Il prezzo dell'immortalità
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Il prezzo dell'immortalità

Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo

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Il prezzo dell'immortalità

Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo

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Che cos'è il cancro? Come si sviluppa? E, soprattutto, come possiamo vincerlo? Pier Paolo Di Fiore,allievo ed erede del professor Umberto Veronesi, dà una risposta rigorosa e appassionata a questedomande, cui non possiamo più sottrarci. La dedizione del professore alla ricerca scientifica per la lotta contro il cancro si trasfonde in una narrazione che amalgama abilmente l'autorevolezza dello scienziato e la sensibilità dell'uomo: sono pagine che informano, coinvolgono e commuovono, in cui prendono vita le storie eroiche di scienziati e pazienti, e le speranze future. Il prezzo dell'immortalità è un emozionante racconto corale al quale partecipa una nuova voce narrante, quella della cellula tumorale stessa – «la regina nera». Questa racconta un'inedita versione dellamalattia, che vuole contrastare la paura attraverso una consapevolezza nuova – perchéper sconfiggere il cancro è necessario riuscire a vedere il mondo attraverso i suoi occhi.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788865768457

PARTE QUARTA

L’origine del Chaos

17. Numerologia del Chaos

Ma le sue sole parole non sarebbero sufficienti a dimostrare che egli aveva già allora compreso tutta l’importanza degli avvenimenti. Le sue azioni – tutte, senza la minima eccezione – erano tese a un medesimo triplice scopo: 1) impiegare ogni sua forza per combattere il nemico; 2) sconfiggerlo; 3) scacciarlo dalla Russia e alleviare, per quanto possibile, le miserie della nazione e dell’esercito.
Lui, il temporeggiatore Kutuzòv, il cui motto era «pazienza e tempo».
Lev Tolstoj, Guerra e pace
Parlare dei numeri del cancro non è argomento di facile gestione emotiva. È una lista di dolore e di morte che attenua qualsiasi sentimento di ottimismo generato dai progressi che registriamo nella lotta ai tumori. È un monito che ci deve mantenere sempre umili e determinati perché ancora tantissimo resta da fare.
Seppure i numeri che vi racconterò somiglino a un bollettino di guerra, vorrei da subito anticiparvi che questa guerra la stiamo lentamente vincendo: forse non nella maniera che pensavamo e forse troppo lentamente, ma non c’è alternativa; il nemico che abbiamo di fronte è formidabile. È una guerra peculiare, senza battaglie campali, senza scontri definitivi per la vittoria finale. L’unico modo per vincere è logorare il nemico.
Come fece il generale Kutuzòv ritratto da Tolstoj: affrontare il nemico direttamente era impossibile, ma con «tempo e pazienza» ne si poteva erodere la forza, lo si poteva indebolire e farlo collassare. Kutuzòv fu accusato di codardia e temporeggiamento, ma non perse mai di vista il nemico; e alla fine riuscì a vincere l’invincibile Napoleone.
Il bollettino di guerra
L’International Agency for Research on Cancer (iarc), mantiene il censo dei casi di cancro a livello mondiale.52 Nel 2012 – l’anno più recente per il quale si hanno dati completi – si stima ci siano stati circa 14 milioni di nuovi casi di cancro nel mondo con 8 milioni di morti. Questo significa che, nel 2012, ci sono stati nel mondo 182 nuovi casi ogni 100 000 abitanti (ciò che chiamiamo tasso d’incidenza) e 102 decessi ogni 100 000 abitanti (ciò che chiamiamo tasso di mortalità). L’incidenza, come abbiamo già descritto, è in costante aumento e si prevedono nel 2025 circa 20 milioni di nuovi casi a livello mondiale, a fronte dei 14 milioni del 2012. Alcuni dati saltano all’occhio:
Nel mondo occidentale ci si ammala di cancro più che negli altri paesi; questo è dovuto in larga misura all’aumento della vita media e anche a stili di vita connessi col benessere (fumo, obesità, sedentarietà).
Tuttavia, nel mondo occidentale si muore di cancro (percentualmente rispetto al numero dei casi) meno che negli altri paesi. E questo è ovviamente dovuto alla migliore assistenza sanitaria e ai programmi di diagnosi precoce.
