Principi di un realismo fenomenologico
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Principi di un realismo fenomenologico

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Il presente lavoro mette in gioco l'ordine di un sistema che può essere attraversato in due direzioni. Da un lato, in un'accezione formale, a partire dall'insieme totale dei contenuti sussistenti, dal loro rapporto con il non essere che eccede questa dimensione e dalla loro comparazione con il nulla assoluto, considerato in quanto alternativa alla loro sussistenza, si perviene all'articolazione topica ed estensiva dovuta alla dimensione interiore della nostra coscienza e alla realtà esterna e fisico-materiale; da un altro lato, a partire dalla realtà esterna assunta come condizione necessaria ma non sufficiente, si perviene a un contatto con la dimensione interiore – o a una sfera di coincidenza con essa –, e si sviluppa il passaggio da un ordine reale primario alla componente reale nonché ideale dei processi psichico-spirituali, che racchiudono la fisionomia del polo-io e quella di una serie di sfere obiettive. Questo disegno sviluppa uno scavo ulteriore di un punto di vista fenomenologico che è stato elaborato in una serie di precedenti volumi. L'introduzione del testo fornisce uno schizzo preliminare e segnala i debiti più rilevanti.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788857575438

VIII
L’INSIEME TOTALE, L’UNO E IL MOLTEPLICE

1. L’insieme totale e le condizioni modali

L’insieme totale dei contenuti sussistenti racchiude una linea unitaria, in base alla quale abbiamo il suo carattere globale, che rende possibile di indicarlo come un tutto – o come quella sorta di tutto che ha il carattere della realtà comprensiva di tipo esclusivo nell’accezione più forte. Si tratta dunque di un insieme in quanto i contenuti sussistenti che esso racchiude hanno in comune il carattere della sussistenza medesima, e sotto questo profilo sono disposti entro il medesimo livello, in base al quale possono essere rilevati nei termini quantitativi della loro disposizione molteplice o di tipo plurale; ma parimenti, questo insieme è totale in quanto per un verso racchiude tutti i contenuti sussistenti, laddove al di fuori del suo ambito non sussiste alcun contenuto di questo genere – od abbiamo la condizione del non essere –, e per un altro verso mette in gioco una serie di linee di congiunzione o di legami di tipo sintetico, sulla base dei quali abbiamo una sorta di unificazione di genere globale; ed anche se questa unificazione non è suscettibile di evidenziarsi come un qualcosa che è provvisto di un legame di genere compiuto – o di un ordine di tipo necessario, secondo il quale ogni contenuto sussistente sussiste e non può non sussistere, o deve sussistere in base al legame in questione, o se vogliamo in base ad alcune condizioni legali di tipo parimenti compiuto –, nondimeno le linee di congiunzione in questione hanno una varia forza di costrizione che delinea un quadro globale – laddove il carattere globale della congiunzione riflette a suo modo il carattere parimenti globale dei contenuti in questione, in quanto questi ultimi escludono la sussistenza di contenuti ulteriori. Inoltre, si deve sottolineare che alcune regioni di tale insieme lasciano emergere comunque un legame a carattere necessario – laddove tale legame si definisce attraverso delle formazioni epistemiche le quali stabiliscono quello che ha la valenza di una supposizione –; e ancora, poiché tali formazioni hanno messo parimenti in evidenza ogni volta un loro carattere provvisorio suscettibile di evoluzione e di rettifica, le stesse articolazioni che hanno un carattere necessario devono essere recepite secondo questa istanza di ordine provvisorio, e questo vale anche per il carattere necessario medesimo. Così, sotto questo profilo dobbiamo stabilire la presenza probabile di alcune regioni provviste di un carattere necessario – ovvero, di alcuni legami di questo genere, che presiedono alle regioni in questione –, e tale supposizione, che è provvista di un peculiare indice di forza, deve essere delineata entro lo sfondo di una supposizione a carattere generale, provvista di un grado minore, secondo la quale risulta possibile che l’insieme in questione sia compiutamente pervaso da legami di questo genere.
