Lui & io
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Diario intimo di una mistica del Novecento

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Diario intimo di una mistica del Novecento

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Durante una tournée teatrale in Canada nel 1936, a sessantadue anni, Gabrielle Bossis cominciò a tenere un diario che diventerà un classico della letteratura spirituale: la «Voce» che sentiva interiormente le chiedeva di trascrivere i loro colloqui, che si concluderanno solo con la morte della scrittrice nel 1950. Saranno poi raccolti e pubblicati in Francia e nel mondo come Lui et Moi. È il resoconto del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel quotidiano, impegnata in un lavoro come tanti. Che Gesù in persona le abbia veramente parlato non sta al semplice lettore dirlo, ma è sicuro che quest'anima ha vissuto in Lui, e ci riverbera un po' della Sua luce. Gabrielle, priva di formazione teologica specifica, sarebbe stata incapace di affrontare i temi spirituali e teologici presenti in queste pagine, che il teologo padre de Parvillez e il vescovo di Nantes considerarono realmente ispirate dallo Spirito Santo.

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Informazioni

Editore
Ares
Anno
2020
ISBN
9788881558865

Gabrielle Bossis


Lui & io

Diario intimo di una mistica

del Novecento



a cura di Flora Crescini



Invito alla lettura

di Antonio Maria Sicari




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Invito alla lettura




Aprendo il «Diario mistico» di Gabrielle Bossis mi ha subito colpito il fatto che l’autrice (nata nel 1874) fosse una coetanea di santa Teresa di Lisieux (nata nel 1873). E ho subito cercato, tra le sue pagine, qualche accenno alla «piccola Santa» (canonizzata nel 1925, una decina d’anni prima che Gabrielle iniziasse a mettere per iscritto i suoi «dialoghi con Cristo»).
Ed ecco le parole più belle che Gesù le ha detto sulla santa carmelitana:

Felici, quelle che Mi ascoltano con gioia e vengono a Me con prontezza: abitiamo la stessa dimora e le nostre vite si scambiano al punto tale che non sanno più quel che loro appartiene in proprio. Arriviamo così all’unità che cerco in voi: è in questo che la piccola Teresa serviva i Miei desideri, quando con amore attento Mi offriva le cose più piccole dei suoi giorni, nell’ardente volontà di piacerMi. Come vuoi che possa resistere a questa fedele affezione di bambina!... Ogni anima può fare lo stesso e di più, secondo le qualità che ha ricevuto venendo al mondo. Non trovi che sia proprio semplice? Offrire tutti i pensieri e le azioni? (n. 989 - 4 ottobre 1940).

E ancora:

Non ha avuto ragione [Teresa] ad affidarMi l’infanzia della sua anima? Non l’ho stabilita su cose più grandi? Tu affidaMi la tua piccolezza. Perditi nella Mia Forza (n. 1276 - 3 gennaio 1943).
Mantieniti ben piccola come la piccola santa Teresa. E i tuoi gesti Mi incanteranno (n. 1529 - 3 ottobre 1946).

Gabrielle non fu una monaca di clausura; visse a lungo nel mondo interessandosi di musica, di danza e di letteratura, scrivendo opere teatrali e mettendole in scena in varie parti del mondo, perfino in Palestina e in Marocco.
Cominciò a scrivere i suoi «dialoghi con Gesù» (iniziati già da bambina) quando aveva ormai più di sessant’anni, sul transatlantico che la portava in Canada.
Oggi viene considerata una delle più grandi mistiche di tutti i tempi.
Ma l’aspetto straordinario della sua vicenda dev’essere compreso a partire da questo giudizio conclusivo che le diede Gesù stesso (quando mancavano pochi mesi alla morte di lei):

Sai quello che facciamo scrivendo queste pagine? Togliamo il pregiudizio che l’intimità dell’anima sia possibile solo per il religioso nel suo chiostro, invece il Mio Amore segreto e tenero è in realtà per ogni anima che vive in questo mondo (n. 1795 - 12 gennaio 1950).