L’Italia è in linea con la media dei paesi occidentali, cionondimeno i numeri italiani sono ancora paurosi: i dati raccolti sul territorio nazionale dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (aiom) e dall’Associazione Italiana dei Registri Tumori (airtum) indicano che ogni giorno ci sono circa 1000 nuove diagnosi e 485 decessi.
Gli uomini si ammalano e muoiono più delle donne. Un uomo su due si ammalerà di cancro nel corso della sua vita. E una donna su tre.
Dal momento che la notizia precedente è abbastanza spaventosa, metterò il carro dinanzi ai buoi per dirvi che più della metà dei malati guarisce – o che le loro vite sono talmente allungate dalla terapia che finiscono per morire per altre cause e non per il cancro; e che le percentuali sono lentamente ma costantemente in aumento.
Il cancro in grafici
Ogni tanto, ritualmente, qualcuno lancia spaventose grida d’allarme: stiamo perdendo la guerra contro il cancro, tutto quello che abbiamo fatto in ricerca non ha portato frutti, bisogna completamente ripensare le nostre strategie e via dicendo. Le critiche sono sempre apprezzabili, ma il disfattismo gratuito no; specie se alimentato dall’ignoranza. La scienza ha avuto di certo diverse responsabilità nella gestione del «problema cancro» – le vedremo nel dettaglio in seguito – ma di sicuro ha prodotto negli anni conoscenza e risultati; risultati che sono il frutto della dedizione e della passione delle migliori menti medico-scientifiche degli ultimi cinquant’anni.
L’errore principale della scienza, a mio avviso, è l’essere stata, in talune situazioni, troppo ottimista e l’aver comunicato al pubblico questo eccessivo ottimismo. È accaduto per varie ragioni: in primis, perché effettivamente in molte occasioni – ormai ho abbastanza capelli bianchi da poter dire di averne viste diverse – si è creduto di esser giunti a una vera svolta, laddove purtroppo dietro la svolta si apriva una strada ancora lunga e oscura. La complessità del cancro ci ha umiliati diverse volte. È una lezione che abbiamo imparato faticosamente e ancora non completamente. Tuttora vedo troppi titoli e articoli sui giornali che annunciano clamorose e rivoluzionarie scoperte, senza che poi le promesse siano mantenute. Dobbiamo imparare a comunicare meglio, in maniera ragionevole e sobria (noi scienziati in primis). Assumendomi la responsabilità di poter sbagliare clamorosamente, posso affermare che molto probabilmente non vedremo mai una scoperta clamorosa che debelli il cancro, qualcosa di simile a quello che hanno rappresentato storicamente le vaccinazioni o gli antibiotici per intenderci; ma che invece vedremo costanti e durevoli progressi. Ogni anno un po’ meglio. «Pensare positivo» è ragionevole, ma non bisogna inseguire facili ottimismi: il cancro sparirà, ma lentamente, un po’ alla volta.
Sono i numeri a dircelo: ogni anno, negli ultimi venti e passa anni, la mortalità di cancro (nel mondo occidentale) si è ridotta di più dell’1% all’anno. Guardate la Figura 23 (sono i dati per gli Stati Uniti dell’American Cancer Society ma sono estendibili alla popolazione europea), che racconta di come tra il 1991 e il 2016 il calo della mortalità sia stato di oltre il 25% – circa 1,1% all’anno – con un’accelerazione tra il 2007 e il 2016 di oltre l’1,5% all’anno. La diminuzione della mortalità è tanto più significativa quando consideriamo che l’incidenza dei tumori (cioè il numero di persone che si ammalano) è in aumento, come abbiamo avuto modo di dire più volte.
Possiamo calcolare quante vite sono state salvate negli ultimi 25 anni (periodo 1991-2015): persone che sarebbero morte di cancro se la mortalità fosse rimasta quella del 1991. Le definiamo morti per cancro evitate: non sono le persone che sono guarite dal cancro ma «quelle in più» rispetto a quelle che era prevedile guarissero se il tasso di guarigione fosse restato quello del 1991. Quante sono? 2,1 milioni in 25 anni negli Usa. Estrapolando i numeri all’Europa, altri 3,4 milioni solo nell’Unione Europea. Cinque milioni e mezzo tra usa e ue! Non sono solo numeri: sono padri e madri che hanno avuto la possibilità di crescere i loro figli, giovani che hanno avuto la possibilità di vivere la vita, anziani che hanno avuto la possibilità di chiuderla liberi dal cancro.
Figura 23 Mortalità per cancro negli Stati Uniti nel periodo 1975-2016
