Seconda parte
VOLTI & LUOGHI DI MEDJUGORJE
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
(Gv 2, 3-5)
La redenzione del mondo passa dalle cose del mondo, così Gesù ha avuto bisogno di un impasto di fango per guarire il Cieco nato e ancor prima del Fiat di Maria per entrare nella nostra storia. La Madonna, a Medjugorje, si è scelta un luogo, sei veggenti, e dietro loro un’intera comunità parrocchiale, chiamandoli alla purificazione e a cooperare al suo piano di apostolato. Come insegna san Paolo, e con lui il Magistero, il corpo mistico della Chiesa comporta che ogni uomo di ogni tempo concorra per come può alla salvezza già compiuta in Cristo. E Maria, come già a Cana di Galilea, ci esorta a farlo, seguendo senza indugi suo Figlio: «Fate quello che Lui vi dirà». Di contraltare l’episodio di Cana mostra che Gesù finisce per dar retta sempre a sua Madre. Seguono qui una presentazione dei veggenti e dei luoghi cari alla Vergine nel suo villaggio di Erzegovina.
Il fulcro di questa parte, forse del libro intero, sono, però, le interviste: le prime quattro ai veggenti Marija, Ivan, Vicka e Mirjana. Mentre le ultime due chiamano in causa altri due abitanti di Medjugorje speciali ai miei occhi: Jelena Vasilij, che da bambina ha iniziato a sentire, durante la preghiera, la voce interiore della Gospa; e Marijo Mijatovic, marito della veggente Vicka. Chi più di loro ci può guidare nel vivo del mistero che ha ridestato i Balcani fin dal lontano 1981?
«HO BISOGNO DI VOI»
I sei ragazzi di Medjugorje diventati adulti con Maria
Strumenti dell’Alleanza
Ivanka, la prima che l’ha vista, Marija, Mirjana e Vicka; e poi Ivan e Jakov, i due maschi. Sono loro i «ragazzi di Maria», sono questi i loro nomi. All’inizio della storia, nel giugno 1981, erano bambini, o poco più. Jakov Colo aveva dieci anni e i compaesani anziani lo ricordano inginocchiato, con il mento che arrivava appena a livello dell’altare, là dove Lei appariva. Vicka, l’unica nata nel 1964, il 3 di settembre per l’esattezza, era la più «anziana», se così si può definire: una sedicenne nella pienezza delle prospettive dell’adolescenza.
Come sono cambiati, come sono cresciuti. Erano bambini... coetanei o di una manciata d’anni più grandi di quelli che cinque di loro oggi portano ancora in braccio.
Ma restano i «ragazzi di Maria», perché, dopo trent’anni, a Lei ancora guardano, a Lei appartengono. Di Lei si fidano con lo stesso entusiasmo fresco, genuino, «giovane» di allora. Perché, del suo amore, anche esteriormente, portano i segni.
Sorpresi dalla Vergine nell’età più discussa, combattuta, contrastata, progettuale della vita di ogni uomo, le sono stati fedeli attraverso le fasi principali in cui ogni individuo forgia la sua personalità, fino a ora, alla pienezza della maturità e della vocazione.
Hanno sopportato prima le persecuzioni dei comunisti e il carcere, poi tutte le estenuanti valutazioni medico-psichiatriche a cui sono stati sottoposti; hanno pregato ore e ore, giornate intere senza sosta, parlando ai pellegrini che, dall’alba a dopo il tramonto, quasi «aggredivano» le loro case. Il tempo che leviga le pietre e le consuma non ha intaccato l’essenza di questi giovani. Essi sono ancora lì a testimoniare il loro incontrocon la Madre celeste, che visibilmente li ha educati, fatti crescere nella fede e nello spirito. Che li ha resi strumenti docili, come Lei lo è stata, al piano del Signore. Disponibili per i milioni di pellegrini che da ogni dove vengono, li cercano, li incalzano, hanno testimoniato, pregato con loro, vegliato e digiunato. Li hanno consolati.
Dio si serve di persone normali
È stata la stessa Gospa a chiederlo: «Ho bisogno di voi»: è un grande mistero, ma la potenza di Dio dalla Notte dei tempi, passando attraverso la Notte di Betlemme si realizza nell’Alleanza con gli uomini; la redenzione del mondo passa attraverso la cooperazione di chi si spende con «buona volontà» e nella comunione dei santi. Così, ai veggenti di Medjugorje, la Madonna fin dal principio ha chiesto di testimoniare con generosità, di fondare dei gruppi di preghiera, di far conoscere Gesù a tutti, affidando agli uni l’intercessione per i giovani, ad altri per le famiglie, ad altri ancora i consacrati; e poi i malati, i moribondi, chi vive nel male e nell’abbrutimento di sé... Per costoro, in particolare, ha chiesto ai suoi ragazzi anche dei sacrifici e di imparare a sopportare con gioia le pene del mondo, perfino le malattie, assicurando che una sofferenza offerta è a riscatto di molti.
