Giampiero Neri
Da un paese vicino
I
Al giardino si entrava per un cancelletto di legno che non aveva chiusura.
Era un luogo abbastanza grande, coltivato in parte a ortaglia e piante da frutta, di prugne per lo più, che crescevano rigogliose.
A sud confinava con il campo di un contadino, un vero spauracchio, che a volte si affacciava con la sua testa calva al muricciolo sbrecciato che divideva i due terreni.
II
Abitavamo in via Mainoni al numero 5, e il giardino era davanti a noi, lo si vedeva dalla finestra.
A me sembrava molto grande. Allora andavo alle scuole elementari ma, in giardino, trovavo sempre qualcosa da curiosare.
Quella volta era venuto anche mio cugino Ezio, di poco più giovane.
Aveva in mano un giocattolo che gli avevo presto sottratto. Lui si era messo a gridare e piangere.
Al rumore si era affacciata sua mamma, che abitava sopra di noi, la zia Ester, e aveva comandato: «Ezio, vieni su. Non giocare con quel cretinetti in vacanza».
III
La zia Ester era una donna avvenente, alta, bruna. Aveva modi piuttosto bruschi, uno sguardo deciso che a volte aveva qualcosa di sprezzante.
Una figura solitaria, senza amici né tantomeno compagnie.
I suoi litigi col marito erano furibondi, volavano piatti e tovaglie, strappati dal tavolo con quello che vi era sopra.
Aveva preso la patente e guidava una delle prime macchine, una «Topolino».
Quel pomeriggio, quasi sull’uscio di casa, mi aveva detto: «Vado a Como. Vuoi venire?». È stato un viaggio avventuroso, abbiamo anche avuto un pauroso testa coda, la macchina era slittata su un tratto ghiacciato di strada.
Poi Como ci aveva accolti con il suo ridente paesaggio.
IV
La zia Ester, che abitava Como, aveva conosciuto casualmente Carletto Frigerio, di Erba, un uomo impetuoso che sull’atto le aveva proposto di sposarla. Lei non aveva detto di no.
Le nozze sono state festeggiate a Erba, all’Albergo Crotto Rosa, il 23 novembre 1927 e, per una compiacenza dell’antichista Giorgio Mauri, ho l’originale del menù di cui stralcio alcune voci:
Ravioli Consummé
Filetto Piqué al Madera guarnito
Dindiette a forno
Insalata
Torta nuziale
VINI - Bianco secco Soave - Valpolicella - Champagne
e la seguente nota a penna: Per coperto £ 40. La torta e confetture pagate a Bosisio £ 265.
V
La casa di via Mainoni aveva un grande terrazzo che ospitava qualsiasi ingombro, come il vecchio divano di vimini fuori uso.
Di quel divano avevo fatto il mio ridotto e la base per viaggi sulla luna, un viaggio che appassionava mia madre nei primi anni ’30.
Quanto alla luna bisognava ancora aspettare, ma in paese era arrivato un «lunatico», un ragazzo venuto da chissà dove che camminava sui trampoli, una assoluta novità per noi.
Qualche volta, passando nella strada, sopravvanzava il balcone del nostro terrazzo e dava un’occhiata. Sembrava di vederlo ridere.
VI
Anche l’arrivo del professor Fumagalli all’istituto Carlo Annoni aveva segnato qualcosa di...