Capitolo decimo
La lotta tra i liberalismi
nel XXI secolo
Che giudizio dare del mondo contemporaneo? Le opinioni sono contrastanti e le ricostruzioni storiche incerte. I pareri più polemici e negativi vengono dall’universo Occidentale, che pure costituisce la parte più ricca e progredita del Pianeta. I più positivi vengono da altri mondi, da storie di decolonizzazione e di sottosviluppo. Secondo gli “ottimisti” all’evoluzione dei sistemi politici si è accompagnata una vera e propria “rivoluzione liberale” sul piano sociale e su quello economico. Vi hanno contribuito movimenti sociali, cambiamenti tecnologici e innovazioni culturali che hanno modificato radicalmente il mondo. Ciò sarebbe avvenuto incrementando il livello dei diritti e delle libertà per miliardi di individui. Per altri ancora il XXI secolo ha portato solo cambiamenti negativi e definiscono questa nostra epoca con gli epiteti allarmistici di: “globalizzazione finanziaria”, “turbocapitalismo digitale”, “catastrofe ecologica”.
Adottando il primo punto di vista, si potrebbe porre in evidenza – di fronte al catastrofismo e al pessimismo – che il liberalismo ha mantenuto molte delle sue promesse e sconfitto, in numerosi Paesi, i regimi totalitari. Se guardiamo al mondo occidentalizzato (in Europa, America, Asia) vediamo che si sono prodotte una nuova mission del potere giurisdizionale (magistratura, avvocatura) e una nuova funzione della comunicazione e dell’informazione. Si sono incrementati i riferimenti alle Costituzioni, si è data concretezza a nuove fonti del diritto, sono veicolate opinioni divergenti che sopravanzano i parlamenti e incalzano i governi. Tale cambiamento liberale ha ridimensionato i poteri e le tradizioni nazionali a vantaggio di una società globalizzata e dell’espansione delle facoltà (Capability) delle donne, delle minoranze e delle diversità. In realtà, nessuno afferma che gli attuali sistemi socio-politici siano perfetti o che ovunque nel mondo l’umanità goda di condizioni di esistenza ideali, cosa che invece denunciano, polemicamente, gli osservatori problematici. L’“ottimismo” odierno è di tipo realistico e razionale, non certo ingenuo o utopistico. Certamente ogni società è ricettacolo di poteri criminali e movimenti antisociali, ogni suo comparto è segnato da problematiche e conflitti. Tuttavia la filosofia laica e liberale invita a fare a meno di ogni “dialettica del negativo” e di ogni “mitologia dell’umana salvazione”. Con mentalità scientifica e empirica, si devono mettere in correlazione le “condizioni effettive di esistenza” con le “forme di senso” di tale esistenza, accettando i limiti del mondo e esplorandone le possibilità, poiché i problemi della società liberalizzata richiedono soluzioni settoriali e specifiche, non generali e generiche.
È importante affermare che i dati economici, sanitari, sociologici, psicologici segnalano il miglioramento globale delle condizioni di vita in gran parte del Pianeta, ma è più importante che economisti, sociologi e psicologi abbiano modificato il concetto di “crisi” e di “criticità” e abbiano proposto – insieme a criteri innovativi di rilevazione della qualità dello sviluppo, dei rischi e dei pericoli in cui incorre la società – strategie di soluzione dei problemi. Nella sua appassionata difesa dei princìpi dell’illuminismo e dei loro benefici effetti sul miglioramento della “condizione umana”, Steven Pinker ha mostrato i notevoli passi avanti compiuti, in ogni campo, dalla maggior parte del genere umano: nell’aspettativa di vita, nella tutela della salute, nella riduzione della fame e nella moltiplicazione delle fonti di sostentamento, nella crescita della ricchezza, nella riduzione di alcune disuguaglianze, nell’afferm...