Sindòn La Misteriosa Sindone Di Torino
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Questo saggio divulga quanto la ricerca ha finora appurato sulla celebre Sindone di Torino, non ha il fine d'indurre a credere che il Lenzuolo di Torino abbia davvero avvolto il corpo di Cristo un paio di millenni fa. L'autore torna più volte sugli stessi argomenti, secondo prospettive diverse: il lettore non voglia considerare tali reiterazioni come pleonastiche e, men che mai, involontarie: l'opera comprende una parte introduttiva generale - in qualche punto, ritenendolo giovevole, di già con approfondimenti, come per le conclusioni mediche dell'anatomopatologo Pierluigi Baima Bollone - e una sezione, divisa in capitoli, con trattazione specifica di particolari argomenti toccati nella prima parte, ad esempio le fotografie sindoniche, e una cronologia. Saggio più volte riedito dall'autore con aggiornamenti. Esso non ha il fine d'indurre a credere che il Lenzuolo di Torino abbia davvero avvolto il corpo di Cristo un paio di millenni fa o, come comunemente si dice, ch'esso sia autentico. D'altronde, autenticità può significare anche altro, un conto è ritenere che la Sindone conservata a Torino sia il Telo che avvolse la salma di Cristo, un conto è semplicemente ipotizzarne l'anzianità bimillenaria; e se sul fatto che questo famoso Lenzuolo avesse avvolto Gesù non prendo posizione, ritengo che prevalgano le ragioni per pensare che sia antichissimo, essendo attualmente molti i dati a favore e solo due i contrastanti, di cui uno soltanto pare, e sempre di meno, oggettivamente considerabile: le prove di radiodatazione su campioni sindonici che fissarono l'anzianità del Lenzuolo all'epoca basso medievale; ma esse sono sempre più contestate scientificamente e non solo da studiosi cristiani. L'altro motivo d'avversione alla Sindone, peraltro fortissimo, è un preconcetto, tanto di laici anticlericali quanto di molti, forse della maggioranza, dei cristiani riformati, preclusione che porta i primi a ignorare l'argomento quando non a deriderlo e conduce fedeli protestanti a condannare la venerazione della Sindone la quale, pregiudizialmente, è per essi mera "icona" creata da mani d'uomo: accolgono la condanna veterotestamentaria del "farsi immagini", nata storicamente in funzione anti idolatrica, sebbene i cattolici sostengano che il divieto vigesse solo prima che Dio s'incarnasse in Gesù mostrandosi al mondo come "immagine", cioè come carnale figura umana, senz'alcuna possibilità d'equivocare con gl'idoli; ci sono peraltro cattolici negatori dell'autenticità, intesa nel senso che la Sindone sarebbe proprio quella che avvolse Gesù, e si trovano protestanti che ne suppongono l'autenticità, quanto meno nel secondo senso del termine quando non, addirittura, nel primo. In ogni caso, va ben sottolineato che la fede dei cristiani non si basa affatto sulla Sindone di Torino ma, storicamente, sulla testimonianza orale apostolica della risurrezione di Cristo raccolta entro il I secolo nei libri del Nuovo Testamento, giunta fino a noi perché conservata dalla Chiesa nei secoli, con controllo sistematico della corrispondenza delle nuove copie alle precedenti, iniziando dalle più vecchie. Con tale spirito si presenta questa seconda edizione del saggio di Guido Pagliarino sulla Sindone, realizzata considerando nuovi dati e sanando un paio di inesattezze del precedente libro, uscito anni fa e ormai fuori catalogo. Il saggio torna più volte sugli stessi argomenti, secondo prospettive diverse: il lettore non voglia considerare tali reiterazioni come pleonastiche e, men che mai, involontarie: l'opera comprende una parte introduttiva generale - in qualche punto, ritenendolo giovevole, di già con approfondimenti, come per le conclusioni mediche dell'anatomopatologo Pierluigi Baima Bollone - e una sezione, divisa in capitoli, con trattazione specifica di particolari argomenti toccati nella prima parte, ad esempio le fotografie sindoniche, e una cronologia.

