Lena & il Moro
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Lena & il Moro

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Immaginate una professoressa in pensione con qualche preoccupazione di troppo e un giovane incauto che si trova in un grosso guaio. Lei non ha fiducia nei ragazzi. Lui diffida degli anziani. Lei teme che lui voglia derubarla. Lui è convinto che lei mediti di ucciderlo. Si incontrano sul costone di una collina alla Vigilia di Natale sotto la peggiore nevicata del secolo. Lui si scopre inseguito da due loschi figuri. Lei – per par condicio – riceve due visite a sorpresa. Insieme affronteranno una vicenda surreale che cambierà per sempre le loro vite. Perché a Natale, tutto è possibile. Una favola di stagione – ma si può leggerla anche sotto il sole – che sul filo del paradosso mescola tenerezza, speranze e voglia di cambiare sia da giovani sia nella terza età.

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Informazioni

Editore
Ares
Anno
2020
ISBN
9788892980174

1. Una fuga misteriosa

 
 
 
 
 
Ha iniziato la giornata con un sorriso, ma non è rimasta felice a lungo. Sbalzi di umore e ripensamenti fanno parte della sua natura, lei stessa aveva messo nel conto qualche lampo di debolezza. Non c’è da stupirsi se, adesso, il suo barometro segnala tempesta. Il perché è presto detto. Oggi è la Vigilia di Natale: le famiglie si riuniscono, gli amici si ritrovano, si scambiano doni e buone parole. Lei, invece, è sola, davanti a una piccola stazione brianzola, ad aspettare qualcuno che non arriva. Viene spontaneo chiedersi che cosa l’ha portata lì, a rischio di prendere un malanno
Domanda semplice, risposta complicata. Lena Tilles, vedova Grossi, sessantasette anni, appena compiuti, pensionata, ex docente d’italiano di un liceo statale, vi direbbe che è allergica al trambusto delle feste. Lo strano è che la signora – viso screziato di rughe, naso affilato, penetranti occhi azzurri e una vaga somiglianza con l’attrice Maggie Smith, la mitica nonna della teleserie Down­ton Abbey – finora ha aderito con gioia allo spirito natalizio. Ora, invece, sostiene che il Natale non fa per lei. Per questo ha deciso di passarlo da sola, in campagna.
Tutto qui, non una parola sul groviglio di sentimenti che la turba. Di certo, però, questa donna colta e sensibile – con un notevole desiderio di tenerezza a dispetto di un carattere spigoloso – ha un motivo valido per comportarsi così, anche se per il momento lo tiene segreto.
«Ho altri programmi» ha ripetuto per l’ennesima volta anche stamani alla figlia che tentava di farla rinsavire. In verità non ha previsto niente. Si è semplicemente riservata dieci giorni di pace. Un regalo di Natale su misura. E appena presa la fatidica decisione, si è sentita meglio.
Alle otto e quarantacinque è sul treno delle nove e zero sei per Asso, prima tappa del viaggio verso la villa di famiglia, abbarbicata su una delle montagne che circondano il lago di Como, a metà strada tra il fondo valle e la cima dei Corni di Canzo, gruppo montuoso dalla caratteristica forma a sella, meta di simpatiche escursioni nel Triangolo Lariano.
L’annuncio del suo arrivo solitario ha suscitato curiosità tra gli indigeni che avrebbero voluto conoscere i retroscena della sua scelta. Ma Lena non ha dato spiegazioni. Ha detto poco anche a Giannetto, l’autista che dovrà portarla dalla stazione di Asso a casa. L’uomo le ha comunque garantito la propria disponibilità, raccomandandole di fare una spesa generosa perché il meteo annunciava abbondanti nevicate e probabili blocchi del traffico. Lena ha gradito il consiglio. Cercava la solitudine, non necessariamente il digiuno.

