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Bologna: Una cultura sostenibile
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Bologna: Una cultura sostenibile
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Il passato politico e culturale unico di Bologna ha contribuito a farne una città all'avanguardia rispetto alla maggior parte dei centri urbani italiani in virtù degli investimenti strategici nei servizi, nell'assistenza sanitaria e nell'istruzione. Ma fino a che punto la sua attenzione per la sostenibilità in determinati settori sarà la chiave del successo anche in futuro?Il presente saggio fornisce una panoramica dello sviluppo della regione di Bologna negli ultimi decenni ponendo l'accento sulle politiche e gli investimenti urbani in un più ampio contesto territoriale – regionale, nazionale ed europeo.
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Informazioni
Argomento
EconomiaCategoria
Finanza pubblicaIII Conclusioni
La strategia e l’offerta di prodotti/servizi finanziari della BEI si sono evolute nel tempo realizzando una maggiore convergenza con i piani di sviluppo di Bologna. La figura 7 contiene una sintesi delle principali tappe di questo processo.
Figura 7: Bologna - cronologia degli eventi
1955 | Approvazione del nuovo Piano regolatore generale | |
1963 | Apertura del primo asilo nido in Italia | |
Approvazione del primo piano di sviluppo socio-economico urbano in Italia (Programma di sviluppo della città e del comprensorio) | 1963 | |
Approvazione del Piano per l'edilizia economica e popolare di Giuseppe Campos Venuti | 1964 | |
1967 | Apertura della tangenziale | |
Affidamento del progetto per un nuovo Centro direzionale a Kenzō Tange | 1970 | |
1971 | Istituzione della Regione Emilia-Romagna | |
1985 | Trasferimento della sede della Regione nel Fiera District | |
Lancio della rete informatica Iperbole | 1995 | |
Capitale europea della Cultura | 1998 | |
Elezione di un sindaco di centro-destra che pone fine ad oltre 50 anni di predominio della sinistra | 1999 | Primo prestito quadro “Ambiente Urbano” |
Nuova legge regionale sulla pianificazione territoriale | 2000 | |
Prima posizione nella classifica della qualità della vita realizzata da “Il Sole 24 Ore” | 2007 | |
2009 | Inaugurazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna-Firenze | |
Approvazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) per una “Bologna resiliente” | 2012 | |
Aumento della disoccupazione dal 2% del 2008 all’8% | 2013 | Accordo tra la Provincia e il Comune sul Piano Strategico Metropolitano |
2015 | Inserimento ufficiale di Bologna tra le dieci città metropolitane d’Italia | |
Prestito quadro “Città resiliente” | 2016 | Prima posizione nella classifica delle “città intelligenti” in Italia |
2017 | Superamento della soglia del milione di abitanti nell’area metropolitana | |
2018 | Prestito all’Università di Bologna | |
2019 | Fine prevista dei lavori per la nuova autostrada Bologna-Firenze |
L’efficienza amministrativa e la qualità dei servizi locali che tradizionalmente caratterizzano Bologna hanno contribuito a dotare la città degli strumenti necessari per affrontare con successo (in media meglio di altre città europee e italiane) le sfide che via via si sono presentate negli anni. Questa tradizione di buon governo locale e la resilienza relativa dell’economia regionale (basata su un modello di “flessibilità nella specializzazione”) sono fattori che si rafforzano a vicenda. Essi hanno contribuito al conseguimento di risultati economici relativamente buoni se paragonati a quelli del resto d’Italia. E questo vale anche per gli anni della recessione, come dimostrano i diagrammi di seguito riportati in cui Bologna viene paragonata ad altre città metropolitane in Italia. La figura 8 mostra come l’area sia riuscita a mantenere una certa crescita del PIL anche durante la recessione, con un primato di Bologna sulle dieci città metropolitane italiane anche a livello prospettico (biennio 2015-2017). L’andamento del valore aggiunto per abitante tra il 2000 e il 2016 conferma come, nel corso degli anni, Bologna abbia mantenuto la propria posizione di vantaggio nei confronti dell’Emilia-Romagna e della media nazionale.
Figura 8: città metropolitane in Italia [48] – prospettive di crescita comparate
Fonte: Piano Strategico Metropolitano (2016) [49]
Figura 9: valore aggiunto per abitante 2000-2016
Fonte: Comune di Bologna (2018) [50]
Sebbene la città e la regione siano uscite dalla crisi economica più rapidamente del resto d’Italia, la ripresa è stata lenta e dolorosa, se paragonata a quella di altre realtà analoghe europee. Le sfide che attendono l’economia dell’area in questione sono enormi. Infatti, nonostante i risultati relativamente buoni registrati, non solo rimangono gli strascichi della recessione da risolvere, ma sono anche insorti nuovi problemi, tra cui povertà, esclusione e invecchiamento della popolazione, che, a dispetto di un contesto economico metropolitano globalmente positivo, sono andati aggravandosi [51] Si tratta tuttavia di questioni che vanno risolte senza compromettere il carattere sostenibile dell’economia dal punto di vista ambientale, né la spinta innovativa dell’economia stessa in quanto obiettivi che vanno invece rafforzati. In un contesto economico di aperta concorrenza sarà difficile non solo conseguire e mantenere un’economia digitale e della conoscenza di successo ma anche coniugarla con la sostenibilità ambientale e la crescita inclusiva. La resilienza economica locale può tuttavia contare su un ricco ecosistema popolato da una pluralità di soggetti pubblici e privati in grado di collaborare e dare vita a soluzioni innovative per le sfide economico-sociali.
Con il tempo la strategia di sviluppo della Bologna metropolitana per il prossimo futuro si è andata sviluppando attorno a tre filoni di intervento. Il primo è incentrato sullo sviluppo intelligente e prende le mosse dalla tradizione di soluzioni innovative e improntate alla tecnologia per le sfide urbane. Il secondo riguarda la sostenibilità e la resilienza e si basa sulla tradizione di tutela dell’ambiente, sia naturale che antropico. Il terzo, qualità della vita e sviluppo inclusivo, si fonda su una cultura dell’attenzione nell’erogazione dei servizi a livell...
Indice dei contenuti
- Copertina
- I Introduzione
- II Sviluppo di Bologna dal 1950
- III Conclusioni