Emergenze "post-umaniste" del corpo
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Emergenze "post-umaniste" del corpo

Una prova di analisi "orizzontale" via Michel Serres

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Emergenze "post-umaniste" del corpo

Una prova di analisi "orizzontale" via Michel Serres

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Un "post-umanismo" e-mergente come "ri-pensamento" generale dell'uomo e dei suoi rapporti con l'altro-dall'uomo – non privo di "tratti" di esigenzialità, emergenzialità, questionatività e perciò meritevole di nuove incursioni d'indagini –, da cui "aggetta" specificamente la crucialità (del tema) del corpo nelle sue "e-mergenze". Da qui l'assunzione dell'"antropologia" del corpo di Michel Serres come "piano orizzontale" di verifica/approfondimento della portata, della significatività e dei significati della "dimensione" dello stesso corpo nel "post-umanismo", quale ulteriore "affaccio" su quest'ultimo.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788857554365
1.
E-mergenze1 “post-umaniste”: il corpo
“Galassia”, ma anche “grande ombrello”, “arcipelago”, “contenitore concettuale”, “paradigma elastico” aprivano e pure chiudevano una mia recente ricerca sul “post-umanismo”,2 del quale appunto non riuscivo, inizialmente, a non ipotizzare e, in seguito, a non “confermare” la “problematicità”, emergente in gran parte dall’intrinseca eterogeneità,3 così come la “problematizzazione” (riflessione critica e/o messa in discussione), la non esaustività, l’incompiutezza.4 Giungevo peraltro, su questa via, a maturare la convinzione/idea di un “post-umanismo” – “galassia” appunto – dai tratti generalissimi di cambiamento della percezione della condizione umana, di percezione ed espressione/tematizzazione/gestione del cambiamento “effettivo” di questa stessa condizione – tentativo per così dire di “dare figura” a un quadro di mutevolezza – e perciò quindi di “problematicità” connessa al cambiamento stesso, così come anche di “problematizzazione” – dello stesso cambiamento molto spesso “volano” o almeno concomitanza –. Individuando con ciò la “ricorsività” teorica del “ri-pensamento”, che, in consonanza con tale questionatività, mi pareva essere posta in atto con riferimento, innanzitutto, al significato generale dell’essere umano, prima ancora di prefissi denotativi di superamenti – dei quali comunque indubbiamente viene a essere “caricato” –, arrivavo a una visione dell’orizzonte “post-umanista” più appunto come “ri-pensamento” di che cosa possa significare essere umani che come tentativo di “andare oltre” l’“eccezionalismo” umano.5 Per giungere fino a leggere nella “galassia” “post-umanista” “ri-formulazioni” dell’idea stessa di “eccezionalità” umana, come, ad esempio, quella che la intende quale acquisizione da parte dell’uomo della consapevolezza della propria “eccezionalità” di “animale metamorfico” che oggi si “metamorfizza” nell’hominescence6 e diviene in via di “auto-evoluzione”, naturante – con le connesse “responsabilità” “federative” –, come emerge dall’incisiva voce di Michel Serres;7 ossia, in termini generalissimi, quale visione “diversa” da parte dell’uomo del proprio “protagonismo”.8 Ottica, questa, che peraltro m’induceva a ritenere la componente post- come riferita al finora detto umanismo e non invece all’umanismo tout court.
Umanismo, considerato finalmente autentico poiché in grado di andare a svilupparsi attorno a tale “nuovo” concetto di “eccezionalità” umana, all’inizio del quale, sempre detta ottica, mi suggeriva di pensare che si ponga la “galassia” “post-umanista” in quanto appunto non nettamente disdegnatrice di questa stessa idea di “eccezionalità” umana, ma piuttosto elaboratrice di una sua “riformulazione” sulla via del “ri-pensamento” dell’uomo, delle sue relazioni con gli altri viventi, col mondo inanimato e con il macchinico.
Guadagnavo pertanto questa visione generalissima della “galassia” “post-umanista” come, lato sensu, “modo nuovo” di “de-finire” l’umano e quindi di pensare l’“interfaccia” uomo-mondo,9 senza appunto la “rinuncia” all’idea di “eccezionalità” umana e in base anche a novità oggettive – come ho detto, quindi, “post-umanismo” come cambiamento della percezione della condizione umana, ma anche come percezione del cambiamento della condizione umana, che “raccoglie” perciò un cambiamento “effettivo” di questa stessa condizione –.
Visione nell’accedere alla quale peraltro l’hominescence serresiana aveva assunto un ruolo di “catalizzatore” d’idee “salienti” – quali in primo luogo le istanze di ri-pensamento dell’umano – dibattute nella stessa “galassia” “post-umanista”, in quanto espressione/tematizzazione/gestione di cambiamento – nel senso di “émergence de liens sans équivalents connus au corps, au monde et aux autres” –.10 Ossia: e-mergenza,11 sul piano soggettivo, di una “liberazione”12 del/dal corpo (corpo libero dal dolore etc., che “si libera” – oggettivandoli —13 dei propri organi e delle proprie funzioni, sano, longevo, “nuovo”, “incandescente”, “(ri-)costru-ibile/-ito” dall’uomo; percezione di queste novità; nuovi modi di concepire il corpo, nuovi legami con esso e nuovi ruoli della corporeità; tematizzazione/gestione di queste novità); e-mergenza, sul piano oggettivo, di uno svincolamento dalla dipendenza dalle cose (l’uomo diventa “naturante”, facendo nascere una nuova natura da lui prodotta, e su di lui reagente); e-mergenza, sul piano collettivo, di un’emancipazione delle relazioni dalle condizioni spaziali (il connettivo va sostituendo il collettivo).