2. Curiose coincidenze

 
 
 
 
 
È la Vigilia anche per Gerardo Moro, Gerry per gli amici, ventidue anni compiuti a settembre, altezza un metro e ottantaquattro per settanta chili scarsi, un bel po’ sotto il peso forma, mani grandi da giocatore di basket e sconcertanti occhi grigi a illuminare il viso circondato da lunghi capelli bruni. Per una curiosa coincidenza il nostro sta trascorrendo le feste nel bosco vicino alla casa della signora Grossi. I due si conoscono di vista, ma in comune hanno solo il fatto che entrambi sono in fuga. La principale differenza è che mentre Lena ha scelto di ignorare il Natale, il Moro vorrebbe festeggiarlo. Ma non può.
In effetti, negli ultimi mesi ha perso casa, lavoro e risparmi scivolando sempre più giù, come un sasso in caduta libera. Di suo è un ex per eccellenza. Ex studente avviato a una promettente carriera di perito elettronico, buttata alle ortiche per noia pochi mesi prima del diploma; ex buttafuori di una famosa discoteca; ex meccanico; ex giardiniere, manovale, assistente idraulico, scaricatore di cassette di frutta, aiuto bagnino, cameriere e pizzaiolo nell’avventura più breve e sfortunata. E, soprattutto, ex chitarrista rock con una carriera musicale se non brillante almeno piena di simpatia, finita quando ha dovuto vendere la sua chitarra per ripagare un frigorifero che lui stesso aveva danneggiato durante un litigio con Stella, che a quel tempo era sua moglie e madre del suo unico figlio.
È trascorso un anno, ma il Moro non si è ancora rassegnato alla perdita. Eppure, non gli mancano altri ricordi sgradevoli visto che attira problemi come la carta moschicida cattura insetti. Dall’uno dicembre, in particolare, i guai non gli hanno dato tregua:
1. Il due, un lunedì, quando è andato a trovarla chiedendole un piccolo prestito, sua madre non gli ha nemmeno aperto.
2. Il tre, un cugino ha minacciato di denunciarlo per truffa, sostenendo che il balsamo per capelli comprato da lui gli aveva provocato la psoriasi.
3. La sera di quello stesso giorno la sorella lo ha cacciato con infamia (non si sa perché).
Sommando i segnali di sventura, Gerry ha compreso che gli conveniva lasciare Milano. Sognava una fuga ai Caraibi, ma poi era approdato a Erba, ospite di Tonio, un brav’uomo che gli aveva promesso vitto e alloggio per una settimana e si era attivato per trovargli un lavoro. Il sei dicembre, festa di San Nicola da Bari, Gerry era stato assunto come fattorino da un vinaio di Ponte Lambro. La paga era di quindici euro al giorno più eventuali mance, un accordo decoroso dati i tempi. L’impiego era sfumato il giorno dieci, quando nell’incasso quotidiano mancavano trentadue euro. Smarriti o rubati? Optando per la seconda ipotesi, il vinaio aveva licenziato il ragazzo togliendo l’ammanco dalla paga che si era ridotta a pochi spiccioli.
Da allora il Moro ha iniziato la fase più critica della sua travagliata esistenza. Dopo un penoso girovagare è finito in un fienile diroccato sulla montagna di Lena: il tetto è malmesso, tra vento e pioggia non si sa chi la faccia più da padrone. Ci sono però alcuni comfort come un materasso muffito e una coperta logora. Certo, la mancanza di servizi igienici complica le cose, non è bello che debba lavarsi nel torrente Posallo ora gelato, ma lui ha sempre saputo adattarsi. Per sentirsi felice gli è bastato trovare su una mensola una vecchia pentola, un pacco di pasta, due scatolette di tonno, un barattolo di mais e due pagnotte che fatte a pezzi sono risultate commestibili.
Da ieri però il cibo è finito. Fame, freddo e solitudine mordono pancia e cuore. Il Moro resiste solo perché da inguaribile ottimista vede quel po’ di bene che la vita gli offre. Inoltre, porta con sé le pillole di filosofia orientale che ha incamerato intorno ai quindici anni, quando studiava per diventare un campione di karate. Quel sogno è svanito, ma qualcosa dell’antica saggezza rimane nella memoria e gli serve da ispirazione. Ora, per esempio, pensa al celebre motto del filosofo cinese Lao Tsu: Invece di maledire il buio, cerca di accendere una candela. Sa che accendere una candela sta per azione, e ha fretta di agire.