Ma ancora, quanto emerge a questo proposito è la presenza eventuale di legami provvisti di una linea di costrizione variamente prossima o discosta rispetto all’ordine necessario, per cui abbiamo una gradazione nei confronti di tale indice, che procede dall’estremo fornito dal carattere casuale o compiutamente contingente di una qualche sfera di contenuti, al carattere necessario provvisto di una linea parimenti compiuta di costrizione. Quanto invece si deve escludere è che l’insieme globale dei contenuti sussistenti sia pervaso da una serie di legami completamente casuali che investano il complesso dei suoi contenuti: sotto tale profilo l’insieme in questione avrebbe un carattere globale il quale sarebbe dato meramente dalla sussistenza medesima dei contenuti, e magari dal loro indice a carattere spaziale nonché temporale, e questo laddove sia la nostra esperienza percettivo-sensibile che le istanze di riflessione del nostro pensiero devono escludere comunque una emergenza di questo genere. Dobbiamo allora distinguere i seguenti fattori: (i) da un lato, le formazioni epistemiche nonché gli ulteriori complessi di senso in base ai quali l’insieme in questione risulta fornito di alcuni requisiti in ordine alla disposizione modale articolata fra gli estremi del carattere completamente contingente e di quello completamente necessario; (ii) da un altro lato le condizioni modali che ineriscono in modo effettivo a tale insieme, e che risultano all’orizzonte dei complessi di senso in questione, e non sono afferrate in modo pieno da parte nostra. E sulla base di questa distinzione, si deve osservare che mentre la logica delle considerazioni di senso comporta la presenza di un orizzonte provvisto di alternative che inerisce alle modalità in questione, in quanto attengono al senso medesimo – per cui possiamo dire che tale insieme può essere fornito di un carattere pienamente necessario nel proprio complesso, ma è anche suscettibile di non essere fornito di tale carattere, e in vari ambiti o nel suo complesso può racchiudere degli indici variamente probabili che ineriscono in modo obiettivo ai suoi contenuti, laddove è anche possibile che tali indici non sussistano in maniera effettiva e invece rientrino soltanto nella condizione di privazione delle modalità di senso che vengono costituite da parte nostra, ecc. –, per quanto attiene all’insieme medesimo considerato in se stesso non abbiamo la presenza di tali alternative, ma volta per volta, soltanto quella di un qualche polo di questo prospetto. Dobbiamo dunque affermare che il prospetto di queste condizioni modali mentre risulta problematico od aperto in rapporto all’orizzonte delle nostre possibilità di rilevazione – laddove attiene pertanto in maniera specifica ai caratteri delle nostre formazioni di senso ed ai limiti delle loro possibilità di composizione o di costituzione –, in rapporto alle condizioni effettive dei contenuti sussistenti racchiusi nell’insieme in questione non può che avere un carattere univoco.
Stabilito questo, si deve osservare che l’insieme dei contenuti sussistenti sotto il profilo globale presenta i seguenti caratteri: da un lato, una delimitazione nei confronti di quanto eccede la sua fisionomia – laddove oltre il suo limite, trattandosi del complesso dei contenuti sussistenti, dobbiamo rilevare che non sussiste alcun contenuto, e non è possibile che sussista, per cui abbiamo, come si è indicato, la condizione del non essere –; da un altro lato un’articolazione interna, in base alla quale emerge la suddivisione provvista della maggiore ampiezza, nonché provvista di un carattere fondamentale o primario, che è data dalla distinzione fra l’ambito della nostra dimensione interiore o della nostra coscienza, e quello della realtà esterna ed a carattere fisico-materiale. E riguardo al primo di questi aspetti, dobbiamo stabilire che la condizione di tale non essere, poiché oltre alla dimensione globale, a motivo del suo carattere completo, non è possibile che sussista un qualche altro contenuto, ha un carattere necessario – o in altre parole, possiamo affermare che oltre il limite di quanto