Capitolo secondo
L’uomo primitivo
e il suo comportamento
1. I tre livelli dello sviluppo psicologico
Nella psicologia scientifica si è radicata profondamente l’idea che occorre esaminare tutte le funzioni psicologiche dell’uomo come prodotto di uno sviluppo. “Il comportamento dell’uomo”, afferma Blonskij, “può essere compreso solo come storia del comportamento”.
Attualmente sono stati studiati con maggior completezza solo due piani dello sviluppo psicologico. La psicologia esamina il comportamento dell’uomo come risultato di una prolungata evoluzione biologica. Essa esamina i germi delle forme più complesse dell’attività umana nei più semplici organismi monocellulari. Nelle loro primitive reazioni, ‘nei movimenti da qualche cosa e verso qualche altra cosa’, vede dei punti di partenza per la comprensione delle forme superiori del pensiero e della volontà dell’uomo moderno.
Negli istinti degli animali vede il prototipo delle emozioni umane, nella paura e nell’odio dell’uomo scopre le tracce della fuga e dell’attacco dell’animale predatore. Nelle condizioni primarie dei riflessi, studiati nei laboratori, la psicologia vede le basi dalle quali si è sviluppata tutta l’attività complessa dell’uomo come prodotto della corteccia cerebrale e tenta di spiegare, con un’unica legge, sia il movimento delle piante che tendono verso il sole, sia i calcoli di Newton, che ha scoperto la legge della gravitazione universale, ‘come singoli anelli’, secondo l’espressione di Pavlov: ‘di un’unica catena dell’adattamento biologico degli organismi’.
Infine, nelle recenti scoperte di Köhler, di cui si è esposto prima, la psicologia ha trovato l’anello fino a questo momento mancante, che congiunge il comportamento dell’uomo con il comportamento del più stretto parente secondo l’evoluzione biologica e cioè della scimmia antropoide. Il completo trionfo del darwinismo nella psicologia è stato possibile solo grazie alla scoperta che ha dimostrato che il tratto più essenziale dell’intelletto umano – l’invenzione e l’uso degli strumenti – risale nel suo sviluppo al comportamento delle scimmie, che pure, in certe condizioni, sono capaci di scoprire ed usare gli strumenti più semplici.
In questo modo è stato possibile scoprire nel mondo animale anche le radici di quella forma specifica di adattamento attivo dell’uomo all’ambiente che ha distinto il genere umano dal regno animale e lo ha portato sul cammino dello sviluppo storico. Il ruolo del lavoro nel processo di trasformazione della scimmia in uomo, a cui si riferiva Engels, è stato confermato qui con metodi di sperimentazione scientifica.
Tutto ciò ha fortemente e indissolubilmente legato la psicologia dell’uomo alla psicologia biologica evolutiva e ha insegnato ai ricercatori a comprendere che il comportamento dell’uomo nella sua parte più significativa ancor oggi, – secondo l’espressione di Blonskij – è il comportamento dell’animale, che si è eretto sulle zampe posteriori e ha cominciato a parlare.
L’altro piano di sviluppo è stato studiato altrettanto bene. Il comportamento dell’uomo adulto, come è stato da tempo stabilito dagli psicologi, non si forma subito, ma sorge gradualmente e si sviluppa dal comportamento del bambino. È vero che in tempi precedenti gli psicologi e i filosofi ammettevano volentieri che le idee dell’uomo, e il suo pensiero, sono una base innata dell’anima umana, e non sono soggette allo stesso sviluppo che subisce il corpo del bambino.
Essi erano propensi ad affermare che le più alte idee umane esistono già nel bambino nel momento della nascita o addirittura prima.
Io non affermo – scriveva in proposito Cartesio – che l’anima del bambino nel grembo della madre rifletta su problemi metafisici, ma essa ha delle idee su Dio, su se stessa e su quelle verità che sono note di per sé e che esistono nell’uomo adulto anche quando questi a tali verità non pensa.
Le conclusioni che si sarebbero potute trarre sulla base di tale affermazione furono formulate da Malebranche, che sosteneva che ai bambini le conoscenze astratte, logiche, metafisiche e matematiche sono molto più accessibili. Poiché le idee sono innate nei bambini, occorrerebbe comunicare loro le verità eterne il più presto possibile. Quanto più si è vicini alla fonte originaria, tanto più pura e giusta sarà l’idea stessa. La successiva esperienza sensoriale del bambino, basata su fatti casuali, oscurerà la purezza primordiale dell’idea innata.
Queste concezioni da tempo sono state messe in disparte dalla psicologia scientifica. La psicologia ha ormai da tempo assimilato la regola secondo cui il pensiero e il comportamento dell’uomo adulto debbono essere considerati come risultato di un processo di sviluppo infantile assai lungo e complesso. Con la massima scrupolosità, la psicologia tende ad accertare tutte quelle trasformazioni qualitative di una forma di comportamento in un’altra, tutti quei cambiamenti quantitativi che, nel loro insieme, formano la base dello sviluppo infantile.
Essa osserva come, man mano, dal grido del neonato, dal balbettio del bambino nascono alcuni barlumi di linguaggio umano, e come solo con l’età della maturazione sessuale, il processo di acquisizione del linguaggio, per quanto riguarda la sua parte principale, si conclude, poiché solo da quel momento il linguaggio diventa per il bambino uno strumento di formazione di concetti astratti, un mezzo del pensiero astratto.
La psicologia osserva successivamente come nei giochi del bambino traspaiono, si sviluppano e si formano le sue future inclinazioni (naklonnosti), abilità (umenija) e capacità (sposobnosti), come nelle fantasie infantili maturano e si esercitano elementi di immaginazione creativa, che serviranno nel futuro da base all’attività artistica e scientifica. Ambedue questi piani di sviluppo, come è già stato detto, si sono profondamente radicati nella psicologia. Ma vi è ancora un terzo piano di sviluppo che è entrato, molto meno dei precedenti, nella comune coscienza degli psicologi e che si differenzia per una profonda originalità rispetto a questi due tipi di sviluppo, e cioè lo sviluppo storico.
Il comportamento dell’uomo moderno civile non è solo prodotto dell’evoluzione biologica, non solo il risultato dello sviluppo dell’età infantile, ma anche il prodotto dello sviluppo storico.
Nel processo dello sviluppo storico dell’umanità si sono modificati e sviluppati non solo i rapporti esterni degli uomini, non solo le relazioni tra l’umanità e la natura, è cambiato e si è sviluppato proprio l’uomo, è cambiata la sua stessa natura.
Come risultato di questi cambiamenti si è formato il tipo psicologico del moderno europeo o dell’americano acculturati. Anche le particolarità di questo tipo possono essere capite da noi non in altro modo che se applicheremo alla loro spiegazione il punto di vista genetico, se ci chiederemo da dove e come essi si siano originati.
Lo sviluppo storico della psicologia dell’uomo è stato studiato p...