Purificare la sorgente

Male, conoscenza per connaturalità e pratica letteraria del romanzo in J. Maritain

Mauro Grosso

• Editore: Mimesis Edizioni
• Anno: 2020
• ISBN:
  9788857570266
• Argomento: Philosophy
• Categoria: Philosophy History & Theory

La tesi che questo studio intende dimostrare è che esiste una conoscenza del male distinta da quella discorsiva e concettuale ma a essa complementare. La conoscenza per connaturalità, così come descritta da Jacques Maritain, è lo strumento per mezzo del quale l'intelletto umano giunge a tale conoscenza.Le lettere tra il filosofo e gli amici romanzieri François Mauriac, Georges Bernanos e Julien Green mostrano come nelle opere dei tre scrittori la questione del male sia urgente e centrale. Attraverso le vicende narrate, insieme all'autore, il lettore fa esperienza del male che alberga nei personaggi o da essi generato nella finzione e, dunque, impara a riconoscere analogamente la presenza di questo male in sé stesso o al di fuori di sé.La conoscenza del male prodotta nel lettore è vera conoscenza, anche se non è di tipo concettuale. La teoria della conoscenza per connaturalità di Maritain identifica nell'intuizione creativa della connaturalità poetica gli strumenti che veicolano tale conoscenza.

Capitolo IV
Lo sviluppo del problema del male nel pensiero di Maritain

Jacques Maritain ha affrontato il problema del male lungo l’intero arco della sua vita e della sua riflessione filosofica663. Infatti, già nella prima edizione de La Philosophie Bergsonienne, pubblicata nel 1914, si trovano alcune pagine sulla questione664, mentre le ultime risalgono agli anni del ritiro del filosofo presso i Piccoli fratelli di Gesù di Charles de Foucauld a Tolosa, dal 1961 fino alla morte, nel 1973665.

Al di là dell’estensione nel tempo della sua riflessione sul problema del male, è Maritain stesso a definirne la portata. Scrive il filosofo nel 1963, introducendo il lettore a Dio e la permissione del male: «Se per caso, nel mio lavoro filosofico, c’è stato un contributo effettivo […] al progresso del pensiero e alle ricerche che annunciano una nuova era per la cultura, è certamente quello su cui verte questo volumetto»666. Ciò significa che egli riteneva questo aspetto della realtà un oggetto d’indagine prioritario nella sua opera di ricerca speculativa. E forse, per lo strettissimo rapporto tra lui e la moglie non solo nella vita coniugale, ma anche nel lavoro intellettuale, non è un caso che fra le prime pubblicazioni sul tema si trovi un breve saggio di Raïssa, Il principe di questo mondo, pubblicato nel 1932.

Questi brevi cenni introducono il tenore del primo paragrafo di questo capitolo, nel quale ricostruirò lo sviluppo diacronico della riflessione di Maritain sul male. Quindi, fornirò nel secondo paragrafo un’esposizione del pensiero maritainiano sul tema, ricostruendolo in maniera sincronica e sistematica. Nel terzo paragrafo indagherò le fonti a cui il filosofo ha attinto o si è rifatto nella sua elaborazione, cercando di rilevarne gli eventuali tratti di originalità. Nel quarto e ultimo paragrafo discuterò le critiche che sono state rivolte a Maritain e alle quali egli stesso ha replicato.

1. Il male nelle opere di Maritain

Nell’opera La Philosophie Bergsonienne, pubblicata nel 1914, si trovano alcuni riferimenti al tema del male e della conoscenza. Il contesto della riflessione riguarda la libertà dell’uomo e in particolare il rapporto tra intelligenza e volontà, giudizio e azione667. Il luogo testuale è piuttosto ridotto, ma già si trova un riferimento alla causa del male morale, sulla quale l’autore andrà via via soffermandosi: è il difetto dell’intelligenza a determinare la scelta di compiere un’azione malvagia668. L’influsso di san Tommaso d’Aquino è evidente.

Nel capitolo V di Riflessioni sull’intelligenza, volume pubblicato nel 1924, Maritain riflette sulla filosofia di Pascal e nota che, a fondamento dell’agire, in particolare di quello politico, non c’è la sola ragione, ma anche altri elementi costitutivi della persona: «l’istinto della natura umana, il senso storico ereditario, la reazione spontanea del temperamento di un popolo e il sentimento “irrazionale” della propria vocazione [che] sono per l’appunto più sicuri che non la ragione»669. Poi, Maritain contesta a Pascal il pessimismo di fondo che gli fa credere a una corruzione totale della natura umana: questa è sì caratterizzata da una debolezza costitutiva, che lascia spazio alla realizzazione del male; ma non è ineluttabilmente incapace di compiere il bene670. Tuttavia, le riflessioni condotte in queste pagine non apportano un contributo teoretico alla questione del male.

Stessa considerazione si può fare a proposito dell’articolo del 1928 «Salvator mundi», in cui Maritain parla della lotta tra Cristo e il «principe di questo mondo»671 a proposito della dialettica tra mondo ed eternità. In questo breve studio, l’autore affronta esplicitamente la realtà e l’azione di Satana, inteso secondo la rivelazione cristiana come il fomentatore di ogni male e avversione a Dio, e ammette: «questo mistero che spiega tutto non è facile da spiegare»672. Poi aggiunge, rivolto idealmente a filosofia, politica e poesia: «è entro i dominî della signoria del diavolo che voi avanzate»673. P...

Indice dei contenuti

• Vittorio Possenti Prefazione
• Introduzione
• AVVERTENZA
• Capitolo I Male e pratica letteraria tra Mauriac e Maritain
• Capitolo II La descrizione del male tra Bernanos e Maritain
• Capitolo III La fisionomia del male tra Julien Green e Maritain
• Capitolo IV Lo sviluppo del problema del male nel pensiero di Maritain
• Capitolo V La conoscenza per connaturalità in Maritain
• Capitolo VI Conoscenza per connaturalità e preconscio spirituale
• Capitolo VII Conoscenza per connaturalità e problema del male tra filosofia e pratica letteraria
• Conclusione
• SIGLE E ABBREVIAZIONI
• Bibliografia
• Ringraziamenti