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Informazioni

Editore
Tektime
Anno
2019
ISBN
9788893986892

Note

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 Giovanni Latino, studioso della Sindone e coordinatore del gruppo torinese per lo studio e la spiegazione della Sindone “Amici della Reale Chiesa di San Lorenzo”, gruppo divenuto successivamente “Associazione Volontari e Amici di San Lorenzo”. 
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 Esodo 20, 4 e Deuteronomio 5,8. Non pochi antichi ebrei cadevano nell’adorazione di idoli, si pensi al ben noto vitello d’oro del tempo di Mosè e a certe, meno conosciute, stele che erano state erette, col consenso del re Salomone, nel cortile del Tempio in onore di fauneschi “pelosi”. Chi desiderasse approfondire l’argomento dell’idolatria presso gli ebrei potrebbe vedere il mio saggio “Il Vento dell’Amore – Un approccio storico alla progressiva Rivelazione del Dio-Amore nel Primo Testamento”, Tektime Editore, 2018, libro ed e-book. Al momento della stesura di questa nota il libro è già reperibile pure in lingua spagnola, sia in volume sia in e-book, tradotto da Mariano Bas per lo stesso editore:El Viento del Amor  - Una aproximación histórica a la Revelación progresiva del Dios-Amor en el Primer Testamento”. 
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 Cito solamente la decisa avversione del celebre studioso Cyre-Ulisse-Joseph Chevalier (1841-1923), sacerdote, scrittore, professore universitario di archeologia e di storia ecclesiastica.
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 A sostegno del fatto della stesura dei libri neotestamentari non oltre il I secolo, rimando al mio saggio “Gesù, nato nel 6 ‘a.C.’, crocifisso nel 30 - Un approccio storico al Cristianesimo”, Tektime Editore, libro ed e-book, 2019. 
In particolare si possono consultare il capitolo V - GLI APOSTOLI TESTIMONI OCULARI e il VI - GLI APOSTOLI VOLEVANO INGANNARE? SCUOLE CRITICHE. 
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 Gli originali non ci sono giunti perché scritti su fragile papiro; il frammento più vecchio, oltretutto assai piccolo, è del II secolo (papiro Rylands, conservato in Gran Bretagna), e in gran maggioranza le copie superstiti più vecchie sono del III e IV secolo; peraltro esse sono molto più antiche di tutte quelle dei documenti storici, filosofici e letterari non cristiani, greci e latini, giunti fino a noi, i cui originali, tutti nessuno escluso, andarono anch’essi perduti; rimando in merito al mio saggio “Gesù, nato nel 6 “a.C.”, crocifisso nel 30 - Un approccio storico al Cristianesimo”, cit., capitolo II - A PROPOSITO DI DOCUMENTI STORICI CRISTIANI, di cui però, per comodità del lettore, pubblico di seguito uno stralcio: “Si noti inoltre che le copie di documenti neotestamentari in nostro possesso, le più antiche del II e III secolo, sono le più vicine nel tempo ai fatti che narrano rispetto a tutte le altre finora rinvenute: di originali, a parte documenti archeologici, non ce ne sono più. Ad esempio, il più antico codice relativo a Virgilio, il Veronensis, contenente frammenti delle Bucoliche, delle Georgiche e dell’Eneide, è solo del IV secolo; cinque secoli separano Tito Livio dalle più vecchie copie di sue opere giunte a noi; circa novecento anni dividono l’età di Cesare da quelle delle più antiche trascrizioni rinvenute dei suo libri; e quasi millecinquecento anni separano il tempo di Aristofane e Sofocle dai più vecchi manoscritti di loro lavori in nostro possesso. Inoltre, i documenti neotestamentari sono assai più numerosi: ne sono stati trovati circa cinquemila. Tra questi, il più antico è il P52 Rylands, un frammento del 120/130 circa di 6 centimetri per 9, contenente alcuni versetti del Vangelo secondo Giovanni: soltanto novanta-cento anni lo separano da quanto narrato. Possediamo poi alcuni brani scritti attorno all’anno 200, cioè il documento P64 Magdalen - ma questo potrebbe essere di molto più antico: si veda oltre -, il P65 Bodmer e il P67 Fondazione San Luca. Del III secolo e meno incompleto, abbiamo il P45 Chester-Beatty, composto da una trentina di piccoli fogli contenenti lunghi brani e capitoli interi dei Vangeli. Tutti i citati manoscritti sono su papiro, supporto non molto caro ma facilmente deteriorabile. Documenti rimasti più integri furono composti dal IV secolo sul92la più resistente pergamena, quando alla Chiesa, dal tempo di Costantino, fu possibile accumulare beni e dunque, tra l’altro, avvalersi regolarmente di quest’assai più costosa base di scrittura; tra altri documenti, e di gran valore per la ricerca, possediamo, del IV secolo, il Vaticanus, che contiene quasi tutta la Bibbia, e il Sinaiticus, con il Nuovo Testamento pressoché completo, mentre i fogli sull’Antico sono in gran parte persi. Del V secolo e ancor più importanti perché riproducono l’intero Testamento, abbiamo, sempre tra altri, l’Alexandrinus British Museum, il Codex Ephraemi Biblioteca Nazionale di Parigi e il Codex Bezae Cambridge (in latino oltre che in greco)”. 
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  Cfr. Appendice - Sugli “Amici della Reale Chiesa di San Lorenzo volontari nell’Anno Santo 2000 per la spiegazione della Sindone”. 
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 Per i lettori più tecnici, si riportano i seguenti dati, tratti dall’Opuscolo-catalogo della Mostra documentaristica “Sindone e Scienza - Storia, mistero, ricerca”, Quarta edizione, 24 maggio 2010 Festa di Maria Ausiliatrice: 
Composizione: Fibra vegetale puro lino. 
Peso del lino: grammi per metro quadro 225. 
Armatura: Saia da 4 pesante con effetto spina di pesce composta di 40 fili in spina destrorsa e 40 in spina sinistrorsa, in circa mm 11 ciascuna. Fili di ordito: riduzione n. 36 fili al centimetro; titolo Nm 40000 (40000 metri pesano 1000 grammi). 
Trame: inserzioni 24 al centimetro; titolo Nm 20000 (20000 metri pesano 1000 grammi). 
Torsione dei fili di ordito e delle trame: Destrorsa (a Z) 
[←8
 Prima misurava 4,37 metri in lunghezza ed 1,11 in larghezza a causa delle toppe sui buchi di bruciatura, di cui si parlerà nel testo, tolte nel 2002 e che, precedentemente, facevano contrarre il tessuto.  
[←9
 Peraltro, a me sembra che solo con una certa dose di fantasia questa immagine possa essere ricondotta a un viso (un po’ come quando s’interpretano le nuvole); resta tuttavia interessante il fatto del gruppo sanguigno coincidente con quello della Sindone.
[←10 ]
Il Santuario di Lanciano ha un sito all’indirizzo http://www.miracolo...