È per questo che io, carmelitano, vedo negli scritti mistici di Gabrielle Bossis una compiuta realizzazione dell’itinerario intrapreso già dai grandi mistici carmelitani.
Già nella Regola a essi assegnata, infatti, tutto ruota attorno a un unico principale comandamento: quello di «pregare senza interruzione», già formulato da san Paolo (1 Ts 5, 17) e dallo stesso Gesù (Lc 18, 1): un comando di «impossibile attuazione» che ha sempre travagliato l’intera letteratura patristica e monastica.
Com’è possibile «pregare notte e giorno», se non si diventa noi stessi preghiera?
Molti Padri della Chiesa insegnavano perciò che era almeno necessario rendere ininterrotto quel «desiderio della carità» che sta all’origine di tutto.
Ma fu santa Teresa d’Ávila a intuire e insegnare che «la vita di preghiera» non è tale solo quando la si riempie di continui «atti di preghiera», ma per il fatto che la preghiera è già «un valore plenario» che abbraccia tutta l’esistenza.
Per spiegare (in obbedienza ai suoi confessori) come pregava a cinquant’anni e le grazie di cui Dio la ricolmava nell’orazione, ella capì, infatti, che doveva raccontare tutte le vicende della sua esistenza. E scrisse la sua Autobiografia persuasa che «la preghiera è una vita e la vita è una preghiera».
La nostra storia profonda, dunque, è fatta di tutte le parole che Dio ci ha rivolto fin dal primo istante della nostra esistenza (ancora nel seno di nostra madre) e poi in tutti gli incontri e negli avvenimenti che ci hanno plasmato, e nelle grazie innumerevoli che Egli ci ha concesse. Ed è fatta anche di tutte le risposte che Gli abbiamo dato: di tutte le parole che Gli abbiamo rivolto, di tutte quelle che abbiamo trascurato di dirGli, e perfino di quelle che non abbiamo nemmeno saputo pronunciare.
Ma è una storia che tende irresistibilmente a lasciare la Parola a quel Dio che ci inabita e che vuole coinvolgerci nel suo amoroso dialogo intra-trinitario.
Santa Teresa ha lasciato alla Chiesa la più celebre e armoniosa definizione di preghiera, divenuta ormai usuale: «Essa non è altro che un intimo rapporto di amicizia, con un frequente intrattenersi da solo a solo con Colui da cui sappiamo d’essere amati» (v 8,5), ma chi legge il «diario intimo» della Bossis scopre un’esemplificazione globale di un dialogo amoroso in atto, nel quale cui Gesù-Sposo si mostra interessato a tutti i particolari e la creatura-Sposa deve imparare a parlarGli senza trascurare nessun dettaglio.
Un’esperienza vissuta e raccontata dalla Bossis, giorno per giorno, anche se si attendeva ancora che il Concilio Vaticano II confermasse al mondo intero che il bisogno del colloquio con Dio è radicato nella natura stessa dell’uomo, perfino dell’ateo (al quale il testo conciliare è esplicitamente indirizzato):

La ragione più alta della dignità umana consiste nella chiamata dell’uomo alla comunione con Dio. L’uomo è invitato al colloquio con Dio fin dalla sua origine: egli infatti non esiste, se non perché – creato da Dio dalle viscere del Suo amore (ex amore) – viene sempre mantenuto nell’esistenza da tale amore (ex amore); e non vive pienamente secondo verità, se non riconosce liberamente questo amore, e se non si affida al suo Creatore. Tuttavia molti nostri contemporanei non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano questo intimo e vitale legame nuziale («coniunctionem») con Dio (Gaudium et Spes, n. 19).

Certo un colloquio così intimo e minuzioso, concesso alla Bossis con tanta insistenza, poteva anche sembrare eccessivo perfino alla stessa privilegiata, che, a volte, si chiedeva se non fosse rimasta vittima di una qualche illusione.
Al che Gesù non rispondeva con discorsi fondati sulla sua divina autorevolezza, ma con la battuta scherzosa di chi sa che nulla può essere sottratto al suo amore.
Le diceva allora:

Talvolta tu dubiti che sia Io a parlarti, tanto questa cosa ti sembra semplice, come se provenisse da te. Ma tu e Io non siamo Uno? (n. 20 - 19 dicembre 1936).
Dubiti che sia Io? Fa’ come se fosse vero (n. 245 - 24 agosto 1937).
Ma anche se queste parole provenissero dal tuo umano naturale, non sono Io che l’ho creato?... Non devi riportare tutto a Me? A Me, radice del tuo essere, mia povera, piccola Figlia! (n. 959 - 26 agosto 1940).

E Gesù voleva sempre ascoltare parole d’amore:

Ripeti «Che a ogni nuovo istante Tu sia il più grande amore della mia vita». Così, crescerai in Me.
Ripeti: «Che le mie membra siano nelle Tue membra, il mio spirito nel Tuo Spirito, il mio cuore nel Tuo Cuore, e la nostra vita sarà una sola» (n. 589 - 23 dicembre 1938).

