1.
La recensione letteraria “modernista”
Paolo Zoboli
Zucchero, sale e pepe:
le recensioni sulla “Riviera Ligure”
da “Fra i libri” di Lipparini a “Plausi e botte”
di Boine
1. Lo “zucchero” di Lipparini: “Fra i libri”
Il 31 dicembre 1913 Giovanni Boine scriveva a Emilio Cecchi:
Per miseria ho accettato di far sulla Riviera ligure la rassegna minima di letteratura it. contemporanea che ci faceva due anni fa con molto zucchero il Lipparini. Il che mi renderà L. 25 al mese. Ma ho diritto di condire con sale ed anche con pepe.
Anche grazie all’autore di Plausi e botte, la rivista di Mario Novaro si sarebbe ritagliata uno spazio importante – ancorché fino ad oggi sostanzialmente e ingiustamente misconosciuto – nella vicenda letteraria italiana di quegli anni; tanto che, dopo la morte di Boine e l’interruzione della sua rubrica, il 7 luglio 1917 (“La Voce” aveva cessato le pubblicazioni nel dicembre dell’anno prima) Giuseppe Prezzolini avrebbe scritto a Novaro:
Chi terrà la rubrica delle recensioni ora nella “Riviera Ligure”? È una cosa molto importante perché “La R.L.” è la più equilibrata delle riviste letterarie italiane.
La rivista di Oneglia era nata nel maggio del 1895, con la testata “La Riviera Ligure di Ponente”, come foglio pubblicitario dell’azienda olearia “P. Sasso e Figli”, ma dal maggio del 1899 Mario, di ritorno dagli studî filosofici in Germania, ne aveva assunto la direzione e l’aveva poi trasformata, in pochi anni, in una “rivista di pura poesia” – alla quale collaboravano, per fare soltanto alcuni nomi fino al 1913, Pascoli, Capuana, la Deledda, Pirandello, Papini, Soffici, Moretti, Gozzano, Palazzeschi, Saba, Jahier, Ceccardo, Sbarbaro, Govoni, appunto Cecchi e Boine – estromettendo dal corpo di essa tutto quanto non fosse poesia e prosa d’invenzione: dalla pubblicità per la quale e dalla quale era nata alle illustrazioni che, già presenti nella “Riviera Ligure di Ponente”, avevano raggiunto sulla “Riviera Ligure” una qualità altissima con artisti della levatura di Plinio Nomellini, Giorgio Kienerk e Edoardo De Albertis.
Se dal 1905 le immagini scompaiono dalle pagine della rivista e la pubblicità passa nelle pagine in velina, in quelle stesse pagine supplementari (o in quarta di copertina) erano sempre state confinate (e poi sempre saranno) le recensioni – dunque gli scritti letterarî non d’invenzione – ospitate dalla “Riviera Ligure”. Sin dalla fine del 1901, infatti, Novaro pensa a una rubrica di recensioni sulle pagine della sua rivista e si rivolge per essa al ventiquattrenne bolognese Giuseppe Lipparini, già allievo di Carducci, professore di letteratura italiana, collaboratore del “Marzocco” e dall’aprile 1900 anche della “Riviera”, autore delle raccolte di versi Lo specchio delle Rose e Idilli e del romanzo L’ombrosa. Da Urbino, dove si trova per il suo primo incarico d’insegnamento, Lipparini risponde al direttore della “Riviera Ligure” il 28 novembre:
Carissimo Signore,
Le sono grato della fiducia che ella pone in me, ed accetto di buon grado il mio ufficio di recensore. Vedrò di discorrere dei vari libri con benevola imparzialità e con grazia. Penso che in così brevi recensioni il pregio stia nel dare giudizi concisi e precisi espressi in forma incisiva. Comunque, se non mi mostrerò degno dell’ufficio Ella mi infliggerà la destituzione!...
Nasce così la rubrica Fra i libri, che comparirà sulla “Riviera” in 26 puntate dal n. 37 del (febbraio?) 1902 al n. 65 del dicembre 1904. Le poche lettere di Lipparini (solo cinque) e le ben più numerose lettere di Novaro (ventiquattro) testimoniano l’assiduo scambio fra i due, la spedizione dei volumi e soprattutto l’interesse del direttore per la rubrica. Talvolta Novaro non manca di raccomandare garbatamente una recensione; oppure di esprimere garbatamente il suo giudizio sull’autore da recensire, come nel caso di Maternità di Ada Negri, a proposito della quale, a fronte di una critica a suo dire poco imparziale nei confronti della poetessa, esorta il recensore a “non mitigare il suo giudizio”:
Caro amico,
a proposito di Ada Negri, dimenticai di dirle che credo Ella ne penserà ciò che ne penso io, e che il talento suo poetico mi parve assai mediocre sino dalle prime poesie di “Fatalità” che pure sono il suo meglio.
Anche la migliore critica à i suoi riguardi e soffre le sue simpatie o raccomandazioni; e se ella però non ha ragioni particolari... non mitighi il Suo giudizio. So che l’amico P. ne dirà bene... solo perché altrimenti non potrebbe fare l’articolo.
Piuttosto, Novaro si preoccupa che la parallela attività di recensore di Lipparini per il “Marzocco” non danneggi quella sulla sua rivista, fino a prendere in considerazione l’ipotesi, alla fine di aprile del 1904, che il recensore possa abbandonare l’incarico:
Occorrerebbe però che le Sue recensioni sul Marzocco non togliessero importanza a quelle nostre e vorrà schiettamente dirmi che cosa ne pensa: se Le pare di dover rinunziare alla “rivierina” non me lo nasconda, e io non gliene vorrò male; sebbene mi rincrescerebbe molto.
Si tratta, forse, dei primi sintomi di un disagio che, di lì a qualche mese, porterà alla soppressione della rubrica. Dopo un abbastanza lungo silenzio epistolare seguito alla lettera del 6 giugno, il 22 ottobre Novaro – facendo riferimento a un precedente confronto con ...