La figura riporta il tasso annuo di mortalità per 100 000 persone. Nel periodo 1991-2016, il tasso di mortalità combinato per entrambi i sessi è diminuito del 27%. Negli ultimi 10 anni (2007-2016) il tasso è diminuito dell’1,4%/anno per gli uomini e dell’1,8%/anno per le donne. I dati sono tratti da: American Cancer Society, Cancer Facts & Figures 2019 (Siegel RL et al. 2019. CA Cancer J Clin. 69:7).
Possiamo essere quindi moderatamente ottimisti, rimanendo allo stesso tempo fortemente determinati. Le statistiche ci dicono che la strada è quella giusta, ma 170 000 morti l’anno (solo in Italia) sono comunque un dato più simile a un bollettino di guerra che all’annuncio della vittoria. Bisogna essere molto cauti nella comunicazione sul cancro. La «discesa» verso l’ideale 0 nella casella dei decessi è una discesa lenta e faticosa. I cancri – ricordiamolo, anche se è ovvio – non guariscono per conto proprio: guariscono perché dietro c’è una quantità enorme di ricerca che ogni anno rende un particolare tumore più curabile. Se oggi terminassimo la ricerca sul cancro, le curve non continuerebbero a scendere, diventerebbero orizzontali – anzi, dato che l’incidenza è in aumento la mortalità ricomincerebbe a salire.
In questo io vedo il rischio maggiore della «pacificazione» nella lotta al cancro: l’idea che ormai la sconfitta del cancro sia solo questione di tempo (non sono solo i disfattisti a essere pericolosi, gli ottimisti a oltranza lo sono altrettanto) si traduce in un’attitudine che è stata assunta da numerose agenzie governative di finanziamento di tutto il mondo, e cioè che «l’ultima spallata» al cancro verrà dalla ricerca applicata, quella che prende le scoperte ottenute nei laboratori «di base» e le trasforma in prodotti utili per la clinica. In altre parole, la tesi che sta prevalendo è che ormai abbiamo capito cos’è che non funziona nel cancro (o almeno lo abbiamo capito in gran parte) e che quindi bisognerebbe solo portarne avanti le applicazioni et voilà, il problema sarà risolto. Questo si sta traducendo in una diminuzione dei finanziamenti alla ricerca di base a favore della ricerca applicata. Ed è un problema serio.
L’esperienza ci ha insegnato che la retorica dell’ultima spallata vale solo la carta sulla quale è scritta. È difficile dire «quanto» abbiamo compreso del cancro, ma è certo che ci siano decine, centinaia di aspetti del cancro sui quali abbiamo idee poco più che pallide. Ci resta ancora moltissimo da capire e per capirlo dobbiamo continuare a investire in ricerca di base, quella ricerca che – mi rendo conto benissimo – è più difficile comunicare al pubblico: i suoi termini talvolta sembrano formulari esoterici, francamente incomprensibili; le sue indagini sono condotte spesso su mosche, vermi o lievito di birra. Vallo a spiegare alla gente che abbiamo capito di più studiando il lievito di birra che i malati di tumore! Se non fossi uno scienziato avrei difficoltà a capirlo anche io.
È una questione di fiducia. Devo fidarmi di chi mi dice che l’1,5% del miglioramento di quest’anno nasce dalla comprensione che la ricerca di base ha prodotto dieci, venti anni fa, grazie agli investimenti fatti; e che se oggi terminano questi investimenti, non ci saranno più miglioramenti dell’1,5% nei prossimi anni. Devo fidarmi di chi mi dice che la guerra non si vince al fronte ma nelle retrovie. Di chi mi dice che la vittoria non è ineluttabile ma un bene fragile da conquistarsi con fatica.
Comprendere i numeri, un cancro alla volta
Se osservate la Figura 24 – che illustra dati aggiornati (stimati) al 2019 e riferiti agli Stati Uniti, forniti dall’American Cancer Society – noterete che la frequenza d’incidenza e di mortalità nei vari tipi di tumore è molto variabile.
Negli uomini il tumore più frequente (incidenza) è quello alla prostata, seguito dal polmone e dal tumore del colon-retto; nelle donne, il tumore più frequente è al seno, seguito dal polmone e dal colon-retto. Ci sono alcune differenze tra Europa e Stati Uniti – in Europa il tumore al colon-retto nelle donne è più frequente del tumore po...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Sommario
  3. Prefazione
  4. Introduzione
  5. Il prezzo dell’immortalità
  6. PARTE PRIMA
  7. PARTE SECONDA
  8. PARTE TERZA
  9. PARTE QUARTA
  10. PARTE QUINTA
  11. PARTE SESTA
  12. Note bibliografiche
  13. Ringraziamenti