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Informazioni sul libro
Da qualche decennio, specie nel nostro paese, si è stabilita l'idea di vivere in un perpetuo processo di transizione, destinato a protrarsi indefinitamente, in cui il cambiamento è continuamente evocato e, allo stesso tempo, rinviato. Tanto più la decisione appare paralizzata dai funzionamenti sistemici e dalle logiche dei mercati, quanto più l'enfasi viene posta sulla rottura, sullo scarto rispetto al vecchio, mentre il nuovo resta indeterminato. Con il concetto di politica liminale, ripreso dalle teorizzazioni antropologiche sui riti di passaggio di Arnold Van Gennep, Gianmarco Navarini si propone di fornire una diversa chiave di lettura per interpretare le tendenze banalizzate, di volta in volta, attraverso il ricorso a formule quali l'antipolitica o il populismo. Con un approccio attento alla dimensione simbolica e comunicativa, viene ripercorsa una serie di momenti dell' "infinita transizione" italiana, da Tangentopoli ai giorni nostri, concentrando l'attenzione su quelle forze che, non solo nel contesto nazionale, hanno imparato a usare la liminalità, trasformandola da elemento marginale a strategia politica e collocando la trasgressione rituale al centro del sistema politico.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Introduzione
- Capitolo primo Tradizione e post-modernità della politica rituale
- Capitolo secondo I quattro corpi: persistenze e mutamenti nell’organizzazione simbolica del potere
- Capitolo terzo Liminalità e ordine: la posta in gioco nei rituali postmoderni
- Capitolo quarto Drammi rituali in cerca di una fine: l’era di Tangentopoli
- Capitolo quinto Il congresso di Forza Italia: descrizione di una performance rituale
- Capitolo sesto Ri-membrare con la Shoah: note sul fallimento di una cerimonia ufficiale
- Bibliografia