Il privilegio di stare con Dio è il privilegio di condividere la Croce. Ne sa qualcosa Vicka che dal 1981 di sovente è rimasta colpita da mali inspiegabili, che le hanno procurato anche il coma e che tutto ha offerto per la passione di Cristo e la guarigione, prima di tutto interiore, dei malti che le sono affidati... E lo sanno i suoi cinque compagni di questa straordinaria «avventura», cui il vedere la Gospa non ha risparmiato le fatiche e i dolori che sono di tutti quaggiù: Jakov da piccolo ha perso entrambi i genitori, Ivanka la mamma, Ivan un figlio durante una gravidanza. Marija ha donato un rene al fratello Andrija che dopo qualche anno è morto per le complicazioni di un’altra malattia. Mirjana è stata discriminata nella sua città, Sarajevo, dalla polizia, dalla stampa, da tanti che credeva amici... e anche oggi, come madri e padri, mogli e mariti trepidano e soffrono per gli studi dei figli, per la lealtà di chi sta loro accanto.
Privilegiati? Dotati oltre la media? Se si domanda ai diretti interessati perché questa «avventura» sia capitata a loro, la risposta più o meno unnime è che ciò è stato perché erano persone particolarmente normali. «Né migliori né peggiori degli altri», mi ha assicurato Ivan, «né troppo belli né brutti», ha continuato Vicka, «e nemmeno troppo bravi e pii», ha suggerito Marija. «E non perché lo diciamo noi. Ce l’ha proprio detto la Madonna».
Sul Podbrdo è andata così: il primo giorno i fanciulli si trovarono lì per caso; il secondo giorno, tra i tanti che vollero aggiungersi, solo Jakov e Marija la videro: la Gospa li ha messi insieme.
Un gruppo di persone normali, dunque, e molto differenti fra loro: sono i veggenti di Medjugorje. Chi li conosce assicura che hanno caratteri e gusti addirittura opposti; e non si assomigliano anche nell’aspetto e in come si vestono. La cosa sorprendente è che, a detta dei protagonisti, molti fra loro neppure si frequentavano. Ivan, per esempio, aveva altri giri, Jakov era ancora un «mammolotto», troppo piccolo. Diversità riscontrabili anche oggi. Se Marija potrebbe essere un’affettuosissima sorella maggiore, Mirjana invece è una donna molto razionale, dal portamento quasi aristocratico; mentre Vicka e Ivan, per fare un altro esempio, restano ragazzi di paese, anche se la prima è vivacissima ed estroversa, mentre il secondo appare riservato e assai più asciutto...
E che dire di Jakov? Da bambino era talmente vivace e appassionato di calcio che resta celebre la volta in cui ha chiesto alla Madonna se la Dinamo Zagabria avrebbe vinto il campionato. Ne ricevette, in cambio, un sorriso. Ma la più esuberante resta senza dubbio Vicka. Marija racconta che, quando ancora c’era l’apparizione comunitaria, soprattutto lei e Ivan, che erano i più timidi, avevano un bel daffare per presentare alla Vergine le loro richieste di intercessione: immancabilmente, infatti, non appena la Madonna arrivava, loro si emozionavano, arrossivano e dovevano riprendersi; mentre Vicka, senza alcuna timidezza, partiva in quarta «a parlare e parlare», presentando elenchi lunghissimi di persone che le si erano affidate.
Nel tempo i sei hanno messo su famiglia, alcuni fra loro vivono parecchi mesi all’anno lontano da Medjugorje, e per alcuni le apparizioni quotidiane sono cessate, così che pure i tempi della preghiera quotidiana non li riuniscono più insieme come una volta. Eppure in questa lontananza spazio-temporale, nella coerenza della loro testimonianza, si fa ancora più evidente che la loro vera unione è Maria.
Carta d’identità
Ivan Dragicevic è nato il 25 maggio (nel mese di Maria e nel giorno del messaggio mensile di Medjugorje) del 1965 a Bijakovici, dove tuttora passa diversi mesi all’anno, quando non è a Boston, città natale della moglie Lauren Murphi. Si sono sposati il 23 ottobre 1994 e hanno avuto tre figli. Figlio di contadini, Stanko e Zlata, Ivan è il maggiore di tre fratelli. La Vergine gli appare ancora tutti i giorni e gli ha raccomandato, come intenzione particolare, di pregare per i giovani e i sacerdoti. Gli ha affidato, inoltre, nove segreti. Ivan viaggia molto per dare testimonianza, specie nel mondo anglosassone. L’attore Jim Caviezel, divenuto suo amico, è andato molto spesso a Medjugorje, portando anche Mel Gibson ai tempi in cui è stato girato il film The Passion. Sarebbe stato su consiglio di padre Jozo che dopo la morte in Croce, il regista ha aggiunto l’ultima inquadratura con Gesù Risorto.
