Andar pensando
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Andar pensando

Donne, maternità, guerra, scuola, storia e scienza

  1. 223 pagine
  2. Italian
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Andar pensando

Donne, maternità, guerra, scuola, storia e scienza

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La vita è un cammino che non tutti percorrono pensando. Si tratta di vivere, semplicemente vivere, ma tenendo aperti gli spazi del pensiero, spalancando le finestre della mente e le porte del cuore, perché il pensiero cresce nella relazione, nel confronto.Diventa così possibile per l'autrice indagare esperienze come la maternità, la cura e il femminismo, guardare al mondo della scuola, alla storia e inoltre alla guerra e alla scienza con quell'autonomia di pensiero che è consentita dall'incontro e dalla pratica collettiva con altre donne.

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Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2020
ISBN
9788855262514
La scienza
L’avventura con Sara Sesti sulle scienziate mi ha coinvolto profondamente e ampiamente, quello che ho scoperto in questa ricerca ha fornito elementi per tutte le mie riflessioni, in ogni ambito.
Tutto è iniziato presso il Centro Pristem dell’Università Bocconi di Milano con la Mostra “Scienziate d’occidente. Due secoli di storia”, esposta per la prima volta nel 1997. Divenuta poi un catalogo e una mostra itinerante presentata in molte città italiane. Insieme a colleghe e studentesse dell’Itis Molinari, dove insegnavo, scriviamo poi “Profumi di donne. Per una storia della chimica al femminile” pubblicato dalle Edizioni Cluen come vincitore del concorso 1998.
Intanto nel 1999 con Sara Sesti si arriva alla pubblicazione di un Quaderno Pristem “Donne di scienza”, che conteneva 50 biografie.
Realizzammo anche un corso alla Lud insieme ad Agnese Piccirillo (Alla ricerca di un pensiero autonomo). Abbiamo poi dovuto ricordare Agnese, prematuramente scomparsa. Preparai allora l’unica biografia che abbia scritto di una persona conosciuta direttamente per il Convegno dedicato alla sua eccezionale personalità e al suo pensiero originale che seppe affrontare la scienza e la vita con un fecondo sguardo strabico68 (Agnese Piccirillo - Seranis).
Il progetto di ricerca sulle donne di scienza con Sara ha avuto il suo esito principale con “Scienziate nel tempo” che è passato da 60 a 75 biografie nelle edizioni 2006, 2008, 2010, 2016. Il mio contributo è stato per la parte storica e per alcune biografie. Le edizioni successive, arrivate a oltre 100 biografie, sono state curate soltanto da Sara69.
Sui dati e sulle vicende che andavo scoprendo ho avuto occasione di riflettere in più occasioni (Presenza delle donne nella scienza); ed è stato per me naturale affrontare il problema della maternità declinato nelle biografie di alcune scienziate (Scienza e maternità).
Ho visto con sempre maggior chiarezza la fecondità del metodo biografico nell’affrontare l’insegnamento e la divulgazione delle scienze e della storia (Biografie contro gli stereotipi: il caso dell’informatica) e (Una Biografia di coppia), un metodo che permette con naturalezza di vedere il peso reale delle donne nel mondo.
Ma soprattutto è stato entusiasmante il lavoro di ricerca, organizzazione, redazione, diffusione in varie sedi e occasioni, fatto in stretto gemellaggio con Sara che ho riassunto nell’ultimo testo che propongo (Verso il futuro).
Alla ricerca di un pensiero autonomo
(Pubblicato in “Discorsi in libertà sulla scienza”, Lud, 2003)
6
7

