Cominciò che era finita
eBook - ePub

Cominciò che era finita

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Cominciò che era finita

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

L'ultima vita di Carmelo Bene. Dobbiamo essere grati a Luisa Viglietti – scrive Goffredo Fofi – di averci restituito un Carmelo Bene quotidiano, semplice e vicino ma pur sempre diverso e anzi unico: gli ultimi anni di un grande artista, attivo e progettante fino agli estremi momenti di una vita densissima. Disse qualcuno, e sapeva di dire un paradosso ma intuendone la verità, che spesso si impara di più leggendo le vite dei grandi filosofi di quanto non si impari leggendo le loro opere. E questo si pensa anche leggendo questi vivi e bellissimi ricordi."Ormai non ve lo chiedo neanche più dove andate. Sento che arriveremo alla fine, e io che so tante cose, questo non lo saprò mai. Mah! Il cammino incomincia e il viaggio è già finito", così dice il corvo in Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini, alla fine della sequenza dei funerali di Palmiro Togliatti. Questo viaggio per Pasolini, dopo le speranze della Resistenza, è svanito dentro il cammino. Invece Carmelo Bene in Autografia d'un ritratto in premessa a Opere, Bompiani 1995, con Cominciò ch'era finita contesta il viaggio stesso, e fa sua la frase di Pasolini per affermare al contrario che in senso collettivo ogni forma di coscienza è servile. Perché l'ho scelto io? Ve lo dico lungo tutto il libro. (Dalla nota al titolo dell'autrice).Luisa Viglietti. Costumista per il teatro, cinema e televisione, dal 1987 al 1994 collabora alla realizzazione di allestimenti di Luca Ronconi, Roberto De Simone, Giancarlo Cobelli, Marco Ferreri, Tinto Brass. Dal 1994 al 2002 condivide vita e lavoro con Carmelo Bene contribuendo in vari ruoli e modi alla messa in scena di Hamlet Suite, Macbeth Horror Suite, Adelchi, Voce dei Canti di Giacomo Leopardi, Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, Lectura Dantis, Canti Orfici, Gabriele D'Annunzio Concerto d'autore (Poesia da La figlia di Iorio), Invulnerabilità d'Achille. Dal 2002 al 2005 è Segretario Generale della Fondazione "L'Immemoriale di Carmelo Bene" e promuove numerose attività all'estero e in Italia. Crea e il Fondo relativo alle opere di Carmelo Bene e realizza mostre e seminari per la Casa dei Teatri di Roma.Un ringraziamento particolare a TSU Teatro Stabile dell'Umbria, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Cominciò che era finita di Luisa Viglietti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Media & Performing Arts e Performance Art. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788863573930