Gesù non le chiedeva solo di scrivere un dialogo, le chiedeva di scrivere continuamente le sue preghiere. Quelle che Lui le incideva nel cuore dopo avergliele dettate:

In ogni istante, entra in Me e non uscirne mai. Di’ a te stessa: sono in Dio... Respiro in Dio... Mi muovo in Dio. Come un piccolo pesce portato dalle acque profonde, con Dio in te, che per di più ti impregna di Sé. Quale intimità è più grande?... Non irrigidire la tua volontà. È così semplice la vita di un altro Cristo, tra le braccia di Cristo! (n. 1177 - 20 novembre 1941).

Il motivo per leggere e amare questo libro è nella certezza che le stesse parole d’amore Gesù le stia dicendo anche a ciascuno di noi.
P. Antonio Maria Sicari







Lui & io




1936




1 - 22 agosto 1936 - Sul piroscafo. Durante il concerto di musica classica, Gli offrivo, come in un fascio, i suoni e la dolcezza che si diffondevano. Come già una volta, mi ha detto dolcemente: «Mia piccola Figlia».
2 - 23 agosto - È stato fatto un altare sul pianoforte, e pensavo ai gabbiani, che come aerei vengono a posarsi sui piroscafi - «Questa volta è Cristo».
3 - Dicevo nel bel mezzo del rollio: «Sai bene che tutto è per Te, perciò non Te lo dico». Lui: «Devi dirMelo perché amo sentirMelo dire. DimMelo spesso: quando sai che qualcuno ti ama, sei contenta che te lo dica».
4 - 24 settembre. Canada - La cappella è vicino alla porta della mia camera; ogni volta che passo, Gli sorrido. Mi ha detto: «Sorridi a tutti. Unirò una Grazia al tuo sorriso».
5 - 3 ottobre - Nello Saskatchewan. Lui: «Con un segno di croce rinchiudiMi nel tuo cuore come dietro a due sbarre».
6 - 24 ottobre - Montréal. Lui: «Quando non ti metti in raccoglimento, è Me che privi» (di una voce così delicata).
7 - 25 ottobre. Cristo Re. Questa mattina, alla Messa, il padre X mi ha consacrata a Dio, ponendo la mia formula nella pala sotto l’Ostia. Lui mi ha detto: «Occupati del Mio Amore... non c’è orfano così abbandonato come Me».
8 - Ottobre. Vicino a Québec. Quando i bambini avevano finito i loro canti, Gli dicevo: «Non ti parlo più con la musica». Mi ha risposto: «La Mia musica è il tuo amore».
9 - 3 novembre 1936. Sul piroscafo che mi riconduceva dall’America. Durante la Messa - «Credi alla purificazione infinita del Mio Sangue».
10 - 3 novembre 1936 - Ritorno verso l’Ile de France, transatlantico - «Non ti fermare ai dettagli. Cammina con lo sguardo fisso sul Mio Amore. Cadi? Rialzati e guardaMi di nuovo».
Col pensiero, mettevo la mia testa sulla Sua spalla. Mi ha detto: «Me la doni per sempre?». Poi mi ha detto: «Cerco degli affamati». Io: «Signore, donami la sete del martirio». Lui: «Non vivere se non la vita che posso offrirti».
11 - 4 novembre - Di ritorno. Ultima Messa sul ponte. Distratta dopo la Comunione, ho sentito la voce soave che diceva: «Io ti attendo».
12 - Dicembre. In Francia - Sulla via, io: «Cammino al tuo fianco». Lui (dolcemente): «Ma non Mi parli molto...».
13 - 13 dicembre 1936 - In Francia, Nantes. Chiusura della novena all’Immacolata, sotto la direzione di don Villepelet. Durante la processione, mi ha detto di nuovo: «Mia piccola Figlia». Poiché notavo che il mio vicino di viale Launay portava il baldacchino, Gli dicevo: «Donagli grazie per la mia casa». Immediatamente mi ha risposto: «Non ci sono ogni mattina?». E mi sono ricordata che ogni giorno la Messa è stata detta da Mons. C., e L’ho ringraziato.
14 - 14 dicembre - «Lavora per essere il Mio sorriso per tutti. La Mia voce amabile».
15 - 15 dicembre, in Francia. Io: «Ti adoro». Lui: «Soprattutto amaMi!».
16 - 16 dicembre - «Esci dalle tue solite misure. AmaMi di più».
17 - 17 dicembre - «Diamo inizio al Cielo. AmaMi incessantemente, mentre Io ti amo».
18 - Una sera - «Io sono ovunque vi siano Bellezza e Fascino».
19 - 18 dicembre. Ore 6 meno 10 del mattino. Alla tredicesima stazione della Via Crucis dicevo: «Dammi il Tuo corpo che venne deposto sulle ginocchia della Santa Vergine». Mi ha risposto: «Eccolo». E, uscendo dalla sacrestia, la campanella suonò, precedendo il Santissimo che ricevemmo nella Comunione.
20 - 19 dicembre - «Talvolta dubiti che sia Io a parlarti, tanto ti sembra semplice e che quasi venga da te. Ma tu e Io non siamo forse Uno?».
21 - 21 dicembre – Non appena Gli domandavo di donare, a me e ai miei, tutte le Grazie che vengono rifiutate da molte anime, mi ha detto: «Le Mie Grazie sono su misura, ma sono abbastanza ricco per donartene altre. Non sono forse l’Infinito?».
22 - «Con Me sii semplice, come sei in famiglia».
23 - 24 dicembre - «Sii dura con te stessa e dolce con gli altri».
24 - 25 dicembre - Questa mattina, alle sei meno cinque, obbligata a fare rapidamente la Via Crucis, prima della Messa. Mi ha detto: «Pensa alla fretta che Io stesso avevo di percorrere la Via dolorosa al fine di morire per voi».
25 - 25 dicembre - «Nasconditi in Me. Nutri il mondo con le tue sofferenze. È così che sarai Mia sposa».
26 - 26 dicembre - «La tua immaginazione? È il cane di casa che gironzola dappertutto. Possiamo avercela con un cane che gironzola? Fa’ come se fossi stata sempre attenta».
27 - 28 dicembre - «Quando Mi ami, ti purifichi».
28 - «Sii la Mia Grazia per ognuno».
29 - «Ritorna a Me come se non Mi avessi mai lasciato. Mi farai piacere».
30 - «Cambio le tue preghiere in preghiere Mie, ma se tu non preghi... Posso far fiorire una pianta se tu non la semini?».