Anche Marija Pavlovic (nata il 1° aprile 1965 a Bijakovici) continua ad avere le apparizioni quotidiane. Ogni 25 del mese è a lei che la Madonna dà il messaggio per la parrocchia di Medjugorje, che viene diffuso in tempo reale in tutto il mondo. La Gospa le ha dato nove segreti e le ha chiesto, inoltre, di pregare in particolare per i religiosi, i consacrati e le anime del Purgatorio.
I suoi genitori, Filippo e Iva, erano agricoltori e dalla loro unione sono nati tre maschi e tre femmine. La sorella più giovane, Milka, è stata veggente per un giorno, il 24 giugno 1981.
Sposata con l’imprenditore italiano Paolo Lunetti, vive a Monza ed è madre di quattro figli maschi.
Vicka Ivankovic, nata il 3 settembre 1964 a Bijakovici, oggi vive a pochi chilometri di distanza, nel villaggio di Krechin Gradac, col marito Marijo Mijatovic, sposato il 26 gennaio 2002 e i loro due figli. Quinta di otto fratelli, anche Vicka è di orgini contadine, ma il padre Pero dovette emigrare in Germania per sostenere la numerosa famiglia.
Riceve pure lei ogni giorno la visita della Madonna. Suo compito particolare è la preghiera per i malati e alla sua intercessione sono attribuite dai pellegrini molte grazie e guarigioni. La stessa Vicka, negli anni hadovuto soffrire per mali spesso inspiegabili, che ha sopportato sempre con serenità. La Gospa le ha rivelato nove segreti e, negli anni, le ha raccontato la sua vita terrena.
Mirjana Dragicevic, nata il 18 marzo 1965 a Sarjevo, vive a Medjugorje con il marito Marco Soldo e le figlie Veronika e Marija. Mirjana è stata la prima, fra i sei veggenti, a non avere più apparizioni quotidiane: per lei sono terminate il 25 dicembre 1982, quando la Madonna le ha rivelato il decimo segreto. Da allora la veggente vede la Vergine ogni 18 marzo, che è anche il giorno del suo compleanno, e, dal 2 agosto del 1987, ogni 2 del mese, quando la Gospa le compare per pregare insieme per i non credenti, che chiama «coloro che non conoscono l’amore di Dio», e le dà anche un messaggio. A Mirjana è chiesto di intercedere proprio per coloro che sono ancora lontani da Gesù. Inoltre toccherà a lei, a tempo debito, rivelare il contenuto dei segreti.
Ivanka Ivankovic, sposata con Raiko Elez dal 1986 e madre di Kristina, Josip e Ivan, è nata a Bijakovici il 21 giugno 1966. Quando, nel giugno ’81 , ha visto la Madonna nell’apparizione, Ivanka le ha subito chiesto di sua madre, morta prematuramente; e la Gospa, prima l’ha tranquillizzata dicendole che la mamma era in Cielo e, successivamente, gliel’ha anche mostrata.
Ivanka ora ha le apparizioni solo il 25 giugno di ogni anno, nel giorno in cui si è formato il gruppo dei sei veggenti e in cui la Gospa ha interloquito per la prima volta con loro. In quest’occasione Ella riprende e gli spiega il contenuto dei messaggi. La Vergine ha cessato le sue visite quotidiane con la rivelazione del decimo segreto, il 7 maggio 1985. Depositaria, come Vicka, di racconti che riguardano la vita terrena della Vergine, Ivanka ha ricevuto il compito di sostenere con la preghiera le famiglie.
Jakov Colo all’inizio delle apparizioni aveva solo 10 anni: è nato, infatti, a Bijakovici il 6 marzo 1971, dove vive con l’italiana Annalisa Barozzi, sposata nel giorno di Pasqua 1993, e da cui ha avuto tre figli.
Per lui le apparizioni quotidiane sono terminate il 6 marzo 1971: quel giorno, affidandogli l’ultimo segreto, la Gospa promise che gli avrebbe fatto visita tutta la vita nel giorno di Natale, quando gli consegna anche un messaggio. Con Vicka, nel 1982, Jakov è stato trasportato con il corpo dala Madonna, prima in Paradiso, poi in Purgatorio e all’Inferno. La Gospa, spiega, «ha voluto darci prova tangibile dell’aldilà». Rimasto orfano giovanissimo, ha avuto come incarico di pregare per i malati e per i giovani.
Testimoni credibili
«Il terzo giorno ho visto Marija Pavlovic, la mia migliore amica, che si avvicinava al luogo dell’apparizione. Io ero lì vicina, seduta su una pietra. Tutt’a un tratto l’ho sentita gridare: “Gospe moja!” (Madonna mia!). Allora ho capito che è tutto vero. Marija non potrebbe mai mentire così, la conosco a fondo, siamo amiche da quindici anni».
La testimonianza di Draga Ivankovic, la «migliore amica» di Marija, solleva la questione principale che ciascuno si pone, almeno la prima volta, di fronte ai veggenti: sono credibili?
La risposta non è, non può...