L’inversione di rotta

A fine settembre rientrammo a Roma per riprendere la tournée della stagione teatrale 1994-1995, con l’Hamlet suite. Il primo appuntamento fu al Morlacchi di Perugia, per Natale saremmo stati a Napoli alla Mostra d’Oltremare, poi a seguire a Palermo al Teatro Biondo, a Bologna all’Arena del Sole, a Cesena al Teatro Bonci, all’Aquila al Teatro Comunale, a Milano al Teatro Nazionale, per finire a Roma al Teatro Argentina.
A Perugia avevamo prenotato una suite all’hotel Brufani; e già al telefono, da Roma, Carmelo aveva spiegato insistentemente al concierge che nella camera da letto non doveva entrare la luce del giorno. Come il conte Dracula voleva essere certo di non morire folgorato da un timido raggio di sole. Purtroppo al nostro arrivo in camera dovette constatare che tutto quel parlare non aveva sortito alcun effetto; due belle finestre trionfalmente illuminavano la stanza d’immenso. Tutta la direzione dell’albergo fu invitata a risolvere il problema del capriccioso principe Amleto del Novecento. Il direttore dovette convenire per stanchezza che, anche se era la meno elegante, la soluzione che proponeva era sicuramente la più veloce ed economica: attaccare sui vetri con lo scotch dei sacchi neri della spazzatura. Uscì dalla stanza rassegnato dicendo che ci avrebbe mandato qualcuno. Dopo qualche minuto si presentò una cameriera con un pacco di sacchi neri in mano: “Mi chiamo Ofelia, dove vuole che li metta”. “Alle finestre di Amleto, of course”.
Durante le recite di Perugia furono eseguite le registrazioni audio dalla Fonoprint Recording di Bologna, sotto la guida tecnica dello staff di Lucio Dalla, per la realizzazione del cd dello spettacolo, prodotto dalla società di Carmelo. Per la ripresa dello spettacolo dopo il debutto veronese e la pausa estiva decise di tagliare il ruolo di Gertrude che era stato di Paula Boschi. Lasciando definitivamente Amleto al centro della scena e alla sua sinistra Kate.
A Perugia avevamo anche un altro appuntamento con Goffredo Fofi, che inizialmente doveva curare per Bompiani l’opera omnia, all’incontro era presente anche Piergiorgio Giacchè, che aveva preparato una dettagliata scaletta delle opere da trattare. Gli accordi presi in quella sede non ebbero seguito, dopo poco Goffredo abbandonò il progetto.
Franco Ruggieri, il direttore artistico del teatro, aveva organizzato alcune lezioni per una classe di giovani che studiava recitazione, Carmelo accettò perché non poteva rifiutare. Una classe compresa tra i quindici e i venticinque anni di giovani aspiranti attori a cui Carmelo volle chiarire subito le idee, spiegandogli che un attore è ben poco se si accontenta di essere solo un altro. “Per cominciare si deve studiare, studiare e studiare. E solo allora potrai fare a meno di quello che sai. Quindi: studiare, studiare e studiare per poi togliere, togliere e togliere”. Uno di quei ragazzi, dalla faccia sembrava il più giovane, alzò la mano perché voleva fare una domanda e come se avesse avuto un’illuminazione gli chiese: “Fai prima se non hai niente da togliere?”
All’Aquila mi sottopose a una dura prova, visto che avevo avuto da ridire sulla sua idea di portare con noi un’attrice stand-by, ovvero una “sostituta” pronta ad andare in scena, nel caso Monica avesse avuto qualche problema. Prima dell’inizio della tournée a Roma avevamo incontrato diverse attrici per assicurarsi una riserva. Un pomeriggio arrivò una bellissima ragazza francese, caschetto nero, rossetto rosso, avvolta in un cappotto scuro con un collo altissimo, in sintesi l’incarnazione di Louise Brooks. Fu introdotta da Vincenzo, il fonico, in salotto per provare il playback, dopo alcune prove, Carmelo venne chiamato per verificare le qualità dell’aspirante Kate, ancora avvolta nel suo ampio pastrano. Carmelo la invita a toglierselo e mettersi comoda, la casa era sempre molto riscaldata. Lei senza battere ciglio se lo sfilò rimanendo nel mezzo del salotto solo con un paio di mutandine nere, lui tutto divertito girò sui tacchi e venne