L’ipotesi generativa
Tempo e purificazione
The best possible knowledge of a whole does not necessarily include the best possible knowledge of all its parts.
1. In accordo con Schrödinger, la Quantum Information definisce un sistema puro se possiamo ottenerne la massima conoscenza come un tutto, per quanto alcune proprietà siano inaccessibili alla misura, quindi possano restare inconoscibili.
1.1. La sovrapposizione di stati quantici, elemento di autentica novità della meccanica quantistica, implica che a un certo livello la realtà non si lascia conoscere come insieme di parti distinte, ma mescola le carte: lo spin di un elettrone, che può essere osservato solo come spin-su o spin-giù, esiste anche in tutte le possibili sovrapposizioni di stati, in cui può avere una direzione qualsiasi compresa tra spin-su e spin-giù. Tali sovrapposizioni sono potenzialmente reali, ma non osservabili.
2. Alla luce del principio di purificazione, l’assioma cardine su cui è stata fondata la teoria della Quantum Information:
The core of quantum theory can be identified in the ability to simulate irreversible and stochastic processes using only pure resources and reversible evolutions.
si evince la possibilità di simulare processi irreversibili-stocastici tramite processi reversibili, quindi di smontare l’unità del congegno materiale, nella forma in cui si manifesta nei fenomeni naturali, e gestire le sovrapposizioni degli stati al fine di far emergere, in luce attuale, risorse informative, di calcolo e di pensiero.
2.1. Laddove la Quantum Information postula la possibile riduzione di ogni processo irreversibile a un substrato reversibile, lascia tuttavia aperta la questione centrale circa il criterio logico-operativo che consenta di individuare un confine tra l’irreversibile e il reversibile.
2.2. Se è possibile simulare in forma reversibile i processi naturali, per definizione irreversibili e stocastici, è possibile, al contrario, generare processi naturali a partire da un fondo di pura reversibilità, ammesso il controllo dei gradi di libertà in cui si struttura un fenomeno complesso, quindi una totalità organica o organizzata? Una risposta negativa implicherebbe inevitabilmente l’unidirezionalità della simulazione, che si ridurrebbe a un ingegnoso gioco teorico-empirico, finalizzato a estrarre informazione dalla potenza dei fenomeni, lasciando intatta l’esistenza di processi irreversibili, quindi termodinamici, a cui è legata la forma molteplice del divenire in cui la natura mostra la sua immagine cangiante agli occhi dell’intelletto che la indaga, e da cui emerge, necessaria, l’ipotesi del tempo termico di Rovelli.
3. Se il principio di purificazione porta a concepire la possibilità di ridurre ogni fenomeno irreversibile a un’evoluzione reversibile, viene da dire, con Rovelli, che la realtà non è come ci appare, in quanto poggia su un substrato microscopico in cui l’irreversibilità, esperita alla scala sensibile, è illusoria. L’ipotesi implicita è che il tempo, oltre un certo livello di realtà, cessi di esistere come entità fisica, ed emerga come forma gratuita, non fondamentale nel quadro teorico alla luce del quale si vorrebbero descrivere le leggi su cui si regge l’impalcatura della realtà fisica.
3.1. In direzione contraria alla corrente speculativa che caratterizza le attuali teorie mainstream (Quantum Information, Quantum Gravity), la ricerca potrebbe dirigersi, oltre che verso le entità microscopiche su cui poggia una possibile logica reversibile della complessità dei fenomeni, anche verso il livello di realtà in cui prevale la logica dell’irreversibile, in cui è inevitabile fare i conti con la legge dell’entropia.
3.2. Con quale criterio si postula che il substrato reversibile sia più fondamentale dell’irreversibilità del fenomeno che si mostra in forma emersa? In definitiva gli orologi, tranne rari casi (orologi atomici), misurano evoluzioni irreversibili (orologi termici, orologi radioattivi) e il tempo si dà all’esperienza solo in questa forma.
3.3. Il vizio condiviso della fisica teorica degli ultimi cento anni pare essere l’oblio intenzionale delle forme emerse, come se la natura fosse biunivocamente legata alle strutture profonde dell’intelletto, a cui si demanda il compito di attingere, platonicamente, l’essenza ideale immutabile di quel che si manifesta in forma di molteplice divenire, alla scala dei fenomeni macroscopici.
3.4. A quale scala emerge l’irreversibilità, quindi la realtà del tempo, e che significato ha concepirne la possibilità di una purificazione? In forma più provocatoria: cosa purifica il principio di purificazione?
3.5. La molteplicità delle forme in cui si manifesta il reale fenomenico è il frutto creativo, generativo, della logica dell’irreversibile.
4. Se il complesso – l’organizzato, l’organico – può essere purificato e ridotto a struttura matematica, quindi assiomatizzato e ricostruito reversibilmente, sacrifica la sua unità a vantaggio delle parti a cui si riduce, come si trattasse di entità autonome, ingranaggi che si possono riassemblare indipendentemente dall’unità originaria.
5. La matematica tenta di riprodurre, tramite reti statiche di relazioni, gli organismi e le strutture armoniche. Laddove il pensiero che tenta di cogliere il dinamismo in atto dei fenomeni fisici è generativo, il pensiero matematico, per quanto creativo, è prevalentemente riduttivo e riproduttivo.
5.1. In quale direzione si sta muovendo la teoria dell’informazione quantistica? Verso la riduzione a struttura matematica della rete dinamica delle interazioni e della complessità organica e organizzata? Chiaramente, in tal modo, le sfuggirà sempre che nell’entanglement si genera un’interazione istantanea, e potrà solo sperare di catturarlo simulandolo, nella rete assiomatica della purificazione informativa.
Spazio, tempo e materia
6. Il tempo biologico è generato dalla memoria, che conserva virtualmente gli accadimenti, le trasformazioni che si producono all’interno dei singoli corpi e dei sistemi di corpi interagenti.
7. Ogni trasformazione è il prodursi di un disegno in atto, di cui presumiamo di poter conoscere la legge, la tessitura, in nome della scienza, che si fonda su un malinteso di fondo: comprendere il tempo isolandolo spazialmente dalla realtà, laddove il tempo è il disegno di cui la mente, e tutto ciò che la mente produce, è a sua volta una linea di tessitura.
7.1. La spazializzazione del tempo implica la sua matematizzazione, non necessariamente la sua relativizzazione: per quanto la teoria di Newton e la teoria di Einstein si differenzino profondamente circa la realtà fisica del tempo, condividono la possibilità di concepirlo come un’entità matematica, quindi di trascenderlo intellettualmente e coglierne la dinamica, il divenire in atto.
8. Nell’ottica della relatività generale il concetto di spazio nasce solo in presenza di relazioni tra corpi materiali, quindi non è concepibile uno spazio vuoto. Nell’ambito della teoria quantistica si concepisce la realtà sostanziale dell’energia del vuoto, quindi in assenza di materia. Nella Loop Quantum Gravity, in cui coesistono relatività generale e teoria quantistica, il concetto di spazio come estensione viene rimpiazzato dall’astratta relazione tra i campi quantistici, in cui possiamo includere, come casi particolari di concentrazione di energia, le particelle. L’intento evidente è quello di eliminare definitivamente, circa lo spazio e il tempo, ogni retaggio cartesiano o newtoniano, confidando nel fatto che il metodo più produttivo nella ricerca teorica si fondi sulla riduzione delle grandezze e dei fenomeni fisici ad astrazioni matematiche. Per quanto si percepisca, almeno nelle intenzioni, una mutazione definitiva, non è detto si tratt...