine di sistemi che stanno facendo trading al posto tuo, assicurandosi che lo facciano in maniera corretta e continuando a svilupparne di nuovi o, se preferite, a addestrare nuova “forza lavoro” da mettere in produzione non appena sia pronta.
Una delle abilità che un imprenditore deve possedere è la capacità di delegare: il trader imprenditore sta delegando l’operatività, che il trader professionista continua a fare in proprio (e con degli oggettivi limiti legati al fatto di essere una persona sola), a decine di sistemi meccanici su cui dovrà vigilare periodicamente per assicurarsi che continuino a conseguire i risultati attesi (cioè a guadagnare).
Qualunque sistema meccanico può smettere di funzionare da un momento all’altro: quindi, occorre definire dei criteri oggettivi per decidere quando vada staccato, o agganciato nuovamente non appena mostri di avere ritrovato la sintonia con il mercato (cosa che non sempre accadrà). È proprio per evitare di svegliarsi un giorno scoprendo che ciò che hai fatto finora non funziona più come prima, come era successo al trader professionista nell’esempio di poco fa, che il trader imprenditore continua nel suo lavoro di sviluppo di nuovi sistemi di trading, o se preferite nella formazione di nuova forza lavoro.
Questa figura, che abbiamo scherzosamente (ma non troppo) chiamato trader imprenditore, ha creato un’azienda: i suoi dipendenti sono i sistemi meccanici (non necessariamente automatici, come sarà più chiaro nella seconda parte del libro) che ha sviluppato e messo in produzione, i suoi macchinari sono i server su cui stanno girando (spesso server virtuali, accessibili dalla propria postazione, ma anche dal proprio tablet o smartphone quando non si è davanti al video). Si tratta, a tutti gli effetti, di una piccola impresa, dove l’imprenditore è anche manager, ed è chiamato a vigilare che tutto quanto funzioni sulla base delle direttive che ha impostato. Sostiene i costi per fare andare avanti la sua attività, che deve riuscire a coprire pienamente con i ricavi generati dalla sua attività di trading, configurando ogni cosa nella maniera migliore per garantire la continuità aziendale. Quest’ultimo aspetto è proprio uno degli elementi più sottovalutati anche da trader ormai esperti e “navigati”.

“SHOW ME THE MONEY”. QUALE FUNZIONA MEGLIO?

Operatività meccanica od operatività discrezionale? È una scelta che divide molti trader. Avendole provate entrambe, nel corso degli anni ho scelto di privilegiare il primo di questi due approcci, ma questo non significa che una delle due sia necessariamente “migliore” dell’altra. E poi cosa significa “migliore”? “Migliore” in termini di profittabilità di una rispetto all’altra? “Migliore” in termini di replicabilità e di sostenibilità (psicologica ed emotiva) per il trader?
Non tutto deve necessariamente essere “bianco o nero”. Conosco trader sistema...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Dedica
  5. Indice
  6. Prefazione di Andrea Unger
  7. Introduzione