Parte III
Come sono i leader: carattere e tratti distintivi
Mito 16
Leader si nasce, non si diventa
Se crediamo che leader si nasca e non si diventi, allora molte persone potrebbero anche decidere di lasciar perdere.
LA NATURA DEL MITO
Il dibattito fra natura versus formazione va avanti da anni, forse da millenni.
Per fortuna abbiamo alcuni dati certi in merito, anzi a dire il vero abbiamo informazioni relative a diverse migliaia di anni da prendere in esame.
Per molti secoli, l’Europa ha condotto un esperimento sui leader per nascita e non per formazione. Se nascevi in una stirpe reale, venivi ucciso oppure andavi alla guida del tuo Paese, se invece nascevi contadino, zappavi per un inverno dopo l’altro fino a morire di qualche disgustosa malattia medievale. Tutti mantenevano a vita la stessa posizione di nascita.
Il risultato era che molti Paesi erano guidati da un mix di assassini, incompetenti, avventurieri e psicopatici, oppure dall’occasionale genio che diventava un eroe nazionale e compensava per le mancanze di tutti i suoi predecessori. Come tutti i metodi di selezione della leadership, ha prodotto risultati piuttosto assortiti e non abbiamo indicazioni sul fatto che i leader migliori lo siano stati per nascita.
Il motivo per cui questo mito merita 4 e non 5 unicorni è che contiene un elemento di verità. Gli studi difatti mostrano che se qualcuno proviene da un certo contesto sociale ha più probabilità di avere successo nella vita, non per le proprie competenze ma per il fatto di avere avuto una formazione conveniente, a livello sia sociale sia educativo. Due economisti – Guglielmo Barone e Sauro Mocetti della Banca d’Italia –, guardando le dichiarazioni dei redditi della Firenze del 1427 e del 20111,, hanno scoperto che i livelli di occupazione, entrate e ricchezza delle famiglie nel 1427 erano un buon indicatore dell’occupazione, entrate e ricchezza delle stesse famiglie quasi seicento anni dopo. Questo ci dimostra che avere i genitori giusti trucca le carte a vostro favore in termini di ricchezza, ma non ci dice se siete o meno un buon leader. Potete vincere la lotteria e diventare ricchi, ma questo non fa di voi un leader.
Infine ci sono alcune prove del fatto che scegliere il giusto DNA aiuta a raggiungere la vetta. Gli studi dimostrano che l’altezza media di un CEO Fortune 500 è di 1.83 m, contro l’altezza media del maschio americano di 1.77 m2. Sono due i dubbi riferiti a questo studio. Il primo è che è basato su quella che i CEO sostengono essere la propria altezza: sono davvero molti coloro che dichiarano di misurare 1.83 m, non un cm di più e non uno di meno, e la cosa desta qualche sospetto.
Anche i presidenti degli Stati Uniti rientrano in questa media; vediamo le altezze degli ultimi presidenti3:
• Ronald Reagan: 1.85 m
• George H. Bush: 1.88 m
• Bill Clinton: 1.88 m
• George W. Bush: 1.82 m
• Barack Obama: 1.85 m
• Donald Trump: 1.91 m
L’obiezione più rilevante è che essere un CEO, o essere presidente, non significa anche essere un leader, ma solo che siete stati molto bravi a gestire la vostra carriera e ad essere eletti, che sono abilità molto diverse. Lascio a voi stabilire quali presidenti americani siano stati leader efficaci e se la loro altezza abbia avuto voce in capitolo.
Quindi, se desiderate una carriera galattica è utile avere il giusto DNA, oppure mettere una zeppa nelle scarpe per diventare più alti. È anche valido, quasi senza eccezioni, essere bianchi e di sesso maschile per riuscire in un contesto europeo o americano, essere maschi e giapponesi in un’azienda giapponese, essere cinesi e maschi in un contesto cinese... Il modello è piuttosto scontato.
Da questi dati emerge che il contesto sociale e il DNA possono aiutarvi ad avere successo nella vostra carriera, ma non ci dice se sarete un buon leader una volta raggiunta la vetta.
PERCHÉ QUESTO MITO È IMPORTANTE
Se crediamo che leader si nasca e non si diventi, allora tanti potrebbero decidere di lasciar perdere. Potete tornare all’equivalente moderno di zappare la terra a meno di non poter dimostrare di avere una coppia di genitori di spicco e il giusto DNA.