Indice dei contenuti

  1. INTRODUZIONE DELL’AUTORE
  2. LA MISTERIOSA SINDONE
  3. A) In generale:
  4. Senza dubbio...
  5. Lenzuolo o bende?
  6. Cenni parastorici alla Sindone fino al 1356 e il primo vero e proprio documento storico in quell’ann
  7. Certuni hanno provato negli ultimi anni a eseguire una copia dell’immagine sindonica ma, per il mome
  8. Perché all'Uomo della Sindone non si vedono i pollici e, nel positivo sindonico, ha il piede destro
  9. Monete
  10. Aloe e mirra
  11. Crurifragium
  12. Segni di ferite e abrasioni
  13. Ferite, lesioni, sangue sulla Sindone concordano perfettamente con le descrizioni dei Vangeli sulla
  14. Statistica
  15. Sull’analisi dell’anatomopatologo professor Pierluigi Baima Bollone
  16. B) In particolare:
  17. I   -  LE FOTOGRAFIE
  18. II  - INIZIA LA RICERCA
  19. III - GLI ESPERIMENTI DEL CARBONIO 14
  20. Su che principio si basa la radiostazionE al Carbonio 14 (C14)
  21. Il primo e  poco  noto esperimento (ufficioso) di datazione d’un campione sindonico col metodo del C
  22. Gli esperimenti ufficiali di radiodatatazione del 1988:
  23. IV -  UN EVENTUALE FALSARIO MEDIEVALE SAREBBE STATO IL PIÙ GRAN GENIO DI TUTTI I TEMPI E UN MOSTRO C
  24. V - CRONOLOGIA (Sintetica Storia della Sindone di Torino)
  25. PRINCIPALI FONTI DEL SAGGIO
  26. Appendice
  27. NTRODUZIONE DELL’AUTORE
  28. 1
  29. 2
  30. 3
  31. 4
  32. 5
  33. 6
  34. 7
  35. 8
  36. 9
  37. 10
  38. 11
  39. 12
  40. 13
  41. 14
  42. 15
  43. 16
  44. 17
  45. 18
  46. 19
  47. 20
  48. 21
  49. 22
  50. 23