è globale o totale non è possibile che sussista un qualche altro contenuto, poiché altrimenti non si tratterebbe di un complesso di questo genere, e pertanto una tale sussistenza mancata è un qualcosa di ordine necessario (o appunto, un elemento di questo genere non soltanto non sussiste, ma è un qualcosa che non deve sussistere). A proposito di questa articolazione interna, dobbiamo invece rilevare quello che segue: se la nostra messa in rilievo si basa su quanto può essere confermato dalla nostra esperienza, abbiamo una distinzione fra la nostra dimensione interiore e la realtà fisico-materiale, ed ogni altro possibile elemento di base non è parimenti suscettibile di una conferma da parte nostra. Ma ancora, laddove l’insieme dei contenuti sussistenti di per sé racchiudesse altri generi di elementi oltre a quelli in questione – o laddove questi ultimi dovessero essere considerati nei termini di alcune rilevazioni a carattere improprio, in quanto inerenti ai limiti delle nostre possibilità di discriminazione o di individuazione, e al loro posto avessimo altri ingredienti che non siamo in grado di rilevare –, una tale dimensione dovrebbe comprendere comunque tutti i contenuti sussistenti; o ancora, l’insieme totale dei contenuti sussistenti, a prescindere da quelle che possano essere in ultima analisi le sue articolazioni interne, o da quelli che possono essere i suoi contenuti, in base alla sua fisionomia globale implica comunque la condizione per la quale oltre i suoi confini non sussiste alcun altro contenuto, ed un elemento di questo genere non è possibile che sussista. Accade allora che sotto il profilo modale inerente all’insieme dei contenuti sussistenti abbiamo il quadro seguente: da un lato la serie dei contenuti che ne riempiono l’estensione si definisce in relazione all’esercizio nonché ai limiti delle nostre modalità di rappresentazione o di individuazione, secondo le quali emerge una serie variegata di condizioni modali racchiuse fra gli estremi della condizione pienamente casuale o contingente e quella di ordine necessario, e da un altro lato queste proiezioni delle nostre modalità di rappresentazione per un verso vengono delineate in modo univoco da parte delle nostre direzioni di senso, che ogni volta suppongono variamente una, e una soltanto, di queste condizioni, e per un altro verso, a vari propositi o in relazione a svariati plessi o svariate regioni dei contenuti sussistenti, vengono delineate in termini alternativi, in rapporto ad una assunzione a carattere consapevole delle limitazioni inerenti al processo della nostra rilevazione. Ciò posto, l’insieme in questione non concerne soltanto la disposizione modale dei contenuti sussistenti che rientrano nel suo novero, ma riguarda anche il carattere modale di quel genere di esclusione che attiene alla sfera dei contenuti ulteriori rispetto al suo dominio; e sotto questo profilo i limiti delle nostre possibilità di rilevazione consentono in ogni caso di stabilire un carattere necessario il quale concerne non solo la modalità della nostra rappresentazione o delle nostre istanze di riflessione – laddove questi elementi stabiliscono in modo necessario, o secondo il criterio di una costrizione completa, che una tale sfera non sussiste, e non è possibile che sussista, per cui la sua sussistenza mancata racchiude appunto un carattere di questo genere –, ma anche quello che viene proiettato al di là del loro esercizio, quale sfera obiettiva del loro dominio di riferimento. Ma a tale proposito si deve sottolineare che poiché la condizione provvista di questo requisito modale riguarda il requisito della sussistenza mancata, abbiamo un’articolazione modale che non attiene ad un qualche contenuto sussistente, ma inerisce, come possiamo dire, al rapporto fra i contenuti sussistenti medesimi, considerati nel loro profilo globale, e quanto viene implicato ad opera di questo profilo – laddove tale implicazione, poiché non attiene ad un qualche contenuto effettivo, dobbiamo stabilire che racchiuda una fisionomia di tipo formale, che a sua volta attiene a un carattere di senso dei contenuti medesimi.