a cercarmi, mi chiese una maglietta da prestare all’attrice per continuare la prova. Quando la signorina andò via mi raccontò tutto, lui e Vincenzo non riuscivano a trattenersi dalle risate, io ero alquanto irritata. Dovette rinunciare all’idea di avere una sostituta, e quella sera all’Aquila toccò a me essere Kate. Arrivammo in teatro come al solito verso le sette di sera, Monica era nel suo camerino che si preparava, ma non si sentiva molto bene, a stento riusciva a stare in piedi. Carmelo la mandò in albergo a riprendersi, e mi disse di prepararmi per sostituirla. Sentii il sangue che dal corpo si spostava con un balzo nella testa: “Non è possibile! Non sono capace!” Il costume di Monica non mi andava, io ho due numeri di piedi e tre di reggipetto in più. Accroccai un costume ed ero pronta, la parte la conoscevo a memoria, ovvero bastava conoscere le azioni: sarei andata in scena con la voce registrata di Monica. Kate stava seduta su un cubo di legno, appoggiato sulle gambe aveva una gonna di tulle, per tutta la durata dello spettacolo non alzai mai lo sguardo dalle mie ginocchia, studiavo il tremolio dei bordi del tulle. Mi rilassai solo quando letteralmente mi buttai morta a terra. Finito lo spettacolo ero ancora terrorizzata, lui era molto contento, si complimentò con me, e quando gli confessai la mia paura lui ridendo mi rispose: “Di che ti preoccupi, mica hanno pagato il biglietto per vedere te?” Il giorno dopo fui felicissima quando Monica ristabilitasi tornò al suo posto.
Quell’anno girammo mezza Italia anche con i recital di poesia, Dante, Campana e Leopardi, iniziammo al Teatro Augusteo di Napoli, poi il Teatro Verdi di Firenze, Cagliari, Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Ravenna e Bari.
A Napoli ci andammo due volte, in ottobre con Campana e a Natale con Hamlet suite, ebbi l’occasione di rivedere la mia famiglia, invitai mia madre agli spettacoli, e le presentai Carmelo. Trascorsi la vigilia di Natale con i miei e quella fu l’ultima volta che vidi mia madre. Morì l’estate successiva, il 6 luglio 1996 colpita da un aneurisma cerebrale, aveva solo cinquantatré anni.
Durante le feste di Natale, Gianni Ippoliti chiese a Carmelo di partecipare alla trasmissione Spazio Ippoliti. Si presentò accompagnato da quattro persone travestite da Re Magi: il geometra, il poeta, il signor Clemente e la signora Serafini. Un altro di quei soggiorni del Cappellaio matto nel fantastico mondo dei più matti di lui.
Eravamo sempre molto impegnati, Carmelo si occupava in prima persona della parte amministrativa della sua società, e di numerosi altri problemi legali assegnati a diversi avvocati, un incubo senza fine. In casa si ammucchiavano le carte, pile di cartelline, pile di raccoglitori, cartoni pieni di carte crescevano in ogni angolo, maniaco delle carte, ce ne erano di tutti i tipi, dalle preziose pergamene ai fogli inglesi per acquerello, quintali di carte per la fotocopiatrice formato A3 e A4, carte veline, cartoncini colorati, carta da fax, carte scritte stampate, carte scritte a mano con calligrafie diverse. La sua ossessione lo obbligava a chiedere che ogni carta scritta che entrava in casa fosse fotocopiata almeno in tre esemplari, e da qui i multipli infiniti di tutta la documentazione legale e fiscale che lo riguardava. Ogni guaio moltiplicato per tre.
Continue telefonate dagli studi legali, fax, raccomandate, continue parcelle da saldare; si fidava completamente dei suoi avvocati, così come dei medici, fino a quando non era costretto a sostituirli. In principio era un avvocato unico a occuparsi di tutti i “casi”. A seguito di una serie di condanne decise di affidarsi a diversi studi legali specializzati, credendo di risolvere il problema con l’ausilio di tanti princìpi del foro.
Dopo qualche tempo che cercavo di seguirlo in questa affannosa difesa, tentai di esporgli il mio pensiero, e mi ascoltò con attenzione. Tolti i procedimenti più importanti, per i quali bisognava aspettare i tempi previsti dalla legge, tutti gli altri piccoli pasticci avrebbe potuto eliminarli cercando una mediazione. E così risolse una parte cospicua dei suoi problemi.