3. Sulla strada per i Corni

 
 
 
 
 
Anche Lena ha fretta di muoversi. Intanto però, e sono le dieci e trenta della Vigilia, è ferma davanti alla stazione di Asso, sotto un festone che augura Buon Natale. Guarda il cielo grigio, controlla l’orologio e aspetta il passaggio che ha prenotato. È, diciamolo pure, francamente delusa. Stare lì, al freddo, accanto alla valigia, non è il massimo della vita. Che abbia sbagliato a lasciare la città, e il tepore della sua casa? Più ci ragiona, più cupo diventa il suo umore. Vede passare tre ragazzetti chiassosi, una donna di colore avvolta in uno scialle giallo e il parroco che conosce da trent’anni. Don Marco va di corsa, ma la saluta con un allegro Buon Natale, ci vediamo. La signora ha appena il tempo di replicare sì certo che finalmente spunta Giannetto con la sua Panda grigia. Scende dall’auto scusandosi. Ha dovuto sbrigare una commissione per la moglie. È la Vigilia, i figli arriveranno in serata, ed è bello che vengano, ma portano tanto lavoro ai genitori che invecchiano.
L’importante è che sia arrivato, lo consola Lena, riprendendosi un po’. Forse non ha sbagliato, dopo tutto. E pazienza per i piccoli disguidi: la vita non è, nell’essenza, una corsa a ostacoli?
Si parte. Il programma comprende, nell’ordine:
1. Tappa alla Pasticceria Citterio, dove ha prenotato un tronchetto natalizio.
2. Sosta al bancomat.
3. Acquisti nel supermercato sulla provinciale. Peccato solo che non si possa comprare un po’ di spirito natalizio.
Ora sono sulla strada per i Corni. La Panda invoca pietà a ogni curva. L’autista lascia cadere qualche mmmm sul pigolio della signora che trova assai suggestivo il ruvido paesaggio invernale e non si stanca di ribadire il proprio entusiasmo. In effetti, visto dall’alto, il lago mostra una gelida bellezza. I monti sembrano di cartapesta e fanno pensare a un presepio. Lena conosce da mezzo secolo lo scenario, ma a ogni ritorno ne riscopre la perfezione. C’è chi preferisce il ramo di Como, pettinato e composto. A lei piace l’area selvatica del lecchese.
«Non è male», concede Giannetto. Ha altro da fare, lui, che ammirare i monti e il lago. La strada è piena di buche, la sponda esterna minaccia di franare, il guardrail ammaccato sopra il torrente Posallo conferma i pericoli in agguato.
Ma eccoli arrivati. Per entrare in casa devono solo superare trentacinque gradini, trascinando la valigia, i quattro sacchetti della spesa e i pacchetti della pasticceria. Il tutto sfidando beole scivolose che fanno concorrenza a una pista da pattinaggio.
Mentre riprendono fiato, l’uomo racconta le ultime novità. Amori, tradimenti e furti. «Erano anni che non ne capitavano così tanti», osserva. «Ci sono troppi sbandati in giro. Ma sono italiani, mica da accusare sempre gli africani.»
«Vuole mettermi paura?»
«Certo che no! Lei però tenga chiuse porte e finestre. Per una donna, in una casa isolata, la prudenza non è mai troppa.»
Lena racimola nel borsellino venti euro per pagare la corsa. «Io sono tranquilla. In casa mia c’è poco da rubare, questo lo sanno tutti.»
Giannetto intasca il denaro e prosegue, malizioso: «Forse non resterà sola a lungo. Oggi arriva il colonnello Marini. Mia moglie ha pulito la casa e Terzo ha avviato il riscaldamento.»
«Bene» commenta Lena senza scomporsi. Sa che nel paese si è parlato molto della sua amicizia con l’aitante vedovo e non vuole dare corda ai pettegolezzi.
«Devo tornare dopo pranzo? O preferisce che venga domani?» Giannetto lancia proposte a tutto spiano. Certo domani, che è Natale, una scappata ai Corni potrebbe essere complicata, ma se quella poveretta vuole andare a Messa o al cimitero, non si tirerà indietro.
La signora lo blocca in fretta, sparando parole come colpi di carabina. «No, grazie, ho tutto quello che mi serve. Quanto alla Messa, deciderò più tardi.» La verità è che da molti giorni ormai ha qualche conto in sospeso con Dio. Ovvio che non lo dice all’autista. Stenta a dirlo perfino a sé stessa.
Giannetto ha troppo appetito per tirarla alle lunghe. Così toglie il disturbo con un saluto veloce. «Ci vediamo», dice Lena, «vorrei restare qui fino all’Epifania. Se la salute regge.»
E qui mette il dito nella piaga, perché all’origine dei suoi tormenti c’è proprio la salute.
Intanto però non vuole pensare ai malanni. Senza togliersi il giaccone avvia la caldaia. Un clic conferma che il motore è partito, a breve la temperatura comincerà a salire. Intanto piazza la poltrona davanti alla finestra che dà sulle rocce delle Grigne, e sta lì, immobile, ad ammirare l’angolo di lago che spunta tra i castagni. Per il momento non chiede altro.

