1.
GENERE, SESSUALITÀ E DEMOCRAZIA: L’ORIGINE DEL MALE
1.1 Comprendere le origini della contestazione anti-gender
Studiose e studiosi del fenomeno ‘anti-gender’ sono concordi nel collocare la sua origine intorno alla metà degli anni Novanta. Il concetto di ‘genere’ viene allora introdotto nel vocabolario istituzionale internazionale, prima di essere successivamente tradotto, esportato e messo in circolazione nei vari contesti nazionali, in particolar modo europei. Non è possibile, però, stabilire con esattezza empiricamente verificabile e con indicatori quantitativi le origini di un fenomeno sociale e politico come se fosse un punto preciso su un sistema di coordinate spazio-temporali, poiché le valutazioni e le interpretazioni variano in funzione del punto di vista dei soggetti e dell’approccio scientifico e disciplinare. Nel caso specifico, diverse sono le letture che vengono avanzate circa le ‘origini’ della questione ‘gender’.
Nell’ambito della sociologia dei movimenti sociali, che ha prodotto di fatto la maggior parte degli studi sulla causa e sui movimenti anti-gender, l’origine del fenomeno risale al momento in cui appaiono nello spazio pubblico le prime contestazioni dell’uso politico e istituzionale del concetto di genere. Come sottolineano Roman Kuhar e David Paternotte:
Anche secondo Lorenzo Bernini, filosofo politico, le conferenze onusiane costituiscono in qualche modo il momento originario di una sequenza contestataria che andrà intensificandosi poi negli anni Duemila:
Se si adotta, invece, una prospettiva più specificamente teologica, che ripercorra le tappe dell’elaborazione dottrinale su sesso, genere e sessualità, è possibile tracciare una diversa genealogia e, dunque, una diversa cronologia. Come propone la giurista Mary Anne Case:
Adottando, infine, il punto di vista interno di quel campo religioso e militante, ossia quello delle produttrici e dei produttori dei discorsi e delle narrazioni ‘indigene’, il tracciato genealogico è decisamente diverso. Per esempio, secondo Gabriele Kuby, una delle prime firme ad aver fornito gli strumenti intellettuali del discorso anti-gender nel suo libro Gender revolution. Il relativismo in azione (2006, tradotto in italiano nel 2009), poi rielaborato in una nuova pubblicazione4 nel 2017, la fonte del problema ‘gender’ risale ai contenuti filosofico-politici dell’Illuminismo e agli effetti della Rivoluzione francese nel passaggio all’età moderna. Questo porterà più avanti alla concretizzazione del progetto liberale e libertario nella rivoluzione sessuale degli anni Sessanta e Settanta, per poi arrivare alla radicalizzazione ugualitaria che la svolta democratica della fine del secondo millennio ha introdotto a livello internazionale.
Una narrazione simile ma cronologicamente diversa è proposta da Marguerite A. Peeters nell’opuscolo La nuova etica globale: sfide per la Chiesa (2006), tradotto in diverse lingue europee. Secondo l’autrice, se i germi dell’‘ideologia gender’ sono evidentemente riscontrabili nella storia della progressiva secolarizzazione della società, di cui gli eventi contestatari del ’68 costituiscono uno dei momenti culminanti di svolta e di radicalizzazione, è alla fine della Guerra fredda e con la caduta del blocco sovietico che emerge una nuova configurazione etico-politica:
In un registro molto vicino a quello di questa tradizione intellettuale «in senso cristiano»6, più di recente, Lucetta Scaraffia, storica dell’Università La Sapienza di Roma, mette l’accento sul ruolo della psicoanalisi, tra altre scienze umane, nel fornire giustificazioni teoriche alla rivoluzione sessuale7, detonatore dei cambiamenti ‘antropologici’ avvenuti tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. Su questi momenti e sulle agenzie internazionali che se ne fanno promotrici la stessa autrice, con Eugenia Roccella, giornalista e politica di aperto e rivendicato orientamento cattolico, hanno pubblicato nel 2005 un’indagine8, la cui appendice è peraltro curata da Assuntina Morresi, fervente oppositrice della ‘rivoluzione gender’ e, dal 2006, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Pur non utilizzando (ancora) il concetto di ‘ideologia gender’, questo lavoro si colloca al seguito della riflessione sull’impatto degli appuntamenti onusiani del Cairo e di Pechino, proponendo una lettura delle politiche pubbliche internazionali ed europee in termini di ‘nuova ideologia’, come riassume Sandro Magister nella sua recensione:
In questo stesso articolo, Sandro Magister, giornalista, vaticanista e noto commentatore degli affari cattolici, presenta così il libro: «L’ideologia anticattolica delle due organizzazioni internazionali ha un nome: ‘diritti riproduttivi’. Un libro la mette a nudo. Contro di essa il Vaticano guida la resistenza». L’affermazione e la difesa dei ‘diritti riproduttivi’, e più generalmente dei diritti delle donne e delle minoranze sessuali diventano dunque, secondo questa lettura, gli indicatori di un insieme ideologico emancipato dalla morale e dai precetti religiosi che le istituzioni democratiche promuovono ed elaborano nell’esercizio di un’autonomia politica per certi versi radicale, indipendente cioè dalla visione morale e dottrinaria difesa dalla Chiesa cattolica e dal Vaticano, o peggio, contro di essa10. L’‘ideologia gender’ sarebbe allora quel nodo teorico-politico – esemplare, essenziale ed esiziale – intorno al quale le democrazie contemporanee hanno costruito un assetto ‘ideologico’ senza religione e a volte anche contro la religione. I fondamenti della ragione democratica sono ancorati nell’immanenza della realtà sociale e non più derivati dalla trascendenza del richiamo a una natura inviolabile creata da Dio11. Al di là della data precisa dell’origine del fenomeno anti-gender, è possibile osservare che il nodo intorno al quale si sviluppa un discorso protestatario contro il concetto di genere riguarda gli effetti sulle politiche pubbliche dei suoi presupposti epistemologici. In altri termini, attraverso la contestazione della teorizzazione e della politicizzazione del concetto di genere prende forma una nuova contestazione religiosa focalizzata sui temi del genere, della sessualità e della famiglia.
1.2 Contro l’‘ideologia gender’: argomenti di una contestazione ideologica
Queste e questi esperte/i ‘anti-gender’ riprendono – rinforzandola, approfondendola e addensandola – la narrazione già proposta nel 1997 da un prete e teologo belga, Michel Schooyans, in un libro tradotto in italiano nel 2000 per le Edizioni San Paolo, con la prefazione di Ratzinger, in cui l’autore traccia una linea di continuità tra l’Illuminismo e le Conferenze internazionali dell’ONU del Cairo e di Pechino. A suo avviso, e come sottolinea Ratzinger, in queste sedi sono state tracciate le linee di «una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo»12, un ‘nuovo ordine mondiale’ fondato sul «disprezzo della vita» e della «morale naturale», che prende il posto delle ideologie totalitarie del Novecento o addirittura vi affonda le radici. Tale argomento della natura totalitaria ‘del gender’, spesso mobilitato dagli imprenditori della causa anti-gender13, è stato poi ripreso anche da Papa Francesco: