Colloqui con il professor Y
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Colloqui con il professor Y

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– Sì, però quei suoi tre puntini!... quei trepuntini, eh?
– I miei tre puntini sono indispensabili!...Qui Céline in un'intervista a sé stesso(1955), nel suo stile forsennato, da ossessorecriminante, parla del romanzo tradizionale, cioè ne sparla, poi della razza insopportabiledegli scrittori, del cinema, degli editori, masoprattutto del suo personalissimo modo discrivere, che va via... alé!... come un metròemotivo, che acchiappa emozioni; questala sua trovata, la sua invenzione di stile;e i tre puntini tipici sarebbero le traversinesu cui la rotaia del metrò si appoggia. Unlibricino che espone, con gli inconfondibiliscatti di nervi, i principi della sua poeticae la novità che in letteratura ha portato, da tanti in seguito imitata; anche se tuttiimitatori incapaci, lui dice.L'intervistatore, che è sempre Céline, è un po'tonto, fa fatica a capire, finché sbotta: porcapaletta! fulmini e saette! orpo d'un'ostia!La traduzione di Gianni Celati e LinoGabellone tiene ammirevolmente vivoquesto modo di straparlare argotico, eccitato, orale, debordante. Su cui Celati scrive inpostfazione una nota.

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Informazioni

Editore
Quodlibet
Anno
2020
ISBN
9788822911049
Argomento
Letteratura
Categoria
Classici
Colloqui con il professor Y
La verità, eccola, pura e semplice, l’editoria si trova in una crisi di vendite gravissima. Mica credere a un solo zero di tutte le pretese tirature di 100 000! 40 000!… neanche 400 copie!… incanta-gonzi! Ohimè!… Ohimè!… solo la «stampa rosa»… e ancora ancora!… se la cava abbastanza… e forse i «libri gialli»… i «verdastri»… Fatto sta che non si vende più niente… grave!… il Cinema, la televisione, gli elettrodomestici, lo scooter, l’auto a 2, 4, 6 cavalli, al libro gli fanno dei danni enormi… tutto «vendita a rate», figuriamoci! e i «week-ends»!… e le belle vacanze bi! trimestrali!… e le crociere Lololulu!… ciao risparmi!… e sotto coi debiti!… non ci resta neanche un dindino!… allora, capirete, comprare un libro!… una roulotte? passi!… ma un libro!… la cosa più imprestabile del mondo!… si sa, un libro se lo leggono almeno in venti… venticinque lettori… eh, ma il pane e prosciutto, facciamo un caso, se potessero far contenti così bene… una sola fetta! venti… venticinque consumatori! sai la cuccagna!… il miracolo della moltiplicazione dei pani vi lascia basiti, ma il miracolo della moltiplicazione dei libri, quindi della gratuità del lavoro di scrittore, non è mica un fatto tanto nuovo. Questo miracolo avviene, e come la cosa più pacifica del mondo, «alla truffalda», o con le buone maniere, nelle sale di lettura, ecc… ecc… In tutti i casi l’autore tira cinghia. È quel che conta! Perché lui, l’autore, senz’altro ci ha un cospicuo patrimonio personale, o la rendita d’un grosso Partito, oppure ha scoperto (altro che fissione dell’atomo!) il segreto di vivere senza mangiare. D’altra parte qualsiasi persona agiata (privilegiata, imbottita di dividendi) è pronta a dichiararvi come verità che non si discute, e anche senza metterci malizia: che solo la miseria libera il genio… che occorre l’artista soffra!… e mica poco!… parecchio e anche di più!… giacché egli partorirà soltanto nel dolore!… e che il Dolore è il suo Signore!… (scrive il Socle)… per giunta lo sanno tutti che la galera non gli fa mica male all’artista!… al contrario!… che la vera vita del vero artista non è nient’altro che un lungo o corto nascondino con la galera… e che il patibolo, per terribile che sembri, lo delizia appieno… il patibolo, diciamo, aspetta l’artista! un artista che sfugge al patibolo (o alla forca se preferite) può essere, passati i quaranta, considerato un pagliaccio… Dato che lui è emerso dalla folla, si è fatto notare, è normale e naturale che sia punito nel più esemplare dei modi… tutte le finestre sono già affittate, e senza ribassi, per assistere al suo supplizio, per vedergli finalmente far delle smorfie, sincerissime! Diciamo, Place de la Concorde… la folla è già lì che sradica gli alberi, che ti riduce le Tuileries a un immenso spazio sgombro! per guardarlo bene nella ghigna, quando gli taglieranno il collo piano piano, con un temperino… la fine del clown, quella che vogliono tutti, non è tanto di vederlo scornato, godimento lofio! è che lo leghino al cavalletto! o sulla ruota! e che lì sopra lo facciano urlare quattro… cinque ore… è questo che lo aspetta, lo scrittore! clown anche lui!… perdinci!… a quello che gli tramano dietro, ci scappa solo a forza di gran marpionate, saraffate, leccherie, o se è nella manica d’una qualche Accademia… la grande o la piccola, oppure una Parrocchia… o un Partito… tutti rifugi un tantino precari!… mica illudersi! dove vanno poi a parare, e spesso, questi cosiddetti «rifugi»!… e questo «impegno»… ohimè! ohimè!… anche per quei tali che ne hanno tre o quattro di «tessere»!… tanti patti col Maligno!…
Tirate le somme, a farci caso, vedrete un bel po’ di scrittori andare in malora, mentre di rado sotto i ponti ci troverete un editore… sai che ridere!… l’altro giorno stavo lì proprio parlando di questo con Gaston, Gaston Gallimard… e cari miei, Gaston la sa lunga!… lui trovava che, per conto mio, dovrei cercare di rompere il silenzio che mi ha danneggiato tanto! romperlo! una buona volta! venir fuori dal guscio per far riconoscere il mio genio…
– Seeh!
Gli faccio.
«Lei non sta al gioco!»… concludeva lui… non che mi rimproverasse niente… ma però!… è un mecenate, siamo d’accordo, il Gaston… ma è un commerciante, il Gaston, pure… non volevo dargli un dispiacere… allora mi sono messo a cercarmi svelto svelto, senza buttar via un minuto, qualche attitudine a «stare al gioco»… con la formazione scientifica che ci ho, figuratevi se non ho capito cosa vuol dire «stare al gioco»!… L’ho capito illico immantinente, che, innanzi tutto! «stare al gioco» era andar in onda alla Radio… ferma ogni altra bega!… andar là a strologare! la prima cosa che mi capita in mente!… ma far ripetere il mio nome cento volte! mille volte! bello chiaro!… chi sei? la «saponetta grandibolle»?… il «rasoio senza lame Garagnan»?… o il «geniale scrittore Illegy»?… conta niente!… stessa minestra! stessa tecnica! via che vai dal microfono, e subito ti fai riprendere! di muso e di profilo! ti fai filmare la prima infanzia, la pubertà, la maturità, tutti i tuoi minimi accidenti… concluso il film, telefono!… che arrivino di corsa i giornalisti!… allora gli spieghi perché ti sei fatto filmare l’infanzia, la pubertà, la maturità… che stampino tutto, fedelmente, poi ti rifotografino! e daccapo!… e che vengano stampate su cento giornali!… tante ma tante volte! le tue foto!… io, vero, per conto mio, mi vedevo già imbarcato in una di queste baraonde da...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Indice
  3. Introduzione, di Martina Cardelli
  4. Colloqui con il professor Y
  5. La scrittura come maschera, di Gianni Celati