4. Dove il giovane scapestrato

prende un grave decisione

 
 
 
 
 
Dal suo rifugio nel bosco il Moro studia, intanto, le imponenti cime dei Corni. Sagome maestose che, secondo la leggenda, sono gli ultimi resti dell’epica sfida tra gli Arcangeli del Signore e i diavoli guidati dal perfido generale Canzio. Ali bianche contro ali nere. Sangue per sangue. Odio per odio. Scintille scaturite dall’acciaio delle spade sullo sfondo di un cielo cupo. Vento, tempesta e urla di dolore. Dopo la vittoria dei buoni, le ossa e i denti di Canzio e dei suoi compari si sono conficcati nel terreno per l’eternità trasformandosi in macigni poderosi.
Al Moro questa storia piace parecchio, adesso però ha altro per la testa. Con il denaro che gli rimane potrebbe rifornirsi di cibo nella Valle. Il buon senso gli impone però di restare lontano dall’abitato dove ha diversi conti in sospeso. Il guaio peggiore è che deve ripagare con urgenza i soldi che gli ha prestato, a maggio, un allibratore di zero scrupoli, noto nell’ambiente come lo Sfregiato: un tipo che esige rispetto e sa come ottenerlo. Ha sicuramente sguinzagliato i suoi uomini per rintracciarlo. Capace che gli fa cavare un occhio per dargli una lezione. Ecco perché al Moro conviene stare acquattato.
Purtroppo, con la fame che si ritrova, non resisterà a oltranza. Deve seguire il Maestro che dice: Non si è responsabili solo per ciò che si fa, ma anche per ciò che non si fa. La sua carta migliore resta una incursione nelle case dei villeggianti lasciate in disarmo per l’inverno. C’è sempre da trovare qualcosa: pasta, zucchero, cacao, tè e piccoli oggetti da rivendere. Finora ha evitato di toccare le proprietà altrui, ma c’è una prima volta per tutto.
Intanto fissa due obiettivi: mantenere la consueta apertura nei confronti della vita e utilizzare l’energia nascosta nelle zone più remote del suo cervello rettiliano al fine di arrivare quanto prima a qualcosa da mettere nello stomaco.
I dubbi sono tanti, ma lui ha chiara la massima confuciana che dice Di uno che non dubita mai sul da farsi io non so che farmene. Forza e coraggio: il tempo vola e lui non ne ha da perdere.

