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Una riflessione tra le discipline

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Una riflessione tra le discipline

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La conoscenza procede per raffronti: presuppone la comparazione. Quest'ultima viene praticata in ogni campo del sapere, sebbene con consapevolezze, implicazioni e riconoscimenti molto diversi. Per la prima volta un gruppo di studiosi tra i massimi esperti della comparazione nelle scienze sociali e umane si interroga su oggetti, scopi e metodi delle diverse discipline, nonché sul crescente uso di comparazioni e classificazioni come tecnica di governo sociale. Il risultato è un appassionato dialogo sullo stato dei saperi scientifici, sulle politiche cui si ispirano, sulla loro vocazione a leggere criticamente la società: una comparazione tra comparazioni.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788857571232
L’albero e l’onda:
il discorso della comparazione
al crocevia delle discipline
Giorgio Resta
1. La comparazione come fenomeno sociale e come metodo scientifico
“Denken heißt vergleichen”. Così si legge in un mosaico realizzato dall’artista Gregor Hiltner, che adorna le pareti della stazione Rathenauplatz della metropolitana di Norimberga. Si tratta di una citazione da Walter Rathenau, il noto industriale, politico ed intellettuale tedesco di origini ebraiche, assassinato a Berlino nel 1922 da estremisti di destra1. “Pensare vuol dire comparare”, ammoniva Rathenau. Come lui, tanti altri autori hanno messo l’accento sulla naturalità dell’atto del comparare, quale fondamentale dispositivo cognitivo impiegato dagli uomini nel quadro dei processi di apprendimento e razionalizzazione dei dati della realtà. “Il n’y a rien que l’esprit humain fasse si souvent que des comparaisons”: si legge nella voce “Comparaison” del Dictionnaire de la langue française di Littré, apparsa nel 18632.
Ridotta ai suoi tratti basilari, l’operazione del comparare consiste nel confrontare stati distinti di due o più oggetti su una determinata proprietà, e quindi enucleare somiglianze e differenze3. In tal modo si stabiliscono connessioni semantiche tra due o più entità altrimenti osservate nella propria singolarità o non percepite come correlate. La comparazione avrebbe, in base a tale premessa, un carattere prevalentemente descrittivo, e come tale è generalmente considerata nei discorsi di filosofia della scienza4. Ma l’atto del comparare si sovrappone spesso, tanto da rappresentarne un presupposto implicito, ad altre attività maggiormente orientate in senso valutativo, come la commisurazione o la classificazione. A stretto rigore ciascuna di queste operazioni – come opportunamente ricorda Alberto Martinelli5è connotata da proprie peculiarità e risponde a una specifica logica6. Tuttavia, ad una considerazione empirica, non può sfuggire come il rapporto sottostante sia di stretta continuità e profonda interconnessione7. Il dato è di particolare evidenza soprattutto nelle nostre organizzazioni sociali, non a caso qualificate come scoring societies, dove il rating e il ranking sono divenuti dispositivi di governo onnipresenti e i quali funzionano il più delle volte sulla base di un approccio eminentemente comparativo8. Le comparazioni creano spesso nuove categorie – si pensi alla nozione di “world class universities” 9 –, così da dar vita a nuove classificazioni e di riflesso ad altre comparazioni.
La comparazione può dunque essere studiata innanzitutto come fenomeno sociale, il quale assume una maggiore o minore centralità a seconda dei contesti di riferimento. In tal senso Foucault ravvisava nel XVII secolo, e in particolare nella filosofia cartesiana, un decisivo spartiacque, atto a distinguere l’episteme antica da quella moderna: la prima incentrata sul pensiero della somiglianza, dell’analogia e della concatenazione; la seconda sul pensiero della differenza, del confronto, e quindi della comparazione10. Sulle tracce di questa riflessione diversi autori hanno di recente iniziato a studiare in maniera sistematica il modo in cui le pratiche comparative hanno contribuito a definire le dimensioni più caratteristiche della società moderna, dall’arte, alla scienza, alla politica11. L’ultimo capitolo di tale affascinante storia è costituito dalla saldatura tra pensiero comparativo e attitudine classificatoria, la quale connota inequivocabilmente – come si osservava pocanzi – il mondo in cui viviamo, dal settore pubblico (si pensi soltanto alla valutazione quantitativa della ricerca universitaria, o al governo tramite “indicatori”) al settore privato (l’intera sharing economy si basa sulla logica reputazionale e comparativa)12.
Alla comparazione può altresì guardarsi in quanto metodo scientifico, impiegato secondo determinate procedure nell’ambito delle varie discipline. Sarebbe forse eccessivo affermare che “thinking without comparison is unthinkable. And, in the absence of comparison, so is all scientific thought and scientific research” 13. Ma è indubbio che la comparazione si è sempre rivelata una componente essenziale del lavoro di ricerca, tanto nel campo delle scienze della natura – gli esperimenti di laboratorio non sono altro che comparazioni sistematiche di stati del mondo osservati sotto condizioni controllate14 – quanto in quello delle scienze umane, e soprattutto di quelle sociali.
La sua “naturalità” ne spiega l’ubiquità quale modello di ragionamento, il che peraltro è fonte di non poche insidie. Comparaison n’est pas raison, ci ricorda il noto proverbio francese15. Rudolph Jhering, uno dei più grandi giuristi tedeschi del diciannovesimo secolo, confessava in apertura di un celebre saggio sull’occupazione delle res nullius, di essere vittima di una vera e propria “ossessione” per il pensiero comparativo:
Io ho l’infelice abitudine di fare paragoni [zu vergleichen] fra tutto quanto mi accade di osservare: fra le cose mie e le altrui, fra il presente e il p...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. L’albero e l’onda: il discorso della comparazione al crocevia delle discipline
  3. I. La comparazione e i saperi umanistici
  4. Filologia e comparazione
  5. La comparazione in antropologia: problemi epistemologici
  6. La letteratura comparata
  7. Della comparazione in storia. Prospettive della storia comparata sull’epoca contemporanea
  8. II. La comparazione
  9. Sociologia e comparazione: alla ricerca dello spazio istituzionalizzato
  10. Istituzioni giuridiche del mercato ed istituzioni economiche del governo: una comparazione fra Stati Uniti ed Europa
  11. Il diritto comparato tra disciplina critica, scienza normale e ingegneria politica
  12. Comparing comparative law
  13. Comparare è giudicare
  14. Conclusioni