Prologo
[JHS MARIA JOSEPH
Spiegazione delle strofe che trattano dell’unione e della trasformazione molto intima e qualificata dell’anima in Dio, su richiesta della signora donna Ana de Peñalosa, fatta dallo stesso autore che le ha composte.
S M]
1. Ho provato un po’ di ripugnanza, nobilissima e devota signora, a spiegare queste quattro strofe che Vostra Grazia mi ha chiesto, perché, siccome riguardano cose così interiori e spirituali, per le quali di solito mancano i termini, dato che lo spirituale oltrepassa il senso, con difficoltà si dice qualcosa della sostanza; anche perché si parla male delle viscere dello spirito se non lo si fa con intimo spirito. A causa del poco che vi è in me, l’ho rinviato fino ad ora, quando il Signore sembra avere aperto un po’ la conoscenza e dato un certo calore; deve essere a causa del santo desiderio di Vostra Grazia e, forse, poiché furono scritte per Vostra Grazia, Sua Maestà vorrà che si spieghino per Vostra Grazia. Mi sono fatto coraggio, sapendo con certezza che di mio non dirò nulla di nulla che venga a proposito; quanto più in cose così elevate e sostanziali!
Perciò non sarà mio se non quanto vi sarà di cattivo e di sbagliato; perciò sottometto tutto al miglior parere e al giudizio della nostra madre, la Chiesa cattolica romana, seguendo la regola della quale nessuno sbaglia. Con questo presupposto, appoggiandomi alla Scrittura divina e sapendo che tutto ciò che sarà detto è molto inferiore alla realtà, come il dipinto rispetto al reale, oserò dire quello che saprò.
2. Non deve destare meraviglia che Dio faccia grazie così alte e straordinarie alle anime che vuol blandire; infatti, se consideriamo che è Dio e che le fa come Dio e con infinito amore e bontà, non ci sembrerà ingiustificato, poiché egli disse che sarebbero venuti il Padre, il Figlio e lo Spirito santo in colui che lo avesse amato e avrebbero dimorato in lui (Gv 14,23); questo sarebbe avvenuto facendolo vivere e dimorare nel Padre, nel Figlio e nello Spirito santo nella vita di Dio, come spiega l’anima in queste strofe.
3. Infatti, sebbene nelle strofe che abbiamo spiegato sopra abbiamo parlato del grado di perfezione più perfetto a cui si può giungere in questa vita, che è la trasformazione in Dio, tuttavia queste strofe trattano dell’amore ormai più nobilitato e perfezionato in questo stesso stato di trasformazione. Infatti, quantunque sia vero che ciò che queste e quelle dicono è tutto uno stato di trasformazione, e in quanto tale non si può andare oltre, tuttavia con il tempo e l’esercizio, come dico, l’amore si può nobilitare e perfezionare molto di più; proprio come il fuoco, il quale, pur essendo entrato nel ciocco e avendolo trasformato in sé e stando già unito a lui, tuttavia, quanto più si accende e più a lungo lo lavora, tanto più il ciocco diventa incandescente e infuocato, fino a emettere scintille e fiammeggiare.
4. Qui si deve intendere che l’anima parla in questo grado acceso, ormai trasformata e perfezionata interiormente a tal punto nel fuoco d’amore, che non solo è unita a questo fuoco, ma esso produce in lei viva fiamma; ella lo sente e lo dice in queste strofe con intima e delicata dolcezza d’amore, ardendo nella sua fiamma, esaltando in queste strofe alcuni effetti che produce in lei. Le spiegherò come ho fatto con le altre: prima le riporterò tutte, poi riporterò ogni strofa e la spiegherò brevemente; quindi riporterò ogni verso e lo spiegherò da solo.
S M
1. ¡Oh llama de amor viva,
que tiernamente hieres
de mi alma en el más profundo centro!
pues ya no eres esquiva,
acaba ya, si quieres;
rompe la tela de este dulce encuentro.
2. ¡Oh cauterio suave!
¡Oh regalada llaga!
¡Oh mano blanda! ¡Oh toque delicado,
que a vida eterna sabe,
y toda deuda paga!
matando, muerte en vida la has trocado.
3. ¡Oh lámparas de fuego,
en cuyos resplandores
las profundas cavernas del sentido,
que estaba oscuro y ciego,
con extraños primores
calor y luz dan junto a su Querido!