E-mergeva, quindi, ricorsivamente l’émergence, l’e-mergenza come “filo rosso” di tale contesto: nel senso di venuta a galla, richiesta di attenzione, e pertanto di comparsa dell’inedito ossia di ciò che era sommerso, sia a livello di venuta a galla appunto che a livello di avvento di un “rischio” che richiama attenzione; cioè apparire di qualcosa che prima era “sott’acqua” o nascosto o ignorato.
Di quest’orizzonte (e-mergenziale) “post-umanista”, (rac)colto in tale passata ricerca nelle linee generalissime sopra dette, mi propongo dunque ora, nella presente, di focalizzare e tematizzare ulteriormente la “dimensione” del corpo, già peraltro appunto in quella sede affiorata come e-mergenza ossia, in altri termini, come idea/questione significativa di questo stesso contesto/dibattito di ri-pensamento complessivo dell’umano (e-mergenza, come detto sopra, di un corpo “nuovo”; percezione di un corpo “nuovo”; “inedita” percezione del corpo e “inediti” ruoli del corpo; tematizzazione/gestione di questi stessi cambiamenti).
Convinta pertanto dell’opportunità del tentativo di guadagnare ulteriori affacci sulla “costellazione” “post-umanista”, ri-parto ora, a tale scopo appunto, da questa e-mergenzialità/e-mergenza (del tema del) corpo, per verificarne/approfondirne portata, significatività e significati secondo un piano “orizzontale”, ossia ancora una volta attraverso l’esame delle posizioni di Michel Serres – che, anche in relazione al (tema del) corpo, mi sembrano “incrociare” significativamente nodi “nevralgici”, relativi al corpo appunto, del contesto/dibattito “post-umanista” –.14 La “dimensione” corporea dell’hominescence serresiana assumerò pertanto come “bussola interpretativa” e/o “catalizzatore concettuale” d’idee sul corpo aggettanti dal “grande ombrello” dello stesso “post-umanismo”, e, dinanzi anche allo sfaccettato scenario di proposte “estreme” quali ad esempio quelle del “riduzionismo informazionale” del corpo, del “post-umano” disincarnato, codificato, del post-organico, del mind uploading,15 dell’“artificializzazione” del corpo etc., cercherò, da parte mia, di esaminare l’ipotesi d’“ineliminabilità” o anche per meglio dire d’“insostituibilità”/“irri(pro)ducibilità”16 (in connessione peraltro col tema dell’“eccezionalità” umana) del corpo stesso,17 intendendo con ciò una per così dire “eccedenza” del corpo (sempre nel coinvolgimento “relazionale” nei processi ibridativi e nell’immersione in uno “spazio virtuale”),18 e quindi la sua toti-potenza, cioè, per dirla alla Serres, la sua “incandescenza”. 19
Tutto questo appunto sulla linea della suddetta idea di “post-umanismo” come (istanza di) ri-pensamento complessivo del significato dell’essere umano e dei suoi rapporti con l’altro-dall’uomo, in una ri-declinazione del tema dell’“eccezionalità” umana; e quindi, come “costruzione” di un “discorso” sull’essere umano che, nel riconoscerlo come non più “misura” di sé e delle cose, “varca” la “soglia”20 dell’umanità, pur non disdegnando appunto l’idea di “eccezionalità” umana, ma intendendola però in modo diverso, nuovo.21
E pertanto provo appunto a parlare di e-mergenze “post-umaniste” del corpo: come detto, aspetti e-mergenti, “inediti” del corpo; “percezione” del corpo nei suoi aspetti “inediti”; modi “nuovi” di percepire/concepire il corpo ed e-mergenza di “nuovi” ruoli del corpo; espressione/tematizzazione/gestione di queste novità.
Ciò che, di primo acchito, mi sembra dunque di poter mettere in campo, proponendomene nel corso del lavoro la verifica, è, innanzitutto, l’e-mergenza del metamorfismo del corpo, della sua toti-potenza, del suo “carattere” di “prua culturale”, e quindi della sua capacità di schiudere sempre nuovi orizzonti dell’umano.
Così come mi sento di mettere in campo l’avvento dell’idea dell’“essere un corpo” (che sembra per così dire un post- dell’idea dualistica del corpo oggetto/proprietà, “reificato”, dell’“avere un corpo”). E quindi l’avvento dell’idea del “ritorno” al corpo, ri-pensato/ri-scoperto nella sua portata cognitiva e culturale lato sensu, come elemento/fattore significativo della “nuova” condizione umana di potere cambiare la propria condizione. E ancora come “terreno” “sensibile” dell’“e...

Indice dei contenuti

  1. 1. E-mergenze “post-umaniste”: il corpo
  2. 2. Michel Serres: e-mergenza dei sensi
  3. 3. Michel Serres e l'e-mergenza della capacité e dell'incandescence del corpo
  4. 4. E-mergenze e-mergenti