5. Lena fa i conti

con l’incresciosa situazione

Il tempo è volato anche per Lena. La signora ha sistemato la spesa in cucina e gli abiti nell’armadio profumato di lavanda che era di sua madre. Cara mamma, mai soddisfatta di lei, la primogenita impacciata e timida. Mamma non capiva quanta pena le costasse ogni decisione. Scegliere resta il suo punto debole. Il fatto è che ragiona troppo, valuta i pro e i contro, fa un passo avanti e due indietro, a rischio di non combinare niente.
Verso l’una, sfidando il cielo cupo, azzarda una passeggiata fino al bar della Dafne, circa un chilometro da casa sua, giusto per sgranchire le gambe e vedere un viso amico. Conta su un caffè e quattro chiacchiere. Il caffè l’ottiene facile, anche se pare più brodo che moka, ma le chiacchiere finiscono presto, perché Dafne ha fretta di scendere a Valle per preparare la cena della Vigilia. La riaccompagna però a casa in auto, raccomandandole di chiudere bene porte e finestre perché c’è un giro un bel po’ di gente che per pochi euro ti sfascia la casa e la testa. Prima Giannetto e ora Dafne, ci sarà bene qualcosa di vero nelle loro paure. Innervosita, Lena scruta i cespugli immobili, sorveglia la strada deserta. E si sofferma sulla nuvola nera che copre i Corni. Può essere il segnale della tempesta in arrivo? Que será será, si dice.
Alle tre del pomeriggio è di nuovo sulla sua poltrona con vista lago. Il cielo grigio invade di minacciosa inquietudine i boschi. Il freddo si fa sentire perché la caldaia è in blocco e lei non ha idea di come riavviarla. Vorrebbe consultare i figli, ma i cellulari squillano a vuoto. All’improvviso ha nostalgia delle solite occupazioni: la sosta in chiesa per una preghiera prima del grande trambusto della sera, quegli inviti «venite tutti da me prima della messa di mezzanotte» che facevano di lei il ful...

Indice dei contenuti

  1. 1. Una fuga misteriosa
  2. 2. Curiose coincidenze
  3. 3. Sulla strada per i Corni
  4. 4. Dove il giovane scapestrato prende un grave decisione
  5. 5. Lena fa i conti con l’incresciosa situazione
  6. 6. Gerry è ansioso di lanciarsi
  7. 7. Una Titan nel cassetto
  8. 8. Nel bosco sotto la neve
  9. 9. Sotto i peggiori auspici
  10. 10. Piani omicidi
  11. 11. Dove siamo costretti a domandarci chi è il vero assassino
  12. 12. Fantasie & tentazioni
  13. 13. L’amore cambia le carte in tavola
  14. 14. Segreti del mestiere
  15. 15. Una spada di Damocle
  16. 16. Un ruolo nuovo per il bravo ragazzo
  17. 17. Per il momento
  18. 18. Tutto potrebbe succedere
  19. 19. Due marcantoni dall’aria trucida
  20. 20. Il boss capirà
  21. 21. Di mamma ce n’è una sola, per fortuna
  22. 22. Finché posso pensare con la mia testa
  23. 23 Dove Lena risulta quasi simpatica
  24. 24. Un’imperdonabile imprudenza
  25. 25. Da diversi anni nessuno la guardava così
  26. 26. Il Moro perde la sua battaglia
  27. 27. L’ennesimo sbaglio scritto nel destino
  28. 28. La vecchia, il giovane, i killer
  29. 29. «Ora lei chiamerà i carabinieri»
  30. 30. La signora è bella che sedotta: e chi siamo noi per criticarla?
  31. 31. Il piano è solido, funzionerà di sicuro
  32. 32. Un colpo alla porta
  33. 33. Poco più di uno scarafaggio
  34. 34. Una nuova fuga
  35. 35. In attesa del peggio
  36. 36. Una visione pietosa
  37. 37. Quel grido all’improvviso
  38. 38. «E questi chi sono?»
  39. 39. «Sei rimasto, da gentiluomo»
  40. 40. «Cominciavo a preoccuparmi»
  41. 41. Nessuno è perfetto
  42. 42. Il fascino del buon selvaggio
  43. 43. Finché c’è vita, c’è amore
  44. 44. Un bacio per gradire
  45. 45. Ogni cosa si chiarirà
  46. Indice