Tavola dei Merian in Jan Jonston, Historia naturalis, 1653 (a sinistra),
tavola di Sybilla Merian (a destra)
“All’inizio il dibattito verteva sull’attitudine delle donne a ricevere il sapere, cioè ad andare a scuola. Poi sulla loro capacità di trasmetterlo, cioè di insegnare. Ora siamo in una terza fase: lo spirito femminile è capace di creare sapere?”70
Per tentare una risposta a questo interrogativo, ho cercato le tracce di un pensiero che si fosse sviluppato in autonomia dal sapere dominante, non tanto o non soltanto in situazioni di separatezza ma in una dialettica per lo più complessa con le istituzioni culturali, economiche, politiche.
Considero alcune scienziate: Maria Sibylla Merian, Ellen Swallow Richards, Maria Montessori, Lynn Margulis, Barbara McClintock, Clara Immerwahr.
Inizio però ricordando, come significativo punto di partenza, quel lunghissimo periodo della storia umana che oggi chiamiamo ‘preistoria’ e che precedette l’introduzione della scrittura. Ebbe una durata incommensurabile rispetto alla storia: in quei piccoli gruppi nomadi, che dall’Africa si diffusero in tutti i continenti e che evidentemente impararono bene a sopravvivere, il sapere gestito dalle donne dovette contribuire in modo essenziale alla vita e all’accumulo di conoscenze sul corpo, su erbe, animali, preparazione di cibi, medicamenti, contenitori. Campi che ora sono competenza di scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche, mediche e fuori dal controllo della maggioranza delle donne e degli uomini che ne dipendono per la sopravvivenza.
Venendo ai periodi storici, interessante sotto diversi aspetti è la biografia della pittrice e botanica tedesca Maria Sibylla Merian (1647 Francoforte-1717 Amsterdam) la sua vita avventurosa testimonia un percorso di indipendenza economica e culturale ottenuta attraverso delle metamorfosi, come suggerisce la storica Natalie Zemon Davies che ne ha tracciato una famosa biografia71.
Era una donna dotata di un’alta professionalità, che visse in un mondo in espansione, di forte dinamismo. Faceva parte di una famiglia di illustratori, ricevette la stessa istruzione dei fratelli e si specializzò in tavole di fiori e di insetti, la sua passione erano i bruchi e le fasi del loro sviluppo in farfalle. Pubblicò un libro di tavole sui bruchi, di cui fu editore suo marito, anch’egli pittore. Ebbe due figlie, a cui insegnò la sua stessa arte. A un certo punto della sua vita una prima svolta: entra con la madre e le figlie in una comunità religiosa protestante, di pietisti molto rigidi (Labadisti), frequentata anche da persone eminenti nella comunità olandese. Da questo momento tronca ogni rapporto con il marito, al punto che dopo la separazione si dichiarò vedova, mentre lui viveva in un’altra città. In seguito lasciò la setta dei Labadisti e, trasferitasi ad Amsterdam con le figlie, gestì in proprio la sua attività di ricercatrice entomologa e la sua vita. Lo fece così bene da riuscire a realizzare il sogno di andare a studiare gli insetti nel Suriname, colonia olandese nell’America equatoriale.
Intraprese il faticoso viaggio a un’età avanzata per l’epoca, 52 anni, insieme alla figlia minore Dorothea. Quando tornò, dopo due anni, coprì le spese della spedizione con la pubblicazione di un libro di illustrazioni e con esemplari esotici portati in Europa, molto richiesti all’epoca. Anche lo zar Pietro il Grande si rifornì da lei per la sua collezione di rarità naturali.
Le due immagini a inizio paragrafo rappresentano chiaramente la differenza tra un approccio alla conoscenza di tipo classificatorio, sezionante, più astratto, e uno di tipo unitario, relazionante, contestualizzato.
Già dal suo primo libro, Maria Sibylla rappresenta il suo oggetto di ricerca in un modo diverso da quello che era comunemente usato nelle tavole botaniche, dove ogni singolo esemplare vi appare isolato. Al contrario la Merian disegna i vari stadi di sviluppo dalla crisalide alla farfalla sopra un ramo delle piante di cui effettivamente si nutrono, ottenendo immagini anche molto belle e realistiche. Le sue modalità espressive contengono una visione innovativa, unitaria e dinamica del mondo72.
La lettura interattiva, lo sguardo globale sui fenomeni, che vengono studiati considerando le relazioni in cui sono immersi, sono caratteristiche comuni anche ad altre scienziate. Si tratta di una forma di pensiero profondamente diversa dalla tendenza a separare, isolare e sezionare, che costituisce l’approccio scientifico più diffuso, da molti ritenuto tipicamente maschile.
Emblematico del rapporto tra donne e sapere è il vasto fenomeno dei salotti, che ebbe una profonda influenza sulla cultura, ma venne prontamente dimenticato e sottovalutato proprio perché al di fuori da qualsiasi forma istituzionale, “uno spazio di libertà creato e sorretto da una donna e che si distingue radicalmente dalle istituzioni culturali della società maschile”.73
Questo fenomeno presenta dei caratteri che possono essere ritenuti tipici di una modalità femminile di costruire cultura: la capacità di superare steccati, la tolleranza, l’assenza di urgenze definitorie e dell’ansia per arrivare a un risultato condiviso da tutti, il rispetto delle differenze di pensiero.74
Una figura di pioniera, che ebbe una visione globale dei problemi e che venne presto cancellata dalla memoria è la statunitense Ellen Swallow Richards (1842-1911) fondatrice dell’ecologia.
Fu la prima donna ad ottenere nel 1873 una laurea al MIT (Massachusetts Institute of Technology) in Chimica. Aveva studiato al Vassar College, un college femminile, dove aveva isolato un nuovo elemento chimico: il vanadio. Così riuscì a entrare al MIT: organizzò un laboratorio per una nuova disciplina denominata “chimica sanitaria” e riuscì ad ottenere un posto come assistente di questa materia, ma le fu negata una cattedra perché l’istituto votò l’esclusione delle donne dai dottorati, con sospetta tempestività. Prima non vigeva nessun divieto per il semplice fatto che non si sospettava nemmeno che una donna potesse farlo.
Swallow di sera insegnava scienze alle maestre: in un garage del MIT aveva allestito...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione. Per sette vie
  2. La Maternità
  3. La Storia
  4. La Scuola
  5. Femminismo – Politica con le donne
  6. La Cura
  7. La Guerra
  8. La Scienza