Matteo propose a Carmelo un recital dei Canti orfici a Villa Trabbia a Palermo. Era l’inizio dell’estate del 1995 alloggiavamo al Grand Hotel Villa Igiea, avevamo preso una suite che si apriva su un giardino a terrazze che scendeva fino a mare. Il giorno prima ci ricevette l’assessore alla cultura della città per stabilire i dettagli del contratto, Carmelo pensando di fare un regalo a tutti i palermitani gli comunicò che avrebbe letto alcuni capitoli di Signorina Rosina di Antonio Pizzuto, l’assessore ringraziò ripetutamente, accompagnandoci alla porta e, mentre stringeva la mano a Carmelo, non resistette e si confessò con un secco: “Ma cu è ’stu Pizzuto?”
La sera del recital Daniele Ciprì e Franco Maresco si presentarono in camerino per conoscere il Maestro, il piacere di quella visita fu reciproco, Carmelo non si perdeva una puntata di Cinico tv, diceva che con i loro programmi avevano dato finalmente “un calcio in culo al linguaggio e alla comunicazione”. Ciprì e Maresco registrarono l’audio della lettura pizzutiana e nel duemila realizzarono il video Ai Rotoli, accompagnando la voce con le immagini in bianco e nero girate al cimitero di Santa Maria ai Rotoli di Palermo.
Il pubblico palermitano, a parte qualche fan sfegatato, non si entusiasmò particolarmente, non conoscevano né Campana né tanto meno il loro concittadino Pizzuto. Quella sera in camerino, con un sorriso da orecchio a orecchio, si presentò la sua ammiratrice di Verona, votata a voler diventare un’attrice.
Ripartimmo da Palermo per tornare a Roma e da lì a Otranto. Stimolato da questa giovane debuttante, inventò nell’arco di qualche giorno il riallestimento del Macbeth. Prima di partire da Palermo la invitò a raggiungerci a Otranto dove avrebbe potuto partecipare alle prove.
Con quasi un anno di anticipo iniziò questo estenuante studio. Aveva invitato a Otranto per le prove del Macbeth anche Monica. Partimmo da Roma io, lui e Monica. Tutto scorreva tranquillamente, Monica occupò la camera grande degli ospiti, stavamo in vacanza, tranquilli, qualche pomeriggio al mare, amici a cena. Ogni tanto lo sentivamo parlare al telefono per organizzare il viaggio dell’ammiratrice di Verona che voleva essere attrice, mi spiegò con calma che non dovevo assolutamente preoccuparmi, che lui da sempre aveva lavorato in questo modo, con giovani attrici sconosciute, aveva visto in lei quel qualcosa di raro che andava colto, o quanto meno indagato, che non voleva nessun tipo di interferenza nel suo lavoro, e che era solo lavoro. Lei arrivava con le migliori intenzioni, voleva diventare mia amica. Dimenticati in qualche modo l’anno di persecuzioni, i numerosi mazzi di rose, i bigliettini, e soprattutto la nottata a Verona, quando, dopo aver visto lui in scena, nell’arco di poche ore si era trasformata da spettatrice a protagonista, offrendosi a lui senza remora alcuna: “Fa di me quello che vuoi!” Al suo arrivo quindi nessuna particolare ostilità, le avevo assegnato la camera vicino a quella di Monica, un po’ più piccola. Quella sera, senza fare osservazioni particolari, si sistemò e ci raggiunse di sotto per la cena. Partecipe, mi voleva aiutare in cucina a preparare il pesce, si faceva spiegare ogni cosa, a tavola poi fu una rivelazione, introduceva argomenti che avevano la totale approvazione e rivelava le sue preferenze che coincidevano esattamente con quelle di Carmelo: anime gemelle.
Carmelo dispensava regole e consigli su tutto: cosa mangiare, cosa bere, cosa indossare, chi frequentare, come parl...

Indice dei contenuti

  1. Questo libro
  2. Bene, ancora | Goffredo Fofi
  3. Prologo
  4. Il Maestro e le margherite
  5. “Mia cara Signorina, se guarissi ancora, mi vorrebbe per marito?”
  6. “Il privilegio della dannazione”
  7. Cominciò che era finita
  8. L’inversione di rotta
  9. Andante spianato
  10. Allora mi ritorna il male
  11. L’affondazione
  12. “Unicuique suum”
  13. Senza Fine