2. L’insieme totale e la sua articolazione locale

L’insieme dei contenuti sussistenti è provvisto di una propria estensione, la quale è data dai requisiti seguenti: (i) da un lato dalla articolazione locale o dal luogo o, se vogliamo, da un genere di posizione che attengono alla sussistenza degli elementi in questione – laddove il carattere locale dello spazio esterno nonché fisico-materiale è una dimensione primaria del repertorio delle collocazioni, in quanto esse, nell’accezione ampia che oltrepassa quella fisico-materiale, possono essere indicate nei termini di una porzione dello spazio medesimo –; (ii) da un altro lato dalla espansione che attiene alla circostanza od alla disposizione locale – laddove, parimenti, da un lato abbiamo l’espansione o la modalità di diffusione dei contenuti fisico-materiali entro lo spazio concepito nell’accezione primaria, e da un altro lato abbiamo un qualche altro genere di espansione, quale può essere considerata la modalità di diffusione dei contenuti di genere interiore o psichico-spirituale che ineriscono alla nostra coscienza. Ciò posto, stabilita una distinzione primaria fra la dimensione interiore della nostra coscienza e l’ambito fisico-materiale ed esterno, abbiamo una sorta di condizione estensiva d’insieme, la quale è data dai contenuti fisico-materiali e da quelli psichico-spirituali, nonché dalla variazione specifica dei loro generi di estensione. Inoltre, delineando quello che emerge entro i confini della nostra esperienza, dobbiamo sottolineare che l’ambito interiore della nostra coscienza presuppone quello esteriore e fisico-materiale quale condizione necessaria – ma non sufficiente – della sua emergenza e della sua sussistenza, e in particolare presuppone sotto tale profilo la presenza di quella regione della realtà fisico-materiale, che è data dal nostro corpo di questo genere; e a tale proposito, se la nostra dimensione interiore non racchiude uno spazio di tipo esteriore, ed al contempo non può essere rilevata come un qualcosa di collocato nonché di esteso od espanso o diffuso entro quest’ultimo, parimenti essa racchiude un legame preciso sia nei confronti della realtà esterna nel suo complesso, sia in particolare – in un modo maggiormente stringente – nei confronti del nostro corpo di questo genere; al che – secondo quanto si è rilevato – abbiamo un legame di tipo funzionale, secondo il quale la messa in gioco della nostra coscienza è resa possibile in modo particolarmente cogente o coeso da tale corpo, e in particolare dalla messa in funzione di alcune sue parti od alcuni suoi organi. E sotto questo profilo, se non abbiamo quel genere di collocazione della dimensione interiore nell’ambito esterno per il quale possiamo dire che la coscienza sia collocata nonché diffusa od espansa in quest’ultimo, dobbiamo dire che essa racchiude una sorta di disposizione locale, la quale è data dal suo legame funzionale rispetto al suo importo. E accade allora la condizione fisico-materiale ed esterna, laddove rende possibile la sussistenza della nostra dimensione interiore e dei contenuti psichico-spirituali che rientrano in quest’ultima, parimenti fornisce nei suoi confronti un’articolazione locale la quale funge da disposizione che delinea una certa collocazione, senza mettere in gioco una relativa espansione – il che deve essere concepito sotto il profilo dinamico che riguarda quel nesso a funzionale, secondo il quale una serie d...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Circa l’autore
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Indice
  6. Dedica
  7. Introduzione
  8. I. La supposizione, le formazioni epistemiche, la componente scettica e le formazioni metafisico-speculative
  9. II. La condizione esterna, la dimensione interiore, la sfera del contatto, i nessi condizionali, l’indice reale e quello ideale
  10. III. Il polo-io, i contenuti della coscienza e le condizioni estensive
  11. IV. Gli elementi noetico-rappresentativi, le componenti logico-categoriali e l’attivitÀ linguistico-significativa
  12. V. La sfera obiettiva
  13. VI. La cosa, i nuclei oggettuali, gli stati di cose, gli eventi, la suddivisione e la composizione
  14. VII. L’attività pratica, la realtà fisico-materiale e l’ambiente
  15. VIII. L’insieme totale, l’uno e il molteplice
  16. IX. La monade e la nostra condizione di individui
  17. X. Il modello del mondo delle idee
  18. XI. La disposizione di origine, la supposizione e le pretese affermative e apodittiche
  19. Bibliografia