È invece più costruttivo pensare di poter diventare leader e nella realtà tutti possiamo imparare a esserlo. È come imparare a suonare il pianoforte, un po’ di impegno e di esercizio ci renderanno migliori di molti che non ci hanno mai neanche provato. Magari non abbiamo la pazienza, la dedizione e il talento per diventare un famoso solista che si esibisce alla Carnegie Hall, ma possiamo tutti imparare ad essere leder migliori.
Inevitabilmente questo solleva la domanda su come possiamo imparare a esserlo ed eccoci all’argomento del prossimo mito.
LEZIONI PER LEADER
Possiamo tutti imparare ad essere leader e possiamo comunque imparare a farlo meglio anche se non diventeremo mai una star globale. Per farlo dobbiamo capire:
• Che cosa dobbiamo imparare: quali sono le competenze e le attitudini che dobbiamo costruirci per essere un leader efficace? (vedi Mito 9).
• Come possiamo impararlo: quali risorse abbiamo per il nostro viaggio nella leadership? (vedi Mito 35).
CONCLUSIONI
Il secondo paragrafo della Dichiarazione d’Indipendenza americana enuncia: «Riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità, che tutti gli uomini sono stati creati uguali»4. Idealmente è vero, ma i fatti dimostrano che è falso: il contesto sociale ha un’enorme influenza sul vostro successo nella vita. Ma avere successo ed essere un leader sono questioni differenti. Chiunque può essere un leader, ma arrivare a una posizione di leadership dipende dal contesto sociale. Per questo motivo il mito non ottiene 5 unicorni: 4 sono sufficienti.
Mito 17
I leader sono visionari
I leader sono predicatori di speranza.
LA NATURA DEL MITO
Le ricerche dimostrano che la cosa più importante che i follower si aspettano da un leader è avere una visione chiara1. Questo studio è confermato dai grandi leader del passato che hanno tutti avuto delle grandi visioni, come Kennedy che ha mandato per la prima volta l’uomo sulla luna o Martin Luther King per il famoso discorso «Ho un sogno…». Dunque la questione sembra chiusa: i leader devono essere visionari.
Ma prima di proseguire dovremmo fare una pausa di riflessione per due valide ragioni:
• Primo, le grandi visioni sono pericolose. Ogni dittatore folle nel corso degli anni ha avuto una visione distorta, alcuni volevano conquistare il mondo, altri i nemici. Sono idee che hanno portato a milioni di morti. Per ogni visionario che vi guida verso la terra promessa, ce n’è un altro che vi porta dritti dritti nel deserto a morire di sete.
• Secondo, se siete alla guida di un team è difficile avere una grande visione. Se un lunedì mattina sentite l’impeto di salire sulla scrivania e annunciare al vostro team: «Io ho un sogno…», tutti si chiederanno cosa avete messo nel caffè.
Le visioni sono complicate per i leader normali. Più grande è la visione, più pericolosa e meno credibile apparirà al vostro team. Ma del resto a che serve una visione ridotta?
PERCHÉ QUESTO MITO È IMPORTANTE
Avere una visione è importante per tutti i leader, perché sono coloro che conducono le persone dove non potrebbero arrivare da sole. Se non sapete dove volete andare non ci arriverete e la vostra squadra sarà come minimo confusa. Ne consegue che senza una visione non potete essere un leader. Vediamo quindi che cosa significa avere una visione e quali sono i tre elementi che ne creano una efficace:
• un’idea;
• una promessa di speranza;
• un invito all’azione.
Questi tre elementi vi consentono di creare una visione affascinante che sia rilevante e credibile se riferita alla vostra situazione.
LEZIONI PER LEADER
Ecco come potete costruire la vostra visione sulla base dei tre elementi suddetti.
Un’idea
Avere una visione è difficile, ma tutti abbiamo delle idee. Un’idea visionaria non è nient’altro che una storia in tre parti, suddivisa come segue:
• questo è dove siamo;
• questo è dove vogliamo andare;
• e questo è come ci arriveremo.
Tutti sappiamo raccontare una storia ed è ciò che dobbiamo fare. Possiamo chiamarla un’iniziativa strategica, se qualcuno lo preferisce. Ma al cuore di ogni strategia, visione o idea c’è una storia semplice, che potete raccontare, di come farete la differenza.
Le grandi idee battono le idee più piccole perché trasmettono più entusiasmo ed energia. Se avete l’idea di razionalizzare l’uso delle graffette per i fogli in ufficio è un’intuizione utile, ma non riscontrerete molto entusiasmo. Le grandi idee vengono notate nell’organizzazione; sono idee dove fate la differenza. Attireranno consensi e opposizioni, ma non temete e abbiate il coraggio di essere audaci.
Una promessa di speranza
I leader sono predicatori di speranza. I membri dei team cinici e di bass...