4. ¡Cuán manso y amoroso
recuerdas en mi seno,
donde secretamente solo moras!
Y en tu aspirar sabroso,
de bien y gloria lleno,
¡cuán delicadamente me enamoras!
1. Oh, fiamma d’amor viva,
che teneramente ferisci
della mia anima nel più profondo centro!
Poiché non sei più schiva
finisci, ormai, se vuoi:
rompi la tela di questo dolce incontro.
2. Oh, cauterio soave!
Oh, deliziosa piaga!
Oh, mano dolce! Oh, tocco delicato
che sa di vita eterna
e ogni debito paga!
uccidendo, morte in vita hai trasformato.
3. Oh, lampade di fuoco!
nei vostri splendori
le profonde caverne del senso,
che stava oscuro e cieco,
con arcane finezze
calore e luce insieme danno al loro Amato!
4. Quanto manso e amoroso
ti svegli sul mio seno,
dove segretamente solo dimori!
Nel tuo spirar gustoso,
di bene e gloria pieno,
quanto delicatamente mi innamori!
* * *
La struttura di queste lire è la stessa di quelle che in Boscán sono trasformate a lo divino e così suonano:
La solitudine seguendo
piangendo la mia fortuna
io vado per le strade che mi capitano, ecc.
In esse vi sono sei versi: il quarto rima con il primo, il quinto con il secondo e il sesto con il terzo.
* * *
Strofa 1
Oh, fiamma d’amor viva,
che teneramente ferisci
della mia anima nel più profondo centro!
Poiché non sei più schiva
finisci, ormai, se vuoi:
rompi la tela di questo dolce incontro.
Spiegazione
1. Sentendosi l’anima tutta infiammata nell’unione divina, con il palato ormai tutto bagnato di gloria e d’amore, mentre l’intimo della sua sostanza sta traboccando non meno che fiumi di gloria, abbondando in godimento (Ct 8,5) e sentendo scorrere dal suo seno i fiumi d’acqua viva che secondo il Figlio di Dio sarebbero usciti da tali anime (Gv 7,38), sembra che, essendo trasformata in Dio con tanta forza e così altamente da lui posseduta e adornata con una ricchezza così ricca di doni e di virtù, sia così vicina alla beatitudine che non la separa se non una lieve tela.
Poiché vede che la delicata fiamma d’amore che arde in lei ogni volta che la investe la sta come glorificando con gloria soave e forte, tanto che ogni volta che l’assorbe e la investe le sembra che le stia per dare la vita eterna e che sia sul punto di rompere la tela della vita mortale, che manca molto poco, e che a causa di questo poco non è del tutto glorificata essenzialmente, dice con gran desiderio alla fiamma, che è lo Spirito Santo, di rompere ormai la vita mortale per quel dolce incontro, in cui davvero le comunichi completamente ciò che ogni volta sembra che le stia per dare quando la incontra, cioè glorificarla in modo pieno e perfetto.
Così dice:
Oh, fiamma d’amor viva!
2. L’anima, per mettere in rilievo il sentimento e la stima con cui parla in queste quattro strofe, in tutte quante utilizza questi termini: oh! e quanto!, che significano apprezzamento affettuoso; ogni volta che sono pronunciati, essi esprimono dell’intimo più di quanto si dice con la lingua. Oh! si utilizza per esprimere un desiderio grande e una richiesta perseverante volta a persuadere; l’anima lo impiega in questa strofa per entrambi gli scopi, perché in essa apprezza e interiorizza il grande desiderio e cerca di persuadere l’amore affinché la sciolga.
3. La fiamma d’amore è lo spirito del suo Sposo, lo Spirito Santo, che l’anima sente già in sé, non solo come fuoco che l’ha consumata e trasformata in soave amore, ma come fuoco che, inoltre, arde in lei e fiammeggia, come ho detto. Quella fiamma, ogni volta che fiammeggia, inonda l’anima di gloria e la rinfresca nel vigore della vita divina.
Questa è l’attività dello Spirito Santo nell’anima trasformata in amore: gli atti interiori che compie sono fiammeggiare, ossia infiammazioni d’amore mediante le quali la volontà dell’anima, unita a lui, ama in modo elevatissimo, divenuta un solo amore con la fiamma.
Così questi atti d’amore dell’anima sono p...