1937




31 - 1° gennaio 1937 - «La tua parola d’ordine per quest’anno: con purezza e semplicità. Ti basti offrirMi sempre l’istante presente. Così tutto il tuo anno sarà per Me».
32 - 1° gennaio 1937 - «Con purezza e semplicità, ecco la tua parola d’ordine per questo anno».
33 - 2 gennaio - «Ti basti offrirMi l’istante presente: così, tutto il tuo anno sarà per Me».
34 - 3 gennaio 1937 - «Quando sei in viaggio, faccio in modo di prendere da te altri sacrifici, al posto di quelli che Mi offri a casa tua».
35 - 4 gennaio - «Tu, che tieni al pensiero dei tuoi amici, come fai a non comprendere che Io tengo al pensiero delle Mie creature?».
36 - 5 gennaio - «Compi atti di speranza. Esci da te. Entra in Me».
37 - «Non giudicare. Conosci forse la sua anima?».
38 - «AnteponiMi a te stessa. Innanzitutto Io, poi tu».
39 - «Fa’ piacere a loro per piacere a Me».
40 - 26 gennaio - «Una sposa che non contemplasse frequentemente gli occhi del suo Sposo sarebbe una Sposa?».
41 - 29 gennaio 1937 - «Inizia la tua Via Crucis uscendo da casa tua, in unione col tragitto che ho dovuto fare dall’orto della Mia agonia».
42 - 7 febbraio - «Puoi dubitare del Mio Amore?».
«Sulla scena, altri saranno famosi facendo un gran chiasso; tu resta nascosta».
43 - 12 febbraio - «Certamente! Conosco tutte le tue miserie, perché sei la Mia piccola Figlia!».
44 - «Se tu sapessi quanto sono sensibile alle piccole cose!...».
45 - 14 febbraio. Su una corriera. - «Hai visto la Mia benevolenza attraverso il volto di quella giovane ragazza? Sii sempre così. Se i Miei Fedeli fossero buoni gli uni verso gli altri, la faccia del mondo cambierebbe».
46 - «Ma i tuoi desideri d’amore sono dell’Amore».
47 - «CircondaMi d’amore».
48 - «Nella tua anima c’è una porta che si apre sulla Contemplazione di Dio. Ma occorre che tu l’apra».
49 - 14 febbraio. In una cappella - «Signore, vuoi che restiamo qui tutti e due?». Lui: «Ovunque sarai, possiamo esserci tutti e due».
«Non badare a quello che si dirà, fa’ ciò che devi».
50 - 17 febbraio - «Non Mi lasciare privo delle tue sofferenze; aiutano i peccatori».
51 - 19 febbraio. Castello di C. - «In questi tre giorni, se sei lontana da una chiesa, non vuoi venire a riceverMi. Ma ti do alcuni appuntamenti: ogni mattina al tuo risveglio».
Ahimè, la mattina successiva stavo per dimenticare l’appuntamento, quando un piccolo fringuello è venuto sulla mia finestra a cantare con una voce così penetrante e insistente, che, improvvisamente, mi sono ricordata...
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