Le elegie anglosassoni
eBook - ePub

Le elegie anglosassoni

Voci e volti della sofferenza

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Le elegie anglosassoni

Voci e volti della sofferenza

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Le cosiddette "elegie anglosassoni" sono raccolte in un'ampia antologia di testi poetici in inglese antico compilata nel X secolo. Intrecciando l'ethos germanico con la prospettiva cristiana, rispecchiano un patrimonio culturale remoto, spesso opaco, a volte enigmatico. Questa guida alla lettura fornisce strumenti metodologici e possibili chiavi interpretative per entrare in quel mondo, che attraverso le elegie dà una voce e un volto alle molteplici forme della sofferenza e propone una riflessione sulle situazioni fondamentali vissute dall'essere umano di ogni tempo: dallo struggimento per amore alla contemplazione di edifici costruiti dai giganti diventati un ammasso di rovine, fino al rancore del mitico fabbro Weland che medita la sua atroce vendetta.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Le elegie anglosassoni di Maria Grazia Cammarota, Gabriele Cocco in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Collezioni letterarie europee. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Meltemi
Anno
2020
ISBN
9788855193184
Capitolo terzo
Commento ai testi
3.1 Errante / The Wanderer
L’Errante, che assieme al Navigante costituisce una delle due “elegie maggiori” del corpus poetico antico inglese, conta 115 versi trascritti ai ff. 76v-78r, tra la poesia di argomento cristiano Giuliana e il componimento sapienziale Doni agli uomini.
3.1.1 Le voci all’interno del testo
L’Errante ha suscitato un intenso dibattito tra gli studiosi sulla sua struttura bipartita e sulla pluralità di voci che lo caratterizzano. La prima parte (vv. 1-57) racconta la mesta vita di un esule lontano dalla patria e dai propri congiunti, il quale alterna la descrizione di gelidi paesaggi marini a quella delle proprie afflizioni nel ricordare gioie passate alla corte del suo signore. La seconda parte (vv. 58-115) ha invece un tono prevalentemente moraleggiante ed omiletico, raccomandando il distacco dalle cose terrene e la ricerca della gioia eterna, che deriva dalla grazia celeste elargita da Dio. Superata ormai l’ipotesi che il testo non fosse originariamente unitario, la questione della struttura è stata riconsiderata tenendo conto delle possibili voci narranti. L’Errante è stato letto infatti ora come un soliloquio esposto da un io lirico che prima racconta la propria infelice esperienza di esule alla ricerca di un signore e poi riflette sulla transitorietà della vita terrena e ricerca la salvezza eterna; ora come la sequenza di due monologhi pronunciati da figure distinte, l’errante e il saggio; ora come un monologo incorniciato da un’introduzione (vv. 1-7) e da una conclusione (vv. 110-115) affidate a una seconda voce, che interviene anche in vari punti con riflessioni di carattere gnomico (Orchard).
Queste incertezze sono dovute all’assenza dei segni grafici che indichino il discorso diretto e alla presenza di variazioni stilistiche e sintattiche che non rispondono ai moderni criteri di coerenza logica e unità compositiva. Dal punto di vista metodologico, come ha precisato Saibene, l’analisi va condotta tenendo conto delle tecniche di composizione dei testi poetici anglosassoni, che diversamente da quelli in latino conservano tratti della tradizione orale (§ 2.4). Ci troviamo, dunque, in presenza di un testo costituito da sezioni giustapposte, per lo più evidenziate nel manoscritto da una o più lettere di corpo maggiore (small capitals). Tali sezioni sono collegate tra loro mediante parole-eco, immagini tradizionali, espressioni formulari: un insieme di richiami intratestuali e intertestuali che permettevano al destinatario di ricreare l’unità del testo o, come direbbe Pasternack, di ricomporre di volta in volta un nuovo “mosaico”.
La difficoltà di individuare le diverse voci del testo e di stabilire i confini del discorso diretto si pone sin dall’esordio. Osserviamo infatti che i primi sette versi sono in terza persona singolare, con la tradizionale formula “swa cwæð” che al v. 6a (Swa cwæð eardstapa, ‘Disse così l’errante’) segna il passaggio alla prima persona singolare: Oft ic sceolde (‘Io ho dovuto spesso’, v. 8a). La maggior parte degli studiosi interpreta i primi sette versi come un prologo (Muir). Altri ritengono che anche i vv. 1-5 facciano parte del monologo dell’errante, mentre i vv. 6-7 sarebbero un inciso della voce narrante (Klink). È ormai abbandonata, invece, l’idea che i versi iniziali non facessero parte del testo originario, ma fossero stati aggiunti per dare una cornice cristiana a un componimento secolare (§ 2.3).
In definitiva, il nucleo del testo è costituito da un monologo. Questo aspetto lo accomuna ad altre elegie, come il Navigante: Mæg ic be me sylfum / soðgied wrecan (‘Posso di me stesso raccontare una storia vera’, v. 1); il Lamento della moglie: Ic þis giedd wrece / bi me ful geomorre, // minre sylfre sið (‘di me tristissima racconto questa storia, il mio viaggio’, v. 1); oppure il Deor: Þæt ic bi me sylfum / secgan wille (‘questo di me stesso voglio dire’, v. 35) (§ 3.2.2, § 3.6.1). Nel suo monologo il protagonista di questa elegia rivela un complesso percorso evolutivo ch...

Indice dei contenuti

  1. Abbreviazioni
  2. Introduzione
  3. Capitolo primo Il manoscritto
  4. Capitolo secondo Le elegie anglosassoni
  5. Capitolo terzo Commento ai testi
  6. Bibliografia
  7. Glossario