Nel Castello dell'anima
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Nel Castello dell'anima

Pagine spirituali

  1. 560 pagine
  2. Italian
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Nel Castello dell'anima

Pagine spirituali

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Dopo il suo incontro con Teresa di Gesù, Edith Stein, giovane studiosa, dotata nell'introspezione e nell'analisi degli stati d'animo, comprese che il Castello interiore della Madre degli spirituali, se era inscritto nell'anima di tutti, e perciò anche nella sua anima di ebrea, fenomenologa e poi cristiana, possedeva alcune caratteristiche peculiari. Di rilievo è soprattutto la modalità dell'ingresso: la grande carmelitana spagnola vi entrò attraverso la porta della preghiera, la grande carmelitana tedesca attraverso la porta della conoscenza di sé e del rapporto con gli altri.Se l'esperienza spirituale tipica dell'età moderna e postmoderna della fede consiste nel «vivere davanti a Dio l'assenza di Dio», Edith Stein nell'ultimo slegamento della morte, varcando insieme con i suoi fratelli la porta della camera a gas – per lei la porta cruciforme –, vivendo davanti a Dio l'assenza di Dio, una perdita che appare sigillo di completezza, varcò simultaneamente l'ultima porta del Castello la vera Porta che è Cristo per l'incontro con il Padre.Un seme di grande speranza per il nostro tempo in cui non si prega abitualmente e l'educazione al rapporto con Dio, spesso, è assente.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788872298961
Introduzione
1. I due castelli. La coscienza laica e credente
Ognuno di noi ha inciso dentro di sé, in quel mondo interiore così difficile da conoscere e da delineare, un «Castello».
Un autentico maniero, un fortilizio merlato, con un ponte levatoio per accedervi, il mastio, le mura, i torrioni e infine, nella parte più sicura e protetta, l’appartamento del grande Re.
In questo simbolo sono racchiusi i grandi protagonisti della storia: il mondo, l’uomo e Dio.
Così si esprimeva Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa, che ha scritto, a questo proposito, secondo Edith Stein, un capolavoro strettamente legato alla sua esperienza mistica (infra, p. 250).
Come si entra in questo Castello? Teresa di Gesù è esplicita e nitida: «La preghiera è la porta, per la quale si entra in questo castello» (infra, p. 297).
Oggi, dopo quattro secoli, mi chiedo, chi nel mondo attuale prega?
Chi conosce il rapporto fra uomo e Dio che si intesse di ascolto, di silenzio, di domanda, in quel presente storico che si trova al punto d’intersezione tra uno «spazio di esperienza» e un «orizzonte d’attesa» (P. Ricoeur)?
La genialità di Edith Stein va ascritta alla sua coscienza laica perfettamente strutturata e appare perciò sovrana nel secolo XX quando afferma che, per Teresa di Gesù, era impossibile porsi l’interrogativo «se la “costruzione” dell’anima avesse un senso anche a prescindere dall’inabitazione di Dio e se, forse, esistesse anche un’altra porta oltre a quella della preghiera» (infra, p. 321).
Edith Stein infatti non è entrata nel Castello attraverso la porta della preghiera, né ebraica né cristiana, ma per una porta altra. Per questa ragione la sua esperienza è determinante nel nostro attuale vivere, ricordando però che rimase aperta al pathos dell’esperire e della ricerca. «Edith Stein riconobbe nei “pensieri del cuore” la vita originaria dell’anima, la fonte della vita personale, qualcosa che “sale dall’interno” e viene percepito come dotato di valore. Tutti possiedono questa vita interiore, anche se non si raccolgono su di sé e non vi prestano attenzione o se non sono sulla vita dell’incontro con Dio».1
Ella era un’ebrea laico-pensante, distante dal credere e dalla pratica dell’ebraismo; ella guardava «il mondo con occhi spalancati», come afferma in Introduzione alla filosofia, proprio per questo si è sempre interrogata sul mondo interiore che l’abitava e quindi sulla coscienza, ignorando però la lettura olistica che più tardi avrebbe dato di questa ricerca. La sua formazione filosofica l’aveva condotta sapientemente: «In quanto è uno stile di pensiero che corrisponde a questo atteggiamento, lo stare con gli occhi spalancati, la fenomenologia è una sorta di laica religione dell’evidenza, del candore e del rigore. Ma anche …del rispetto e dell’umiltà».2
Edith Stein dimorava, stava presso di sé, in un appartenersi per così dire assoluto e non scambiava il ritorno su di sé con l’illusione di una autofondazione originaria e trasparente:
Nel cuore del ’900 l’esperienza mistica è tornata a parlare a donne e uomini: il sentimento della presenza immediata della trascendenza dell’essere è di nuovo sentito come il modo più radicale per arrivare al centro di sé. Eppure risulta difficile rintracciare analogie, che non siano sentimentali o dogmatiche, tra quel contatto estremo, diretto con Dio e esperienze quo...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. NEL CASTELLO DELL’ANIMA
  3. LEGENDA E FONTI
  4. ANNO 1916
  5. 1. L’empatia
  6. ANNI 1917-1920
  7. 1. Introduzione alla filosofia
  8. ANNI 1921-1922
  9. 1. Causalità psichica
  10. ANNO 1924
  11. 1. Mattino di Pasqua
  12. ANNO 1925
  13. ANNO 1928
  14. 1. Valore della femminilità nel suo significato per la vita del popolo
  15. ANNO 1929
  16. 1. Che cos’è la filosofia?
  17. ANNO 1930-1932
  18. 1. Educazione eucaristica
  19. ANNO 1933
  20. 1. Educare la gioventù alla luce della fede cattolica
  21. ANNO 1934
  22. 1. Madre mia, amatissima
  23. ANNO 1935
  24. 1. Una maestra di educazione e di lavoro formativo: Teresa di Gesù
  25. ANNO 1936
  26. 1. Festa del Nome di Gesù
  27. ANNO 1937
  28. 1. Pentecoste
  29. ANNO 1938
  30. 1. Juxta Crucem tecum stare
  31. ANNO 1939
  32. 1. A Dio Padre
  33. 1. Vita nascosta ed Epifania
  34. ANNO 1941
  35. 1. I Re Magi
  36. ANNO 1942
  37. 1. I tre Re
  38. 2. Al Sacro Cuore