Metodi della singolarità
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Metodi della singolarità

Compiti impossibili tra pensiero e poesia

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Compiti impossibili tra pensiero e poesia

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La massima goethiana in cui la teoria vienefatta coincidere con i fenomeni stessi rappresenta una delle migliori assunzioni di un'esperienza che si propone continuamente al lettore non totalmente consegnato a precostituiti protocolli interpretativi: quella in cui il gesto essenziale di una scrittura la solleva dalla condizione di oggetto per farla divenire evento che mette radicalmente in questione le categorie di chi la interroga. Scarto questo in cui invenzione poetica, esercizio critico e speculazionefilosofica lasciano trasparire unafibra omogenea, pur declinata in vario modo, di cui è possibile cogliere la portata quando traesse si sviluppa un'interazione vissuta comenecessaria. L'ascolto dei testi letterari, il prolungarsidella loro voce nel discorso critico, lerisposte del pensiero alle evidenze con le qualipoesia e arte non cessano di provocarlo, possonocombinarsi nell'allestire lo spazio di unlavoro affine per natura e destino ai freudiani"compiti impossibili".

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788857561868
Il tempo dello sguardo
Poesia e magia nel Racconto d’inverno
Che il presente possa intendersi, più che come esile tratto che congiunge i continenti del passato e del futuro, come una sorta di spazio dai contorni indefinibili, probabilmente estesi all’infinito, in cui tutti i tempi si ritrovano contemporaneamente interagenti, è suggestione che ha visitato in forme diverse la speculazione filosofica e forse più ancora quell’orizzonte dell’elaborazione immaginaria nella poesia, come nelle arti visive, che di quella speculazione rappresenta il controcanto.
Probabilmente il ritratto, così come lo vediamo svolgersi come forma pittorica nell’arco della vicenda rinascimentale e, più oltre, nei tempi successivi della modernità, si presta particolarmente a richiamare la vertigine di considerazioni suscitate da questo sistema di riferimenti.
In realtà, nel ritratto il tempo appare giocato sotto prospettive diverse e a volte contraddittorie. Indubbiamente, il volto si consegna all’istante. Nel momento stesso in cui sembra folgorato da uno sguardo che lo conserverà, rendendolo fisso e stabile per sempre, si consegna anche al tempo come consumazione. A sua volta, il tempo stesso affida il suo movimento ad una effige.
Qui si aprirebbe una zona di riflessione complessa e ricca di sviluppi che ci potrebbe portare a cogliere, da una prospettiva molto particolare, la vicenda tutta novecentesca del cinema.
La pittura e la scultura sono luoghi in cui le immagini ci sembrano stare ferme e indubbiamente è così; d’altra parte, tutta l’arte che vi viene profusa sembra finalizzata, più che a simulare il movimento, a testimoniare il fatto che le immagini sono da sempre intrinsecamente in movimento. E questo non solo perché l’artista sa comunicare il senso del movimento, ma perché la stessa immagine che vorrebbe rappresentare uno stato di perfetta quiete è essa stessa in movimento. Ovvero, è in movimento l’immagine, non le cose rappresentate. Anzi, a volte è proprio l’apparente fissità del rappresentato, come nel caso del ritratto, che permette al tempo di presentarsi più irresistibilmente come protagonista. L’immagine così opera attraverso di noi, promovendo quell’insieme di effetti di cui è solo un aspetto il nostro consapevole rivolgerci ad essa per interrogarci sul suo significato o anche solo per rispondere, con un tentativo d’invenzione attraverso il nostro pensiero e il nostro linguaggio, all’importanza del suo evento.
Insomma, nel ritratto il tempo combina, e in un certo senso rende compatibili, i propri paradossi. Per un verso, ci comunica l’esser transeunte del nostro aspetto, perché lo fissa in un singolo momento; d’altro lato sembra anche rendere eterno quel trapassare. Così, mentre il ritratto testimonia il farsi passato del momento in cui è stato consegnato alla riproduzione artistica, contemporaneamente sembra promettere che quella posa, quello sguardo, quell’incedere sappiano effettivamente essere la concentrazione di ogni tratto di una vita e di ogni elemento significativo di questa in un unico gesto. Ma ancora promette in qualche modo che il concentrato di questa vita, dei suoi significati, delle sue relazioni con la totalità del mondo diventi anche una relazione costantemente aperta, fissa e mobile assieme, con il tempo presente della nostra visione.
Forse per questo siamo a volte catturati dalla suggestione che il personaggio ritratto si rivolga col suo sguardo a noi per segnalarci la necessità che noi si collabori con lui in un interrogativo che lo riguarda. La collaborazione che ci chiede può sembrare quella di chi vuole che noi ci si incuriosisca per una storia che è concentrata, spesso anche volontariamente criptata dall’artista. Ma più ancora ci richiede di partecipare con lui a un interrogativo che riguarda il nostro stesso ritratto, ora nitido e sicuro, ora a un pa...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. Nota editoriale
  3. Introduzione
  4. Parte I
  5. Ipotesi sul popolo degli specchi
  6. La voce come sguardo
  7. Oltre la linea dell’attenzione
  8. Rifrazioni. Erodiade-Salomé
  9. Il metodo della solitudine
  10. Signori si nasce
  11. Il tempo dello sguardo
  12. Il canto dell’ospite indiano
  13. Valéry-Mallarmé
  14. Parte II
  15. Il canone di don Chisciotte
  16. La smorzatura e la sua ombra
  17. Rischi dello spirito
  18. Iran visti e Persie sognate nella letteratura italiana del Novecento
  19. Il presente come attesa
  20. I tempi del mito
  21. Parte III
  22. Soste tra terra e cielo
  23. San Paolo
  24. Più e meno dell’io
  25. Oltre la comparazione
  26. In weiter ferne so nah
  27. Simboli dell’ascesa e della discesa
  28. “Acheronta movebo”
  29. Alle soglie del sistema
  30. Robert Musil als Symptom
  31. L’altro necessario
  32. Così lontano, così vicino
  33. Il rovescio del sistema
  34. Infinito e incompiuto
  35. Parte IV
  36. Filmare le parole
  37. Stato d’animo
  38. Oltre le ombre
  39. L’altro rito
  40. L’infanzia di Boris
  41. Il cinema secondo Hitchcock|Truffaut
  42. Parte V
  43. Il posto della sorpresa
  44. A disagio sul piedistallo
  45. Il tempo della pratica
  46. Nomi e pratiche dei limiti